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Autore: 9Lou_Lou9    14/09/2016    0 recensioni
Ecco com'ero: strana.
Era una cosa inevitabile, se ne accorgevano tutti.. Insomma, sempre sola e per i fatti miei. Amavo la mia quiete e nessuno doveva interromperla.
Lui, però, lo fece.
Sono Lilith Dubois, e questa è la mia vita.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le sei del pomeriggio e la mia testa non faceva altro che rifiutare l'invito a cena, ma come?
Non avevo il suo numero, di certo se avessi chiesto a qualcuno il numero di Jared Leto mi avrebbe riso in faccia. Certo, come credermi? Non ci credevo nemmeno io. 
Nella speranza che la mia testa si calmasse, mi preparai un caffè.
Avrei dovuto iniziare a preparami, ma il mio corpo aveva bisogno di dormire e quindi mi addormentai sul divano guardando una serie tv.
Mi svegliai in tempo grazie ad un urlo di quella serie tv che avevo lasciato prima di addormentarmi e, guardando il cellulare, mi ero resa conto che erano le sette e che era già tardi.
Ergo, mi infilai subito in doccia, shampoo e tutto il resto e più o meno erano già le sette e mezza. Aveva detto niente di formale, giusto? Quindi optai per un jeans nero, una semplice maglietta bianca e delle sneakers nere.
E no, niente trucco, io lo odio. Mi da fastidio, forse perchè falsando anche di poco l'aspetto di una persona mi sembra di ingannare quella che mi guarda. Infondo il trucco è solo una copertura, tutti noi abbiamo paura di mostrare chi siamo veramente, sia fuori, sia dentro.
Non so perché ma non ero nervosa. Anzi, ero perfettamente a mio agio, più che altro ero intimorita. 
Preparai la mia borsetta, infilai chiavi di casa, cuffie, portafoglio e infine il mio solito quadernetto. 
Nell'attesa mi sdraiai sul divano e continuai a leggere un libro che avevo iniziato la settimana scorsa e intanto in testa mi frullava l'idea che come poteva arrivare da un momento all'altro, poteva pur non arrivare. Allora iniziai a preparami psicologicamente ad una cosa del genere, e probabilmente la prossima volta ci avrei pensato due volte prima di parlare agli estranei. Poi sentì bussare alla porta e lo vidi, era lì.
"Buonasera Madame, non vorrei disturbarla, ma questa sera si è presa un impegno con il sottoscritto". Disse sorridendomi, con quel sorriso che avevo sempre visto dietro ad uno schermo, era tutto così..strano.
"Si, ricordo.." dissi facendo finta di nulla, ma forse ero felice. Potevo mettere da parte il mio essere scontrosa e magari risultare più una persona normale, anche se non lo ero mai stata.
"Puoi uscire dalla porta di casa o hai deciso che la serata si svolgerà tu dietro la soglia di casa tua ed io fuori?" disse ridendo.
"Nono scusa, prendo la borsa ed esco, un secondo". 
Era cambiato tutto, ero spaventata ma curiosa. La sua presenza mi metteva in soggezione.
Così, un po' confusa, presi la borsa e uscì. Lui mi aspettava davanti alla portiera della sua auto, una BMW nera lucida, e indossava un paio di jeans chiari e una camicia bianca, scarpe nere anche lui.
"Madame.." e mi aprì la portiera. Gli sorrisi come per ringraziarlo, ma quel gesto mi faceva ridere, nessuno aveva mai fatto qualcosa del genere per me.
"Dove andiamo?" gli chiesi quando anche lui salì in macchina.
"Ora vedrai, vuoi della musica?"
"Beh, si grazie". La musica mi aiuta a non pensare, se penso troppo rischio di esplodere, specialmente in una situazione del genere.
Prende un disco dei 30STM e parte Kings and Queens, ovviamente la sapevo a memoria ma feci finta di non conoscerla nemmeno. Mi ricordai, sentendo questa canzone, che lui ancora non mi aveva rivelato il suo nome, anche se lo sapevo già.
Lui è stato in silenzio per tutto il viaggio, con lo sguardo serio, avrei pagato oro per capire cosa stesse passando per la sua testa.
"Arrivati", si limitò a dire solo questo.
Scesi dalla macchina ed era un posto stupendo. Era un ristorante sul mare, ma c'era solo un tavolo. Forse preferiva l'anonimato e che le persone non sapessero di lui.
"Wow" è tutto quello che uscì dalla mia bocca, che idiota.
"Addirittura? Ti piace?" disse lui quasi sorpreso dalla mia reazione.
"E' stupendo".
"Dai, sediamoci al tavolo, la notte è lunga". Era divertito da tutta questa situazione, lo si vedeva negli occhi e dal modo in cui parlava.
Nello stesso momento in cui ci siamo seduti, il cameriere arrivò chiedendo cosa volessimo portato da mangiare e da bere.
"Io vorrei solamente una pizza Margherita, grazie". A quelle parole Jared rise.
"Io ti porto qui e tu ordini semplicemente una pizza? Sei davvero strana". Disse continuando a ridere.
"Lo so, grazie" e gli feci un occhiolino, quasi per prenderlo in giro di quella affermazione che aveva appena detto.
"Io vorrei il piatto migliore che avete, e del vino rosso, non badi a spese, mi sto fidando di lei". 
Il cameriere andò via e tra noi cadde il silenzio.
Io non sapevo che dirgli e la stessa cosa lui. Anzi si, avevo troppe domande ma non usciva nemmeno un suono per sbaglio dalla mia bocca.
"Non ti facevo così silenziosa, sembri una con un bel carattere".
Mi osservava, e quegli occhi ti congelavano pure l'anima.
"O con un bel caratteraccio, sono punti di vista". Risposi io.
"Non credo, comunque scrivi bei testi, complimenti" e sorrise.
Lui mi aveva fatto dei complimenti sui miei testi, ma scherziamo? Non poteva essere tutto reale.
"Ok, ora basta": Lui mi guardò sconvolto. Continuai "Perchè tutto questo?".
"Scusa non ti capisco, questo cosa?"
"La tua gentilezza, portarmi qui, non mi conosci nemmeno". Forse avevo sbagliato tono, forse ero troppo seria, ma non ce la facevo.
"Semplicemente mi hai colpito. Tutto qui, non è da tutte stare sola in spiaggia e scrivere. Non si trova più una persona del genere. Poi ho letto i testi, e ho pensato di conoscerti, ecco".
"Scusa.. Mi volto sempre male con le persone, solo che non sono abituata a ricevere tutte queste attenzioni".
"Lo so, lo vedo, per questo non mi sono innervosito più di tanto".
E mi guardò facendomi un sorriso rassicurante.
"So chi sei, per questo tutto ciò mi sembra strano". Dissi sostenendo il suo sguardo.
"Dillo". E continuava ad osservarmi.
"Sei Jared Leto, per questo motivo non mi hai mai svelato il tuo nome da quando ti sei precipitato a casa mia".
Lui mi guardò un po' con un'aria dispiaciuta e disse: "So adesso che questo cambierà tutto, penserai più alla mia fama che a me, quando il mio intento era solo di avere un'amica":
Lui che voleva un'amica, qualcuno con cui parlare e viene da me, la persona più sociopatica del mondo, sembrava una barzelletta.
"Si vede che non mi conosci, Jared". 
  
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