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Autore: MissyHarry    09/09/2016    1 recensioni
Un bravo fattorino non fa mai domande sulla merce che deve trasportare... Nemmeno da un punto di vista etico. Ma se questa merce venisse danneggiata?
Un nuovo medico è arrivato in città e, volente o nolente, la Black Lagoon Company sarà costretta a collaborare se vuole ribaltare le carte in tavola, e a scontrarsi ancora una volta con la legge.
*Questa storia è pensata per essere collocata cronologicamente dopo il secondo arrivo di Roberta. E' necessario che scriva RevyxRock come pairing? No, vero?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.
Muscoli



“...E con questo abbiamo finito”.
Dutch si asciugò il sudore dalla fronte mentre Revy caricava le ultime valigette sul furgone. Erano circa una ventina, non esattamente un grande carico, ma i ragazzi della consegna avevano insistito particolarmente perché usassero la massima cautela e le fissassero con attenzione nel furgone. Erano rimasti lì finché non li avevano visti con i loro occhi assicurarle tutte per non farle cadere.
“Aaah, porca puttana!” Revy crollò a sedere, sbuffando e cercando a tentoni una sigaretta. “Si può sapere che paura hanno? Ci abbiamo messo due ore per caricare tre cazzo di pacchi!”
“Già. Come se trasportassimo chissà cosa”.  Si grattò la nuca, pensoso. Di solito non faceva mai troppe domande, soprattutto quando gli affibbiavano un lavoro ben pagato, ma questa volta si pentì di non aver approfondito la situazione. “A saperlo, ci facevamo pagare di più”. Si stiracchiò. “Dai, andiamo. Prima finiamo, prima andiamo a farci una doccia”.



“Tutto bene? Mi sembravi di buonumore oggi pomeriggio, ma sembra che Pattaya ti abbia fatto cambiare idea”.
Revy stava fissando il paesaggio fuori dal finestrino con lo stesso sguardo di chi non sta guardando niente in particolare. La sigaretta che non aveva ancora finito di fumare si stava pian piano consumando da sola, bruciata dal vento. Si scosse lievemente dai suoi pensieri quando sentì la voce dell’amico.
“Nah, niente di che” rispose, lanciando un’occhiata allo specchietto retrovisore e rizzandosi a sedere. “Ehi, piuttosto. Ci stanno seguendo”.
“Ne sei sicura…?” Dutch seguì la direzione del suo sguardo, accorgendosi di una vecchia ML impolverata dietro di loro. “E da quanto?”
“Dall’aeroporto”.
“Beh, è una strada trafficata, no…?”
Revy socchiuse le palpebre, concentrata. “Può darsi. Ma sono usciti dal deposito della pista d’atterraggio, come noi”.


Ling premette lievemente sull’acceleratore, avvicinandosi al furgone. “Dici che si sono accorti di noi…?”
“Se ti avvicini….” Shi si alzò, puntando al loro specchietto retrovisore. “Sì, sembra che ci stiano guardando, ma non ne sono sicuro. Dici che possiamo iniziare?”
Il guidatore allungò una mano sotto il sedile. “Vado. Reggiti”.


La mano di Revy stava sfiorando il calcio della Beretta, pronta ad estrarla fulminea se ce ne fosse stata l’occasione. Teneva gli occhi fissi sullo specchietto.
“Cazzo, Dutch” sibilò “ci stanno venendo addosso, accelera!”
“Che cazz…” l’uomo fece appena in tempo a premere l’acceleratore, che fu sbattuto violentemente in avanti contro il volante. “Figli di puttana!” urlò. “Spara, cazzo!”
La pistolera reagì quasi inconsciamente. Le terminazioni nervose non avevano ancora fatto in tempo a recepire il messaggio, che già i suoi muscoli erano scattati verso destra, fuori dal finestrino. Estrasse le pistole e svuotò il caricatore, mirando alternativamente contro il parabrezza e gli pneumatici della Mercedes.
“Frena, cazzo!” Ling cambiò velocemente corsia, sottraendosi al fuoco. Sterzò bruscamente verso destra, sbattendo il parabufali anteriore contro la coda del furgone.
“Ci stanno speronando, cazzo!” urlò Dutch. “Entra!” sfilò la Smith&Wesson dalla fondina e cominciò a sparare fuori dal finestrino. L’auto fu costretta a frenare, chiusa nel fuoco da ambi i lati, e a prendere distanza.
“Si muovono troppo velocemente per noi” gridò Revy, rientrando nell’abitacolo. “Hai visto cosa succede a non farmi usare il lanciamissili? A quest’ora sarebbero una poltiglia!” Si lasciò andare seduta, sbuffando e ricaricando le pistole. “Cosa vogliono fare? Perché non sparano?”
“Forse non puntano a noi” sibilò Dutch, preoccupato. Li stavano ancora seguendo, probabilmente studiando meglio il momento adatto per attaccarli di nuovo. “Perché non ho dietro una granata, quando serve?!”
Revy lo ignorò. Si drizzò di nuovo in piedi sul sedile, e fece per sporgersi di nuovo dal finestrino. “Attenta” la avvisò Dutch. “Stanno accelerando”.

Shi aprì il tettuccio dell’ML, sporgendosi da sopra. In mano teneva qualcosa di molto simile ad un fucile per arpioni.
“Dai, vai vai vai vai!” urlò.

Revy fece appena in tempo a rendersi conto della cosa. Sparò e centrò il cinese al petto, deviando il colpo di qualche decina di centimetri. “Dannazione! L’hai preso?!” urlò Ling.
Shi si infilò di nuovo nell’abitacolo,ansimando. Si assicurò di ancorare la catena dell’arpione all’auto, e solo dopo controllò la sua ferita. “Certo che l’ho preso” ghignò. “Ma hanno preso me”.
Ling premette con tutte le sue forze il pedale del freno, sterzando.

Il colpo bastò a staccare con un colpo secco il portellone destro malmesso del furgone. Dutch fu sbalzato di nuovo in avanti, sbattendo la testa contro il parabrezza. Revy, per metà fuori dal finestrino, perse l’equilibrio e colpì violentemente la spalla contro la portiera. Cacciò un urlo rauco, seguito da un’imprecazione. “Cosa cazzo…” mugugnò, strisciando di nuovo all’interno dell’auto.
Approfittando dell’elemento sorpresa, i due cinesi uscirono dall’auto ormai ferma. Mirarono con precisione al contenuto del furgone che si stava allontanando più lentamente rispetto a prima, e svuotarono i loro caricatori.

Shi sorrise, asciugandosi il sudore dalla fronte. “Beh, anche oggi è andata. Dici che li abbiamo sputtanati tutti?”
Ling annuì, convinto. “La maggior parte. Ma ci è andata bene che non se l’aspettavano…” fu interrotto da un gemito sordo: l’amico si era accasciato a terra, la vista annebbiata. “Shi, cazzo!” si piegò sopra di lui. “Resisti, dai, amico, resisti, ti porto in ospedale…” sussurrò, trascinandolo a fatica sui sedili posteriori.



Dutch continuava a guardarsi indietro, accertandosi che si fossero veramente fermati. “Cazzo, quella puttana russa me la paga cara, questa volta!” urlò, mollando un pugno al volante. Le mani gli tremavano ancora, e fece fatica a cercare il cellulare per comporre il numero di Balalaika. Squadrò preoccupato la compagna, mentre aspettava che la donna rispondesse al telefono. “Come stai? Ti hanno presa?”
Revy scosse la testa, stringendo i denti. No, non l’avevano presa, ma la botta che aveva dato alla portiera cominciava a farsi seriamente sentire. Abbassò il parasole, specchiandosi. L’immagine riflessa le restituì quella di una spalla rossa e gonfia, vagamente tumefatta, con uno spuntone che sporgeva in modo innaturale verso l’alto. Provò a sfiorarlo, e una fitta di dolore lancinante si irradiò lungo i muscoli della schiena e del collo. “No” grugnì “ma ho la spalla a puttane, cazzo”. Provò a muovere il braccio, con scarsi risultati.
“Sta ferma” le ordinò lui. “Sì, pronto, no, non dicevo a te. No, non è andato bene un cazzo!” si agitò, alzando la voce. “Non voglio perdere i miei uomini per… Sì. No, penso che Revy si sia rotta qualcosa. Mh. Dimmi tu…”
L’espressione di Dutch passò dall’arrabbiato allo stupito, quando si accorse che il tono della russa si era fatto improvvisamente più serio e… Quasi preoccupato. “Certo. Ok, ci andiamo”. Schiacciò il tasto rosso del cellulare, lanciandolo poi sui sedili posteriori. “Adesso le portiamo quello che ci è rimasto, e poi ha detto che ci manda dal suo medico. Pensi di poter resistere?”
Revy sbuffò, roteando gli occhi. “Che, mi hai presa per un colletto bianco?” sorrise, pensando alle lagne che avrebbe fatto Rock se fosse stato nei suoi panni. “Fammi indovinare… La sorellona se lo aspettava, vero?” “In un certo senso” tagliò corto Dutch. Si sistemò gli occhiali da sole sulla radice del naso. “Diciamo che la prossima volta non ci troveranno ancora impreparati”.


_______

Angolo Autrice

E quindi, dopo ben una settimana - come promesso - torno di nuovo ad aggiornare! Buona lettura a tutti...
E comunque sì, Revy non ha distrutto l'auto dei cinesi semplicemente perché la vecchia ML della Mercedes è l'auto del mio cuore.

Harry
  
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