Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Castiel/Dean
Beta: nessuno – perdonate gli errori
Genere: Romantico
Warnings:  Slash
Note: Piccolo esperimento nato da un miscuglio di una serie tv (intitolata appunto The 7:39) e la vita reale (rido eheh). Appena riesco a uscire da questo periodo di esami rivedo il capitolo, giuro. 

 
DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, purtroppo.



I.

Castiel apre gli occhi un istante prima del suono della sveglia. La spegne sul nascere, come fa ogni mattina, da circa cinque anni. Si alza e va in bagno. Sono le 6:20.

Dean apre gli occhi per colpa della sveglia, che cerca di spegnere battendo un po' la mano a caso. Ha un tremendo bisogno di andare in bagno, ma l'uomo abbracciato a lui non dà alcun segno di muoversi. Sono le 6:40 quando riesce ad alzarsi.

Castiel si sta vestendo, ha i capelli bagnati e lo sguardo vuoto. Dean entra nella doccia e l'uomo lo segue, come un cagnolino, senza lasciargli un minimo di privacy. Mentre Castiel prepara la colazione e ascolta il notiziario, l'uomo, nella doccia con Dean, si inginocchia davanti a lui con un sorriso ammiccante e Dean sospira. Sono le 7:00: Castiel sta finendo di mangiare e Dean corre a vestirsi. È più stanco di prima, vorrebbe sdraiarsi nuovamente a letto, che sembra essere molto invitante, ma è già in ritardo. Castiel sta lavando i piatti, Dean si mette le scarpe. Escono quasi contemporaneamente da due edifici diversi e, alle 7:35, sono entrambi alla stazione davanti al binario tre.

Il treno arriva puntuale, come ogni mattina, alle 7:39. La gente inizia a spingere violenta: inizia la guerra per prendere posto. Tra i due, è Castiel il primo a trovare posto. Non c'è spazio per la valigia che ha, perciò si sposta un po' più il là per metterla. Mentre ritorna indietro, il posto adocchiato, è già stato preso da Dean.

«Mi perdoni, quello è il mio posto.»
Dean lo guarda squadrandolo. Ha un sorriso strafottente sul viso.
«C'è il tuo nome?»
«No, ma-»
«Allora non è il tuo posto, scusa amico, chi prima arriva...»
Castiel fa un grosso respiro, di mattina la sua solita calma vacilla un po'.

«Ero, infatti, arrivato prima io.»
«Adesso però ci sono seduto io, trovane un altro.»
«No. Ci sono delle regole da seguire, non siamo animali selvaggi.»
Dean lo guarda perplesso. Le persone intorno a loro li fissano curiosi, anche un po' infastiditi. Una vecchietta sta scuotendo la testa e Dean riesce quasi a sentirla dire 'i giovani d'oggi non hanno rispetto!'.

«Calma, tigre. Mi alzo, prendilo pure!»
Castiel si guarda attorno. Si sente a disagio. Non accenna a sedersi. «Ormai non importa più.»
«Come sarebbe a dire? Mi hai fatto alzare!»
La vecchietta di prima finge di tossire. Il signore seduto davanti al posto conteso attira l'attenzione di Dean.
«Può sedersi qui, io scendo alla prossima.»

Il treno riparte, Castiel inizia a leggere e anche Dean prende il mano un libro, ma continua a lanciare occhiatacce al moro.
Per un attimo i loro sguardi si incrociano, non c'è l'ombra di cordialità. 
“Che idiota.” è il pensiero di entrambi.  



 

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scusatescusatescusate