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Autore: BluCAstle    08/09/2016    2 recensioni
alla fine della 5' stagione Kate Beckett ha lasciato il 12" distretto e Castle
sono passati 1000 giorni quando finalmente si rivedono
saranno capaci di ritrovarsi?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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I mesi erano volati.

Kate e Rick non si erano lasciati un solo giorno.

Sembrava quasi che separarsi anche solo per una notte fosse troppo difficile per loro.

A Natale erano partiti per dieci giorni.

Avevano passato la vigilia e Natale in famiglia a Los Angeles con Martha, Jim, James e i suoi genitori, poi si erano regalati una settimana in Polinesia per Capodanno.

Rick aveva affittato una di quelle palafitte sull’acqua e avevano trascorso pigre giornata al sole senza pensare a nient’altro che alla loro voglia di stare insieme.

Si svegliavano uno addosso all’altra e passavano ore a parlare a fantasticare sul loro futuro e a riempirsi di coccole e tenerezza.

Facevano l’amore con un trasporto che i mesi non affievolivano e Kate torno’ da quel viaggio con la sensazione di essere incinta.

Non ne aveva ancora parlato a Rick perche’ non voleva deluderlo se non fosse stata sicura.

Aspetto’ fino a fine gennaio poi decise di parlargliene.

‘Rick’.

“Amore”.

“Ho un ritardo, Rick”.

“Lo so, tesoro”.

“Che vuol dire che lo sai?”.

“Vuol dire che me ne sono accorto, lo sai che mi accorgo delle tue cose”.

“Le mie cose, eh? Ma, Rick,allora perche’ non me ne hai parlato?”.

“Pensavo che dovessi aspettare che fossi tu pronta a farlo”.

“Dimentico sempre che sei capace di capire tutto di me”.

“Kate, ne sei felice?”.

“Sono terrorizzata, babe. Felice e terrorizzata insieme.

E se non fosse vero? E se succedesse qualcosa anche questa volta?”

Aveva gli occhi pieni di lacrime e lo scrittore corse ad abbracciarla.

“Tesoro andra’ tutto bene, stai tranquilla”.

“Rick, ho paura”.

“Kate, va bene. Va tutto bene”.

Erano rimasti un po’ cosi, abbracciati, a farsi coraggio a vicenda.

Finché Rick l’aveva di nuovo sorpresa.

“Vogliamo fare il test, piccola?”.

“Dobbiamo andare in farmacia a comprarlo, prima!”

Era andato nella stanza che aveva trasformato nel suo studio nella casa di Washington ed era tornato con quattro scatole di diversi colori.

“Per essere sicuri!”.

Kate era scoppiata a ridere e lui l’aveva imitata prima di abbracciarla di nuovo.

“Va bene, andiamo”aveva affermato decisa Kate.

Mezz’ora dopo erano ipnotizzati dai quattro bastoncini che dicevano tutti la stessa cosa: aspettavano un bambino.

Avrebbero avuto un bambino!

Erano storditi ed entusiasti.

“Kate, ti amo.Te l’ho gia’ detto oggi?

E amo gia’ immensamente la piccolina che e’ dentro di te”.

“La piccolina, Castle?”.

“Sento che e’ una piccola te, lo so, non chiedermi perche’’”.

Lei lo aveva guardato con uno sguardo strano prima di attirarlo tra le sue braccia e baciarlo con tutto l’amore che sentiva.

Non immaginava si potesse amare tanto un uomo.

Prima di Castle non le era mai successo di provare sentimenti cosi’ forti e complessi per qualcuno.

Era cambiata.

Aveva lasciato che questi sentimenti la ammorbidissero.

Era spesso sorridente, piu’ aperta, piu’ serena.

Si sentiva in pace, finalmente.

Aveva una luce intorno che la faceva brillare.

La sua bellezza, se possibile, ne era accresciuta.

“Kate, ti rendi conto? Avremo un bambino!”

Castle era al settimo cielo.

“Andiamo a festeggiare? Ceniamo al ristorante dove mi hai chiesto di sposati, ti va?

Mi pare il luogo migliore dove celebrare questa notizia!” accolse l’idea con entusiasmo Kate.

Era stata una serata strana.

Erano silenziosi.

Si guardavano attraverso il tavolo tenendosi per mano.

Le parole non servivano.

Erano oltre le parole.

Avevano fatto i conti.

Il bambino sarebbe nato all’inizio di ottobre.

Ad aprile per il matrimonio la gravidanza sarebbe stata evidente.

“Rick, vogliamo posticipare il matrimonio a dopo la nascita?”

“Scordatelo, Kate! Casomai possiamo anticiparlo.

Perche’ non ci sposiamo a san Valentino?”

“Rick, mancano due settimana a San Valentino!”.

“E allora?Chiamiamo il più bravo wedding planner di LA domani mattina, lo incontriamo, gli diciamo esattamente cosa vogliamo e come, e lasciamo fare tutto a lui insieme a mia madre.

Dai Kate, sara’ fantastico!”

Kate lo aveva guardato con gli occhi sognanti.

Un bambino, il matrimonio a San Valentino.

Quando era finita in Paradiso?

“Kate, dai!”

Sembrava un bambino la vigilia di Natale, in attesa di aprire i regali.

Alla fine l’idea le piaceva.

Le piaceva moltissimo.

“Perche’ no?!”.

Si ritrovo’ tra le braccia dello scrittore che la faceva volteggiare per la stanza davanti a tutti

“Rick,mettimi giu’, ci stanno guardando tutti!”.

Castle si era guardato intorno con un sorriso enorme e a voce alta aveva detto ”champagne per tutti, mi ha detto si, ci sposiamo a San Valentino, dobbiamo festeggiare!”.

Un fragoroso applauso era risuonato nella sala piena di avventori.

Che avevano tutti brindato al loro futuro insieme.

Kate, intimidita da tutta quell’attenzione, le si era stretta contro e gli aveva sussurrato: ”ti amo, Rick, always” all’orecchio prima di farsi baciare.

Era stata un’altra notte magica.

Quando la mattina dopo avevano avvertito amici e famiglia della novita’ erano tutti increduli.

Non capivano perche’ anticipare il matrimonio di due mesi.

Alexis gli aveva detto che sarebbe dovuta essere in Baja California per la nascita delle balene ad Ojo de Liebre, ma Rick era stato irremovibile.

“Se non riesci a trovare un paio di giorni per il matrimonio di tuo padre non c’e’ problema Alexis.

Pero’ ci terrei che ci fosse James. Vorrei che portasse lui le fedi”.

Alla fine Alexis aveva ceduto.

Suo padre era cambiato. Era diventato piu’ deciso e qualsiasi cosa riguardasse lui e Kate diventava una priorita’ assoluta.

Lo capiva, ma ne era lievemente infastidita.

Forse perche’ negli ultimi due anni, da quando era nato James, era abituata ad averlo sempre e solo per loro.

Ora invece era sempre con Kate.

Aveva portato James con lui due settimane a Washington a dicembre e di nuovo una settimana a gennaio quando lei aveva raggiunto Mark.

Sapeva di non poter decidere per suo padre, sopratutto perche’ le permetteva, prendendosi cura di suo figlio, di seguire suo marito e di seguire la sua carriera.

Ma, sentiva comunque un lieve fastidio dentro di se’.

 

Rick aveva messo in moto la macchina organizzativa alla velocita’ della luce, prenotato voli aerei, hotels, fiori e tutto quello che secondo lui sarebbe servito per rendere speciale quel loro giorno tanto atteso.

Dopo ventiquattro ore la casa sulla spiaggia era gia’ piena di gente che misurava, disegnava, ipotizzava e sistemava.

Non avevano detto a nessuno del bambino, ancora.

Volevano che fosse una sorpresa da condividere con tutti il giorno delle nozze.

Era cosi’ eccitato all’idea che finalmente Kate diventasse sua moglie.

E che presto avrebbero avuto un bambino tutto loro da amare e proteggere e coccolare.

Era tutto cosi’ perfetto.

Tanto perfetto che aveva paura.

Pensava che troppa felicita’ fosse pericolosa.

Ora aveva cosi’ tanto da perdere.

Aveva paura quando Kate usciva al mattino per andare al lavoro.

Non glielo aveva mai detto, ma era terrorizzato che potesse accaderle qualcosa.

Se avesse potuto l’avrebbe messa al sicuro e se ne sarebbe preso cura ogni giorno al meglio.

Questi pensieri paranoici lo stressavano e lo rendevano agitato.

Kate se n’era accorta e gli aveva chiesto cosa lo agitasse.

Alla fine Rick aveva confessato le sue paure.

E Kate lo aveva stupito ancora una volta.

“Sai, babe, succede anche a me di avere paura adesso che so che aspetto un bambino.

Volevo parlarti di una proposta che mi hanno fatto di recente.”

“Che proposta Kate?”.

“I democratici mi hanno contattata attraverso un lobbista per chiedermi se ero interessata a candidarmi come senatrice qui a DC”.

“Kate! Senatrice Beckett! Ma e’ magnifico!”.

“Credi,Castle?”.

“Ma certo, saresti perfetta. Ma solo se tu lo vuoi. Per la nostra famiglia in crescita sarebbe una cosa buona. Avresti piu’ tempo da passare col bambino ed orari flessibili. E potremmo vivere un po’ qui a Dc e un po’ dove vogliamo, tra New York, Los Angeles o gli Hamptons. O, magari, andarcene un mese in Italia con la bambina in primavera. Ci pensi? Non sarebbe fantastico?”.

Castle aveva messo in moto la sua sfrenata capacita’ immaginativa e stava gia’ sognando mondi idilliaci per loro tre.

Per la prima volta in vita sua Kate penso’ che non le sarebbe dispiaciuto vivere cosi’.

Occuparsi in politica delle cose a cui credeva, impegnarsi per migliorare la vita della gente ed occuparsi contemporaneamente della sua famiglia senza dover sempre rinunciare ad una parte di se’ per riuscire a fare tutto.

“Senatrice Beckett, sarebbe un onore seguirla e supportarla nella sua campagna politica, se lo lasci dire” scherzo’ Castle.

“Avere un brillante scrittore dalla mia parte sarebbe vantaggioso, potrei assumerti per scrivere i miei discorsi”.

“Solo se mi pagassi in natura!”.

Avevano riso divertiti.

Un bacio aveva suggellato quel momento.

Probabilmente le loro vite si sarebbero arricchite.

Stavano per sposarsi, avrebbero avuto un bambino.

Kate avrebbe tentato la via della politica.

Sarebbe stato tutto magnifico.

Il domani sembrava promettere il meglio per loro.

 
   
 
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