Capitolo
XXI
Finalmente
Sasuke spense l’Harley Davidson.
Sakura
gli aveva detto la verità. Non era
stato per nulla difficile arrivare sino a lì.
La
loro destinazione si era infatti
imponentemente eretta di fronte ai loro occhi concentrati e
l’Uchiha non
avrebbe potuto sbagliare strada neanche se avesse voluto.
Aveva
imparato a conoscerla e da quando
quell’incantevole paesaggio aveva catturato il proprio
sguardo, aveva facilmente
intuito che quello fosse il suo posto preferito della città.
Non
aveva dubbi.
“Parcheggia
qui. Proseguiamo a piedi, adesso” gli disse
dolcemente.
Lui
l’assecondò in silenzio.
“Seguimi”
si rivolse di nuovo l’Haruno al taciturno ragazzo con il
sorriso stampato in
volto.
Nessuno
dei due sembrava voler parlare e
rompere quell’imbarazzante silenzio che si era creato.
Spesso
i loro occhi tentennavano e si
posavano furtivi sulla figura dell’altro per poi distogliere
velocemente e
goffamente lo sguardo da un’altra indefinita parte.
Senza
dar fiato ai loro pensieri,
camminarono a lungo su di una ripida stradina brecciata.
Di
certo, la fatica non aiutava a lasciarsi
andare e a sbloccarsi da quello stato di digiuno verbale che al termine
dello
scosceso sentiero aumentò brutalmente ancor
di più.
Il
panorama che si era infatti bruscamente
aperto davanti a loro contribuì notevolmente a mantenere
inalterata la
situazione di stallo in cui riversavano ormai da tempo.
Sakura
aveva dimenticato la bellezza
mozzafiato della sua città natale e quanto quel posto fosse
magico e
suggestivo.
Da
quel punto di vista, Suna sembrava
prostrarsi ai suoi piedi.
I
suoi occhi smeraldi l’abbracciavano
avidamente tutta quanta.
L’imponenza
dei grattacieli e degli edifici
più nuovi si univa meravigliosamente con la rocciosa parte
vecchia.
Da
lassù, la città appariva davvero
piccolissima.
Dimenticando
di essere in compagnia
dell’attore, la ragazza stese il suo braccio e con fanciullesca eleganza
cercò di chiudere e
stringere tutta Suna dentro il suo minuto e forte pugno.
La
reazione dell’Uchiha all’innocente gesto
del primario fu immediata.
Presto
il suo ghignò beffardo per l’appunto
la ridestò.
“Non è
bellissimo? E’ lo skyline naturale più incredibile
che conosca” fece uscire
la giovane, cercando di distogliere le solite bonarie attenzioni di
scherno
dell’attore.
“Sì, è
incantevole.”
Dopo
quella risposta, Sakura si fermò a
contemplare l’attore dimenticandosi del meraviglioso
paesaggio.
Sasuke
era davvero un ragazzo particolare,
interessante, misterioso.
Ogni
minuto passato in sua compagnia le
faceva prender amaramente consapevolezza dell’incredibile
attrazione fatale che
provava giorno dopo giorno nei suoi confronti.
Non
era solamente il suo aitante aspetto
fisico a spingerla verso di lui, non era stata mai una ragazza
superficiale, ma
era soprattutto quel suo essere criptico, ermetico ad incuriosirla e a
stimolarla.
“La
smetti di fissarmi in questo modo? So di essere dannatamente
affascinate ma tu,
principessa, te ne stai approfittando” la
canzonò sarcasticamente.
“Scusami”
arrossì violentemente seduta stante, “è
solo che non riesco a smettere. Tu stai facendo così tanto
per me e mi è
difficile smettere di pensare a cosa ti passi per la testa, al
perché sei così
premuroso con me. Sono sicura di potermi fidare di te ma mi piacerebbe
comunque
conoscerti meglio. Io per te sono così
trasparente…vorrei poter dir lo stesso
di te.”
“Sakura,
io sono diverso da te e Naruto. Ho chiuso i miei occhi molto tempo fa.
Sono
completamente avvolto dalle tenebre. Non riusciresti a vedere
niente.”
La
sua innocenza l’aveva disarmato, di
nuovo.
Il
ragazzo aveva paura della facilità con la
quale l’Haruno riuscisse a leggerlo dentro, a capirlo, a
comprenderlo e
soprattutto a farlo sentire speciale ed unico.
Non
voleva sporcarla con i suoi ingombranti
demoni e fantasmi interiori.
Quella
ragazza brillava di luce propria e
non aveva intenzione di colorare la sua vita di nero.
“Io
credo che tu abbia solo paura. So che una frase del genere detta da una
ragazza
insicura e spesso remissiva come me ti faccia arricciare il naso ma te
l’ho già
detto sono certa che tu nasconda molto di più. Guarda solo
quello che stai
facendo per me, a dove siamo adesso!”
“Sakura,
tu mi paghi per questo! Smettila di voler vedere un qualcosa, un
qualcuno che
ormai non c’è più”
la
interruppe bruscamente.
“Sì, è
vero ti ho pagato ma ti ricordo che non sei tenuto a consolarmi. Il tuo
compito
non dovrebbe andare oltre la recita con i miei eppure sei qui con me.
Perché
non vuoi che gli altri vedano quanto buono c’è in
te?!”
“Perché
se vedono il bene, si aspettano il bene e
non credo di poter
soddisfare le tue aspettative” le disse duro,
guardandola dritta negli
occhi.
Voleva
che scappasse lontana da lui perché
se fosse rimasta non sarebbe più stato in grado di lasciarla
andare via.
Voleva
respingerla fin quando era ancora in
tempo per salvarla da sé stesso.
“Smettila
di parlarmi come se io fossi perfetta. Non puoi sempre sapere quello
che
realmente voglio, desidero” rispose colpita Sakura,
allontanandosi e
andando a sedersi su una panchina in marmo leggermente distante dal
punto in
cui si trovavano.
Una
parte del suo cuore, sapeva
perfettamente che l’attore non fosse tenuto a rivelargli
niente della sua vita,
del suo personale ma inevitabilmente aveva finito lo stesso per
restarci male.
Si
era ormai perdutamente affezionata a lui
e voleva a tutti i costi risollevarlo da quella apatia sentimentale.
Nonostante
gli sforzi, sembrava però che
Sasuke fosse impermeabile al calore, all’amore e che
scappasse da questo come
un animale selvatico braccato dai cacciatori.
Quella
chiusura ermetica e quegli alti muri
di difesa che si era eretto negli anni erano difficili da scalare ed
abbattere.
Ad
esser sincera, iniziava a dubitare
persino del fatto di aver male interpretato quel messaggio di aiuto, di
bisogno
che aveva colto la prima volta che aveva visto i suoi occhi neri.
In
fin dei conti, Sasuke aveva ragione.
Loro
due erano davvero molto diversi e forse
non si sarebbero mai potuti trovare, conciliare.
Sakura
aveva confessato a quel ragazzo tutta
la sua vita, il suo passato segreto in virtù di quel legame
che percepiva e
temeva quindi oltremodo la distruzione e l’annullamento di
quella forte
connessione sensitiva.
Aveva
bisogno della sua presenza, dello
strano e particolare conforto che sapeva darle.
Tutta
la fiducia che riponeva in lui poteva
però sgretolarsi con una sua semplice parola.
Tuttavia
Sakura, essendo una masochista,
avrebbe preferito mille volte una dura e spiacevole verità
ad una bella e dolce
illusione di un possibile futuro insieme.
Per
lo meno, si sarebbe finalmente messa
l’anima in pace.
Dei
passi leggeri ed ovattati le fecero
alzare lo sguardo e la distrassero da quel turbinio di pensieri.
I
suoi occhi verdi si ritrovarono immersi
negli occhi neri di Sasuke.
“Posso
sedermi?” le chiese gentilmente.
Non
aveva resistito.
Era
ormai troppo tardi per separarsi da lei.
“Certo”
gli rispose cordiale, facendogli spazio.
L’Haruno
non avendo il coraggio di riniziare
a sondare l’animo chiuso e distante dell’attore,
preferì restare in silenzio.
Attendeva
una sua mossa, qualsiasi essa
fosse.
Nessuno
dei due sembrava però volere fare
concretamente qualcosa.
Il
rumore della natura tornò quindi a farla
da padrona.
“Come
fai ad essere ancora così ottimista e speranzosa nella vita
quando questa ti ha
già portato via tutto?” le chiese
l'Uchiha, spezzando l’apparente pace.
Da
quando l’aveva conosciuta, si era spesso
chiesto come Sakura riuscisse a credere ciecamente in un domani
migliore.
Quell’atteggiamento
positivo della ragazza
lo incuriosiva tantissimo ed era senza dubbio uno dei principali motivi
che
l’avevano spinto a darle una mano, a tornare indietro sui
suoi passi.
Voleva
capire come fosse possibile tornare a
sperare, continuare a vivere.
Di
certo, lui aveva smesso.
“Non
posso permettermi di mollare la presa. Reagire e continuare a credere
sono gli
unici modi che abbiamo per chiedere il conto al nostro destino.
E’ il vissero
felici e contenti, Sasuke.” Gli rispose con il
cuore in mano, sfoggiando
uno dei suoi sorrisi più belli e sinceri.
“Non credo ci sia un lieto fine anche per
me…” si interruppe
bruscamente l’attore.
Sakura
prese allora le mani del ragazzo e le
strinse forte.
“Soprattutto
per te” gli sussurrò, prima di baciargli
delicatamente i palmi.
“Tre
anni fa, i miei genitori sono morti in un imprevisto incidente
stradale. Quella
notte ho perso tutto. Non ho più alcun motivo per restare
aggrappato.”
“Scusami,
non ne avevo idea. Mi dispiace molto. Posso solo immaginare quanto tu
abbia
sofferto. Nel mio piccolo, i primi anni a Konoha, ho provato la tua
stessa
sofferenza. So quanto può esser brutto sentirsi soli,
incompresi ma tutto
questo dolore provato non può assolutamente impedirci di
amare ancora. Devi
rischiare e semplicemente vivere anche per loro. Io ho avuto la fortuna
di
incontrare Tsunade, tu devi semplicemente trovare la tua
persona.”
“E’
difficile pensare che possa vivere felice quando non riesco a salvare
neanche
mio fratello. Sai, alla guida della macchina quella maledetta notte
c’era lui.
L’equipe medica di Tsunade ha fatto un miracolo ed
è riuscita a salvarlo ma per
la sua vista c’è stato ben poco da fare. Da quel
giorno, ha acquisito una
cecità semi-permanente ma in questi tre anni non ha voluto
operarsi. Si sente
il principale responsabile della morte dei nostri genitori e del
drastico
cambiamento della mia vita e si auto punisce in questo modo. A me non
resto
altro che vederlo appassire e trascorrere i migliori anni della sua
vita in
quella vostra fottutissima casa di cura. Lo chiamo e lo vado a trovare
ogni
giorno ma il nostro rapporto non è più quello di
una volta. Entrambi siamo
troppo orgogliosi per far vedere quanto bisogno abbiamo
dell’altro. Io volevo
solo deresponsabilizzarlo ed ho cercato subito di rendermi
indipendente,
caricandolo il meno possibile dei miei problemi. Lui, invece, si
è chiuso in sé
stesso e come sempre non capisco cosa gli passi per la testa.”
Sakura
ascoltò il delicato racconto di
Sasuke attentamente e realmente toccata.
C’era
davvero un mondo pieno di fragilità e
paure all’interno del cuore dell’Uchiha.
Si
trovò a pensare che gli occhi fossero
davvero lo specchio dell’anima.
Man
mano che il ragazzo si raccontava, l’Haruno
cominciava a mettere insieme i piccoli tasselli del puzzle.
Si
somigliavano moltissimo.
“Tuo
fratello è Itachi Uchiha, vero?”
“Sì,
lo conosci?”
“Ultimamente
ho avuto spesso modo di prestargli le ordinarie cure mediche e di
chiacchierarci un po’. L’ho adorato sin dal primo
momento in cui mi ha parlato.
Ha lo straordinario potere di farmi sentire a mio agio. A quanto pare,
Tsunade
deve aver sentito parlare di te da lui e per questo ti conosceva e mi
ha dato
il tuo numero” gli sorrise.
Sakura
e Sasuke erano ancora ben lontani
dallo scoprire la scommessa che legava segretamente la Senju al
maggiore
dell’Uchiha.
Tutto
appariva ai loro occhi come una
fortuita combinazione di coincidenze.
“Ha il
carattere pacifico di mia madre. Ti avrà dato sicuramente
molto meno filo da
torcere rispetto a quanto te ne abbia dato io”
finalmente incurvò le labbra
all’insù.
“Sono
stata proprio una sciocca a non pensarci prima. Avete davvero diversi
tratti
somatici in comune ma mi conosci ormai e sai quanto sono sbadata ed
ingenua. Se
ti può interessare la mia opinione, non
c’è nulla di così spaventoso in te, al
contrario. Sasuke non sei solo. Itachi è vivo e solo tu puoi
riuscire a fargli
cambiare idea. Devi restare aggrappato a lui, non darti per vinto.
Presentati
di nuovo, mostrati realmente per quello che sei e vedrai
andrà tutto bene. Con
me, ha funzionato.”
Il
ragazzo alle calde e concitate parole
della ragazza sorrise sinceramente e si avvicinò lentamente
e con delicatezza
al suo viso.
Erano
vicinissimi, ognuno paralizzato nei
colori dell’altro.
Respiravano
in simbiosi e all’unisono.
Non
c’era più alcun confine.
Sasuke
allora colpì delicatamente la fronte
della ragazza con il solito buffetto, poi fece scendere dolcemente le
dita
lunghe e sottili giù per il suo naso sino a terminare la
discesa sul suo mento.
Avvicinò
così Sakura ancora più vicino a sé
e la baciò a fior di labbra.
Un
bacio tenero, puro, innocente che
mostrava tutta la gratitudine e l’importanza di quello
scambio di anime.
“Sakura,
grazie” le sussurrò sulle labbra prima
di alzarsi di scatto, interrompendo
quel magico momento di intimità.
L’Haruno
lo guardò andar via confusa.
Non
riusciva a comprendere a pieno le sue
parole e quel avvicinamento ed allontanamento repentino.
In
cuor suo avrebbe tanto desiderato che le
loro labbra restassero unite per sempre.
Le
emozioni che infatti provava in compagnia
dell’attore erano un continuo crescendo e del tutto nuove.
Si
stava innamorando di lui e questo era
senz’altro un enorme problema.
Cercò
di scacciare così quest’ultima
consapevolezza, occupando il suo tempo con altro da fare.
“Sasuke
mi insegni a guidare l’Harley?”
L’Uchiha
all’udire dell’urlata proposta della
ragazza si voltò e tornò a guardarla con il
solito modo di fare beffardo.
“Tu
sull’Harley? Sei per caso impazzita?!” le
fece sarcastico, alzando il
sopracciglio.
“Dai,
ti prego! Ho sempre sognato di portarla ma mio padre non me
l’ha mai permesso.
Apprendo velocemente, non ti devi assolutamente preoccupare.”
“So
già che me ne pentirò per il resto della mia
vita” le disse avviandosi già per la
stradina
brecciata.
Sakura
lo raggiunse di corsa e in un impeto
autentico di euforia lo abbracciò da dietro per poi
velocemente superarlo
nella discesa.
“Dai
corri, hai una lezione da tenere!”
Rapidamente
i due ragazzi raggiunsero il
posto in cui avevano parcheggiato la motocicletta.
Sakura
era al settimo cielo.
Sasuke
la esortò quindi a salire sulla moto
e a mettersi il casco.
“Tocca
a me?”
“Sì,
principessa.”
Con
forza la ragazza scavallò l’Harley e
cominciò a trovare il giusto equilibrio, sotto lo sguardo
vigile dell’attore.
“Come
la senti?” le domandò.
“E’
pesante”
A
quel punto Sasuke prese posto dietro di
lei ed allungò le sue lunghe braccia sul manubrio.
“Freno
e gas sono a destra, la frizione invece è a sinistra. Le
marce sul pedale in
basso.”
“Ok” gli rispose
contenta mentre seguiva ed
emulava ogni suo gesto.
“Ora
per partire, dopo aver messo la prima, devi lasciare andare un
po’ la frizione.
Un po’ lasci, un po’ dai gas.”
Grazie
ai consigli del ragazzo, l’Haruno
riuscì a mettere in moto, mettendo però troppo
gas.
Sasuke
così sobbalzò all’indietro e la
ragazza partì pericolosamente da sola.
“Frena,
cazzo frena! Frizione, la frizione!”
Con
un balzo felino, l’Uchiha riuscì a
riposizionarsi dietro di lei e a riprendere la gestione del mezzo.
“Ecco,
brava calmati. Riprendi il controllo. Non devi aver paura, sono qui
dietro di
te.”
Insieme
cominciarono a fare qualche metro.
“Devi
andare dritta, non è un slalom imbranata.”
“Ho
capito. Aspetta un attimo, genio. Ho capito.”
Vedendola
più sicura, l’attore lasciò le
braccia dal manubrio.
“Ci
sei? Ecco, brava. Voilà.”
Seppur
lentamente, Sakura procedeva
sicura dritta per il grosso
spiazzale.
Aveva
trovato l’equilibrio di base.
“Oh, è
meraviglioso! Sasuke guarda!”
“Non
sconcertarti, gli occhi sempre sulla strada, allieva.”
Insieme
percorsero così tutto il rettilineo
disponibile.
Risero
tantissimo.
Sembravano
esser tornati adolescenti.
“Adesso
spegni. Sei stata brava.”
“Te
l’avevo detto che non dovevi preoccuparti!”
“Avevi
ragione. Scusami, pilota”
le disse divertito mentre scendeva dal mezzo e l’aiutava a
togliere il casco.
“Grazie”
gli sussurrò vicino alle labbra.
Di
nuovo si ritrovarono vicinissimi.
Il
ragazzo cercò di avvicinarsi di più a
lei.
Un
rombò squarciò però il romantico e
appassionato silenzio.
Improvvisamente
un imperioso temporale
estivo si scagliò contro Sakura e Sasuke.
“Cazzo,
merda. Mettiti questa. Ci bagneremo tantissimo. Cercherò di
tornare a casa il
prima possibile” le stese Sasuke la sua giacca,
mentre svelto si rimetteva
il casco.
Sakura
assecondò i suoi ordini,
risistemandosi stretta a lui dietro l’Harley.
Era
bello anche tutto bagnato.
In
pochi minuti, l’Uchiha sfrecciò via
diretto a Villa Haruno.
Quel
temporale aveva rovinato tutto.
Addosso
ad entrambi era rimasta la voglia di
aversi, baciarsi, stringersi più forte.
Volevano appartenersi, potevano essere l’appiglio l’uno dell’altro.
NOTA DELL'AUTRICE
Mi scuso per il mancato appuntamento della passata settimana ma oltre ad esser stato mercoledì scorso il mio compleanno, il sito di EFP ha riscontrato problemi nel server e le amministratrici consigliavano di non pubblicare le fiction di modo da evitare che il lavoro andasse perso.
Così, eccomi oggi di nuovo qui con il nuovo capitolo di Runaway Candy .
Spero sia di vostro gradimento e che in qualche modo possa risolvere i disguidi causati la scorsa volta. Sarà un piacere sapere cosa ne pensiate.
E' un capitolo a cui tengo molto. Un bacione, a mercoledì prossimo (è una promessa) ValeUchiha07.