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Autore: Indelible93    02/05/2009    6 recensioni
Il tempo di crescere è ormai giunto. L'amnesia è un grande vuoto che, Kagome Higurashi, energica ragazza diciassettenne, desidera colmare. Il ricordo sbiadito di una ragazzo dai capelli argentei che la salva dalla minaccia di un demone malvagio la tormenta ormai da anni. Il fratello, Miroku, donnaiolo ormai diaciannovenne, sembra anch'egli non essere del tutto immune al dolore che affligge la ragazza. Le giornate sembrano scorrere placidamente per la nostra Kagome, ma un nuovo incontro potrebbe stravolgere totalmente la sua esistenza e portarla a porsi tante domande. E sarà lei, con il suo intuito e la sua tenacia, a tentare di far luce sui suoi ricordi e a dare un volto al suo misterioso protettore.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2° C A P I T O L O

Kagome varcò una porta vetrata, affiancata dal fratello, che aveva insistito per accompagnarla. 
Trattenne il capo con una mano e sospirò rassegnata, resasi conto solo dopo della stanza in cui l'aveva condotta. 
Lanciò una breve occhiata all'interno della sala, avvicinandosi solo di due-tre passi per permettere che la porta le si chiudesse delicatamente alle spalle. 
La stanza era piuttosto piccola, ma non era affatto difficile capire a cosa servisse: era un'infermeria.
Il sordo avanzare di alcuni passi la riscosse dai suoi pensieri. A giudicare dal rumore si trattava di una donna. 
Si sporse nella stanza adiacente, ricercando con lo sguardo la sua figura. 
Miroku le posò delicatamente le mani sulla schiena, per invitarla ad avanzare tranquillamente. 
- Entrate pure. -
Una voce femminile la fece sussultare. 
Trattenne a stento un gemito di dolore, mentre una voce le si insinuava nuovamente tra i i ricordi.
Kagome.
Il buio la ingoiò dentro di sè. 
I sensi l'abbandonarono.

                                                                                                                                                                  

Lanciò un' occhiata attorno a sè e sospirò. 
Molto probabilmente si ritrovava catapultata all'interno di un altro ricordo. 
Sperando di riuscire a portare un po' d'ordine all'interno di quei ricordi disordinati e frammentati, portò una mano all'altezza del cuore per tentare di placare la propria ansia. Chiuse gli occhi per un'istante, traendo un profondo respiro. 
Aveva paura, aveva terribilmente paura di ricordare. 
Ma d'altro canto una parte di sé, forse più forte e tenace di quella arrendevole, che in un primo momento aveva ceduto alla paura, bramava e desiderava abbandonarsi a quei ricordi. 
Riaprì lentamente gli occhi e li puntò, decisa, di fronte a sè. 
Inorridì all'istante, ancorando le gambe al suolo, nonappena si rese conto di quel che aveva di fronte.
Vide una bambina dai capelli lunghi, inginocchiata in terra. 
Era ferita gravemente. 
Il sangue le scorreva copioso dal fianco destro e una ferita piuttosto profonda le attraversava metà gamba. 
Piangeva ininterrottamente e le mani insaguinate le coprivano il viso. 
La bambina iniziò a strillare e, voltandosi di spalle, strisciò fino al muro, ponendo un braccio di fronte a sè per proteggersi. 
Chi o cosa l'aveva ridotta in quelle condizioni?
Kagome le corse incontro. 
La sua voce era rotta dal pianto. 
Incrinata e talmente debole che sembrava spegnersi in un susurro appena percepibile.
-..Yasha. - sussurrò la piccola. - ...yasha.- ripetè a bassa voce. 
Una folata di vento la costrinse a chiudere gli occhi. 
Con le braccia tentò di proteggere la bambina che piangeva, ma si accorse di non riuscire neppure a sfiorarla. 
Quando avvicinò una mano per ripararla, le sembrò di accarezzare il vento. 
Il buio di quel luogo però non le permise di vedere molto. La vista era sfuocata e l'unico angolo di luce era quello che le circondava in un mezzo semicerchio, contornato da sangue. 
Un rumore sordo e un ringhio pericoloso spezzò il silenzio e interruppe il corso dei suoi pensieri. 
Urlò, spingendosi con le spalle contro il muro ruvido e danneggiato che le graffiò l'avambraccio. 
- Devi solo azzardarti a sfiorarla, demone.-
Quella voce così calda e profonda, dal suono vagamente gutturale, la riconobbe all'istante. - Ti proteggerò io. Ti fidi di me?-
Kagome se lo ritrovò di fronte a sè. 
Le dava le spalle e la chioma argentea gli ricadeva delicatamente sulla schiena.
Stava proteggendo quella bambina da.. un demone?
Le gambe le tremarono per l'emozione, e non solo, quando strisciò contro la parete per rimettersi in piedi. 
Forse quel giorno sarebbe riuscita a vedere il suo volto.  
La bambina trattenne il viso nascosto tra le mani. 
Allargò le dita per guardarlo.
- Chiudi gli occhi.- ringhiò lui, estraendo dalla sua elsa una spada. 
La bambina tremò e, trattenendo a stento un singhiozzo, disse in un soffio.- Si. Io mi fido di te.- 
Kagome, disorientata, scosse lentamente la testa e distolse lo sguardo dalla bambina rannicchiata vicino alle sue gambe. 
Scacciò via la paura e raggiunse lentamente lo sconosciuto che si frapponeva tra loro e un demone. 
Lo raggiunse cautamente, con il cuore che sembrava volerle scoppiare in petto. 
Trasse un profondo sospiro e provò a toccarlo. Al contrario di quanto era accaduto poco prima con la bambina, riuscì a sfiorarlo e a sentire il suo calore. 
Un tepore così piacevole che le provocò una scarica elettrica lungo tutto il corpo. 
Quel tocco, non ne capiva il motivo, ma era qualcosa di familiare. 
Gli tenne la mano poggiata sulla spalla muscolosa e provò ad avvicinarsi, ma per qualche strano motivo, l'uomo stirò il braccio per evitarle di avanzare oltre e assunse una posizione di difesa. 
Di fronte a sè solo una nube di vuoto e tenebre. Un ringhio più acuto e feroce di quello che aveve udito fino a pochi istanti prima le fece raggelare il sangue nelle vene. 
Cosa diavolo sta succedendo? 
Si trattenne a stento dal gridare a pieni polmoni quella frase che le rimbombava in testa. 
Le urla alle sue spalle la fecero sobbalzare. - Kagome, non muoverti, accidenti a te.-
Improvvisamente avvertì alla testa un dolore talmente forte da farla gridare e barcollare sul pavimento. La vista iniziò ad annerbiarsi. Alzò il capo dal pavimentò e spalancò la bocca per lo shock, quando riuscì a scorgere finalmente il viso di quella bambina. 
Era lei, quella bambina.
Non era un sogno, nè uno scherzo della sua mente, come aveva più volte ipotizzato. 
Ciò che aveva appena vissuto non era altro che uno strascico dei suoi ricordi perduti.



  
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