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Autore: Audrey_Bio    14/09/2016    1 recensioni
Ciao a tutti :D Questa storia parla di due ragazzi, Agnese e Claudio, con una leggera differenza di età e caratteri diversi. Questi due si incontreranno per caso, quando entrambi ne hanno più bisogno.
Agnese ha 20 anni, non è mai stata innamorata, è una studentessa e ha una disperata necessità di stimoli.
Claudio ha 29 anni, e dopo un'esperienza traumatica ha deciso di chiudere tutte le sue emozioni dietro un muro fatto di freddezza e distacco.
E se il destino li avesse fatti incontrare per rendere la vita migliore ad entrambi? E se, nonostante siano due persone totalmente diverse, riuscissero a far superare dei limiti all'altro?
Spero di avervi incuriosito con questa piccola introduzione. Buona lettura!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Il tragitto verso casa è estenuante. Le ragazze non smettono di farmi domande su Claudio, su come mi avesse chiesto di aspettarlo, su come si fosse comportato da quel momento in poi, su come mi avesse invitata a pranzo il giorno dopo.
Riesco a rispondere esponendomi il meno possibile ma non è facile, per niente. Si vede nella mia faccia quanto sono gasata per questo incontro e, considerando il fatto che di solito sono più imbronciata che altro, il cambiamento non si può nascondere, è piuttosto evidente.

Non ho voluto rispondere subito a Claudio non perché volessi tentare di fare la preziosa, ma semplicemente perché non volevo che tutti leggessero la mia risposta.
Appena metto piede nella mia stanza però non resisto più, prendo il cellulare, rileggo il suo messaggio e scrivo: "É davvero rincuorante sentirti dire queste cose! Io non mi pento di essere tornata in farmacia con l'intento di fartela pagare ahahah"

Oso premere invio? Oso? Ma sì, oso oso. 
Premo invio e poi esco dalla conversazione, non voglio aprire subito la sua risposta, voglio creare un po' di suspense.
Decido di farmi una doccia e non fare la patetica ragazzina che aspetta il messaggio fissando insistentemente il telefono.
Quando esco della doccia però sono così in ansia e curiosa che mi fiondo per vedere se mi ha detto qualcosa.

"Devo ammettere che ti ho visto con uno sguardo piuttosto combattivo. Eri sul piede di guerra?"

"Si, decisamente! Volevo dimostrarti qualcosa"

"E cosa esattamente? Che è meglio non ignorarti?"

"É meglio non farmi arrabbiare, è diverso. Sono molto vendicativa"

"Mmh interessante direi. Domani ricordami di approfondire questo discorso! Adesso purtroppo devo andare, i miei amici mi stanno fulminando con gli occhi."

"Ma certo, vai. Non voglio disturbarti. Buona serata :)"

Gli ho mandato una faccina? Ma sul serio? Ho preso troppa confidenza vero? Però è anche vero che ha soltanto 29 anni, non è vecchio, le userà anche lui; e poi era solo uno smile, mica quella con il bacio. 
Mi sto facendo troppe paranoie, come al solito. Devo tentare di essere più sicura di me.
Guardo la sveglia nel mio comodino e mi rendo conto che sono già le 23:30.
Sono alquanto stanca dopo una giornata al mare e soprattutto dopo tutte quelle emozioni.
Poggio la testa sul cuscino, mi copro con il lenzuolo e in men che non si dica sono già tra le braccia di Morfeo.

Mi sveglio per colpa di una fastidiosa vibrazione che sento a lato del mio orecchio. Tento di ignorarla nella speranza che questa tortura finisca, come in effetti fa, ma dopo 2 minuti sento di nuovo quel rumore. Apro gli occhi e mi rendo conto che è il mio telefono a vibrare e ciò significa una chiamata. Senza guardare lo schermo rispondo con voce piuttosto infastidita.

"Pronto?"

"Stai ancora dormendo? Non ci credo! Io sono qui a lavorare da almeno 3 ore e tu dormi?"

Mi riprendo subito dallo stato catatonico di dormi-veglia e controllo il telefono per vedere se il mio presentimento è giusto. Claudio. Mi maledico in tutte le lingue del mondo ma tento di riprendere subito il controllo.

"Ehi Claudio. Sì, stavo dormendo ma non preoccuparti, non mi hai disturbato affatto" dico con torno leggermente acido.

"Ah, ora sei pure spiritosa; te ne farò pentire. Comunque! Ti ho chiamato per ricordarti di mandarmi la tua posizione altrimenti non so come venirti a prendere per pranzare insieme."

"Gia, vero! Ora la mando. Allora per che ora rimaniamo?"

"Facciamo 13:30? In 30 minuti dovrei riuscire ad arrivare da te. Ah e comunque hai una voce molto sexy appena sveglia"

"Co….cosa hai detto?"

Sento soltanto una risata di gusto.

"Brutto antipatico, mi prendi in giro?"

"Dai, ci vediamo tra poco. Ciao Agnese"

Ha staccato, mi ha insultato e poi ha staccato. Ma io lo picchio appena lo vedo!

Gli mando la posizione tramite Whatsapp dicendogli anche che si sarebbe dovuto fare perdonare per avermi svegliato.

In realtà sono le 11.30 ed è effettivamente tardi, ma oggi io sono in vacanza!

Mi trascino in cucina con gli occhi ancora chiusi praticamente e mi organizzo la colazione, o meglio brunch vista l'ora.
Finisco di mangiare e sistemare tutto verso le 12. Forse è ora di iniziarsi a preparare tenendo in considerazione quanto io sia lenta in queste cose.

Mi faccio la doccia con lo shampoo, mi asciugo i capelli e mi metto davanti all'armadio. Provo almeno 4 mise ma alla fine decido per un vestitino rosso sangue largo dalla vita in giù che mi arriva a metà coscia con la sciena scoperta e un paio di Superga. Non voglio essere troppo casual ma neanche troppo elegante per un pranzo.

Deciso l'abbigliamento passo al trucco che mi prende una buona mezz'ora e poi scelgo gli accessori. Opto per una collana molto semplice lunga con un gufetto alla fine e degli orecchini a cerchio in madreperla con raffigurato l'Albero della Vita di Klimt.

Alle 13.20 sono pronta, in perfetto orario direi. Quando mi siedo sul divano per aspettare Claudio, arriva un suo messaggio: "Scendi"

Mi tremano un po' le gambe se devo essere onesta e mi devo tenere al corrimano per non cadere dalle scale.

Esco dal portone di casa e lo vedo appoggiato alla sua macchina con una camicia azzurra arrotolata sugli avambracci, i primi bottoni aperti, dei jeans blu scuro e delle Vans dello stesso colore. 

Mi avvicino e noto che mi sta guardando fisso, come io sto facendo con lui. Sorridiamo entrambi appena ci rendiamo conto della cosa.

"Buongiorno Bell'addormenta"

"E tu chi saresti? Il principe azzurro? Non direi, visto che mi hai svegliato con una chiamata e non con un bacio"

"Touchè. Però a questo possiamo rimediare"

Si sporge verso di me e mi lascia un leggero bacio sulla guancia.

Arrossisco immediatamente e per reazione mi guardo le scarpe.

Mi sento il suo sguardo addosso e quindi cerco di cambiare le carte in tavola.

"Possiamo andare? Ho un certa fame"

Lui, senza staccare gli occhi da me, si avvicina allo sportello del passeggero per aprirmelo.

"Non ci credo, mi stai aprendo lo sportello! Tenti di fare colpo?"

"Ci sto riuscendo?"

"Direi di si" e non posso far altro che sorridere.

Il pranzo prosegue senza intoppi. Mi porta in un ristorante molto carino con vista mare, e per tutto il tempo non smette di farmi domande su di me, su cosa mi piace, su i miei gusti culinari e musicali. Sembra davvero interessato alle mie risposte e mi guarda negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo. Questa cosa mi sta facendo impazzire! Non ho mai trovato una persona con cui parlare così del più e del meno senza cadere nell'imbarazzante silenzio dei primi appuntamenti, e il tutto accompagnato da un contatto visivo perenne.

Dopo il pranzo decidiamo di andare a fare una passeggiata sul lungomare che in quel momento non era esageratamente pieno di gente. Vado per levarmi le scarpe quando noto il suo sguardo stranito.

"Adoro sentire la sabbia tra i piedi, è davvero una bella sensazione. Non trovi?"

"Beh si, certo, ma quando si sta in spiaggia, non quando si passeggia."

"Dai,non fare il vecchio. Levati le scarpe, fallo per me!" e tento di fare lo sguardo da cerbiatta anche se non penso sia la mia miglior risorsa.

"Se mi guardi così non posso resisterti. Proviamo a fare a modo tuo"

"Ha funzionato davvero?! Non ci credo…ed io non ho nemmeno degli occhi così particolari"

"E qui ti sbagli. I tuoi occhi comunicano tanto, sono profondi, non piatti, espressivi. Ti potresti perdere dentro questi. Ma non ti approfittare della cosa eh!"

Rimango scioccata da questa sua descrizione. Io sono convinta di non avere niente di speciale, men che meno gli occhi. Sono dei semplici occhi castani, ordinari, come tanti.

"Gr…Grazie, direi. Anche se vedo la descrizione che hai dato più adatta ai tuoi di occhi. Sono la prima cosa che ho notato, ad essere sincera. Comunque dai, vieni!"

Lo prendo per mano e lo tiro per farlo arrivare al mio fianco.

"Com'è? Non ho ragione? É sempre bello sentire la sabbia sotto i piedi!"

"Va bene dai. Non mi dispiace devo dire. Ma solo perché poi non devo tornare a lavoro! Altrimenti non mi sarei mai tolto le scarpe, dopo sarebbe stato un incubo levare tutta la sabbia e rimetterle"

Camminiamo per un po' senza dire niente, godendoci le nostre mani unite e il sole che ci riscalda.

Presa da un momento di follia, perché non trovo altre spiegazioni possibili, mi giro verso di lui e dico:

"Ascolta, ti va di venire una sera con il mio gruppetto di amici? Più o meno un corso accelerato su ciò che mi piace fare solitamente"

Ma cosa mi salta in mente?! Un colpo di sole, sicuramente è quello il problema.

"Se ti va ovviamente, non sei obbligato ad accettare! Anzi, forse è stata una pessima idea, non dovevo mica invitarti così presto a passare una serata con i miei amici…"

"Hai finito Agnese, o devi continuare a giustificarti? Accetto volentieri e ti dirò di più, mi fa davvero piacere che tu me lo abbia chiesto"

"Oh, ok. Scusa ma quando sono nervosa tendo a straparlare"

"L'ho notato" e scoppia a ridere davanti a me "ma non mi dispiace come mi aspettavo, anzi, lo trovo carino"

Continuiamo a passeggiare ancora per un po' avvicinandoci alla riva in modo da poter bagnare i piedi. L'acqua è fresca e mi permette di mantenere la mente lucida, cosa alquanto difficile considerando la sua vicinanza e il suo profumo.

Non so come descriverlo, ma è qualcosa di sensuale e dolce e virile e delicato e rassicurante. So che un profumo non può essere descritto con termini così contrastanti ma io lo percepisco in questo modo.

Guardo l'orologio e mi rendo conto che si sono già fatte le 18, e a malincuore, gli dico: "Scusami tanto ma purtroppo io devo tornare a casa. Oggi ho promesso a mia madre di cucinare la cena e se non faccio presto non ci arrivo"

"Tu cucini? Allora voglio assaggiare qualcosa fatto da te qualche volta." 

"Facciamo così, con i ragazzi io devo vedermi sabato. Probabilmente ci vedremo dopocena. Tu vuoi venire prima così ceniamo insieme e poi raggiungiamo gli altri?"

"Mi sembra perfetto. Adesso andiamo che non voglio avere sulla coscienza il fatto di far rimanere la tua famiglia senza cena"

Detto questo ci incamminiamo verso la macchina e continuiamo a parlare di tutto quello che ci passa per la testa, dagli argomenti più stupidi a quelli un po' più seri. 

Arriviamo sotto casa mia in un tempo che mi è parso brevissimo e mi ritrovo a pensare di non voler scendere dalla macchina. 

"Agnese allora rimaniamo che mi fai sapere l'orario per sabato?"

"Si certo. Adesso devo andare, ma ci sentiamo. Dimmi quando arrivi a casa!" e scendo dalla macchina come un fulmine, non prima però di avergli lasciato un bacio sulla guancia.

L'ho visto irrigidirsi e questa reazione, oltre a suonarmi strana visto il comportamento durante tutto il nostro pranzo, mi ha fatto sentire terribilmente in imbarazzo e per questo sono scappata via.

Prima di entrare dal cancellato di casa mia, mi volto per vedere se lui è ancora lì e lo becco a fissarmi il fondoschiena.

Gli rivolgo un'occhiata a limite dello scioccato e lui ricambia con un sorriso da mozzare il fiato e un ciao con la mano. Fatto questo, parte e mi lascia lì, imbambolata.

Salgo le scale di corsa perché non vedo l'ora di chiedere ai miei amici se per loro va bene vederci sabato e se non è un problema portare Claudio. Stranamente ho una voglia matta di inserirlo nella mia vita quotidiana.

I ragazzi si mostrano subito entusiasti di questa novità e sono curiosi di vedere questo ragazzo che è riuscito a smuovere qualcosa nella loro amica.

"Sono arrivato a casa sano e salvo. Adesso puoi preparare la cena in tranquillità"

"Perfetto. Grazie per avermi mandato il messaggio; io lo chiedo a tutti i miei amici ma ormai nessuno lo manda più! Mi preoccupo e non lo capiscono"

"Ti sei preoccupata per me?"

Cavoli, e adesso che gli dico?

"Beh, certo. Altrimenti con chi ceno sabato?"

Spero di essermi salvata in calcio d'angolo.

"Giusto. Solo per questo vero? E io che ti offro pure il pranzo…"

"Ora io ti sto offrendo la cena, siamo pari"

"Vedremo, lo devo decidere io questo"

"A proposito, tu mangi qualsiasi cosa o hai preferenze?"

"Mangio di tutto, sorprendimi. Però quando decidi dimmi se devo portare del vino bianco o rosso."

"Non mancherò! Adesso devo andare, mi distrai."

"Non fare bruciare nulla ;) "

I giorni sono volati ed in un baleno siamo a sabato. Alla fine ho deciso di fare delle lasagne cupcake vegetariane come primo, delle scaloppine al limone e come dolce i tortini al cioccolato con il cuore morbido. Non sapendo i gusti, preferisco rimanere sul classico.

Questa mattina mi ha chiamato per sapere se poteva fare qualcosa per aiutarmi e così gli ho detto di venire un po' prima per cucinare insieme.

Io adoro cucinare, mi rilassa tantissimo e mi diverto allo stesso tempo. La cosa che preferisco cucinare in assoluto sono i dolci, probabilmente perché sono piuttosto golosa.

Verso le 18.30 suona al campanello e lo faccio accomodare nella mansarda che abbiamo adibito a secondo appartamento. 

Mi saluta e poi mi guarda dal basso verso l'alto. Non capisco subito il perché della sua faccia, come se stesse trattenendo una risata, e quindi seguo il suo sguardo.

Sono vestita con dei pantaloncini di felpa blu con le fragoline rosa disegnate e una canottiera rossa, senza reggiseno ovviamente. 

Almeno mi sono ricordata di mettermi del correttore.

"Sembri proprio una ragazzina vestita così. Poi, cosa hai il testa? Pare che ti sia scoppiata una bomba"

Giusto, ho i capelli legati con una crocchia molto disordinata.

"Ehi! Lavoro per te da questo pomeriggio nonostante questo caldo. Questo è il ringraziamento?"

"No hai ragione, diamoci da fare" e detto questo mi passa il vino da mettere in frigo e mi chiede "Dove posso cambiarmi? Non vorrei sporcarmi"

"Qui a destra c'è il bagno oppure puoi andare nella camera da letto"

"Il bagno va benissimo. Arrivo subito"

Esce dopo 3 minuti con dei pinocchietti di jeans e una maglietta  a maniche corte verde. É bellissimo anche così.

"Allora Agnese, sono ai tuoi ordini. Dimmi cosa posso fare"

E sorride, con gli occhi fissi nei miei, e riesco a percepire una scintilla che non so bene definire.

"Il primo è già in forno. Potresti friggere le scaloppine? Sono già impanate con la farina. Puoi farcela?" e la butto sulla sfida. Mi piace stuzzicare.

"Per chi mi hai preso? Ti ricordo che sono più grande di te, quindi porta rispetto" dice con un tono pieno di divertimento.

"Ahahahahahahahah certo, come no. Forza, ti prendo la padella"

Iniziamo così a cucinare, fianco a fianco. Lui frigge la carne e io preparo i tortini. Lo vedo molto rilassato e passiamo tutto il tempo a ridere e scherzare, come se ci conoscessimo da una vita. 

Claudio guarda molto attentamente i miei movimenti mentre corro da una parte all'altra della cucina per prendere i vari ingredienti dalla dispensa e quando ho finito di preparare l'impasto gli chiedo "Vuoi assaggiare?"

I suoi occhi brillano e credo di aver indovinato perché mi guardasse con tanta insistenza.

Vado per prendere un cucchiaino quando lui mi ferma e mi dice:

"Dai, non sporchiamo altre cose che poi ci tocca lavare per un'ora. Passami il tuo dito, su."

Faccio come mi dice e così lecca il preparato dalle mie dita.

Mi sento morire nell'istante in cui la sua bocca tocca la mia pelle, come se mille scariche elettriche stessero attraversando il mio corpo tutte insieme.

"É davvero ottimo! Io adoro il cioccolato, anzi, adoro i dolci in generale."

Cerco di ridestarmi dal mio stato di trance e rispondo: 

"Anche io se devo essere onesta. Sono alquanto golosa e suppongo che si veda"

"Sei perfetta così come sei. Perché voi donne dovete sempre criticare il vostro corpo? Prima ho avuto una ragazza che era magra da far spavento e la cosa non mi è piaciuta per niente. Era triste, a dir la verità, non avere niente da stringere"

"Beh, grazie Claudio. Penso sia una mia caratteristica non piacermi. Ho un'autostima pari a 0 e forse anche più bassa"

"Faremo qualcosa per migliore l'opinione che hai di te stessa."

Alle 8.30 è tutto pronto e ci sediamo nel terrazzo per mangiare con un bicchiere di vino a testa.

"Dio santo, Agnese. É tutto buonissimo. Sei davvero brava, i miei complimenti. Ho fatto il bis di tutto ed ora sto scoppiando. E chi si alza adesso?"

"Hai ragione, abbiamo mangiato troppo in effetti. Dai, su, andiamo a lavare i piatti che così stiamo alzati almeno"

Laviamo i piatti in silenzio ma non è quel silenzio imbarazzante, piuttosto di pace direi.

"Claudio io ora scendo e mi vado a preparare. Ti dispiace? Prometto di metterci meno tempo possibile ma ho davvero bisogno di una doccia. Fai come se fossi a casa tua"

"Ti chiederei troppo se ti dicessi che avrei bisogno anche io di una lavata?"

"Ma assolutamente no. Aspetta che ti porto una tovaglia. Nel bagno c'è tutto quello che ti può servire."

Dopo 30 minuti (mi stupisco di me stessa) sono pronta. Ho messo una tutina con pantaloncino nero e il sopra bianco a pois neri e scollatura all'Americana. Mi sono truccata con il mio solito filo di matita nera intorno all'occhio e del rossetto rosso.

Salgo in mansarda e vedo Claudio affacciato alla ringhiera. In questa posizione si vedono benissimo le spalle e giuro di aver avuto un principio di mancamento. 

Gli arrivo da dietro, gli pizzico il fianco e poi mi metto alla sua destra per godermi il panorama e la sua vicinanza.

Può una persona renderti agitata e rilassata allo stesso tempo?

"Andiamo?" si rivolge a me e mi squadra come se non mi avesse mai visto prima.

"Non so se ti preferisco con i pantaloncini con le fragole o così. Comunque sei splendida in entrambi i modi"

"Grazie Claudio, anche tu non sei niente male. Andiamo che i ragazzi ci aspettano" sorrido imbarazzata.

Arrivati all'appuntamento sono un po' nervosa. E se non gli piacessero i miei amici? Se si rendesse conto che sono troppo piccola per lui? Basta pensare, ormai siamo qui e non posso più tornare indietro.

Camminiamo vicini fino a che non vedo seduti su una panchina i tre ragazzi che ci stavano aspettando.

Mi avvicino facendo segno a Claudio di seguirmi. Saluto e abbraccio tutti ma mi rendo conto che lui è rimasto leggermente indietro e così lo tiro per il polso e inizio le presentazioni.

"Ragazzi, lui è Claudio. Claudio loro sono Federico, Simona e…"

"Angela, ciao" dice lui. Cosa? Io non ho detto il suo nome.

"Vi conoscete già?"

"Si, lei è la ragazza di cui ti parlavo qualche ora fa"

Cosa?!



N.d.A:
Scusate l'enorme ritardo ma la sessione autunnale di esami all'università mi sta uccidendo.
Spero vivamente di non perdere più tutto questo tempo nel pubblicare perchè ho già le idee per i prossimi capitoli, devo solo trovare il tempo di scrivere.
Ringrazio chi ha messo questa storia fra le seguite o le preferite, mi rimpiete di gioia!
Vi prego di lasciarmi qualche commento perchè per me è essenziale avere il vostro parere.
Alla prossima :*

 

   
 
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