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Autore: Violetta_    10/09/2016    1 recensioni
Sequel della one-shot "Gelosia fraterna -Equilibrio-".
I tre fratelli della sabbia hanno trovato finalmente un modo per convivere in maniera serena nonostante tutte le vicissitudini della guerra, tuttavia questo periodo di pace non è destinato a durare.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Temari | Coppie: Gaara/Matsuri, Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gelosia fraterna '
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Il giorno delle nozze


Giorno delle nozze.
Quello che doveva presentarsi come un sogno che si avvera, un giorno pieno di speranze, il giorno più felice della vita di una persona era in realtà un incubo.

Temari, che era sul punto di dar fuoco al suo kimono per quanto era scomodo, attendeva pazientemente gli ospiti insieme ad uno Shikamaru in stato di morte apparente completamente spalmato sul muro.

<< Insomma datti un contegno >>
<< Che seccatura... ho sonno Tem >>


*

Toc toc

<< Hime-sama >>
<< Hime sama >>

<< … >>

<< Hime-sama! >>

Sumire emerse dall'aldilà facendosi strada tra strati di lenzuola e coperte e cuscini.
Una volta raggiunto lo strato di ossigeno prese un cuscino e lo tirò contro la porta grugnendo qualcosa in una lingua sconosciuta all'orecchio umano.

<< Lieta di sapere che siete sveglia Hime >> disse Matsuri fuori dalla porta << Siete pronta? >>

Guardò fuori della finestra con gli occhi ancora cisposi ed infastiditi dal sole, sbadigliò e si grattò la nuca.

<< Hime-sama? >>
<< 'tsuri se non la pianti ti uccido >>

Si mise in piedi a fatica, sbatté il fianco contro il comodino facendo cascare un libro per terra, fece due passi e sbatté il mignolo contro lo spigolo del letto.

<< Porco... >>

Finalmente dopo aver evitato che il lenzuolo-polpo le circondasse i piedi riuscì a raggiungere la porta e ad aprirla.

Vide, in modo molto sfocato, la figura mi Matsuri che spalancava la bocca e gli occhi.

<< Siete ancora in pigiama! Gli invitati stanno arrivando! >>
<< Andiamo tsu tsu... >>

A quelle parole Matsuri si bloccò un istante aggrottando le sopracciglia. Subito dopo si ricompose cercando di mantenere la calma.

<< Preferisco essere chiamata Matsuri >>
<< Matsuri. I decibel Matsuri. Sono troppo alti >>
<< Dovete vestirvi e lavarvi e truccarvi... >>
<< Con questo ordine? >>

Matsuri gonfiò le guance in un broncio.

<< Se andate a lavarvi vi porto il caffè >>

La ragazza fece uno smagliante sorriso.

<< Che donna splendida e meravigliosa. Quasi quasi sposo te >>

Matsuri ignorò quelle parole dirigendosi verso la cucina.
Sumire se ne andò in bagno e si riempì la vasca, nell'attesa si sedette sullo sgabello e iniziò ad insaponarsi.

Poi si bloccò.

Quel giorno era arrivato.
Quel tremendo giorno.
Deglutì.
Sentì un tremendo peso sul petto ed una dolorosa morsa allo stomaco.
Stava prendendo consapevolezza e questo la gettò nel panico, si mise la mani sul viso avvertendo il suo respiro farsi sempre più pesante.
Alla fine si mise in posizione fetale e pianse lacrime amare.


*


Quell'abito lo stava facendo impazzire.
Ogni singola fibbia o cucitura sembrava aver deciso deliberatamente di disporsi in modo tale da stringere o prudere o pizzicargli la schiena.

Gaara si stava sistemando lo juban quando sentì bussare la porta.

<< Avanti >>

Era Kankuro.
Il fratello si avvicinò lentamente scrutando la stanza.

<< Che bell'abito >>

Il minore sbuffò domandandosi come fosse possibile essere riuscito a diventare Kage, essere resuscitato dal regno dei morti, aver vinto una guerra, ma non riuscire a sistemarsi un maledettissimo pezzo di stoffa addosso.

<< Lascia faccio io >>

Gli si avvicinò sistemandogli l'haori.
Stettero per una manciata di minuti in silenzio fino a quando Kankuro non decise di parlare.

<< Fratello >>

Quell'espressione e quegli occhi non piacquero affatto a Gaara e quel tono di voce serio sembrava celare una grandissima disperazione.

<< Va tutto bene Kankuro? >>

Il maggiore chiuse gli occhi.

<< Sei cosciente di cosa comporta questa notte? >>

Gaara si ritrovò ad abbassare lo sguardo a disagio.
Sapeva cosa comportava il matrimonio, almeno sulla carta. Annuì e cercò di cambiare discorso.

<< Non hai motivo di essere così preoccupato per me e poi... >>
<< Trattala con rispetto >>

Gaara aggrottò la fronte sinceramente confuso.

<< E cerca di non farla soffrire >>

Il minore deglutì ancora confuso ma recependo appieno il peso di quelle parole.
Kankuro non attese una risposta, si limitò a girare i tacchi e ad uscire dalla porta.

*


<< Kazekage-sama le ho portato il suo cappell... >>

Le parole le morirono in gola.
Gaara indossava il completo cerimoniale, ed era bello, così bello da far male.

<< Grazie Matsuri >> disse stanco quasi gli pesasse persino tenere gli occhi aperti.

Era così infelice che sembrava dovesse andare al patibolo.

<< Kazekage … >>
<< Matsuri almeno per oggi fammi il favore di chiamarmi per nome >> disse alquanto irritato e non era da lui cedere così ai suoi sentimenti.

Rimase immobile di fronte a lei ma voltò il viso verso la finestra, cercando di evitare quelle perle nere.
Matsuri serrò le labbra avvertendo in pieno la tensione che si era venuta a creare. Poggiò il cappello sulla scrivania e lui spostò l'attenzione verso quell'odiato ornamento.
L'aveva sempre odiato, sin da quando l'aveva visto sulla testa del padre, se fosse stato possibile l'avrebbe volentieri sepolto in un angolo remoto del deserto.

<< Hime-sama è pronta? >>
<< Hai. lo Tsukikate e gli altri ospiti si sono riuniti fuori dal palazzo in questo momento >>

Gaara prese in cappello e se lo mise in testa di malavoglia. Si piazzò davanti la sua allieva, ex allieva, e le guardò il coprifronte che lei teneva legato al collo.

Non seppe spiegarsi il motivo ma gli tornò in mente quando la sua piccola allieva lo aveva pregato di allacciarglielo al collo.

A Matsuri non sfuggì quello strano comportamento, come non sfuggì quel pesante velo malinconico e quella rabbia, quella nube grigia che copriva quello splendido color acquamarina.

<< Cosa c'è? >>

Lui si risvegliò dai suoi pensieri e per un istante incrociò i suoi occhi.

<< Sarà meglio che vada... >>

Fece due passi in direzione della porta socchiusa.

<< Gaara-sama >>

Sentire la sua voce faceva male.

<< Sarebbe davvero disdicevole se facessi aspettare gli ospiti >>

Matsuri si sentì prudere le mani e non riuscì a controllare la sua voce.

<< Gaara-sama io... >>

Il Kazekage si girò notando gli occhi lucidi della sua allieva.
Spalancò gli occhi sentendo le labbra bella ragazza premute contro le sue. Lei gli era andata incontro con così tanta irruenza che gli aveva fatto cascare il cappello.
Matsuri lo stringeva per la tunica con una forza tale che il tessuto minacciava di strapparsi.

Quando si staccò lui la guardò con uno sguardo attonito mentre lei gli si inchinò davanti tremante.

<< Goumen, gomen, gomen-nasai Kazekage ma io... >>
<< Gaara... >>

Lei spalancò gli occhi e serrò le labbra.

<< Per te io sono solo Gaara >>

Con una mano le fece cenno di alzarsi. Osservò ogni singolo dettaglio del viso della sua allieva cercando di trovare le parole adatte.

<< Se solo avessi capito prima... >>

Perchè Gaara aveva finalmente capito cos'era quella dolorosa fitta allo stomaco, finalmente aveva dato un nome a quelle mani fredde e a quella strana tachicardia.
E sapere che la sua allieva lo ricambiava lo gettava nello sconforto.

<< Spero solo tu possa perdonarmi Matsuri >>

Con un braccio le cinse le spalle avvicinandola a se e poggiando la fronte sulla sua.

<< Se non fossi stato così sciocco saremmo stati felici insieme >>

La ragazza spalancò nuovamente gli occhi e subito una scia di piccole lacrime le attraversò la guancia.
Tremava leggermente Matsuri ma non osava fiatare, le parole erano così tante che faticavano a venire fuori.
O forse semplicemente non c'era niente da dire.

<< Goume-ne... >>

Questa volta fu il ragazzo a baciarla, un bacio casto ed incerto ma estremamente dolce.
Si staccò da lei lentamente, a fatica, fece scivolare la mano libera sul suo braccio prima di poggiarla sulla sua guancia ma ciò non fermò quelle lacrime.
Matsuri era ancora immobile ed in silenzio.

<< Sei libera di non presentarti alla cerimonia, anzi prenditi qualche giorno libero, esci e… >>

La ragazza lo abbracciò affondando il viso nel suo petto.
Deglutì sentendo il respiro farsi pesante e non riuscì più a parlare.

*

Sumire era dietro la porta dell'ufficio del Kazekage.
Era andata lì con l'intenzione di spalancala ed uscirsene con una frase del tipo “andiamo e finiamola con quella pagliacciata” ma venne colta alla sprovvista quando vide le loro labbra premute uno contro l'altra, inesperte e disperate.

Si era appoggiata al muro ed aveva incrociato le braccia al petto sentendosi in colpa.

Dopo aver chiesto Hana come dote si era convinta che quel ragazzo fosse solo un freddo calcolatore, una macchina programmata solo per comandare il villaggio.
Non aveva capito quanto anche lui stesse soffrendo.
E adesso si spiegava perchè Matsuri la odiasse così tanto.

Baka Matsu-chan!

Inspirò profondamente e si diresse nelle sue stanze.





Angolo dell'autrice
Goumen per il ritardo, sono stata impossibilitata ad avvicinarmi al pc.
Che dire? La situazione sembra così ingarbugliata che a confronto le cuffiette tenute in tasca per una settimana sembrano più facili da sciogliere. Spero solo di non cadere in qualche clickè andando avanti.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
Un bacio.

Violetta_
   
 
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