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Autore: Giandra    11/09/2016    4 recensioni
❧ Britin
➥ post-canon; brief & non visual smut
Storia scritta secondo il prompt "Britin; Incontro di sfuggita dopo molto tempo", del gruppo Facebook We are out for prompt
Quando aveva letto "New York" sul file del suo imminente viaggio di lavoro non ci aveva riflettuto tanto, neanche aveva ben concepito il significato di quelle due piccole parole; ma quando si era ritrovato a prenotare il biglietto e a pronunciarle ad alta voce, aveva realizzato dove stesse effettivamente per andare.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando aveva letto "New York" sul file del suo imminente viaggio di lavoro non ci aveva riflettuto tanto, neanche aveva ben concepito il significato di quelle due piccole parole; ma quando si era ritrovato a prenotare il biglietto e a pronunciarle ad alta voce, aveva realizzato dove stesse effettivamente per andare.
Tutti i suoi amici avevano evitato scrupolosamente di nominare la città da quasi un anno a quella parte - tranne Melanie, in parte senz'altro per infastidirlo, in parte probabilmente perché sperava si desse una mossa a prendere un biglietto di sola andata per NY -, ma non aveva mai dimenticato cosa rappresentasse, non aveva mai dimenticato lui - ed era piuttosto sicuro che anche per Justin valesse lo stesso.
Quello che nei mesi precedenti sarebbe stato il suo più grande desiderio era diventata una paura: pensare di rincontrarlo, dopo tutto quel tempo in cui non si erano né visti, né telefonati, non sembrava una prospettiva allettante; ma, in fondo, possibile che in una intera grande metropolis dovesse incrociare proprio lui? Spinto da questa riflessione, aveva deciso quindi di andare, contando sulla sua buona sorte; e tuttavia, la sua vecchia amica gli voltò le spalle quella sera: eccolo lì, con quei capelli d'oro e il sorriso capace di illuminare l'intero cosmo, attirato da una delle tante vetrine fosforescenti su un marciapiede. Erano a praticamente dieci metri di distanza - maledetto lui che era uscito a prendere quel dannato caffè -, ma Justin non se ne accorse finché non voltò il capo verso la strada. La busta della spesa che portava tra le dita gli cadde di mano e la riaccolse solo molti secondi dopo, ancora imbambolato. Brian, a quel punto, si avvicinò, mettendolo a fuoco minuziosamente. Non poté fare a meno di notare la giacca blu, con sotto la camicia a quadretti, e sorridergli ammiccante. La prima volta che si erano visti gli stava un po' più larga, ma ormai anche lui aveva messo su qualche muscolo. «Ti è sempre stato bene questo completo» gli disse, causando la sua risata cristallina che gli era tanto mancata. 
Gli occhi gli luccicavano e il sorriso non accennò a scemare. «È quella che uso per attirare gli uomini più grandi» scherzò lui di rimando e fu il turno di Brian per ridere, calando un po' il capo e affossando il collo nel bavero del cappotto.
«Beh, funziona.»
Justin annuì. «Lo so.»
L'espressione di Brian lentamente si distese e lo guardò profondamente negli occhi, nello stesso modo in cui si osserva un'opera d'arte. Justin ricambiò l'occhiata malinconico.
Il più grande dei due agì d'impulso, andando a carezzargli la guancia con dolcezza; immediatamente il biondo chiuse gli occhi, beandosi di quel contatto paradisiaco. Il moro avrebbe voluto piangere - davvero -, ma non l'avrebbe mai fatto in sua presenza; Justin invece si lasciò sfuggire un'unica lacrima cristallina, che gli rigò il viso come la mina di una matita. Brian gliela asciugò piano con il pollice, dopodiché scese a baciare delicatamente il lembo di pelle umido e salato, vezzeggiandolo. 
Justin fece combaciare i nasi per qualche secondo, per poi baciarlo più focosamente di quanto non avesse mai fatto. Brian si deliziò di quelle labbra che aveva tanto bramato e si perse nel primo bacio che dava in un anno - inconsciamente seguiva ancora le loro regole: niente nomi o numeri di telefono e non baciava nessuno sulla bocca; a volte persino sperava di vederlo rincasare prima delle tre.
Le lingue si scontrarono con passione e Brian circondò il suo volto con i palmi delle mani bene aperti. Si esplorarono per minuti interi, prima di dividersi per riprendere fiato. Justin si gettò sul suo petto senza pensarci due volte e Brian lo strinse a sé più forte che poteva - il braccio sinistro sulla schiena e la mano destra tra i suoi bei capelli.
Sarebbe stato molto meglio capirlo prima: capire che gli bastava la sua presenza per essere davvero completo; desiderava averlo raggiunto mesi orsono, invece che aspettare e perderlo - perché per la primissima volta in vita sua Brian Kinney aveva un rimpianto.
Andarono nell'appartamento di Justin, la cui unica parte che Brian notò davvero fu il letto. Fecero l'amore tutta la notte, parlarono di qualsiasi cosa, come se Justin non fosse mai andato via; desiderarono di poter fermare il tempo e di rendere quella serata infinita, di distruggere le lancette dell'orologio e bloccarle in quel momento per sempre.
Alla fine, prima di assopirsi e dopo essersi uniti appassionatamente per almeno la decima volta, Justin si spalmò sui pettorali di Brian e si allacciò alla sua vita con le gambe. Brian artigliò le sue spalle con le dita e lo coccolò fino a che non si fu addormentato. Avrebbe voluto farlo entrare nel suo cuore, portarlo con sé, rapirlo - a costo di infilarlo nella valigia -, ma non poteva.
Come un anno prima, si abbracciarono con amore; come un anno prima, si addormentarono assieme; ma non fu Brian, quella volta, a svegliarsi da solo.



   
 
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