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Autore: Florafairy7    09/09/2016    3 recensioni
- Da un'idea di Ariel99 -
È iniziato un nuovo anno ad Alfea e le Winx sono finalmente libere di dedicarsi con tranquillità ai loro studi.
Purtroppo qualcosa spezza quell'armonia: Miele, la sorellina di Flora, viene attaccata da misteriose creature.
Winx e Specialisti si recano su Linphea per scoprire di più, e scopriranno davvero molto, più di quanto si sarebbero mai aspettati.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brandon, Flora, Helia, Specialisti, Winx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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RIVELAZIONI

Il giorno seguente non fu che un susseguirsi di azioni abituali fino all'ora del pranzo e ci mancava poco che le ragazze non le compissero per inerzia, infatti tutte loro pensavano ad altro, ovvero a Flora e a quello che sua madre avrebbe potuto rivelarle quel pomeriggio.
Le ragazze erano tutte molto in pensiero per la loro amica e speravano che tutta quella storia potesse risolversi felicemente.

"Non dico che per Flora sarà così, ma se ne sono sentite tante!" Disse Stella camminando con Bloom e Aisha verso la sala da pranzo. Le tre erano insieme perché avevano avuto insieme lezione di storia della magia mentre il resto del gruppo aveva assistito alla lezione di pozionologia, dunque erano d'accordo sul vedersi direttamente in sala da pranzo.

"E speriamo che certe cose non tocchino a lei." Replicò Aisha.

"Infatti," aggiunse Bloom, "certe cose ti capitano più facilmente se sei tu che le cerchi. E comunque Flora sembra non dare alcun segno, ancora."

"E non lo darà, ragazze. Non può." Disse Aisha con espressione seria.

Flora, Tecna e Musa aspettavano le loro amiche sedute al loro solito tavolo. Le portate erano già a tavola ma aspettarono le loro amiche, Musa intravide i capelli rossi di Bloom, facilmente riconoscibili tra la folla, e disse indicandola:

"Eccole, sono arrivate."

Bloom, Stella e Aisha si fecero strada tra i tavoli e raggiunsero le loro amiche.

"Eccoci qui! Vi siamo mancate?" Esclamò Stella arrivando.
Musa, leggermente seccata, disse:

"In realtà qualcosa mi è mancato: il cibo. Nel mio stomaco. Vi sbrigate?"

Le amiche risero e le tre ritardatarie presero posto.

"Come va?" Chiese Aisha alle amiche ma dopo un'occhiata svelta alle altre il suo sguardo si posò su Flora. La sua voce aveva preso un'intonazione un po' troppo alta, Flora la guardò per un secondo in silezio e poi disse:

"Va bene."

"Tutto bene?"

Flora sospirò e rispose:

"Sì, tutto bene. Per tutto il giorno sono stata fermamente convinta di essere Flora, non ho congelato nessuno e sono stata in pace con la realtà che mi circonda." Le amiche la guardarono in attesa, assottigliarono gli occhi, espressioni di dubbio sui loro volti, poi Stella lentamente disse:

"Perché ti sei rivolta a te stessa in terza persona?"

Flora posò le mani sul tavolo con un sospiro:

"Ragazze, sto bene. Sto benissimo. Davvero. Non c'è bisogno che vi preoccupiate tanto. Ma vi voglio tanto bene!" Sorrise dolcemente poi.

"Anche noi te ne vogliamo." Disse Bloom poggiando la propria mano sulla sua.

"Ed ora parliamo d'altro; non voglio che questa mia condizione ci dia tutta quest'ansia."

"E va bene, e va bene, se proprio non potete farne a meno vi descriverò la mia nuova collezione autunnale!" Disse Stella con un gran sorriso, le altre guardarono Flora di bieco, lei ridacchiò.

Dopo pranzo le ragazze tornarono in camera e fecero i loro compiti, li finirono in poco tempo e si riversarono nel salottino comune. Stella usò Bloom come manichino e cominciò a cucire i primi capi della collezione che aveva descritto a pranzo; era ispirata all'autunno e quindi basata sui suoi colori tipici : il rosso, il giallo e il marrone, in tutte le loro tonalità.
Musa faceva da sottofondo con la chitarra mentre Aisha e Flora stavano realizzando un dipinto con degli acquerelli magici richiesto dalla professoressa DuFour.
Tecna non si vide per tutto il pomeriggio, infatti era in laboratorio per analizzare i campioni di terriccio con Timmy che era arrivato lì subito dopo pranzo.

"Perchè questi naturomani non possono fare a meno di piantare ogni sorta di cosa piantabile nel terreno?" Si lamentò la fata della tecnologia mentre cercava di prelevare dal terriccio solo le componenti di cui aveva bisogno.

"Non lo so, perché sono naturomani...?" Rise Timmy mentre compiva lo stesso lavoro, poi posò il suo arnese e disse trionfante:
"Finito! A che punto sei?"

"C'è ancora traccia di larve di vermi ed altre disgustose cose... oh, accidenti!" Disse stizzita la fata quando le cadde ciò che aveva prelevato.

Timmy rise e chiese:

"Vuoi una mano?"

"No, ce la faccio da sola." Rispose lei con un sospiro.

"Andiamo, Tecna, lascia che ti aiuti per una volta." Disse Timmy allargando le braccia.

"No, posso farcela."

"Non lo metto in dubbio, ma c'è un motivo se si lavora insieme." Disse Timmy cercando di investigare lo sguardo della fata che era ancora fisso sul campioncino.
"Allora?" La incalzò Timmy.

"Oh, e va bene, tanto non è genere di campione che m'interessa." Concesse la fata posando l'attrezzo e incrociando le braccia imbronciata.
Timmy scivolò al suo posto e prese lo strumento con un 'grazie', Tecna si lasciò scappare un sorriso, anche se non lo ammetteva amava essere salvata dal suo cavaliere.

Nel frattempo le altre erano in camera a dedicarsi alle loro attività, mentre Aisha muoveva le dita per far spostare il colore ad acqua sulla tela Flora le disse:

"Mi dispiace, devo andare a prepararmi, Brandon sarà qui fra poco."

"Di già?" Chiese Aisha alzando gli occhi dalla tela, "Beh, finisco soltanto di riempire di colore questa parte, il resto lo continuiamo insieme, okay?"

"Va bene." Disse Flora alzandosi e andando in camera sua a prendere le scarpe che doveva indossare.
Tornò in salotto e si sedette sul divano per indossarle, Bloom, che era immobile mentre Stella le girava intorno con ago e filo, chiese:

"Devi andare?"

"Sì, Brandon starà per arrivare." Rispose Flora allacciandosi le scarpe, poi si alzò e notò che lo schermo del suo cellulare, che era sul divano, si era illuminato.
Lo prese e lesse il messaggio che le era arrivato.

"Ecco, appunto, è qui fuori che mi aspetta." Disse Flora riposando il cellulare in tasca, fece per andare alla porta ma poi si fermò e disse:

"Stella, Brandon mi sta aspettando di sotto."

Stella, che stava cucendo le pieghe della camicetta color arancio scuro di Bloom, si fermò per un secondo e disse a Flora:

"Sì, ho sentito."

"E beh? Non scendi? Non vuoi salutarlo? Non..."

"No, Flora, e già so dove vuoi a andare a finire. Non gli chiederò scusa, è lui che deve chiedere scusa a me per come mi ha trattata!"

"Forse è stato duro, è vero, ma era ferito, Stella. Ha tirato un pugno ad un suo amico solo per un malinteso creato da te." Replicò Flora incrociando le braccia.

"Nex mi ha chiamata 'ochetta', non c'è nessun malinteso in questo!"

"Va bene, lascia stare." Disse Flora alzando le braccia in segno di resa, allora disse," Ci vediamo questa sera, ragazze." Così uscì.

"Stella, forse Flora..." Provò a dire Musa ma la sua amica la fermò con un gesto della mano e disse, con un ago tra le labbra:

"Non una parola!"

Musa scrollò le spalle e continuò a suonare la sua canzone alla chitarra.

Nel frattempo Flora attraversava il cortile, l'autunno ormai era arrivato e, guardando in cielo, Flora pensò che molto probabilmente di lì a poco avrebbe piovuto, o almeno era quello che quei grossi nuvoloni che coprivano il cielo lasciavano intuire. Raggiunse Brandon, che la stava aspettando appoggiato alla sua windrider fuori al cancello di Alfea.

"Ciao." Salutò la fata.

"Ehi, va tutto bene?" Chiese Brandon notanto l'espressione della sua amica.

"Sì, certo." Rispose Flora, in realtà stava ancora pensando a ciò che era successo con Stella. Sarebbe stato tutto più semplice e si sarebbe risolto tutto se solo lei avesse chiesto scusa, le dispiaceva che lei fosse triste e le dispiaceva che Brandon fosse triste, lui si era messo in prima linea per difendere la sua ragazza e tutto per niente, in fin dei conti.

Brandon strinse le labbra e disse:

"Non me la conti giusta."

"Ma no, è tutto okay, davvero." Rispose lei scacciando via quei pensieri, poi prese quacosa dalla borsa. "Questo è tuo, e grazie mille, sei stato molto gentile." Disse porgendogli il fazzoletto che lui le aveva offerto il giorno prima.

"Ah, non è nulla, e tienilo, ne ho un altro in tasca. È una delle poche cose che mi ha insegnato mio padre: da qualche parte, ovunque ti trovi, ci sarà una ragazza che avrà bisogno di piangere sulla tua spalla, porta con te un fazzoletto da offrirle, e magari ti sposerà."
Flora assottigliò gli occhi con una smorfia imbarazzata, Brandon si affrettò a dire:

"Cioè, no, cancella quella parte, beh, hai capito."

"Sì, ho capito," Rise Flora, "andiamo?"

"Vi stavate forse dimenticando di me?!" Chiese Chatta apparendo in una nuvoletta dorata.

"Come potevamo mai..." Disse sarcastico Brandon.

"Ecco, appunto! Andiamo su Linphea? Non vedo l'ora! Adoro quel pianeta, sempre così fiorito, verde, petaloso..."

"Chatta..." Disse Flora alzando gli occhi al cielo, conosceva la sua pixie e sapeva che se non l'avesse fermata in tempo lei si sarebbe persa in troppe, troppe chiacchiere.

"Scusate, scusate, sto buona. Andiamo su Linphea?" Domandò la pixie con un gran sorriso eccitato.

Brandon sospirò e disse:

"Sì, andiamo."

Così Brandon diede il casco a Flora, lei lo indossò e montò con lui sulla windrider, Chatta disse:

"Ci vediamo lì!" Così si ficcò due dita in bocca e fece un fischio che neanche nei rodei di Melody e arrivò in volo una coccinella grande quanto un uccellino, la pixie saltò in groppa e seguì la windrider che aveva preso la strada per Linphea.

Nel frattempo Tecna e Timmy in laboratorio erano finalmente riusciti a prelevare dai campioni ciò di cui avevano bisogno e li analizzarono al microscopio.

"Non c'è niente di inusuale, e qui non vedo residui biologici. " Disse Tecna mentre guardava il terriccio attraverso le lenti del microscopio.

Timmy, che osservava come lei il suo campione, disse a bocca aperta:

"Io invece credo di aver trovato qualcosa." Alzò gli occhi dal microscopio, "Vieni a vedere."

Tecna allora passò al microscopio di Timmy e diede un'occhiata al suo campione, alzò gli occhi e guardando Timmy a bocca aperta disse:

"Oh, cavolo."

Flora consigliò a Brandon di parcheggiare fuori casa sua, la sua windrider non era grossa quanto una navicella.
Fermò il suo amico prima che potesse avviarsi alla porta e gli disse:

"Ehi, ascolta, mi dispiace. Insomma, ti sei ritrovato coinvolto in tutta questa storia e in qualche modo più di tutti, tu c'eri quando mi è successo la prima volta, ieri e ora sei qui, io..."

"Flora, Flora," La fermò Brandon, "non dire così, non devi dispiacerti. Noi siamo amici, e ne sarei stato coinvolto in ogni caso perché ti voglio bene, mi hai capito?"

Lei annuì, e Brandon sorrise. In quell'istante apparve Chatta ed esclamò:

"Ah-ah!"

"Cosa?!" Chiese Brandon che era saltato per lo spavento.

"Allora c'era qualcosa che nascondevi!" Disse la fatina puntadogli il dito contro.

"Ma di che parli?" Chiese Brandon confuso.

"Sono la pixie delle chiacchiere, io, e so se qualcuno nasconde un segreto. Segreto vuol dire parola non detta, segreto vuol dire possibile pettegolezzo. È decisamente il mio campo! E tu eri lì quando la mia dolce Flora ha fatto quel che ha fatto, e non hai detto nulla!"

"Chatta," Intervenne Flora, salvando Brandon dalla furia della pixie, "ho chiesto io a Brandon di non dire nulla."

"Ah sì?"

"Sì, non volevo allarmare nessuno prima di avere risposte certe."

"Oh... va bene," Convenne Chatta, poi si rivolse a Brandon avvicinandosi al suo viso con aria piuttosto intimidatoria:
"E non pensare di potermi nascondere qualcosa, soprattutto se riguarda la mia fata. Ero sicura che ci fosse qualcosa sotto..."

"Allora era per questo che mi fissavi?" Chiese Brandon irritato.

"Sì, beh, sentivo che c'era qualcosa di non detto..."

"Chatta, potresti evitare di fissare le persone? È di cattivo gusto." Disse Flora con un sospiro, la pixie fece spallucce, guardò Brandon di bieco e andò a sedersi sulla spalla di Flora.
La fata allora disse a Brandon con un cenno:

"Andiamo?"

Lui annuì e la seguì, Flora bussò alla porta e dopo pochi istanti Alyssa aprì la porta.

"Tesoro mio!" Esclamò quando la vide, le fece spazio e Flora entrò seguita da Brandon che mormorò un 'permesso'.
Alyssa chiuse la porta alle sue spalle e li raggiunse.

"Mi abituerò ad averti di nuovo qui." Sorrise la donna, "Tu sei... Brandon, giusto?" Chiese Alyssa e lanciò a Flora un'occhiata soddisfatta, la ragazza increspò le labbra con un cenno.

"Sì, signora." Rispose lui con un sorriso leggermente imbarazzato.

"Ci sono anch'io!" Salutò Chatta.

"Ma sì, certo, Chatta, scusami. È un piacere rivederti." Disse Alyssa e Chatta sorrise contenta.

"Venite, sedetevi." Disse Alyssa che indicò le sedie attorno al tavolo di faggio.
Tutti presero posto e Flora chiese:

"Dov'è Miele?"

"Dai signori Aries, la signora aveva bisogno di una mano nella serra, ormai è anziana. Ehm...posso offrirvi qualcosa? Brandon, preferisci del tè, caffè...?"

"No, signora, sono a posto, grazie." Rispose Brandon, ma Alyssa si alzò dicendo:

"Insisto, metto su l'acqua per il tè."

"Ma..." Provò a dire Brandon ma Flora poggiò la mano sulla sua per fermarlo e scosse leggermente la testa, lui sorrise divertito.
Mentre Alyssa riempiva d'acqua il bollitore Brandon chiese a Flora:

"Com'è possibile che qui sembra che sia ancora estate mentre a casa è ormai autunno?"

"Perché in effetti qui è ancora estate. Vedi, su Linphea non esiste l'inverno, abbiamo solamente tre stagioni: la primavera, l'estate e l'autunno. La primavera e l'estate durano di più e l'autunno occupa quelli che a casa sono i mesi invernali."

"Come fa a non esistere l'inverno?"

"Se mai fosse inverno Linphea morirebbe, la natura è messa a dura prova d'inverno, gli alberi sono spogli, la neve copre la terra e pochi fiori riescono a crescere, come pensi che riusciremmo a sopravvivere?"

"Wow," Disse Brandon sbalordito, "adoro questo posto."

Alyssa tornò e si mise a sedere, allora Flora e Brandon le diedero la loro attenzione. Flora poggiò i gomiti sul tavolo e incrociò le mani:

"Allora, mamma, cos'hai scoperto?"

"Cos'ho scoperto... cos'ho scoperto? Oh, la teiera ha già fischiato! Un secondo, tesoro." Alyssa si alzò di nuovo e preparò le tazzine su un vassoio, preparò il tè e aggiunse al quadretto dei biscotti alla marmellata. Posò il vassoio sul tavolo e si sedette, poi porse ai due ragazzi due tazzine e versò loro il tè.

"Ecco fatto, un buon tè è sempre ciò che ci vuole quando si chiacchiera. Quanti cucchiai di zucchero, caro?"

"Uno, uno va bene." Rispose Brandon che stava cominciando a sentirsi a suo agio con quella compagnia. 

"Mamma, allora..."

"Tesoro, aspetta, non andiamo di fretta, prima chiacchieriamo un po', Miele rientrerà al tramonto ed io non ho nulla da fare se non aspettare un cliente che ha ordinato dei semi di camelia sasanqua, ho tanto tempo da dedicarvi! Chatta, cara, prendi un biscotto."

Flora sospirò capendo che sua madre stava evitando l'argomento e, rassegnata, sorseggiò il suo tè. 
Alyssa fece un sorso e chiese a Brandon:

"Allora, da dove vieni?"

"Vengo da Eraklyon, signora." Rispose lui.

"Per favore, chiamami Alyssa." Rispose lei avvicinandogli il piattino con i biscotti. 

"Ehm... okay, va bene."

"E come mai non indossi l'uniforme?" Chiese lei notando che il ragazzo, a differenza del giorno prima, indossava dei semplici jeans e una camicia blu.

"Non siamo tenuti ad indossarla sempre, quando finiamo le lezioni e siamo fuori per affari personali possiamo vestirci come ci piace."

"Oh, capisco." Disse Alyssa con aria interessata. "Frequenti Fonterossa, vero?"

"Sì, mi sono iscritto lì per seguire il principe, sono il suo scudiero."

"Ma davvero? Dev'essere un incarico impegnativo."

"Abbastanza."

"E quali sono i tuoi piani quando finirai gli studi?"

"In realtà penso di continuare con la carriera militare."

Flora assisteva alla scena senza sapere esattamente come reagire, un po' era in imbarazzo per il comportamento di sua madre che stava praticamente facendo un interrogatorio al suo amico, un po' era sorpresa per come lui sembrava sentirsi a suo agio. Si limitò a guardarli e ascoltarli mentre chiacchieravano.

"Tua madre dev'essere molto fiera di te."

"In realtà mia madre non c'è più da un po'."

"Oh, caro, mi dispiace." Alyssa si coprì la bocca con la mano, mortificata.

"Non si preoccupi, signora." Alyssa lo guardò in attesa e lui rettificò: "Volevo dire Alyssa."

"Ecco." Disse Alyssa contenta.

Flora si chiese come mai sua madre stesse temporeggiando e sperò che non fosse perché aveva brutte notizie. In fondo, poteva soltanto essere che aveva davvero voglia di chiacchierare, Brandon le piaceva, l'aveva già espresso il giorno prima, e da quello sguardo Flora poteva leggere quanto fosse soddisfatta che quel giorno l'aveva accompagnata lui su Linphea.
Conosceva sua madre e sapeva quanto potesse essere testarda, così decise di non forzare la cosa e si unì alle chiacchiere.
Chatta fu molto felice di quella scelta perché i quattro chiacchierarono trascorrendo del tempo molto piacevolmente.
D'un tratto bussarono alla porta e Alyssa alzandosi disse:

"Dev'essere il mio cliente. Flora, apri tu alla porta io vado a prendere il sacchetto con i semi."

Così Alyssa uscì per la porta finestra e andò nella serra per prendere i semi, Flora invece andò ad aprire.
Quandò aprì la porta rimase sorpresa.

"Ciao, ehm... sto cercando la signora Alyssa, mi ha venduto dei semi di camelia."

"S-sì, lei... arriva subito." Rispose Flora immobile davanti alla porta. Il ragazzo la guardò con attenzione e disse:

"Ma non ci siamo già visti?"

"No... io..." Balbettò Flora, sua madre dalla cucina le disse di lasciare entrare il cliente, così Flora si vide costretta a lasciarlo passare.

Appena Brandon lo vide scattò in piedi, Alyssa non ne capì il motivo e si limitò a porgere il sacchetto con i semi al suo cliente.

"Grazie mille, signora. Ecco a lei." Disse dando i soldi ad Alyssa.
Lei li prese e li contò, poi disse:

"Aspetta un secondo qui, devo darti il resto." E così la donna sparì di nuovo per la porta finestra.

"Ora ti dai al giardinaggio?" Chiese Brandon con espressione dura.

"Non sono per me, è una commissione." Rispose l'altro,"Tu, piuttosto, hai già cambiato fidanzata? Beh, dopo la catastrofe combinata dall'altra... a quanto pare sostituire le persone è il tuo forte."

"Non sono io quello che è scomparso."

"Ma mi hai sostituito subito col biondino. Sai, tesoro, non mi fiderei." Disse poi a Flora coprendosi un lato della bocca fingendo di non voler farsi sentire da Brandon.

"Sai cosa, Logan? Non ho voglia di ricominciare con la stessa storia.
Sparisci, tanto tu in quello sei bravo, e non farti più vedere."

"Non è colpa mia se la madre della tua ragazza è l'unica che vende i semi di camelia."

Brandon stava per dire qualcosa ma in quel momento arrivò Alyssa.

"Ecco il tuo resto."

"Grazie mille, signora." Sorrise Logan cambiando d'un tratto espressione.
Alyssa sorrise a sua volta e disse:

"Flora, accompagnalo alla porta."
Flora annuì e fece come le era stato detto, gli aprì la porta, lui le posò una mano sulla guancia con fare affettuoso.
Flora rimase immobile e non disse nulla, Logan, con un ghigno, disse:

"È stato un piacere." E andò via.

Flora chiuse la porta e prese un respiro, quel tipo era inquietante, era gelido e sembrava non emanare alcun tipo di calore, sembrava non avere il cuore nel petto.
Tornò in cucina, Brandon si era riseduto con Alyssa e stava parlando con lei come se nulla fosse accaduto, allora lei si sedette di nuovo accanto a lui.
Sua madre stava ridendo a qualcosa che aveva detto Brandon ma Flora, con espressione seria, la interruppe e le disse:

"Mamma, basta girarci intorno. Cos'hai scoperto?"
Alyssa capì che il tempo delle chiacchiere era finito e tornò seria anche lei, così rispose:

"Credo sia meglio aspettare tuo padre."

"Mamma, per favore, ho bisogno di sapere." Chatta e Brandon passavano con lo sguardo dall'una all'altra domandandosi chi l'avrebbe avuta vinta.

"Lo so, tesoro, e ti dirò tutto, ma preferisco aspettare tuo padre. Arriverà a minuti."

"E... e va bene." Concluse Flora.

Da quel momento ci fu silenzio, Flora tamburellava le dita sul tavolo con impazienza mentre Chatta giocava con le mani di Brandon incrociandogli le dita, a detta sua era più divertente giocare con le mani di Brandon perché erano più grandi; Alyssa, dal canto suo, finì il suo tè in silenzio.

Finalmente bussarono alla porta, Alyssa si alzò di scatto e andò ad aprire.
In quel poco tempo Flora guardò Brandon e gli chiese:

"Stai bene?"
Lui non rispose ma sospirò.

Rodols entrò nella cucina e fu molto sorpreso di vedere che aveva ospiti.
Flora si alzò e lo salutò dandogli un bacio sulla guancia, Brandon si alzò e lo salutò con un 'buonasera', ma Rodols ricambiò il saluto con un cenno.
L'uomo prese posto a capotavola e Alyssa tornò a sedere.

"Allora," Esordì Rodols, "pare che abbiamo qualcosa da dirci."

"Sì, papà, e la mamma ci sta girando intorno da tutto il pomeriggio."

"Tu che ci fai qui?" Chiese Rodols a Brandon guardandolo di bieco.

"Io... ho accompagnato Flora." Rispose Brandon sentendosi a disagio sotto quello sguardo intimidatorio.

Rodols si rivolse ad Alyssa e chiese:

"È...?" Ma non poté terminare perché Flora sbatté le mani sul tavolo e disse:

"Adesso basta! No, Brandon non è il mio ragazzo! E adesso ditemi subito che cosa sta succedendo alla mia magia!"
Prese un respiro, non si era mai rivolta ai suoi genitori in quel modo, si sentì estremamente mortificata, posò le mani sulla ginocchia.
Rodols e Alyssa si scambiarono uno sguardo d'intesa, allora Rodols, poggiando i gomiti sul tavolo e incrociando le mani proprio con lo stesso atteggiamento di sua figlia, disse:

"Hai ragione, tesoro, c'è qualcosa che non ti abbiamo detto. Quando..." Si schiarì la voce, "...quando sei venuta qui, ieri, e ci hai detto quella cosa della magidentità ci siamo resi conto che non potevamo più tenerti allo scuro di tutto."
Si fermò, Flora, Brandon e Chatta lo guardarono in attesa morendo dalla curiosità di sapere cosa i due stessero nascondendo.
Rodols guardò Alyssa, lei annuì così lui proseguì:

"La notte dopo quella in cui nascesti ti portammo dal piccolo popolo degli gnefri, come si suole fare con ogni neonato di Linphea. A differenza delle altre notti, quando ci sono più neonati presso il piccolo popolo, quella notte tu eri l'unica.
Quando arrivammo il sommo saggio volle compiere il rito di persona, diceva che sentiva una particolare aurea intorno a te. Ci stupimmo, ma non ci facemmo caso, insomma, tutti i genitori pensano che il loro bambino sia il più bello e il più speciale di tutti.
Beh, Flora, tu lo eri davvero, eri una bambina speciale.
Ti posammo sulla Pietra Dura, e appena lo facemmo si alzò il vento, tanto forte che le candele si spensero e rimanemmo alla luce delle lucciole.
Il sommo saggio cominciò il rito e ti presentò alla natura di Linphea, ma qualcosa andò storto, la natura sembrava fare resistenza, sentimmo dei bisbigli nel vento e l'espressione del saggio di certo non rassicurò me e tua madre.
Tu iniziasti a piangere, volevamo prenderti ma gli gnefri ce lo impedirono.
E continuavano quelle voci, quei sussurri arrabbiati.
Ad un trattò il vento si placò, tu smettesti di piangere e il sommo saggio ci spiegò cos'era successo.
La natura di Linphea ti temeva, aveva paura di te, perché dopo secoli ne era nata un'altra, l'ultima, l'unica di questo tempo, era nata una fata keimerina."

"Una cosa?" Si lasciò sfuggire Brandon, Rodols lo guardò male, poi tornò a guardare Flora dolcemente.

"Una fata dell'inverno."

Flora non disse nulla, guardò i suoi genitori sorpresa, un po' spaesata, incrociò le braccia e disse, seria:

"E quando pensavate di dirmelo?"

Alyssa, che teneva la mano a suo marito, rispose subito:

"Noi volevamo proteggerti! C'è... c'è dell'altro, c'è una profezia."

Flora stava per dire qualcosa ma la parola 'profezia' la fece rimanere di sasso, Rodols continuò:

"Il sommo saggio ci disse che il vento gli aveva parlato, c'era una profezia che ti riguardava," Rodols con tono solenne recitò: "-La terra e il gelo un'ultima figlia hanno partorito, dovrà ricominciare ciò che era finito, l'artefice del male sarà sempre in agguato ma la keimerina dovrà seguire il suo fato, avrà accanto le stelle e radici ben salde, ma sulla terra gelata si spargerà sangue.-"

"Per Ecate, e questo che significa?!" Esclamò Chatta, poi si morse le labbra aspettandosi un rimprovero da parte di Flora che però non arrivò, la fata si rivolse ai suoi genitori con un'espressione dubbiosa e indecifrabile:

"Una profezia. Wow. Non so cosa dire. Questo significa che non ho una crisi di magidentità?"

"Noi... noi crediamo di no, tesoro." Rispose Alyssa.

"Bene, voglio dire, è una cosa positiva." Disse Flora, era pensierosa, era dubbiosa, picchiettava le dita sul tavolo ma con un ritmo lento.

"Sì, sì, lo è." Sorrise Alyssa, ma con ansia, cercando di far cambiare in qualche modo l'espressione di sua figlia.

"Ma sono una fata keimerina."

"Sì, ma ciò non toglie che tu sia una fata della natura, una fata keimerina è una fata della natura." Affermò Rodols convinto battendo il pugno sul tavolo.

"Forse potremmo dire a Faragonda della profezia." Suggerì Brandon ma Rodols disse:

"No."

Flora ne fu sorpresa, Brandon replicò:

"La preside Faragonda è una fata anziana, saprà aiutarci ad interpretarla e..."

"Non lo direte a Faragonda e non interpreterete la profezia." Disse Rodols.

"Guardi che..." Stava dicendo Brandon ma Flora notò l'espressione di suo padre e fermò il suo amico toccandogli la mano, Rodols si accigliò notando quel gesto ma Flora non vi fece caso e disse:

"Papà, se gli spiriti della natura hanno pronunciato una profezia che mi riguarda non posso ignorarla."

"Sì che puoi, è troppo pericoloso e non ti lascerò seguire le tracce di un'antica profezia e metterti in pericolo."

"Mi dispiace, ma non sono d'accordo. Sono una fata, sono una protettrice della Dimensione Magica e se questa profezia dice che c'è un pericolo e posso annientarlo allora lo farò."

Rodols la guardò per un attimo, poi con espressione dura disse:

"No."

"No?" Ripeté Flora stupita.

"No." Confermò suo padre.

"Mamma!" Disse Flora cercando l'aiuto di sua madre, Alyssa allora intervenne:

"Rodols, credo... credo che Flora abbia ragione. L'abbiamo tenuta in una campana di vetro per anni temendo quello che sapevamo, ma è il suo destino, vedi? Anche se l'abbiamo sempre ignorato la magia del freddo si è fatta conoscere. Deve farlo."

Rodols si alzò, guardò le due donne, e disse:

"Se sono queste le tue intenzioni, va bene. A quanto pare tua madre è d'accordo, hai già qualcun altro" Indicò Brandon sprezzante, " non hai bisogno di me né di quello che ho da dirti. Buttati in quest'avventura, vai, sei libera."

Così Rodols andò via sotto gli occhi di tutti, Flora non poteva credere ai suoi occhi, chiamò:

"Papà! Papà, aspetta!" Ma Rodols uscì dalla porta senza dir null'altro.

"Mamma..." Disse Flora con le lacrime agli occhi.

"Dagli un po' di tempo, tesoro, è spaventato. Temiamo questo giorno da quella notte, abbiamo sempre cercato di proteggerti, avevamo paura di questa profezia e che qualcosa di brutto potesse accaderti. Ricordi tutte quelle storie per mandarti ad Alfea?"

"Per questo papà è sempre stato così protettivo nei miei confronti?"

"Sì, tesoro, e tutto perché tu e tua sorella siete la cosa più importante della nostra vita." Sorrise dolcemente a sua figlia e lei si sentì meglio.
Brandon chiese:

"Alyssa, crede che Flora debba seguire la profezia?"

"Vorrei dirti di no, Brandon, ma è il suo destino, e anche se ho molta, moltissima paura, credo che decriptare questa profezia sia la cosa giusta da fare." Rispose Alyssa col viso scuro.

Flora guardò fuori, avrebbe voluto piangere, aveva paura, il suo mondo aveva cambiato forma in pochi istanti, si rivolse a sua madre:

"È quasi il tramonto, Miele starà per tornare, meglio se noi andiamo."
Alyssa annuì, Flora e Brandon si alzarono e Chatta volò dritta sulla spalla della sua fata.
Alyssa li accompagnò alla porta, diede un bacio a sua figlia e le disse:

"Parla con Faragonda, fatti aiutare ad interpretare la profezia. Tesoro, per favore, sta' attenta."

"Va bene, mamma."

Alyssa disse a Brandon:

"Torna quando vuoi, caro, questa porta per te sarà sempre aperta."

"La ringrazio." Disse Brandon.

"Ciao Chatta, conto di rivedere presto anche te."

"Ciao, Alyssa!" Sorrise la fatina.

Così Brandon, Flora e Chatta lasciarono la casa di Flora, montarono sulla windrider ma prima che potessero partire Flora disse a Brandon:

"Non prendere questa strada, va' per di qua, andiamo prima in un posto."

Così Brandon seguì le indicazioni di Flora e attraversarono i sentieri del bosco che circondava la casa di Flora, dopo poca strada Flora gli disse di fermarsi.

"Cosa ci facciamo qui?" Chiese Brandon guardandosi intorno, c'erano solo alberi e cespugli.

"Vieni con me." Gli fece cenno Flora, così i due s'incamminarono tra gli alberi e dopo pochi passi arrivarono nel posto scelto da Flora.

"Wow." Disse Brandon a bocca aperta.
Era una piccola cascata, era avvolta tra gli alberi e lungo il ruscello che si formava dall'acqua che cadeva c'erano enormi rocce.
Flora gli fece cenno di seguirla, salì sulle rocce come fossero stati gradini e Brandon la imitò. Si sedettero su un grande masso con le gambe a penzoloni sul ruscello e con i visi lievemente spruzzati dall'acqua che cadeva.

Rimasero per un po' in silenzio lasciando parlare la natura: il fruscio dell'acqua, il frullo delle ali degli uccelli, il fruscio delle foglie mosse sal vento.
Poi Flora disse:

"Venivo qui nelle mie giornate no, quando prendevo un brutto voto, o litigavo con un'amica, o avevo visto il ragazzo che mi piaceva baciare un'altra."

"Ahia, quello fa male." Disse Brandon schioccando la lingua.

"Già... e credo che questa sia proprio una giornata no."

"Hai paura?"

"Da morire."

Ci fu un'altra pausa, Chatta era volata via per acchiappare una farfallina colorata che le era passata davanti.

"Tu come stai?" Chiese Flora mentre dondolava le gambe.

"Sto bene."

"Non è vero." Disse Flora scuotendo la testa.

"Sì che è vero."

"In meno di una settimana hai incontrato due volte il fratello che non vedevi da cinque anni... Se stai bene svelami il tuo segreto."

"Touché."

Ci fu di nuovo silenzio, poi fu Brandon a parlare:

"Da piccoli eravamo legati, anche se eravamo diversi. Dopo che nostro padre ci lasciò legammo ancora di più, mi stava sempre attaccato. Poi però siamo cresciuti, io volevo i miei spazi ed ero stanco di averlo sempre intorno, lo ammetto. Io i miei amici, e lui i suoi. E i suoi lasciavano parecchio a desiderare. Brutta gente. E cominciarono i litigi. Così ci allontanammo. Io decisi di lavorare per la famiglia reale, dopo tanti sacrifici riuscii ad essere scelto per essere lo scudiero del principe, un onore. Lui invece lo odiava. Dopo poco mi comunicarono che avrei dovuto seguire il principe a Fonterossa e avrei dovuto spacciarmi per lui per proteggerlo. Ne ero molto felice, due piccioni con una fava, compivo il mio dovere e ricevevo un'istruzione che non potevo permettermi, economicamente parlando.
Poiché dovevo spacciarmi per il principe dovevo comportarmi come un principe, frequentavo la corte e mi davano delle lezioni.
Ricordo che quel giorno avevo l'ultima lezione, poi avrei incontrato la regina Samara. Ero molto nervoso, la mamma mi baciò e mi lasciò andare mentre Logan mancava da casa da due giorni, era andato con amici, aveva detto. 
Fu l'ultima volta che vidi mia madre, andai a palazzo, e ci fu l'incidente. Il fienile aveva preso fuoco e con esso tutta la casa.
Quando Logan tornò e seppe cosa era successo disse che era stata colpa mia, troppo preso dal principe, troppo preso dallo sfarzo della corte. È per questo che non ci parliamo più, lui crede che sia colpa mia se nostra madre è morta."

Flora aveva le lacrime agli occhi ma le ricacciò dentro per non rattristare ancor di più il suo amico.

"E tu cosa credi?" Chiese lei.

"Che avrei dovuto essere lì." Rispose Brandon guardandola per un attimo e ritornando poi alla cascata.

Flora non poteva credere che Brandon, il ragazzo divertente, spiritoso, generoso e amorevole che conosceva da tempo ormai, avesse una storia tanto dolorosa alle spalle.

"Io invece credo che non sia colpa tua." Disse Flora, poggiò la testa sulla sua spalla e lo abbracciò, Brandon l'accolse fra le sue braccia, Flora non riuscì a trattenersi e le cadde una lacrima.

E ci fu silenzio, ma stavolta ci fu troppo silenzio.

Flora e Brandon si girarono non appena sentirono il ringhio alle loro spalle.
Chatta, che era tornata da loro un istante prima, lasciò cadere le more che aveva raccolto.

"Alzati piano, niente movimenti bruschi." Disse Brandon a Flora aiutandola ad alzarsi ma senza distogliere lo sguardo dalle creature.
Erano tre e, proprio come aveva descritto Miele, erano molto grosse, avevano la pelle nera e sembrava squamosa, gli occhi erano azzurri come il ghiaccio mentre dal muso sporgevano grosse zanne.
Flora fece per trasformarsi ma Brandon la fermò:

"La tua magia non è stabile, potresti farti del male."

"Allora che facciamo?" Chiese Flora impaurita vedendo che le creature si stavano avvicinando a passi lenti guardandoli come succulente prede.

"Al mio tre scappa, va' alla moto, io li distraggo e ti raggiungo."

"Non posso lasciarti qui da solo." Protestò Flora.

"Ti raggiungo subito, te lo prometto. Chatta, va' con lei." Disse Brandon prendendo la pistola dalla cintura.
Flora allora si convinse, Chatta le si posò sulla sua spalla tenendo forte la presa alla manica della sua maglietta.

"Uno..." Contò Brandon avvicinandosi piano alle creature, "...due..." Impugnò la pistola, "...tre! Correte!"

Flora e Chatta corsero verso il bosco, le creature scattarono per seguirle ma Brandon sparò ad una di loro che cadde e rimase a terra immobile.
Sparò alla seconda ma questa non fu ferita mortalmente così, insieme all'altra, corse nella direzione che avevano preso Flora e Chatta.

"Accidenti!" Mormorò Brandon seguendole.

Flora corse veloce con Chatta sulla sua spalla, sentiva il fiato della creatura alle sue calcagna.
Brandon le seguiva, riuscì a raggiungere le creature e sparò un secondo colpo che fece cadere la creatura già ferita.
L'altra non si fermò ma continuò a correre, Brandon la inseguì e urlò:

"Correte!"

Flora arrivò alla moto, da lì, a piedi, non poteva andare in nessun posto, si trovava praticamente in un vicolo cieco.
La creatura era di fronte a lei, coi suoi occhi gelidi la fissava, Flora sentì un brivido correrle lungo la schiena.
Chatta si nascose fra i suoi capelli.
Flora decise che doveva fare qualcosa, doveva necessariamente usare la magia. 
La creatura era ritta sulle zampe pronta a saltarle addosso, Flora stava per trasformarsi, ma in quel momento arrivò Brandon.

"Ferma! Non usare la magia!" E sparò alla creatura che aveva già saltato per arrivare addosso a Flora ma cadde a terra senza vita.
Brandon riposò la pistola nella cintura e andò da lei.

"Stai bene?" Chiese abbracciandola.

"Sì, sì, sto bene. Grazie." Rispose lei ancora un po' spaurita.
Chatta volò davanti alla faccia di Brandon e, con gestualità teatrali, disse:

"Oh, Brandon, grazie! Ci hai salvato la vita! Non so come sarebbe andata a finire! Sono una fatina troppo piccola per fronteggiare certi pericoli! Grazie!" E con le sue manine gli prese il viso scuotendolo, Brandon la afferrò per il vestitino e disse:

"Non c'è di che, ma adesso basta, Shakespeare."
Chatta rise e tornò da Flora, lei disse:

"Saranno sicuramente le stesse creature che hanno attaccato Miele."

"Lo penso anch'io, non hanno le ali ma pare che riescano a fare grossi salti, forse è per questo che le impronte si sono interrotte."

"Sì, ma chissà da dove arrivano e cosa volevano da mia sorella."

"O da te." Disse Brandon, Flora non rispose ma guardò la carcassa della creatura.

"Flora, ascolta," Disse Brandon poggiandosi una mano sulla nuca un po' a disagio, "non ti ho detto di non usare la tua magia perché non mi fido di te."

Flora non rispose, lui continuò:

"Magidentità o no ci sono delle... complicazioni, e non volevo che ti trovassi in difficoltà."

"Ma certo, Brandon, lo capisco. E non ce l'ho con te, ma con me. Sono una fata, e non riesco nemmeno a difendermi da una creatura grande quanto un cane."

Brandon strinse le labbra dispiaciuto per la sua amica, poi prese il casco e porgendoglielo disse:

"Andiamo, ti porto a casa."
Chatta viaggiò con lo stesso mezzo dell'andata, i due ragazzi partirono dal bosco e presero la strada per Magix.
Arrivati a metà strada il bel tempo di fine estate di Linphea cambiò e tornarono all'autunno.
Come Flora aveva predetto quei grandi nuvoloni neri erano portatori di pioggia e verso Magix cominciò a piovere mentre ormai era calato il buio.
Arrivarono ad Alfea, Brandon fermò la moto e scesero. Flora gli restituì il casco, Brandon l'accompagnò al cancello coprendola col suo giubbino per non farla bagnare.

"Grazie." Disse Flora, "se faccio una corsa riesco ad entrare senza bagnarmi troppo. Ehi, se puoi racconta tu ai ragazzi quello che ci hanno detto i miei, anche per farli stare tutti più tranquilli."

"Va bene, allora stasera glielo dico... anche ad Helia? O lo chiami tu?"

"No, dillo anche a lui, tanto penso che domani ci vedremo."

"Okay, allora a domani." Disse Brandon.

"Okay... se... se hai voglia di parlare, chiamami." Disse Flora con un sorriso dolce riferendosi alla storia di Logan.

Brandon, con un sorriso, le fece un cenno.
Allora lui tornò alla sua moto ma prima che potesse mettersi il casco Flora disse:

"Brandon." Lui si girò, avevano pianificato di non bagnarsi troppo ma ormai erano fradici dato che erano fermi sotto la pioggia.
La guardò, lei disse:

"Ti voglio bene."

Brandon allora si avvicinò di nuovo a lei e le disse:

"Te ne voglio anch'io."
Poi rimase a guardarla con un'espressione che lasciava intendere che aveva altro da dire, Flora aspettò, ma lui non disse nulla, la avvicinò mettendole una mano dietro la schiena la baciò sulla guancia.

"A domani." Disse, così tornò alla sua moto e volò via.
Flora allora entrò ad Alfea e tornò in camera sua.

Brandon tornò a Fonterossa e anche lui tornò in camera sua per cambiarsi ed asciugarsi. Mentre era in bagno Sky bussò alla porta:

"Brandon, muoviti, dobbiamo scendere per la cena."

"Sì, arrivo, comincia a scendere, vi raggiungo."
Si asciugò i capelli e mise dei vestiti asciutti, poi si guardò allo specchio come se volesse dire qualcosa a se stesso e mille penseri gli balearono per la mente.
Decise di non pensarci troppo e raggiunse i suoi amici per la cena.
Loro erano già seduti così Brandon prese posto.

"Allora, come è andata su Linphea?" Chiese Helia impaziente e curioso.

"Oh, ne sono successe di tutti i colori." Sospirò Brandon, i suoi amici lo guardarono aspettando che raccontasse, allora lui continuò:

"Partiamo dal fatto che le creature che avevano attaccato Miele ci hanno attaccati."

"Cosa? Flora sta bene?!" Chiese Helia allarmato, Brandon annuì, Timmy disse:

"A proposito, io e Tecna abbiamo analizzato i campioni e siamo riusciti a risalire alla specie delle creature.

"Fantastico." Disse Sky, "Così sappiamo con cosa abbiamo a che fare."

"Già, e Tecna ha detto che domani lo mostrerà a Faragonda."

"Bene," Disse Brandon," e Miele non scherzava, sono davvero spaventose, fortuna che avevo portato con me la pistola."

"Come mai non hai usato la spada?" Chiese Nex, stava cercando di ricucire con Brandon senza essere obbligato a chiedere scusa.

"Dava troppo nell'occhio e ho optato per la pistola. Comunque, ci sono novità: Flora non ha una crisi di magidentità."

"Davvero? Ma è... è fantastico!" Disse Helia.

"Che fortuna." Aggiunse Timmy.

"Già, ma..." Stava dicendo Brandon ma Sky lo interruppe:

"Allora perché ha problemi con la sua magia?

"Ci stavo arrivando," Rispose Brandon, "i suoi genitori hanno detto che Flora è una fata... aspetta, com'era quella parola? Keratina? No... ehm... insomma, è una fata dell'inverno, l'ultima fata dell'inverno che esista e la natura di Linphea ha pronunciato una profezia su di lei."

I ragazzi rimasero a bocca aperta a quella notizia, Brandon continuò:

"Domani chiederemo una mano a Faragonda ad interpretarla. Ragazzi, ci aspetta una nuova avvenutura." Annunciò lo scudiero.

"Flora, una fata dell'inverno?" Chiese Helia pensoso.

"Già." Annuì Brandon.

"Wow." Replicò l'altro attonito, "E c'è una profezia... dovrà essere spaventata..."

"Già," Annuì di nuovo Brandon, "ed anche i suoi lo sono molto, è per questo che non le avevano mai detto nulla. Figurati che suo padre non vuole neanche che interpretiamo la profezia, secondo Alyssa invece è la cosa giusta da fare. Insomma, se è una profezia vuol dire che questo è il suo destino."

Helia era scuro in viso, Sky guardò Brandon stranito e chiese:

"Alyssa?"

"È la mamma di Flora." Rispose Brandon.

"Sì, questo lo so..." Disse Sky.
Brandon aggiunse:

"Adoro quella donna, è tanto simpatica e fa dei biscotti alla marmellata che sono la fine del mondo!"

Gli altri risero, tranne Helia, ma nessuno se ne accorse.

Nel frattempo anche Flora aveva raggiunto le sue amiche per la cena e loro appena la videro la tempestarono di domande.

"Com'è andata?"

"Perché ci avete messo tanto?"

"Allora, tua madre aveva informazioni utili?"

Flora si sedette e con le mani fece segno loro di rallentare, così disse:

"Piano, una alla volta. Allora, la notizia più importante: non ho una crisi di magidentità!"

"Cosa?!" Chiese Stella stupita.

"Ma è fantastico!" Esclamò Aisha.

"Non ci credo, ma è meraviglioso!" Disse Bloom.

"Sì, ma perché hai problemi con la magia?" Chiese Tecna frenando l'entusiasmo.

"Okay, altra notizia importante," Disse Flora, "sono una fata keimerina."

"Una che?" Chiese Musa confusa con una smorfia.

"Una fata dell'inverno." Rispose Tecna attonita.

"Dici sul serio?" Chiese Bloom a Flora, stupita.

"Sì, me l'hanno detto i miei genitori. Hanno detto che quando sono nata la natura di Linphea ha pronunciato una profezia su di me che ero, e sono, l'ultima fata keimerina." 

Le altre non aggiunsero nulla, erano molto stupite, Flora notò le loro espressioni e disse:

"Beh, ragazze, ci aspetta una nuova avventura. Anche se, devo ammettere, sono un po' spaventata."

Aisha poggiò la mano sulla sua e disse:

"Tranquilla, ci siamo noi con te."
Flora sorrise.

"Domattina andremo da Faragonda," Disse Tecna, "le diremo della profezia e poi io e Timmy abbiamo scoperto la specie delle creature che hanno attaccato Miele, ne parleremo con la preside perché, ragazze, non potrete mai credere cosa abbiamo scoperto."

Flora si ricordò allora dell'altro fatto importante delle giornata e raccontò di come lei e Brandon fossero stati attaccati dalle creature.

"Fortuna che c'era Brandon o non so come sarebbe andata a finire. Chatta invece non si è più vista, credo sia tornata direttamente al villaggio visto il temporale." Concluse Flora dopo un dettagliatissimo racconto.

Le ragazze tornarono in camera loro e andarono a letto, Flora avrebbe voluto scrivere al suo diario ma non ne ebbe il tempo, appena si mise a letto lo schermo del suo cellullare, posato sul comodino accanto al letto, s'illuminò. Lei lo prese, le erano arrivati due messaggi, li lesse e sorrise. In quell'istante davanti a lei comparve la sua pixie. Flora per poco non saltò per lo spavento.

"Chatta, ma che ci fai qui! È tardi! Dovresti essere al villaggio!"

"Lo so, lo so," Disse la fatina che fluttuava davanti a lei con le braccia incrociate come una che ha tutto sottocontrollo, "ma ho questioni più importanti da risolvere con te!"

"Sì, ma abbassa la voce che Bloom già dorme." Bisbigliò la fata.

"Okay," Bisbigliò Chatta, "ti do una possibilità per dirmi tutto così cercherò di non arrabbiarmi."

"E cosa dovrei dirti?"

"Lo sai bene!" Si accigliò la pixie.

"Ti assicuro che non so di cosa parli." Disse Flora con una mano sul petto e l'altra alzata.

"Tu... e Brandon."

Flora la guardò in attesa, allora chiese:

"E beh? Io e Brandon cosa?"

"L'ho visto sai?"

"Ma visto cosa?" Chiese Flora esasperata.

"Che vi baciavate! L'ho visto, ti ha dato un bacio!"

"Ma ti è dato di volta il cervello?!" Chiese Flora scioccata.

"No, l'ho visto con questi occhi qui! E devo fermarti prima che tu possa fare qualche sciocchezza!"

"Chatta, frena! Brandon non mi ha baciata, ti sei impressionata. Pioveva e ci avrai visti da un'angolazione che ha distorto completamente la realtà della scena. Mi stava solo salutando e mi ha dato un semplicissimo bacio sulla guancia, niente di più."

"Oh..." Disse la fatina abbassando lo sguardo piena di vergogna per aver accusato la sua fata di una cosa tanto grave basandosi su un malinteso.

"E adesso torna subito al villaggio, ci vediamo domani. E la prossima volta prima di dire cose tanto gravi accertati di essere sicura di ciò che dici, sei la fatina delle chiacchiere, ciò che ti esce da bocca ha un certo peso e un certo valore." La rimproverò Flora.

"Hai ragione, Flo, mi dispiace." Disse, mortificata, la pixie.

"Va bene, e ora al villaggio, su, che è tardi."

La fatina mandò un bacio a Flora e scomparve, così Flora poté finalmente coricarsi, era stata una dura giornata, e quello era soltanto l'inzio.



Buonsalve, miei adorati germogli di lullabea! Come state? Io non vedevo l'ora di pubblicare! Prima di ogni cosa ci tenevo a ringraziarvi per la lettura e per le recensioni che state lasciando, dire che vi adoro è poco! 💖
Dunque, ritornando al capitolo... Flora non ha una crisi di magidentità! Vi avevo detto di aspettarvi l'impensabile, ed eccolo qui: Flora è una fata keimerina, cioè una fata dell'inverno, i dettagli nei prossimi capitoli!
Abbiamo una profezia che non ci fa immaginare proprio arcolbaleni e prati fioriti, ma credo che potremmo cavarcela...
... abbiamo Rodols e Alyssa che sono i genitori perfetti e forse proprio per questo esistono solo in questa storia, Rodols non ha reagito bene ma non possiamo biasimarlo, è molto preoccupato per la sua bambina.
Brandon se l'è cavata come amico, direi che ha fatto un buon lavoro come accompagnatore... Flora ci ha anche detto perché lui nel capitolo precedente sembrava tanto preoccupato: senza volerlo lo scudiero si è ritrovato in questa storia più coinvolto di tutti gli altri...
... e poi c'è Logan. Vi aspettavate di vederlo? Direi che il litigio tra lui e Brandon è un qualcosa di pesante e descrivo il tutto in due parole: povero Brandon.
Ah, e ultimo ma non ultimo... ci sono riuscita, ragazzi, ce l'ho fatta: HO USATO "PETALOSO"!!! Sto sorridendo da tipo tre minuti!
Beh, per ora direi che è tutto, ancora vi ringrazio, siete quella parte della giornata che mi fa sorridere, vi voglio bene!
xoxo Florafairy7
   
 
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