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Autore: Clairy93    12/09/2016    5 recensioni
Ogni famiglia ha i suoi segreti.
Il modo migliore per nasconderli?
Ostentarli.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I propizi consigli di Maestro Gufo
 


Avete presente quell’amaro in bocca che vi resta in seguito ad un’accesa discussione?
E la sensazione di voler urlare a squarcia gola tutta quella serie di grandiose risposte d’effetto che iniziano a formarsi a ruota libera nella vostra mente, ma rendersi miseramente conto che avete sprecato l’occasione per farlo?
Ecco, mi sento così in questo momento.
Dopo la piacevolissima chiacchierata con nonna Lavinia mi sono sentita come quando scopri di aver vinto alla lotteria e poi telefonano per dirti “ci dispiace, ma abbiamo letto male i numeri!”: insomma, uno schifo!
Quanto darei per fuggire via, lontano da questa maledetta casa dove tutto rasenta il ridicolo, dove ogni dannata cosa gira per il verso opposto, dove non solo tutto è rimasto come me lo aspettavo ma è anche peggio di come lo ricordassi!
Voglio lasciarmi alle spalle l’ipocrisia, l’egoismo e l’infinita cattiveria di coloro che non sono più sicura di poter chiamare famiglia.

Famiglia, tsé!

La famiglia, quella vera, non ti pugnala alle spalle, non trama nell’ombra contro di te e, soprattutto, non sfrutta gli altri per il proprio tornaconto personale!
Malgrado la mia accesa filippica, mi ritrovo a indirizzarmi verso la mia stanza, io e il macigno che ormai da qualche giorno si è abbarbicato sul mio povero stomaco.
Intanto, i ritratti degli illustri antenati Montalto appesi alla parete del corridoio insistono nello scrutarmi con i loro piccoli ed inquietanti occhietti.

E voi che avete da guardare?!

E che cavoli però! Perché ho l’impressione che qui siano tutti pronti a giudicarmi ma nessuno sia capace di farsi un bell’esame di coscienza?
Capite in che razza di situazione mi sono andata ad infilare?
Qualunque scelta prenderò, in un modo o nell’altro, mi si rivolterà contro: se scappassi darei a nonna Lavinia la soddisfazione di averci azzeccato; se, invece, decidessi di restare, ma senza accettare l’eredità, rischierei che finisca nelle mani sbagliate e, aspetto da non sottovalutare, ignorerei le volontà di papà…
Ma se accettassi, vincolerei il mio futuro a questo posto, zio Edoardo non smetterebbe di rinfacciarmi quanto io sia inesperta e probabilmente finirei per mandare tutto allo scatafascio!
I ritratti di quei vecchi bacucchi non vogliono proprio darmi tregua, quasi volessero ammonirmi che, qualsiasi sarà la mia decisione, sarò comunque destinata a fallire.
Accelero il passo.

Che poi, per andare dove?

Sono in una prigione di pazzi assetati di soldi e, come mi ha fatto intendere nonna Lavinia senza troppi giri di parole, finirò per bruciarmi…
Ancora una volta non sono stata capace di tenerle testa.
Mi sono lasciata trattare come una ragazzina stupida, immatura ed ingenua.
Micaela ha proprio ragione: io vivo nel mio mondo, fatto di unicorni e panna montata, e non mi sono resa conto che persino mia nonna sta tramando contro di me.
E, nonostante ciò, continuo ad aver paura di lei.
 In fondo non è cambiato niente.
Fin da piccola nonna Lavinia m’intimoriva. E’ stata sicuramente più presente di quanto non lo siano stati mamma o papà, però non era quella che si può definire una “spassosa compagnia”.
E’ sempre stata una donna molto intransigente e per nulla affettuosa: mai una carezza o il bacio della buona notte.
Un abbraccio in pubblico? Assolutamente fuori discussione!
Con nonna non esistevano vie di mezzo né compromessi, era sempre tutto o bianco o nero. Le regole andavano rispettate, senza concessioni di alcun tipo.
E guai a contraddirla!
Una bacchettata sul dorso delle mani e via a letto senza cena!
Non si discuteva con nonna Lavinia, punto.
Non che non si comportasse allo stesso modo con mio fratello Jacopo, ma io ero la figlia femmina ed era palese che riponesse maggiori speranze in me.
Nonna voleva a tutti i costi che io diventassi come lei: una donna perfetta e ligia al dovere. Tuttavia sono sempre stata ben al di sotto delle sue aspettative. Per lei non ero degna di portare il nome dei Montalto e, come avrete notato, non ha mai perso un’occasione per rinfacciarmelo.
Nadia, non fare quello! Nadia, non fare quest’altro! Nadia, ma ti sembra una condotta appropriata per una bambina del tuo lignaggio?!
Mi sono sempre sentita sotto esame e mai all’altezza.
Poi mi chiedono perché ho l’autostima sotto le scarpe!
Vorrei ben vedere con un’infanzia di questo genere!
Voglio bene a nonna Lavinia, davvero.
E’ stata rigida e spesso insensibile, ma credo fosse il suo modo (piuttosto alternativo) per essere presente.
E non intendo solo per conferirmi una buona istruzione e bacchettarmi a dovere quando sgarravo, perché dopotutto anche lei vedeva benissimo che papà era sempre via e mamma… beh, in alcuni momenti era come se non ci fosse.
Jacopo ed io siamo cresciuti con nonna Lavinia, per questo mi dispiace che si sia lasciata coinvolgere in questa folle corsa per mettere le mani sul patrimonio di mio padre.
Ma dopo quelle orribili considerazioni che ha rivolto a mia mamma… No, non credo riuscirò a perdonarla.
Nonna mi ha bellamente sbandierato in faccia che si sta approfittando della debolezza di mia madre per divenire la padrona della residenza Montalto!
E per quanto io sia furiosa con lei, devo ammettere che ho scorto nelle sue parole un leggero fondo di verità: forse, se non me ne fossi andata, mia madre non sarebbe caduta in depressione.
E’ vero, è sempre stata di salute cagionevole e si abbatteva per un nonnulla, però se fossi stata presente nonna non le avrebbe inflitto il colpo di grazia.
Non lo so, per ora ci sono solamente tanti se e questa dannatissima eredità ancora non è saltata fuori. Mamma peggiora, nonna mi ha ufficialmente dichiarato guerra e… ah già! Tutti mi odiano.

Ottimo, una situazione grandiosa!

Raggiunta la mia camera noto con un certo sollievo che Micaela non è qui.
Non ci penso due volte: mi sfilo questi tacchi diabolici concedendo un po’ di pietà ai miei piedi doloranti e sciolgo lo chignon scompigliando i capelli con le dita.
Poi mi catapulto sul letto, nascondendo il viso tra le mani.
Sul ripiano accanto a me scorgo Maestro Gufo.
Lo afferro. Ci guardiamo negli occhi, intensamente.
Quanto vorrei sentire una voce amica…

Maestro Gufo, sei un genio!

Mi rimetto subito a sedere, agguanto il mio cellulare e faccio scorrere i contatti della rubrica finché non compare il numero di Serena.
Dopo un paio di squilli, riconosco la sua voce squillante dall’altra parte.
Ma allora sei viva!”
“Per il momento.” farfuglio, abbandonandomi ad un malinconico sospiro “Come stai?”
Io benone! Tu, piuttosto, come te la passi? Devo disporre la missione di soccorso, cara?
“Vorrei tanto risponderti di sì, ma rischieresti di farti del male. Qui è un campo di guerra.”
Addirittura?” esclama Serena “La faccenda è davvero così drastica?
“Diciamo che sono saltati fuori degli…imprevisti. Sarò costretta a restare qui ancora qualche giorno.”
Un breve silenzio s’insinua tra noi.
Ehi, ti va di raccontarmi cosa sta succedendo?
Mi mordo il labbro.
“Quando tornerò. Non è il caso per telefono.”
Oh, Nadia! Guarda che la sento la tua voce, cosa credi? Sembri distrutta!
“Ma no, no! Sono solo…un po’ stanca. Qui le giornate non finiscono mai.”
Altra pausa di silenzio, questa volta più lunga e sofferta.
Lo sai che puoi essere totalmente sincera con me, vero?”
“Certo che lo so, Serena!” rispondo, ricacciando quel nodo che all’improvviso avverto in gola “Quando tornerò ti racconterò tutto, promesso.”
Come vuoi, sappi che io ci sono. Per qualunque cosa.
“Grazie, Serena… Ah, giusto! Appena riesco chiamerò la preside per scusarmi e aggiornarla, nel frattempo puoi avvisarla tu?”
Come no! Le dirò che sei stata trattenuta per impegni familiari, d’accordo?
“Dille anche che sono mortificata...”
Ma figurati!” m’interrompe lei “Non avrà da ridire, tranquilla! Non ti sei mai concessa nemmeno un giorno di vacanza!
Mi avvicino alla finestra e scosto le tende, lasciando che il mio sguardo si perda nell’oscurità della notte.
“Beh, questa sembra tutto fuorché una vacanza…”
Nadia, cosa ti ho sempre ripetuto?!” mi rimprovera Serena.
Mi sfugge un sorriso.
“…Di tirare fuori gli attributi?”
Esatto! Ogni famiglia ha le sue stranezze, amica mia. Vedrai che la tempesta si quieterà. E poi te l’ho detto: se qualcuno t’infastidisce, sfoggia le tue doti di karate, sorella!
Scoppio in una sana e piacevole risata, di quelle capaci di risollevarti dopo una pessima giornata, ed è in questi momenti che ringrazio immensamente di avere al mio fianco una persona così positiva ed energica come Serena.
“Lo farò. E’ solo che non so se questa volta basterà il karate. Qui siamo ben oltre le stranezze… E’ un vero e proprio massacro!”
Non sarà mai niente che non si possa risolvere. Dai, Nadia! E’ la tua famiglia, troverai il modo di prenderli per il verso giusto e risolvere i vostri problemi.

E’ questo il punto: più resto qui e più mi accorgo di non conoscere affatto la mia famiglia...



Angolino dell'Autrice:
Ciao miei golosi crème caramel!
Mi scuso per il ritardo ma, so che mi capite, lo studio risucchia tempo ed energie. Per quanto io ami studiare e imparare nuove cose, rimane il fatto che richiede fatica, impegno e taaanta pazienza. E, purtroppo, ci sono casi in cui mi sento di dover mettere al primo posto lo studio.
Questo non vuol dire che non pensi a voi, miei dolcissimi cuoricini di cioccolata!
Senza di voi non avrei lo stimolo a pubblicare e il vostro riscontro (e, soprattutto, il vostro immenso affetto) è quanto di più prezioso io possa desiderare.
Vi auguro una buona settimana!
Ve amo 'na cifra!
Vostra Clairy

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