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Autore: Steffa    02/05/2009    7 recensioni
"Ancora quel dannato brivido che gli percorse la schiena.
Da che cosa fosse prodotto non lo sapeva, o meglio, non lo aveva saputo sino a pochi attimi prima.
In quel momento la consapevolezza di ciò che era accaduto e di ciò che sarebbe stato costretto a fare, gli fecero sbarrare prima gli occhi e poi le labbra, lasciandolo senza parole.
Era in pericolo e non soltanto perchè era completamente nelle alquanto discutibilmente sicure mani di Uchiha, ma anche per il fatto che presto o tardi il suo segreto sarebbe salito a galla ed allora non avrebbe più potuto celarsi dietro le spoglie d'uno studente liceale, la sua vita sarebbe cambiata quasi sicuramente in peggio."
Naruto Uzumaki, con il suo solito caratteraccio per attirare l'attenzione, Sasuke Uchiha, disciplinare insensibile e con la sua aria da superiore, un unico filo conduttore, o meglio perla conduttrice.
Quando Sasuke si vedrà costretto dal preside a richiedere l'aiuto di Naruto per risolvere un problema con il peggior elemento della scuola ed il biondino sarà a sua volta costretto da qualcosa di ben più grande ad obbedire ad ogni suo ordine....
Beh, si vedrà che succederà!! ^^
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Kitsune's Pearl


The red pearl

La bionda kitsune stava trascinando le sue stanche membra nel cortile della scuola. Ebbene, sì.
Ancora chiedendosi il perché ed il per come si trovasse in quel posto infernale, aveva praticamente eseguito la richiesta dell’Uchiha, senza che quello dovesse obbligarlo con il potere della sfera, che fortunatamente non aveva ancora scoperto.
Fatto sta, che il biondino non riusciva a capire il proprio comportamento, quando l’unica cosa che desiderasse fare, era restarsene rintanato sotto le sue coperte.
Come affermava un detto: lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Non che la situazione fosse poi da vedere in chiave sentimentale, sia chiaro.
L’unica cosa che provava per quel ghiacciolo cadaverico era odio, puro e semplice.
Non lo sopportava, non poteva vederlo senza desiderare di azzannare quella sua pelle candida, aspirarne il profumo, lambirne il sapore…
Sbarrò d’un tratto gli occhi non appena si rese conto di quello che la sua mente stava pensando.
Non era possibile!
Si maledì con un borbottio a mezza voce, mentre il sangue affluiva irrimediabilmente verso le sue gote, arrossandole un poco per l’imbarazzo di esser finito in simili pensieri.
A lui non piaceva Sasuke Uchiha, ne era più che certo.
In fondo come sarebbe potuto piacergli quel ragazzo misantropo, apatico e soprattutto estremamente irritante con quei suoi modi da “sono migliore di te e so di esserlo”.
Mentre Naruto proseguiva con i suoi viaggi mentali, non si accorse di quel paio di occhi scuri come la notte che seguivano ogni suo movimento attraverso il cortile della scuola.
Infine il dobe aveva fatto ciò che gli aveva detto, era ritornato a scuola e non poteva che ritenersi soddisfatto della buona riuscita della sua missione.
Certamente non avrebbe sopportato l’ennesimo piagnisteo del preside che si domandava perché il “suo Nacchan” non gli parlasse rivelandogli i suoi problemi interiori.
Era solamente quello il motivo, non voleva più fare da balia a quel uomo mal cresciuto.
Non centrava nulla con il fatto che solamente il vedere la chioma bionda del ragazzo essere spazzata da una sporadica brezza fresca, gli facesse desiderare di affondare le dita tra di essa, per saggiarne la morbidezza.
Non era neppure per quegli occhi cristallini e luminosi che in quel momento erano abbassati verso il terreno e neanche per quelle labbra rosee e piene che borbottavano chissà che cosa, come se parlasse tra sé e sé.
No, sicuramente non gli importava della presenza di quella catastrofe di ragazzo nella sua vita.
Come sempre non fece affiorare alcuna espressione dal suo volto, che rimase impassibile ed austero, mentre osservava attento i movimenti dell’altro, appoggiato al muro accanto all’ingresso dell’edificio scolastico.
Naruto intanto era ancora impegnato in più pensieri di quanti ne avesse mai fatti in tutta la sua lunga esistenza ed era a tal punto distratto, da non accorgersi dell’arrivo di una specie di uragano dai lunghi capelli biondi.
“Naaaaacchan!!!” esclamò quello, piombandogli addosso e cingendogli il collo con un braccio per farlo inchinare in avanti e scompigliargli poi i capelli con l’altra mano. “Come stai?”
La povera vittima tentò inutilmente di districarsi da quel abbraccio soffocante.
“Deidara… Coff… Non… Respiro…” si lamentò.
“Oh… Scusa!” ridacchiò il più grande, lasciandolo infine libero.
Naruto tossì ancora un paio di volte, passandosi una mano tra i capelli per tentare di ridar loro un ordine, gesto poco proficuo, visto che il risultato non variava.
Rinunciò, dunque, spostando lo sguardo sul ragazzo che l’aveva assalito, non potendo comunque trattenere un sorriso divertito e spontaneo.
“Hai cercato di uccidermi di prima mattina per caso?” domandò inscenando una falsa stizza.
Deidara rise divertito, scuotendo il capo e facendo oscillare in quel modo la lunga chioma.
“Ma cosa dici? E’ soltanto che era qualche giorno che non ti facevi vedere dall’ultima volta e mi chiedevo cosa ti fosse successo.” rispose quindi annuendo alle sue stesse parole.
La kitsune si rese conto solo in quel momento della silenziosa presenza di un’altra persona, che seguiva senza interesse apparente lo scambio di battute tra i due.
“Oh, ciao Sasori, non ti avevo notato.” lo salutò un poco titubante.
Quando ricevette in cambio uno sguardo e poi un cenno del capo, pensò che probabilmente la sua presenza non era gradita al rosso, ma quello parlò un momento dopo.
“Ciao Naruto. Ci chiedevamo proprio cosa ti fosse accaduto.”
Il biondo sbarrò per un istante gli occhi, quella era la frase più lunga che gli avesse mai sentito dire da quando lo conosceva.
Sostituì però velocemente l’espressione sbigottita con un sorriso sincero.
“Già, scusate, non mi sono sentito bene, così ho preferito starmene a casa per un po’.” mentì spudoratamente.
“Ah, certo, certo, dovevamo sospettarlo.” commentò l’altro biondo, dandogli una pacca sulla spalla che lo fece barcollare un poco.
Proprio in quel momento suonò la campana della scuola che avvertiva dell’inizio delle lezioni.
Tra una risata ed un commento apatico, l’una del biondo, l’altro del rosso, i tre si diressero verso l’interno dell’edificio, sempre sotto lo sguardo attento del moro Uchiha, che senza rendersene conto aveva stretto i pugni a tal punto da far sbiancare le nocche.
Come osava quel biondino psicopatico e dinamitardo mettere le mani addosso al suo dobe?
Non poteva accettarlo, affatto, avrebbe dovuto mettere in chiaro un paio di cosette con lui, poco ma sicuro.
Venne distratto dai suoi pensieri quando una voce lo richiamò alla realtà.
“Sasuke, se continui a fissarli in quel modo potresti ucciderli sul posto.”
Voltò appena il capo per incrociare i chiari occhi di Neji, all’apparenza impassibili tanto quanto i suoi, ma lui poteva facilmente leggervi il divertimento per quello che aveva appena scoperto.
“Fatti i fatti tuoi, Hyuuga.” sibilò irritato il moro.
L’altro si passò una mano sui lunghi e lisci capelli castani, socchiudendo appena le palpebre per scrutarlo, incurante del pericolo che avrebbe potuto correre nello stuzzicare l’Uchiha.
Neji Hyuuga, anch’egli appartenente ad una delle più agiate famiglie del Paese, era cresciuto assieme all’Uchiha, sia per convenienza da parte di entrambe le famiglie, sia perché in fondo erano simili e si ritrovavano tra loro.
In effetti, se proprio avessero dovuto ammetterlo, avrebbero potuto dire di essere migliori amici, strane parole per entrambi.
Neji era uno dei pochi che non veniva ignorato da Sasuke e l’unico che potesse leggere quella maschera inespressiva che era il volto del ragazzo.
In quel momento il castano stava internamente ghignando per la reazione del compagno di fronte al biondino.
Aveva intuito qualcosa e conosceva il perché di quell’espressione infuriata.
Sasuke era un Uchiha e si sapeva quanto gli Uchiha fossero possessivi e gelosi di ciò che ritenevano di loro proprietà, questo chiunque lo sapeva in effetti.
“Ma non mi dire, qualcuno ha fatto attivare il famoso possesso Uchiha.” lo riprese ancora il castano.
“Sta’ zitto.” borbottò il moro, volgendogli le spalle per entrare nell’edificio.
Quando entrarono entrambi in classe, la bionda kitsune non era ancora arrivata, ciò non poté che far assottigliare ancor di più le palpebre.
“Vedrai che arriverà.” gli sussurrò l’amico mentre gli passava accanto per andare a prendere posto al suo banco.
Passarono pochi minuti ed il professore entrò in classe facendo zittire tutti gli alunni che lo salutarono educatamente.
“Bene ragazzi, finitela di fare baccano e…” passò lo sguardo tra i banchi, soffermandosi su quello in ultima fila. “Dov’è Uzumaki? E’ ancora malato?” domandò notandone l’assenza.
Proprio in quel momento la porta s’apri di scatto, facendo palese l’entrata in scena del biondino trafelato.
“Anf… Anf… Mi scusi… Professor Kakashi…” ansimò di fronte all’uomo dai candidi capelli e dal viso coperto da una mascherina.
“Il primo giorno dopo la malattia e già fai ritardo, Uzumaki?” borbottò quello, scuotendo il capo sconsolato. “Va bene, non importa, vai al tuo posto, ho una novità da darvi.”
Senza attendere oltre Naruto si mosse per andare a sedersi, passando accanto al banco di Sasuke, poté facilmente udire il suo bisbiglio maligno.
“Dobe.”
Un basso ringhio fuoriuscì dalle labbra del biondo, che rispose con lo stesso tono.
“Grazie a voi.”
Ebbe quindi appena il tempo di lasciarsi cadere sulla propria sedia, accanto al posto vuoto, che il professore cominciò a parlare.
“Bene, ora che ci siamo tutti posso darvi la notizia. Da oggi avrete un nuovo compagno di classe, è arrivato senza preavviso, quindi non ha potuto procurarsi i libri testo e materiale vario. Conto su di voi perché possiate aiutarlo e farlo sentire a proprio agio.”
Una serie di bisbigli incuriositi percorse l’intera classe, che già avanzava ipotesi su eventuali possibilità riguardanti quel nuovo ragazzo.
“Sicuramente non potrà essere bello come Sasuke-kun.” affermò Sakura, la ragazza dai capelli color confetto.
Si zittirono tutti nuovamente non appena si sentirono dei colpi alla porta per richiedere il permesso d’entrare.
Un momento dopo, tutti poterono vedere un ragazzo dalla corporatura magra e slanciata, la chioma color rosso fuoco che spiccava sulla pelle color avorio, facendo anche risaltare un paio d’occhi acquamarina cerchiati da leggere occhiaie scure.
Un tatuaggio rappresentante un ideogramma sulla fronte rendeva il ragazzo ancora più particolare, attirando su di lui lo sguardo di tutti.
Naruto, che aveva ancora lo sguardo perso nel nulla, alzò svogliatamente gli occhi per osservare quel nuovo venuto, per riabbassarli un momento dopo.
Bene, ora c’era anche Gaara lì con lui, avrebbe potuto rimproverarlo di ciò che aveva combinato senza difficoltà.
Sbarrò poi improvvisamente gli occhi quando si rese conto che era proprio Gaara quello che si stava accostando alla cattedra del professore e che dopo un breve esame dei presenti in classe, aveva puntato il suo sguardo proprio sul biondino, che stava deglutendo a vuoto nel tentativo di trovare il coraggio di guardarlo di nuovo.
Sabaku no Gaara era il suo migliore amico, anch’egli una kitsune appartenente al suo stesso branco, si conoscevano da tutta la loro esistenza, essendo nati nello stesso periodo.
Erano anni che non si incontravano e rivederlo in quel momento ed in quelle circostanze gli pareva solamente un brutto scherzo del destino, o forse, più sicuramente, una brutta iniziativa di Kyuubi.
Non aveva ascoltato una parola di ciò che aveva detto il professore e non aveva nemmeno udito l’atarassico saluto del rosso al resto della classe.
Si rese conto della presenza dell’amico, solamente quando ne sentì la presenza accanto a sé.
Si costrinse a guardarlo di sottecchi, con l’espressione che pareva proprio quella di un povero cucciolo abbandonato in volto.
Gaara ricambiò lo sguardo impassibile, scuotendo infine il capo in maniera quasi impercettibile, così come parve quasi un abbaglio il lieve incresparsi dell’angolo della sua bocca in un simil sorriso.
“Che cosa devo fare con te, se ne combini una ogni volta che ti perdo d’occhio?” domandò a mezza voce, sedendosi affianco a lui.
Naruto incassò il capo tra le spalle e se avesse avuto la coda in quel momento, l’avrebbe ritirata tra le gambe, abbassando nel contempo le orecchie facendole radere al capo.
Si sentiva mortificato ed aveva avuto la conferma che Kyuubi aveva scoperto il danno che aveva fatto, mandandogli Gaara probabilmente perché lo aiutasse a risolvere la questione.
“Kyuubi è preoccupata.” bisbigliò infatti quello, confermando la sua tesi.
“Mi dispiace.” rispose il biondo, ricevendo un leggero colpo sul braccio.
“Non fare quella faccia. Risolveremo la questione.” lo tranquillizzò con il suo solito tono il rosso, facendo calmare all’istante il compagno.
Con Gaara non avrebbe dovuto temere nulla, si fidava ciecamente di lui, sapeva che avrebbe trovato un modo per fargli riavere la sua perla.
Gli sorrise quindi in risposta, uno dei suoi luminosi ed allegri sorrisi che scaldavano il cuore delle persone.
Sasuke non si era perso neppure un gesto di ciò che avevano fatto i due ragazzi e non gli sfuggì neppure lo sguardo freddo eppure amorevole che il nuovo arrivato aveva rivolto al suo dobe dopo che quello gli aveva sorriso.
Certo, non aveva potuto sentire le parole che si erano scambiati bisbigliando, ma non aveva dubbi: quei due si conoscevano già da tempo.
Questa nuova consapevolezza lo fece fremere a tal punto che senza rendersene conto spezzò la matita che stringeva tra le dita.
Stizzito abbandonò i due moncherini sul banco, attirando l’attenzione di Neji, accanto a lui.
“Sasuke, respira.” lo riprese l’amico.
L’Uchiha per tutta risposta gli lanciò uno sguardo infuocato, che però non lo intimorì per nulla, facendogli invece emettere un sospiro esasperato, prima di tornare a dedicarsi al professore ed alla sua lezione.

Le ore mattutine erano passate velocemente per Naruto, il quale ancora non riusciva ad abituarsi alla fortunata presenza di Gaara accanto a lui.
Invece di seguire le lezioni, come sarebbe stato giusto fare, il biondo raccontò per filo e per segno tutto ciò che gli era accaduto, compreso lo strano compito che gli era stato affibbiato dal preside e che fece irritare l’amico.
“E’ pericoloso.” commentò semplicemente.
La bionda kitsune scosse il capo divertito.
“Non preoccuparti, Gacchan, me la so cavare, non è poi così difficile.”
Ma ciò che più aveva lasciato senza parole il rosso, era stata la perdita della sfera.
“Tu l’hai persa per strada?” domandò incredulo, scalfendo di poco l’espressione atona che solitamente l’accompagnava.
Naruto tentò di sdrammatizzare ridacchiando innervosito.
“Non l’ho fatto apposta, un momento era in tasca e quello dopo non c’era più.”
Gaara scosse il capo lentamente, non poteva essere vero.
Tra l’altro, quel tale, Sasuke Uchiha, non lo convinceva per nulla.
Continuava a lanciare ambigue occhiate nella loro direzione e più di una volta i due ragazzi si erano ritrovati a fissarsi a vicenda con freddezza, finché il rosso non era costretto da Naruto a riportare la propria attenzione su di lui.
“Kyuubi è arrabbiata?” domandò d’un tratto il biondo, mentre camminavano fianco a fianco dirigendosi verso la mensa, dopo essere riusciti a sgusciare via dal gruppo di curiosi che aveva tentato di interrogare il nuovo ragazzo e lo stesso Naruto sul perché si conoscessero già, poiché la cosa era stata alquanto evidente.
Gaara scosse un poco il capo.
“Non molto. E’ più preoccupata al momento.”
A tali parole il biondo emise un sospiro di sollievo.
“Ma vorrebbe staccarti la testa a morsi comunque.” lo raggelò un momento dopo il compagno.
Il biondo sbatté diverse volte le palpebre, sapendo bene che quando Kyuubi voleva mordere qualcuno, prima o poi l’avrebbe fatto.
“Gacchan, devi aiutarmi!!!” piagnucolò quindi, aggrampandoglisi al braccio con quegli occhioni che sembravano quasi di rilucere di luce propria.
Il rosso inarcò elegantemente un sopracciglio per osservarlo con espressione scettica, era abituato a simili ricatti fanciulleschi da parte del compagno, ma non era mai riuscito a negargli ciò che chiedeva.
“Ci sono io ora.” affermò solamente, lasciandogli un buffetto su una guancia segnata dai baffetti tipici delle kitsune.
Il solito e luminoso sorriso di Naruto lo ripagò pienamente, facendogli emettere un lieve sbuffo divertito mentre scuoteva il capo lentamente.
Si sedettero insieme ad un tavolo solitario, dove mangiarono, o meglio, Naruto mangiava e parlava di ciò che gli era accaduto negli anni in cui erano rimasti separati e Gaara ascoltava, commentando sporadicamente con qualche monosillabo o poco di più.
Mezzora più tardi, ancora insieme, avanzavano sempre sotto lo sguardo di tutti gli studenti incuriositi, finché il biondo non notò i due nuovi amici che si era procurato per convenienza, ma che in fondo non poteva che apprezzare.
Sasori e Deidara erano isolati vicino alle scale e stavano parlando con un ragazzo della loro stessa età probabilmente, neri i capelli lunghi, legati in una bassa coda, così come gli occhi erano scuri, viso un poco allungato con la carnagione pallida.
Incredibile la somiglianza con quell’antipatico dell’Uchiha, Naruto quasi non poteva crederci.
“Ah, Nacchan!” lo richiamò l’altro biondo muovendo una mano per attirare la sua attenzione.
Un poco titubante, lanciando ancora qualche occhiata verso il ragazzo sconosciuto, il biondo s’avvicinò, seguito prontamente da Gaara che pareva non lasciar neppure mezzo metro tra lui e il compagno.
“Tu devi essere quello nuovo, lo conosci Nacchan?” domandò allegramente Deidara.
“Sì, l’ho conosciuto qualche tempo fa.” disse solamente la bionda kitsune. “Lui è Gaara. E loro sono Deidara, Sasori e…” si zittì osservando il moro.
“Itachi Uchiha.” parlò quello con voce bassa e pacata.
Naruto non poté non sgranare gli occhi incredulo, possibile che Sasuke avesse un fratello?
A quanto pareva sì.
Gaara mosse appena il capo per salutare i tre nuovi conosciuti, mentre i chiari occhi si posavano apparentemente senza interesse sul più grande degli Uchiha, come volesse studiarne le intenzioni.
Il moro, da parte sua, osservava con celata attenzione i due ragazzi, finché d’un tratto non si decise a parlare.
“Credo che la campana sia già suonata, dobbiamo andare.”
Detto ciò i tre salutarono Naruto e Gaara, per lasciarli poi soli.
Dirigendosi verso la propria aula, il rosso non poté trattenere un commento.
“Non mi piacciono questi Uchiha.” borbottò con certezza.
Il biondo mugolò qualche cosa in risposta.
Il silenzio cadde tra i due, ma incredibilmente, Gaara lo interruppe nuovamente.
“Avresti bisogno di farti una corsa nel bosco, ritornare alla tua forma per scaricare.”
Il biondo si armò di un broncio infantile, scuotendo il capo sconsolato.
“Credi che non ci abbia mai pensato? Come farei però a ritornare sotto forma umana, senza la sfera?”
Il compagno fermò il suo lento incedere d’improvviso, tanto che la bionda kitsune non si accorse immediatamente di non avere più al suo fianco il ragazzo e dopo alcuni passi si voltò per osservarlo incuriosito.
“Che c’è?” domandò perplesso dall’espressione pensierosa dell’altro.
“Stavo pensando… Potresti… Usare la mia sfera.” ipotizzò con voce flebile, quasi non volesse farsi sentire da un qualche ascoltatore esterno.
Le labbra di Naruto si aprirono in un’esclamazione muta sorpresa, non poteva credere a quelle parole.
“Tu mi daresti la tua sfera?” domandò con un sibilo che a malapena fu udibile addirittura a se stesso.
Per tutta risposta vide il ragazzo muovere lentamente il braccio per andare a frugare brevemente nella tasca della divisa che era stato costretto ad indossare.
Un momento dopo la estrasse, mostrando all’altro ciò che stringeva tra le dita: una piccola sfera, delle stesse dimensioni di quella di Naruto, diversa solamente per il colore, infatti era di un cupo rosso vermiglio, somigliava vagamente al colore del sangue stesso ed aveva magnetizzato completamente lo sguardo del biondo.
Sarebbe stato facile accettare, stringere quella piccola perla e ritornare ad avere il suo fulvo pelo folto e morbido, la linea snella e la coda lunga.
Si riscosse un momento dopo, scuotendo il capo con forza per cacciare quei pensieri.
“Ma… Ma che dici, sei impazzito?!” urlò in preda al panico momentaneo per quello che avrebbe potuto fare.
L’espressione impassibile di Gaara gli fece affluire il sangue sulle gote, un poco per l’imbarazzo ed un poco per la rabbia.
“Non potrei mai usare la tua sfera, in quel modo tu non saresti più in grado di usarla a tua volta!”
Era quello il punto, una kitsune poteva decidere di donare la propria sfera ad un’altra sua compagna, ma per il donatore sarebbe stato impossibile rientrarne in possesso e la sua magia sarebbe stata per sempre del ricevente.
“M-metti via quella sfera!” si ritrovò quasi a pregarlo mentre sentiva un groppo alla gola bloccargli la saliva.
Il rosso osservò ancora per qualche istante il compagno, come se non fosse sicuro di ciò che aveva udito, infine ritirò la sfera, infilandola nella tasca, al sicuro.
“Allora dovremo recuperare al più presto la tua.” concluse con tono pacato che proprio non pareva adatto a quel momento.
“Sei un baka.” sospirò Naruto, facendogli cenno di seguirlo per le lezioni pomeridiane.
Poco distante, Sasuke aveva assistito in parte alla scena, non che ci avesse capito molto, era riuscito a malapena a vedere ciò che il nuovo arrivato stringeva tra le dita, una piccola perla rossa e la stava porgendo al suo dobe.
Aveva scoperto giusto quella mattina che seguire il dobe era un buon passatempo, già, perché lui non lo spiava, gli Uchiha non spiavano, osservavano solamente ciò che capitava davanti ai loro occhi.
Quel rosso, in ogni caso, si prendeva troppe libertà con il suo dobe e la cosa non gli andava per nulla bene.
Una sorta di curiosità lo aveva colpito da quando non aveva compreso di che cosa stessero parlando, voleva capire il perché del comportamento del biondo e sicuramente lo avrebbe scoperto prima o poi, di quello ne era certo.





Angolino dell'autrice
Nono, non state sognando, è proprio l’aggiornamento!!! XD
Già, queste due mattinate passate a crogiolare sotto le lenzuola, a sognare i possibili nuovi capitoli, mi hanno fatto proprio bene!
Mi è venuta l’ispirazione improvvisa e così eccomi qui ad aggiornare!ù_ù
Bene bene, ora ringrazio tutti quelli che hanno letto e passiamo alle recensioni sul capitolo precedente!

§ Capitatapercaso §
Alloooooora…..ù_ù
Cosa ne pensi mia cara? Spero che questo capitolo sia risultato più succoso dei precedenti! XD
Mi spiace che Sasuke non sia ancora saltato addosso a Nacchan, ma vedrai che capiterà prima o poi!u.u”
Sono d’accordo con Kyuubi, anche secondo me quell’Uchiha è alquanto indigesto… Non lo consiglio a nessuno!
Oh, per quanto riguarda l’abitazione di Nacchan!
Lui abita insieme a Jiraya, e si tratta di un appartamento che è al di fuori della scuola, in cui comunque ha una camera tutta sua…u.u”
Già già, non l’avevo ancora specificato, ma avrò modo di rimediare più avanti nella storia!
Come vedi questo capitolo è un pochetto più lungo, finalmente!ù_ù
Grazie per il sostegno con lo studio!! -.- Brutta bestia!
E grazie soprattutto per i tuoi magnifici commenti! **

§ miiky §
Troppo buona, sono felice che ti piaccia così tanto la mia ficciola! ^^
Spero che continui di questo passo! Un kiss

§ ryanforever §
Eheh, ed ecco nuove notizie sul nostro biondino…
Ma anche nuove domande si formano…u.u
Spero che possa continuare ad incuriosirti! ^^

§ YUKO CHAN §
Ahah, già, anche io ho pensato che per Nacchan sarebbe stato estremamente difficile recuperare la sfera solo soletto, quindi ecco qua che spunta Gacchan!! **
Chissà se lui riuscirà a combinare qualcosa…u.u
Mah, chi lo sa…
Spero che ti possa piacere anche questo capitolo!

§ Irimi §
Oh, sisi, la leggenda della sfera e delle kitsune esiste veramente in Giappone o comunque nelle culture orientali!
Avevo letto qualcosa a riguardo tempo fa e l’idea della fic mi è subito arrivata! ^^
Ihih, vero, Nacchan è carinissimo, mi sto divertendo un casino a metterlo nei guai!

§ EWILAN §
Wow, sono contenta che ti piaccia la mia storia!! ^^
Sono anche contenta che tu voglia seguirla, sperando che continui a piacerti allo stesso modo!
Grazie per il commento! ^^

§ damis §
Eheh, già, solo un dobe come Nacchan poteva perdere una cosa di tale importanza!! XD
Però, senza quella piccola distrazione, non mi sarebbe nata la fic, quindi eccoci qua a far dannare quel poveretto di Naruto e a far ghignare e morire di gelosia Sasu-teme! XD
Spero che possa piacerti anche questo capitolo, grazie mille per la recensione!! ^^

Beeeeeeene, ringrazio anche chi ha inserito la fic tra i preferiti! 35 *_* Che bello, sono felice!!
Ringrazio anche i 14 che l’hanno messa tra le seguite! ^^

Concludo come sempre: commenti, consigli e critiche costruttive sono sempre le benvenute! ^^
Alla prossima!!
Kiss
  
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