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Autore: Kodocha    12/09/2016    7 recensioni
Lui l'aveva tradita con lei...la sua migliore amica.
Lei lo aveva odiato.
Dopo due anni trascorsi in Italia per lasciarsi il passato alle spalle, Sana su richiesta di Misako, decide di tornare a Tokyo dove frequenterà l'ultimo anno di liceo insieme alle sue vecchie amicizie, dando così inizio al suo tormento.
Riusciranno i nostri protagonisti a mettere da parte i sensi di colpa e i rancori, per recuperare un rapporto che sembra ormai perduto?
Una cosa è certa: nuovi incontri, convivenze forzate, litigi e gelosie saranno all'ordine del giorno!
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Crossover tra Kodocha e Marmalade boy/Piccoli problemi di cuore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro personaggio, Aya Sugita/Alissa, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Da quando all’età di undici anni aveva iniziato a praticare il karate, su consiglio di quello strano omino baffuto che occupava la carica di preside all’interno della scuola elementare Jimbo, correre senza sosta per le strade della città, era diventato il suo modo migliore per staccare la spina dal resto del mondo e liberare la mente da tutti i problemi che lo tormentavano, eppure nell’ultimo periodo nemmeno quello riusciva ad impedirgli di farsi travolgere dai suoi stessi pensieri, pensieri rivolti ad un’unica persona, Sana.
Nelle settimane che seguirono l’incontro avvenuto sotto al loro gazebo, il luogo dove tutto ebbe inizio, non c’erano stati notevoli sviluppi; Sana continuava a mantenere le distanze, parlandogli solo quando era “costretta” a farlo e il fatto che ormai la punizione fosse terminata già da un pezzo, rendeva ancora più difficile tentare un approccio con lei.
Era assolutamente consapevole che dovesse darle tempo, lasciarle e i suoi spazi, ma nonostante ciò non riusciva più a reggere quell’attesa che con il passare dei giorni, diventata sempre più insostenibile e snervante da sopportare.
Era più forte di lui, non riusciva a sopprimere quella voglia di stringerla tra le sue braccia ed inebriarsi del suo profumo alla vaniglia, di baciarla ed assaporare quelle labbra che tanto desiderava, trascinarla in camera sua ed unire il suo corpo a quello di lei, amandola in tutti i modi possibili.
Se non altro, come magra consolazione, aveva avuto l’impressione che il rapporto tra lei e Yuri si fosse notevolmente raffreddato, impressione dovuta dal fatto che da quel giorno non aveva avuto più la “fortuna” di vederli intenti a scambiarsi smielate effusioni tra i corridoi scolastici e ovviamente la cosa non poteva che renderlo felice.
«Ehy biondino, fermati!»
Interruppe la sua corsa quando sentì una voce femminile, chiamarlo con quello stupido nomignolo.
Si voltò, trovando una ragazza dai capelli castani avanzare verso di lui.
Aveva un aspetto vagamente familiare, ma in quel momento non riusciva a ricordare dove poteva averla già vista.
Si fermò a pochi centimetri da lui e gli sorrise imbarazzata «Tu sei Akito, l’amico di Tsuyoshi, dico bene?»
Annuì «Ed hai interrotto la mia corsa per chiedermi questo?» sbottò infastidito.
«No, veramente ti ho visto e ho deciso di fermarti per…si insomma, chiederti…» si guardò furtivamente intorno, per poi avvicinarsi al suo orecchio e sussurrargli «Ti dispiacerebbe fingerti il mio ragazzo per qualche minuto?»
Hayama la guardò sconcertato, indeciso se scoppiare a riderle in faccia o allontanarsi il più velocemente possibile da quella tipa, senza nemmeno degnarla di una risposta.
«Lo so, ti sembrerà una richiesta strana. Ma c’è un tipo che mi sta perseguitando e tu sei stato il primo volto conosciuto che mi è capitato a tiro e…»
«Non è un problema mio» l’interruppe bruscamente «E poi non ti conosco nemmeno, perché mai dovrei accettare di farti un favore?»
«Ma come, non mi hai riconosciuta?» s’indico il viso con l’indice «Sono Miky, l’amica di Meiko, la ragazza di Tsu. Ci siamo incontrati al luna park durante il loro primo appuntamento, ricordi?»
«Comunque sia non m’interessa» borbottò, dandole le spalle.
Fece per andarsene, ma lei lo fermò, afferrandolo per un braccio «Andiamo, ma che ti costa?»
«L’ultima volta che ho finto di essere il fidanzato di un’altra, mi sono rovinato la vita» si lasciò sfuggire, alludendo a quella sera di due anni addietro, quando fingendosi il ragazzo di Aya, per salvare quest’ultima dalle avance di un perfetto sconosciuto, aveva finito col credere di provare qualcosa per lei.
Ripensando a quell’episodio, non potè far a meno di darsi nuovamente dello stupido per aver potuto anche solo pensare di potersi innamorare di un’altra che non fosse quella ragazza dai lunghi capelli ramati, che aveva completamente stravolto la sua vita.
Miky non ebbe nemmeno il tempo di rispondergli, o anche solo di capire il significato delle sue parole, che sentì una voce a lei conosciuta proprio alle sue spalle «Eccoti, ma dov’eri finita?»
Si voltò, seguita subito dopo da Hayama «Ciao Nick!» lo salutò, con un sorriso palesemente finto stampato sul volto «Io ecco…» si attaccò come una ventosa al braccio di Hayama «Scusami se sono corsa via, ma avevo appuntamento con il mio ragazzo» concluse, beccandosi un’occhiataccia da parte del biondino al suo fianco.
Lui fece per ribattere, ma Miky glielo impedì, calpestandogli un piede con il suo, provocandogli una smorfia di dolore «Ma ti è dato di volta in cervello per caso?»
Nick spostò lo sguardo dall’uno all’altro, con fare sospetto «Quindi è lui il ragazzo di cui mi parlavi?»
«Proprio così»
Con la “scusa” di stringere Hayama in un abbraccio affettuoso, si avvicinò nuovamente al suo orecchio «Senti, non so se questo riuscirà a farti cambiare idea, ma sappi che se deciderai di aiutarmi ti offrirò la cena nel ristorante di sushi di mio zio» lo sentì sussultare sotto al suo tocco e per un attimo ebbe l’impressione che i suoi occhi si fossero improvvisamente illuminati .
«Sushi?» ripetè, non riuscendo a nascondere il suo entusiasmo.
Miky lo fissò incredula… com’era possibile che bastasse così poco per fargli avere una reazione del genere?
«Ehm…sì, allora, ci stai?»
Akito aprì la bocca con l’intento di risponderle, ma Nick glielo impedì «Vorrei ricordarvi che ci sono anch’ìo qui»
Miky si staccò dal biondino e porse un sorriso di scuse all’altro ragazzo «Hai ragione, devi scusarci. Ma vedi, siamo così affiatati che non riusciamo a darci un contegno» affermò, facendolo accigliare
«Beh, se devo essere sincero, non mi sembra che il tuo ragazzo sia così preso da te»
Scoppiò in una risata nervosa «E’ solo perché è un timidone!» afferrò il volto di Akito tra le mani e gli pizzicò entrambe le guance «Vero pasticcino?»
«Pasticcino?» ripetè Hayama disgustato, spostando le mani dal suo volto.
Ok per il sushi, ma questo era troppo.
«Hai per caso deciso di mandare a puttane la mia virilità?»
«Andiamo, per così poco!»
«Per così poco dici?»
«Certo, Tsu e Meiko si chiamano sempre con questi “nomignoli”»
«Io non sono come Sasaki!»
«Infatti, non possiedi nemmeno un briciolo della sua simpatia, per non parlare della gentilezza!»
Nick finse di tossire, per attirare la loro attenzione ed interrompere quello strano battibecco «Ho la netta sensazione che vi state prendendo gioco di me» incrociò le braccia al petto «Voi due non state insieme, dico bene?»
«Certo che stiamo insieme!» si affrettò a rispondere Miky «Ti pare che abbia fermato il primo ragazzo che mi sia capitato a tiro e gli abbia chiesto di fingersi il mio ragazzo?»
«Solo una stupida potrebbe farlo» la provocò Akito, beccandosi un pizzicotto sul fianco da parte sua «Smettila o il sushi te lo sogni!» gli sussurrò a denti stretti,  facendolo sbiancare all’istante.
L'altro li scrutò dall’alto in basso, per nulla convinto dalle loro parole, ma alla fine decise ugualmente di farsi da parte «D’accordo, allora ci vediamo» concluse, dando ad entrambi le spalle, allontanandosi da lì e facendo tirare un sospiro di sollievo alla ragazza, ancora stratta al braccio di Akito.
«Perfetto “simpaticone”, ora non mi resta altro da fare che mantenere la promessa che ti ho fatto» lo sciolse dalla sua presa e s’incamminò, esortandolo con un cenno del capo a seguirla «Il ristorante di cui ti ho parlato non è molto distante da qui, ci vorranno al massimo una decina di minuti» lo avvertì, ricevendo come risposta un semplice mugugno.
«Comunque sia ti ringrazio, mi hai salvata da una situazione a dir poco spiacevole»
«Mmmhh»
«Sei un tipo poco loquace, vero?» gli chiese, facendolo alzare nelle spalle «Lo interpreterò come un sì» 
«Perché l’hai fatto?» le domandò.
«A cosa ti riferisci?»
«Perché hai finto di avere un ragazzo?  Non sarebbe stato più semplice dirgli che non sei interessata?»
«Credi che non l’abbia già fatto? Gliel’avrò ripetuto almeno un centinaio di volte che non sono interessata ad uscire con lui, ma nonostante ciò non sembra affatto intenzionato a demordere»
«La trovo comunque una cosa stupida ed infantile. Prima o poi verrà a sapere che era solo una menzogna, considerando che non ci vedrà più insieme, non ti pare?»
«Questo è vero, ma almeno per stasera me lo sono levato dai piedi» sospirò «Spero solo che durante la mia permanenza a Londra, trovi qualcun’altra da perseguitare e si decida a lasciarmi in pace»
«Ti trasferisci?»
In realtà non era per nulla interessato alla sua risposta, ma visto che gli stava per offrire una cena a base di sushi, decise di mostrarsi meno scorbutico del solito …nei limiti del possibile, ovviamente.
«No, ho ottenuto uno scambio culturale. Resterò lì per circa tre mesi»
«Capisco»
«Verrà anche Yuri» aggiunse improvvisamente, attirando subito la sua attenzione.
«Davvero?»
Annuì «Inizialmente aveva rifiutato, ma poi non so esattamente il perché, ha cambiato idea»
E questa notizia gli provocò inevitabilmente un gran senso di sollievo, visto che l’idea di quei due che convivevano sotto lo stesso tetto, non gli andava affatto a genio.
Certo, si trattava solo di una misura temporanea e poi sarebbe tornato tutto alla normalità, ma sempre meglio di niente.
«Voi due siete amici?» gli chiese, ricevendo un secco ed infastidito «NO!» come risposta.
Gli dedicò un'occhiata, tipica di chi la sa lunga «Suppongo che questo astio nei suoi confronti sia causato da Sana, non è vero?»
«Cosa te l’ho fa pensare?»
«Beh, ho assistito al vostro battibecco durante quel giorno al luna park e fattelo dire, sembravate due cani randagi che bisticciavano per un osso»
La guardò stranito «Due cani randagi che bisticciavano per un osso?»
«Proprio così, era evidente che entrambi eravate interessati a lei. Anche se tu eri ancora impegnato con quella ragazza dai capelli castani che era con te quel giorno»
«E tu sei ancora innamorata di Yuri» constatò, facendola arrossire.
«E’ così evidente?»
Annuì.
Sbuffò «E’ tutto un casino»
«Già»
«E dimmi, hai intenzione di riprenderti Sana?»
«Non ti riguarda» brontolò, piccato.
«Invece mi riguarda eccome! Perché se riuscirai a riconquistarla, io avrò campo libero con Yuri e potremmo finalmente tornare la coppia perfetta che eravamo un tempo»
«Se eravate la coppia perfetta, perché mai vi siete lasciati?» domandò scettico, sollevando un sopracciglio.
Miky chinò lo sguardo, rattristandosi di colpo «Perché sono una stupida. Pensavo di essermi innamorata di un altro ragazzo che conobbi sul mio posto di lavoro, in gelateria. Solo dopo averlo perso ho capito che in realtà non ho mai smesso di amare lui, di aver scelto l’altro semplicemente perché ero stanca di quella “monotonia” che nell’ultimo periodo la nostra storia stava attraversando»
«Allora siamo in due ad essere degli stupidi» aggiunse lui, con un tono piuttosto rammaricato che non le passò inosservato.
Le fu chiaro che anche lui avesse rovinato tutto con Sana a causa di uno sbaglio del quale si era amaramente pentito e ciò gli fece provare inevitabilmente della compassione nei suoi confronti... sapeva cosa si provava nell’aver perso tutto a causa di uno stupido errore e non sapere come fare per rimediare.
Addolcì lo sguardo e si posizionò di fronte a lui «Ascolta, abbiamo circa novanta giorni a disposizione per riconquistarli, quindi smettiamola di piangerci addosso e limitiamoci a fare del nostro meglio per far si che tornino al nostro fianco» esclamò, alzando un pungo a mò di sfida, che gli fece scappare un mezzo ghigno divertito.
«Certo che sei davvero buffa»
«Certo che sei proprio un ingrato! Io cerco di tirarti su di morale e tu mi prendi in giro?» sbuffò.
«Non è mica colpa mia se sei una delle ragazze più strane e buffe che abbia mai incontrato in vita mia»
Miky rizzò i capelli dalla rabbia «Sai che ti dico? Spero che il sushi ti vada di traverso!» affermò con stizza, tornando ad incamminarsi e borbottando imprecazioni ed insulti poco carini nei suoi confronti, lasciando Hayama dietro di lei… piegato in due dalle risate.

 

 
*****

 
 
Era da circa dieci minuti che si trovava impalata davanti 
alla porta della camera di Yuri, non riuscendo a trovare quel coraggio sufficiente che la spingesse una buona volta a bussare, ma nulla.
Allungò una mano chiusa a pungo e l’avvicinò a quella superficie in legno, ma all’ultimo la ritrasse nuovamente.
Erano settimane che non sapeva come comportarsi con lui, non solo a causa dello strano incontro che c’era stato con Hayama sotto al gazebo, ma soprattutto perché da quel giorno, nonostante non gli avesse confessato nulla, Yuri non faceva altro che comportarsi freddamente nei suoi confronti.
Non la baciava, non sgattaiolava più in camera sua di notte, come invece era solito fare da ancor prima che iniziassero a frequentarsi, non cercava alcun contatto fisico, a stento le rivolgeva la parola ed ogni volta che lei, presa dall’esasperazione, gli chiedeva se c’era qualcosa che non andava, lui le rispondeva sempre allo stesso modo:
Non so, dimmelo tu. C’è qualcosa che dovrei sapere?
Una risposta che la mandava letteralmente in confusione, visto che non riusciva proprio a capire a cosa si stesse riferendo.
Inspirò ed espirò profondamente un paio di volte, ma proprio mentre stava per fare l’ennesimo tentativo, la porta della camera si aprì, mostrando Yuri vestito con una camicia bianca a cui aveva tirato su i polsini e un paio di jeans schiariti sulle gambe, capelli leggermente spettinati e un piccolo accenno di barba.
Era bello nella sua semplicità, come sempre, su questo non c’erano dubbi.
«Perché sei qui?» le chiese, riportandola alla realtà.
Sana richiuse la bocca, rimasta tristemente aperta per tutta la durata della sua contemplazione «Sono venuta qui per avvisarti che Asako e Rei sono arrivati. Ci stanno aspettando di sotto per cenare»
Yuri annuì, scrutandola dall’alto in basso, visibilmente compiaciuto da ciò che vedeva.
Sana indossava un abito bianco dalla fantasie floreali che le arrivava appena sopra il ginocchio, stretto in vita da una fascia di colore blu, dei sandali ai piedi con un cinturino intorno alla caviglia, i capelli li aveva lasciati semplicemente sciolti e sul suo volto vi era appena una piccola traccia di trucco, eppure non potè fare a meno di constatare ancora una volta di come con il passare dei giorni diventasse sempre più bella.
Calò un profondo silenzio, che durò per diversi secondi, durante il quale a lei fu chiaro che, nonostante lo strano comportamento che le aveva riservato negli ultimi tempi, la desiderasse ancora, lo leggeva nel suo sguardo, dal suo modo di affondare i denti nel labbro inferiore mentre la guardava, eppure c’era qualcosa di diverso, in un certo senso era come se fosse assente, non era lo stesso Yuri di sempre.
«Andiamo allora» disse infine, avanzando verso le scale, senza nemmeno attendere una sua risposta.
Sana sospirò, continuando a fissarlo di spalle, finchè non sparì dal suo campo visivo, non riuscendo proprio a capire cosa potesse essere accaduto da portare un tale cambiamento nella loro relazione.
 La serata proseguì in maniera abbastanza piacevole; parlavano, ridevano, scherzavano, tutti eccetto Sana.
Era più forte di lei,  la vicinanza di colui che in teoria era ancora il suo ragazzo, seduto al suo fianco e che, come com’era solito fare nell’ultimo periodo, non stava facendo altro che ignorarla, le provocava inevitabilmente un gran senso d'angoscia.
«Allora, ci dite qual è quest’importante notizia che avete da darci?» chiese Bart, rivolgendosi ad Asako e Rei.
Quest’ultimo posò una mano su quella della sua fidanzata e con un sorriso a trentadue denti, sparò la bomba «Abbiamo deciso di sposarci»
A quelle parole partirono una serie di urla di felicità, congratulazioni, abbracci e strette di mano, da parte di tutti i presenti, compiaciuti dalla notizia appena ricevuta.
«E a quando il grande giorno?» trillò entusiasta Sana, mettendo per un attimo da parte tutti quei turbamenti che nell'ultimo periodo la stavano tormentando.
«Tra due settimane. Sappiamo che è un po’ affrettato e che probabilmente sarà un problema riuscire ad organizzare le nozze in così poco tempo, ma dopo tutti questi anni vissuti l’uno al fianco dell’altra, non vogliamo più perdere tempo» le rispose sorridente Asako.
«Tra due settimane?» chiese Yuri, grattandosi nervosamente la nuca «Beh, sarà un problema riuscire ad esserci per me» continuò, provocando una gran confusione da parte di tutti gli altri, eccetto dal padre, che sapeva perfettamente a cosa si riferisse.
«Credo che sia giunto il momento che tu dica loro ciò che stai rimandando da settimane» aggiunse quest’ultimo, sorseggiando un bicchiere di sakè.
Yuri guardò l’orologio appeso alla parete del soggiorno «Preferirei aspettare un altro po’, dovrebbe essere qui a momenti»
«Di chi stai parlando?»
Fece per rispondere, ma si bloccò quando sentì suonare il campanello della loro abitazione «Ecco, dovrebbe essere lui»
Sana, impaziente di sapere a chi si stesse riferendo, lo anticipò ed andò ad aprire la porta d’ingresso, trovandosi davanti un ragazzo dai lineamenti occidentali, dai capelli rossi e gli occhi azzurri, che le sorrideva amichevolmente «Hi, SweetHeart» la salutò, facendola trasalire.
«H-hi, ehm...oddio, io sono una frana in inglese»  si voltò verso il resto del gruppo, volgendo loro uno sguardo d’aiuto e subito dopo Yuri la raggiunse «Non preoccuparti, parla anche il giapponese» gli porse la mano «Tu devi essere Michael, ti stavo giusto aspettando»
 «Tu invece devi essere Yuri, piacere di conoscerti» esclamò, stringendogli la mano.
«Piacere mio» l'aiuto gentilmente a trascinare i bagagli all'interno dell'abitazione e passò a rivolgersi alle altre persone, impegnate ad assistere a quella scena con sguardo interrogativo
«Passiamo alle presentazioni. Lui è Michael, abiterà qui durante la mia permanenza a Londra»
«Andrai a Londra?» gli chiese incredula Sana, ricevendo un cenno d’assenso da parte sua.
«Ho ottenuto lo scambio culturale, resterò lì per circa tre mesi»
«Tu lo sapevi?» domandò Misako a Bart, l’unico a non sembrare sorpreso da quell’inaspettata notizia.
Annuì «Me ne ha parlato qualche settimana fa. Ve l’avrei detto, ma mi ha chiesto di tenere la bocca chiusa, voleva essere lui a fare l’annuncio»
Michael si presentò a tutti, compresa Sana che dovette fare una fatica immensa per mettere il turbamento da parte e rivolgergli un sorriso convincente.
«E dicci, tra quanto partirai?»
«Ad essere sincero sarei dovuto partire tra una decina di giorni, ma in vista del matrimonio di Rei ed Asako, cercherò di rimandare la partenza. Ma per il momento non vi assicuro nulla»
«E andrai da solo?»
«No, andrò con la mia amica Miky»
«MIKY?» sbottò furiosa la ragazza al suo fianco «Andrai con lei a Londra?»
«Già»
«La conosci?» le chiese Rei, notando il suo notevole cambiamento di espressione.
«Certo» strinse i pungi lungo i fianchi, con così tanta forza da conficcarsi le unghie nella pelle «E’ la sua ex ragazza» sputò. denti stretti.
«Chissà, magari una volta tornati in Giappone, non saranno più “ex”» esclamò divertito Michael, provocando una risata da parte di tutti i presenti, eccetto da Sana e Yuri.
Lui continuò a restare con uno sguardo impassibile.
Lei sentiva il sangue ribollirgli nelle vene dalla rabbia.
Sana si diresse a grandi falcate verso il piano superiore, incurante delle domande degli altri, riguardanti il suo strano comportamento ed entrò in camera, sbattendo nervosamente la porta dietro di sè.
Si sentiva confusa, arrabbiata, ferita.
Come aveva potuto nasconderle una notizia del genere?
Ma soprattutto, come poteva partire insieme a quella lì?
Afferrò la medaglietta scolastica, contenente la loro fotografia all’interno e la lanciò con rabbia contro la parete «RAZZA DI IMBECILLE» urlò, furiosa al mille per mille e pochi istanti dopo, sentì qualcuno bussare alla porta della sua camera.
«Chi diavolo è?»
«Yuri. Posso entrare?»
«No, sparisci!»
Ma Yuri non l'ascoltò, entrò e richiuse la porta.
«Quale parte del “No, sparisci” non ti è entrato in quella testolina bacata?»
 «La smetti di comportarti in questo modo?» sbuffò.
«E sentiamo, come mi dovrei comportare Yuri?» sbraitò, fronteggiandolo «Ti rendi conto della gravità della situazione? Mi hai tenuta all’oscuro di tutto!»
Si accigliò «Non sono l’unico ad aver nascosto qualcosa all’altro, dico bene Sana?»
Quest'ultima corrugò la fronte, confusa «Di cosa stai parlando?»
«Tanto per iniziare del bacio che ti ha rubato Hayama durante l’ultimo giorno di punizione» sbraitò, facendola trasalire «Per non parlare dell’appuntamento che vi siete dati circa un paio di settimane fa e che mi hai volutamente nascosto»
E solo in quel momento realizzò del perché, nelle ultime settimane, si stava comportando in quel modo nei suoi confronti e del significato di quelle parole che, fino al giorno prima, la mandavano solo in confusione:

“Non so, dimmelo tu. C’è qualcosa che dovrei sapere?”
Lui sapeva tutto.
Deglutì «Come…come fai a saperlo?»
«Questo non ha importanza. Ciò che conta è che mi hai tenuto all’oscuro di tutto»
«Non sapevo come dirtelo» bisbigliò, torturandosi le mani «Temevo che ti saresti arrabbiato»
«Oh, certo!» si passo nervosamente una mano tra i capelli «Quindi era molto meglio mentirmi, dico bene?»
«Ma se eri all’occorrente di tutto, perché non me ne hai parlato? Avremmo potuto chiarire questa faccenda sin dall’inizio e…»
«Aspettavo che me lo dicessi tu» l’interruppe «E ti ho dato anche diverse opportunità per confessarmi quanto accaduto, ma tu non l’hai mai fatto»
«Hai ragione. Ho sbagliato, ti chiedo scusa, non so perché ho reagito in questo modo» fece per avvicinarsi ancora di più, ma lui si allontanò, provocandole un tonfo al cuore.
«E' molto semplice Sana, l’hai fatto perché sei ancora innamorata di quell'Hayama»
«Non è vero!» gli urlò contro, avvertendo uno spiacevole pizzicore agli occhi «Ammetto che durante il nostro incontro le sue parole mi hanno provocato una strana…come dire, reazione, ecco. Ma non sono più innamorata di lui»
«Dici così solo perché sei ancora arrabbiata per ciò che ti ha fatto due anni fa e ciò ti impedisce di ammetterlo anche a te stessa»
«No, non è così!» insistette lei, lasciando libero sfogo alle sue lacrime.
Lo sguardo di Yuri si addolcì improvvisamente.
Nonostante il dolore, la collera, la rabbia ed il rancore per essere stato preso in giro, odiava vederla in quello stato.
«Non piangere» gli afferrò il viso tra le mani, asciugandole le lacrime con i pollici «E’ stata anche colpa mia. Non avrei dovuto permettere che iniziasse tutto questo, dovevo limitarmi a considerati come una sorella e nulla più»
Sana appoggiò i palmi delle mani sulle sue spalle, allontanandolo bruscamente «Quindi sei pentito di ciò che c’è tra noi?»
«No, non proprio, cioè, non mi pento di ciò che c’è stato tra noi, però…» si morse un labbro, incerto su quali parole utilizzare «Lo sai bene che la nostra non è una situazione “normale”. I nostri genitori sono sposati e non avremmo dovuto rischiare di rovinare l’equilibrio familiare con questa storia»
«Non mi sembrava che ti facessi così tanti problemi fino a qualche settimana fa»
«Era prima di sapere che fossi ancora innamorata di Hayama»
«Ancora con questa storia? Io non sono più innamorata di Akito. Gli voglio bene, provo un grande affetto nei suoi confronti e nonostante il dolore che mi ha causato in passato, resterà sempre una persona importante nella mia vita.Ma non sono più legata a lui in quel senso»
Yuri scosse il capo, sospirando «Non sai quello che dici. Hai bisogno di tempo per riflettere attentamente su ciò che vuoi e non riuscirai a farlo in maniera lucida se continuerai a restare con me. E poi, anche io ho bisogno di prendere le distanze da tutta questa faccenda, è per questo motivo che ho deciso di andare a Londra»
Sussultò, mentre il panico s’impossessò di lei «Mi…mi stai lasciando Yuri?»
«Credo che sia la cosa più giusta da fare, in modo tale…»
«Da poter tornare con Miky» l’interruppe bruscamente  «Non è che forse sei tu quello ancora innamorato della sua ex?»
«Non dire assurdità, sai bene che non è così» replicò, accigliandosi.
«E invece no, non lo so»
«Ti voglio far presente che io, a differenza tua, non ti ho mai dato modo di dubitare su quello che provo per te»
Sana tornò a fronteggiarlo, rendendo minima la distanza che li separava «E cosa provi per me, Yuri?» gli chiese, facendolo trasalire.
«Io…» aprì e chiuse la bocca svariate volte, indeciso su come risponderle.
Da una parte avrebbe voluto confessarle una volta per tutte di amarla.
Dall’altra parte, invece, l’orgoglio gli impediva di farlo «Non ha più alcuna importanza» se ne uscì infine, dandole le spalle ed avanzando verso la porta «Torno da Michael, devo ancora mostrargli la camera in cui alloggerà durante la sua permanenza qui» 
Uscì dalla camera e scese le scale, bloccandosi quando sentì  la voce di Sana dietro di lui «Sai, stai commettendo lo stesso errore che feci io due anni fa, quando scoprì del tradimento di Akito ed Aya» girò il viso verso di lei, esortandola a continuare «L’unica cosa che riuscii a fare, fu quella di preparare le valige ed allontanarmi da loro e dal dolore che mi stavano causando. Ma sai una cosa? Scappando non li ho mica risolti i problemi. Una volta tornata in Giappone, erano ancora qui ad aspettarmi e succederà la stessa cosa anche con te» concluse, rientrando in camera, lasciandolo solo e riflettere sulle sue parole.



* * *


Non so davvero come scusarmi per questo immenso ritardo, ma credetemi...non avevo la più pallida idea su come continuare.
So già come sarà il finale e quali saranno le "coppie definitive", il problema è il "mezzo" per arrivarci XD
Inoltre, trovo che questa storia stia diventando sempre più noiosa e quindi, la voglia di scriverne il seguito, non ha fatto altro che scarseggiare sempre più :/
Ma visto che ci sono persone che, non so come, continuano a seguire questa ff, ho deciso di rimettermi all'opera e scriverne il continuo, quindi non l'abbandonerò, questo è poco ma sicuro.
Probabilmente vi starò mandando al manicomio, con questo tira e molla tra Sana/ Yuri e Sana/Akito, ma non temete, non dovrete aspettare chissà quanto per scoprire il finale, visto che ci vorranno al massimo altri cinque capitoli per giungere alla fine di tutto questo trambusto XD
Detto questo vi saluto, con la promessa che cercherò di aggiornare il prima possibile e ringraziando tutti coloro che mi hanno lasciato una recensione nel capitolo precedente... :) 
Un abbraccio, alla prossima :)
   
 
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