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Autore: winterlover97    08/09/2016    2 recensioni
dal capitolo 5
Il gancio del sacco si sta per rompere, almeno credo, ma continuo imperterrita. Ho bisogno di sfogarmi, di lasciare fluire tutta la rabbia repressa fuori dal mio corpo. Le lacrime ora scorrono copiose lungo le guance. Le gambe si fanno pesanti, così come le braccia. Percepisco gli atomi del sacco da boxe e dell'imbottitura muoversi sotto le mie dita e i miei colpi. Il gancio salta e il sacco sbalza a terra, finendo contro il muro. Cado come un peso morto. Cado come le foglie in autunno e la neve in inverno.
capitolo 11
"Proviamo" sollevai lo sguardo e incontrai i suoi occhi, verde in blu "proviamo a capirlo, a definirlo, come si fa con i termini che ci sono sconosciuti, solo che questo non è una parola, un termine, è qualcosa di forte, di diverso, che sento il bisogno di definire" disse tutto d'un fiato, senza nemmeno prendere fiato, avevo ancora gli occhi suoi fissi nei miei, sbattei le palpebre e dissi "Proviamo".
capitolo 18
Un tuono squarciò l'aria.
E lei sorrise.
Un lampo.
E lei rise guardando l'orizzonte.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Pietro Maximoff/Quicksilver, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You didn't see that coming ?'
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23

POV WANDA
Eravamo arrivati alla Scuola per mutanti di Charles Xavier dopo un lungo viaggio. Dopo  aver scoperto che Eve, a tutti i poteri che già possedeva, si era aggiunta anche la telepatia, Steve e Tony ci hanno mandato in camera a riposare per un'oretta per poi iniziare gli allenamenti. Non oso immaginare cosa stia passando Eve, e come si sia sentita nel momento in cui le centinaia di voci si erano sovrapposte nella sua testa. Essendoci passata anche io, anche se anni fa, posso capire quanto sia stato doloroso, ma per tutti è diverso, ognuno ha una reazione diversa. Ricordo benissimo il momento in cui è successo a me; faceva caldo quel giorno e solo un filo d'aria passava dalle grate nella mia cella. Inizialmente era comparso un ronzio, via via più fastidioso, poi le centinaia di voci delle persone che vivevano nella fortezza dell'HYDRA e che vi lavoravano, affollarono la mia mente. Fastidio, dolore e fu come uno scoppio assordante. Il tutto durò un paio di minuti, nulla in confronto all'attacco subito da Eve, che, essendo di panico, aveva come preannunciato il casino successivo, a cui abbiamo dovuto fronteggiare. 
Mi cambiai i vestiti mettendo una maglietta rossa e dei jeans neri poi, sentendo lo stomaco brontolare e lo stimolo di fame ero andata in cucina. 
Non mi aspettai trovare qualcuno, invece James, il migliore amico di Steve stava bevendo del latte appoggiato al bancone. 
"Ho visto." Sussurrai al ragazzo di fronte a me.
Lui non disse assolutamente nulla, sollevò solo la testa e si passò la lingua sulle labbra.
"Mi spiace per quello che l'HYDRA ti ha fatto."
"Non pensi sia ipocrita da dire, non puoi sapere cosa ho provato, non puoi capire i ricordi che ho perso. Mi chiedo come abbiate potuto arruolarvi." Disse con tono strascicato e basso.
"Eravamo arrabbiati. Con Stark, con la vita, con il mondo. L'HYDRA ci dava una possibilità in più per sbollire la rabbia e vendicare in nostri genitori." Sussurrai 
"Se vuoi posso aiutarti." Finii.
Sperai che accettasse. 
Volevo che quella rabbia, quella frustrazione si levasse dalla sua mente e iniziasse a vivere.
"E  come pensi di fare? Darmi i ricordi?" Fece schiettamente.
"Certo. Potrei riuscirci. Con l'aiuto del Professore, certo." Titubai.
Non sapevo la sua possibile reazione e  in volevo entrargli nella mente. 
"Ne sei sicura?" Disse quasi balbettando.
Annuii muovendo la testa e sorseggiai del succo di frutta che precedentemente avevo tirato fuori dal frigo. 
"Ne dovremo parlare con il Professore allora." Sospirò "se riuscirai, non sai quanto ne sarei felice."
Non dissi nulla, posai il bicchiere nella lavastoviglie e andai in palestra, dove dovevo trovarmi con Eve per allenarmi.


POV TONY
Guardai di fronte a me il tavolo con sopra una delle mie armature da rimettere in sesto. La Mark LV era messa bene, mancava ancora da sistemare il propulsore del guanto destro e quello del petto poi, dopo una piccola riverniciatina sarebbe stata perfetta. Steve varcò la porta del laboratorio e stette fermo a guardarmi. Alzai lo sguardo cercando di non sollevare la testa e guardai la maglietta che indossava, o meglio, quello che copriva a mala pena, dato che era con troppo aderente persino per Mr Ghiacciolo.
"Capitan Ghiacciolo, qual buon vento?" 
Sospirò leggermente infastidito. 
Adoravo infastidirlo a dire il vero.
"Stark."
Non disse nulla.
"Senti Iceberg, non vorrei chiedertelo, ma devo farlo. Cosa sai della morte dei miei genitori?" Buttai la bimba subito senza un preliminare.
Steve non disse assolutamente nulla, si passò la mano tra i capelli molto corti e capii che mi stava nascondendo qualcosa.
"Steven."
"Si. Non saprei come dirtelo. Ho la paura fottuta di dirtelo e di perdere la tua amicizia. La nostra."
"Dimmelo."
"L'HYDRA, nel particolare il Soldato d'inverno li ha uccisi. Mi spiace Tony."
Posai la chiave inglese sul piano da lavoro e passai la mano sporca di grasso sulla nuca. 
"Mi spiace, davvero, ma sai benissimo che Bucky non era in sé quando era il Soldato."
Ero incredulo. Cazzo, a distanza di quanto, venti anni, scopro la causa della morte dei miei genitori.
"Questo lo capisco, ne sono cosciente. E, onestamente, non lo odio, e sono sollevato. Voglio dire, per venti anni mi sono detto che era un fottuto incidente e ora scopro che quei luridi bastardi dell'HYDRA hanno ordinato di ammazzarli." Feci una breve pausa. "Ora come ora, non potrei ne odiare lui, nemmeno te. Diamine Steve, ti dovrai far perdonare, ma lo farei a tempo debito, inoltre dobbiamo smantellare un'organizzazione filo nazista."
"Sei sicuro?"
Annuii poi ripresi a lavorare, con un peso in meno sul cuore.




POV EVE
Quel pomeriggio gli allenamenti si erano conclusi bene, a parte l'aver distrutto e risistemato la palestra, potrei dire davvero che sono stati fruttuosi. Wanda si è offerta di aiutarmi a sviluppare, conoscere ed allenare il mio potere, o meglio dire dono. 
Inizialmente avevo fatto una fatica tremenda ad adattarmi in modo ottimale al fatto di avere le voci nella testa e anche a sentire i pensieri degli altri anche se in modo involontario. E c'è da dire che più cercavo di limitare, più era peggio. Più cercavo di ignorarle essere si facevano più forti e fastidiose.
Adesso, ad un paio di ore dalla loro comparsa, sono riuscita a gestirle e non le sento di continuo, o meglio, sembrano solo un brusio di sottofondo. Per la mente mi è persino passata l'idea di creare uno scudo che riesca a attutire o almeno a limitare le voci, però, dovendo imparare a controllare il potere, e non farmi controllare da lui, ed essere succube, devo sopportare tutto quanto.

Sopportare, che parola da schifo. 

Come se tu debba essere succube di qualcosa e non poterti liberare da esso per paura di come possa essere il futuro senza. Come se si debba persino evitare di avere una vita decente, non dico ottimale, ma decente, per paura.
Inizialmente, quando le cose andavano male, mi dicevo, e dicevo in giro, 'Sopporto', 'Mi sono abituata' , quando in realtà dentro di me, nel profondo, volevo con tutta me stessa liberarmi da quel peso e dare una svolta. 
A mie spese ho imparato che sopportare ti fa solo del male, ti rende impreparato, incerto, odioso, invidioso, tutte cose che nessuno vorrebbe.

Quindi direi di no, non devo sopportare, ma devo fare qualcosa che mi aiuti a controllare quanto ha il controllo su di me. 
Potrebbe essere un fottuto di controsenso, ma assicuro che non lo è, si tratta di una sottile differenza tra tollerare, per poco tempo, e sopportare, per troppo tempo.
Una differenza che ho imparato a capire.

Sento due mani sugli occhi che mi coprono la visuale. Sono calde, lisce, pallide, profumate e famigliari. Che ti fanno sentire a casa.
"Pietro" pigolai ridendo.
"Non ti si può nascondere nulla, nemmeno fare una sorpresa." Mi abbracciò da dietro, con solamente la canotta e la tuta addosso, e mi trascinò fino a giù sul letto contro il suo petto. 
"Come sono andati gli allenamenti?"
"A parte aver fatto fuori una parte di palestra e aver imparato in qualche modo a controllare quello che ho qui dentro 'dissi picchiettando la testa'  bene direi"
Sentivo il suo petto alzarsi e abbassarsi contro la mia schiena, il suo respiro sui capelli e pochi istanti dopo la sua bocca depositarsi alla base del mio collo, su una delle vertebre che sporgevano. Questo mi fece venire i brividi. Pietro continuò a stare lì un altro po' poi baciò la curva del muscolo, seguendo la linea del collo a partire dalla spalla, arrivando sul mio collo, dove la carotide pulsava e si poteva capire che il mio cuore stava battendo all'impazzata. Spostai la testa indietro, contro la sua spalla destra come per lasciargli maggior accesso alle sue labbra. Il suo respiro e il suo profumo mi davano alla testa, come la migliore droga per un drogato. Tenni la mano sinistra stretta alla sua destra, mentre l'altra stava sul mio fianco al di sotto del seno. Le sue labbra continuarono a baciarmi ininterrottamente poi, staccatesi dal mio collo, feci in tempo a girarmi verso di lui e le pose sulle mie. I suoi baci erano sempre stati leggeri e calmi, tuttavia questi erano leggermente più profondi e intimi. Erano caldi e calmi, i suoi denti e la sua lingua stuzzicavano le mie labbra e la mia lingua mentre le sue mani stavano sulla mia schiena tenendomi stretta a se. Posai una mia mano sulla sua guancia e mi avvicinai maggiormente a lui attirandomi con una gamba posta a lato delle sue, a mo' di gancio, aumentando il contatto tra i nostri corpi. 
Bussarono alla porta ma noi non sentimmo inizialmente, continuavamo a baciarci e a stare lì, tranquilli e in pace con noi.
Poi la porta si spalancò e prima la testa di Steve, poi quella di Tony, poi Clint e infine Wanda fece capolino. 
Ci staccammo imbarazzati. Tremendamente imbarazzati.
Avevamo le guance e le labbra arrossate dai troppi baci, i miei fianchi potevano ancora sentire il tocco gentile delle mani di Pietro.
"Scusate se abbiamo interrotto, ma,volevamo avvertirvi della cena, ecco, della cena"
Balbettò imbarazzato Steve.
Wanda e Clint avevano un sorrisetto malizioso sulle labbra, mentre Tony, come suo solito fece "Mi raccomando, usate le protezioni ragazzi!"
Divenni per quanto possibile più rossa, poi sentii la voce nella mia testa di Wanda 'Poi mi racconti."
A quanto notai sulla faccia di Pietro, aveva detto la medesima cosa anche a lui.
Poi chiusero la porta alle spalle.
Rimanemmo in silenzio per un po' poi mi alzai decidendo di andarmi a fare una doccia. Ero esausta.
"Ehi, tutto ok?"
"Si tranquillo... Tutto ok." Mi alzai sulle punte e lo baciai sulle labbra delicatamente. 
Lui colse subito l'attenzione di portarmi di peso in bagno continuandomi a baciarmi.
Eravamo fronte contro fronte, fiato contro fiato.
Scesi e mi tolsi la maglietta rimanendo in reggiseno.
"Se ti va puoi restare a fare un bagno, nessuno te lo vieta" feci a Pietro con un coraggio che non ricordavo di avere.
Una decina di minuti dopo eravamo dentro la vasca, piena di schiuma e bolle, a rilassarci.
Non prima di aver avvertito, telepaticamente, di non aspettarci a cena.
Stemmo lì per un po', io tra le sue braccia, entrambi con i capelli fradici come pulcini e la schiuma a coprirci tutto il corpo.
E in quel momento non desiderai di essere una persona normale, ma ringraziai di essere una ragazza mutante, con degli amici stupendi e un fidanzato stupendo.










   
 
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