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Autore: BookDream    14/09/2016    0 recensioni
Una nuova guerra è scoppiata tra regni più potenti del mondo conosciuto e l' unico modo per vincerla è quello di rubare il piano di battaglia del nemico. Il consiglio dei sovrani decide di mandare in missione un gruppo di soldati scelti, adatti per questo lavoro, ma un gruppo di ragazzi (i sette, Rachel, Calypso e Grover) decide di infrangere gli ordini andando al posto di quei soldati per fermare la guerra a modo loro. Il loro viaggio nasce dal desiderio della principessa Annabeth di dimostrare ai suoi genitori di che pasta è fatta, fermando un' inutile guerra, ma ben presto il suo viaggio si trasformerà in qualcosa di più importante per il suo destino e quello dei regni.
Durante il viaggio i ragazzi scopriranno molti più segreti di quanto avessero immaginato, creeranno tra di loro dei legami di amore e di amicizia unici e si aiuteranno a vicenda... ma alla fine di tutto, riusciranno nell' impresa?
In questa storia i personaggi dei libri di Percy Jackson vivono in un altro ambiente, gli dei non sono dei ma sono i sovrani di alcuni regni molto potenti anche se alcuni di loro hanno poteri speciali (controllo dell' acqua, ecc...).
Non possiedo questi personaggi.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, I sette della Profezia, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nuova compagna (parte 1)

 

Pov. Annabeth

 

Jason non ci aveva ancora detto il nome della persona che avrebbe voluto partecipare alla missione. L'unica cosa che sapevo era che era una ragazza e che stavamo andando a parlarle.

Eravamo di nuovo nel palazzo di Jason e lui ci stava portando dritti verso una parete. Mi accigliai, “Jason, dove stiamo andando, di preciso?” chiese Piper

“in camera di mia sorella, Thalia” rispose con un sorriso, spalancai gli occhi “è tua sorella che vuoi nella missione? Sei sicuro che sia una buona idea… insomma, è pur sempre una principessa e non sono sicura che-” “credimi, Annabeth, non appena la conoscerai capirai che lei, proprio come te, non è la tipica principessina schizzinosa” mi interruppe lui e aprì una porta segreta nel muro.

Mi chiesi per quale motivo la stanza della principessa fosse nascosta ma decisi di non fare altre domande.

Sinceramente, dubitavo che Thalia ci sarebbe stata di grande aiuto.

Tutte le principesse che avevo incontrato erano sempre persone che ritenevo estremamente fastidiose.

Mi aspettavo Thalia come una ragazza dai capelli biondi lisci e pettinati in un modo impeccabile, gli occhi color cielo, come Jason, lo sguardo altezzoso e vestita con un abito enorme e rosa, insomma, la tipica ragazza che avrei odiato.

Cavolo se mi sbagliavo.

Non appena entrammo nella stanza rimasi molto stupita. Le pareti erano state dipinte di nero, il pavimento era in pietra, e il soffitto blu elettrico; all'angolo della stanza, accanto ad una grande finestra rettangolare, c'era un letto a baldacchino con le tende anch'esse nere.

“Thalia” Jason chiamò, e rimasi ancora più stupita quando le tende del letto si aprirono.

La ragazza che uscì dal letto non era affatto come me l'ero immaginata: aveva i capelli neri, lisci e tagliati molto corti, la pelle pallida, i pantaloni neri aderenti e una camicia bianca che non le arrivava neanche fin sotto la vita.

Mi sembrava una ragazza davvero molto ribelle, ma ancora non so se in senso buono o cattivo.

“ehi fratellino, che c'è?” poi portò i suoi occhi blu elettrico su me e Piper “e voi chi siete?” ci domandò.

Decisi di presentarmi solo con il mio nome perché non credo avrebbe apprezzato il titolo completo.

“io sono Annabeth e lei è Piper, siamo qui con tuo fratello per farti una proposta” Le spiegammo il piano e dopo attimi di silenzio mi tese la mano, dicendo con uno sguardo deciso “fantastico, potete contarmi nella missione, quando mai mi ricapiterà un'occasione per scappare da palazzo e disobbedire a mio padre come questa?” Le sorrisi, scuotendole la mano, e poi mi rivolsi a tutti “bene ragazzi, partiremo la settimana prossima, ci vediamo alla torre all'alba”.

 

Una settimana dopo…

 

 

pov. Piper

 

Ero appena uscita per raggiungere gli altri alla torre e mi stavo dirigendo alle scuderie vicino casa mia.

Appena arrivai guardai in giro, in cerca dell'uomo che vi lavorava, al quale avevo consegnato la mia cavalla, Perla, ma non sembrava essere nei paraggi.

Decisi di fare da sola: aprii il box di Perla e le accarezzai il muso, presi la borsa che tenevo in spalla e la attaccai alla sua sella. Dopodiché lasciai i soldi sul bancone accanto all'entrata e uscii, con Perla al mio fianco.

Durante il percorso pensai a come mio padre avrebbe reagito alla mia scomparsa; prima di partire avevo lasciato una lettera sul suo letto, in cui avevo scritto di non preoccuparsi e che sarei tornata a casa, prima o poi.

Sinceramente stavo partendo per quest'impresa per due ragioni principali: da un lato, volevo aiutare Annabeth… dall'altro lato, speravo che al mio ritorno avrei ricevuto più attenzioni da mio padre, che era sempre occupato con il suo lavoro.

Anche se vivevo con lui, non lo vedevo quasi mai; la mattina usciva presto e la sera tornava tardi, pranzava sempre al palazzo reale, dove si occupava di affari importanti con persone altrettanto importanti, e, quando cenava a casa con me non parlavamo molto.

Inoltre non mi piaceva restare a casa tutto il giorno, con i servi pronti a fare tutto quello che dicevo, né mi piaceva sentirmi più ricca o importante degli altri solo perché mio padre lavorava al palazzo reale con i sovrani.

Ancora mi stupiva il fatto che il re lo lasciasse lavorare con la regina, considerando che in passato avevano avuto una relazione segreta (si, avete capito bene: mio padre e la regina Afrodite… già, lei è mia madre. È anche per questo che faccio fatica a farmi amici, non dovrei essere neanche nata), comunque la regina tradisce il re continuamente quindi è tutto normale, insomma.

 

Ero talmente persa nei miei pensieri che quasi non mi accorsi di essere arrivata alla torre.

Purtroppo i miei amici non erano ancora arrivati quindi mi limitai a sedermi sull'erba ad aspettare, ma dopo circa due minuti mi era già annoiata troppo.

Forse non l'ho detto ma il fatto è che sono iperattiva; sbuffai per l'impazienza e mi lasciai cadere di schiena, così da poter guardare il cielo.

Quel giorno era abbastanza nuvoloso, il colore grigio si estendeva fin dove i miei occhi arrivavano, praticamente ovunque, tranne per uno spazio celeste sopra di me. Sembrava quasi che qualcuno lo tenesse sereno solo per me e il colore del cielo mi ricordava moltissimo gli occhi di Jason… strana coincidenza considerando che lui può effettivamente farlo (controllare il cielo, intendo).

Forse dovrei spiegare questa cosa dei “poteri speciali” o come volete chiamarli.

Praticamente i nove regni sono così famosi perché ogni sovrano ha un'abilità o un potere diverso dagli altri, che poi, con un po' di fortuna, passano ai loro figli. Ad esempio, io, essendo figlia di Afrodite, ho il potere della “lingua ammaliatrice”, così lo chiamano, è il potere di convincere le persone a fare qualsiasi cosa tu voglia.

Jason, invece, essendo figlio di Zeus, ha il potere di controllare i venti e può, come sua sorella, evocare i fulmini.

Annabeth è molto intelligente ed è brava con le strategie, come sua madre Atena, ma non altrettanto saggia (avvolte lei è un po' più impulsiva, diciamo…).

I tre sovrani più potenti sono Zeus, Poseidone e Ade.

Poseidone ha il controllo sull'acqua e può causare terremoti, per cui ha anche un molto minore controllo sulla terra.

Ade può controllare le persone morte (si, lo so, è abbastanza inquietante) e usare le ombre a suo piacimento.

Comunque la maggioranza dei sovrani ha poteri meno distruttivi.

 

Ero ancora stesa sull'erba quando gli altri arrivarono, salutai Annabeth con un abbraccio, Thalia con un cenno del capo e Jason con un timido “ciao”. Lui mi sorrise. Oh dei, è così perfetto…

Risalii sul cavallo e tutti insieme partimmo.

Prima tappa: regno di Atlanta.

   
 
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