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Autore: Silkye96    14/09/2016    0 recensioni
Una fanfiction su come vorrei che andasse l'episodio 32.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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UGAUGAIGAFJOJOWDKèSèDLèEFKCOJ CAPITOLO 2: After shock.

I banchi di scuola, che dire? Mai come oggi mi sono annoiata tanto ad una lezione, il fatto è che son già passate due settimane e di Lysandro nemmeno l'ombra, per non parlare del fatto che non sono mai riuscita ad andare a trovarlo, ho sempre avuto compiti impossibili, e impegni di famiglia improrogabili.
Mi sento la peggiore fidanzata dell'intero pianeta, il mio ragazzo sta male, non si ricorda nemmeno come si chiama e io non trovo neppure due minuti per andarlo a trovare, che razza di persona sono?
Esco dalla classe, ho deciso, oggi lo vado a trovare senza se e senza ma!
E poi avevo deciso che avrei fatto di tutto affinché si ricordasse di me, quindi non posso certo venire meno alla mia promessa.
Raccolgo le mie cose dall'armadietto, vengo afferrata alla spalla da una mano possente.
Mi giro.
-Armin?- chiedo divertita.
-Sì, volevo farti sapere che ho trovato un tesoro unico- canticchia.
-Che hai trovato?- chiedo.
-Una tua foto, me l'ha data Kentin, quanti anni avevi?-
In mano ha una orribile fotografia di quando avevo undici anni, capelli stopposi, apparecchio e occhialoni, per non parlare poi del fatto che ero altissima e magra come uno spillo, sembravo una specie di mostro raro.
-Oddio, Armin ridammela!- esclamo arrossendo dalla vergogna.
-Ti vergogni? Io ti trovo adorabile- ride lui.
Sbuffo, ho capito, penso che dovrò lasciare che mi prenda in giro, non reagirò...O almeno, ci proverò.
Mi prende in giro per un po' con una dolcezza tutta sua, mi diverto lo ammetto, mi piace bisticciare con i gemelli di tanto in tanto, sono esilaranti!
Riesco a tornare a casa senza danni troppo gravi alla mia autostima, corro a pranzare e poi avverto i miei che ho intenzione di andare in ospedale, papà mi vuole accompagnare.
-Sai, mi piacerebbe portartici- mi dice serio.
-Ah, ehm...Perché?- chiedo nervosa.
-Almeno non sarai costretta a spendere soldi per il biglietto e potrei approfittarne per controllare come sta il tuo amico- risponde.
Non posso dirgli di no, si insospettirebbe, e poi diciamocelo...Non ho nulla da nascondere per ora.
-Ok, allora vado a cambiarmi e poi andiamo- gli dico.
Corro di sopra come una furia, devo decidere cosa mettermi, non so perché ma ho un nodo allo stomaco e non credo sia a causa della peperonata di mia madre.
Infilo una gonna a campana rossa con una cintura bianca in vita, una canotta nera sapientemente riposta dentro la gonna, un paio di tacchi rossi con fiocco bianco e sono pronta.
Mi pettino e mi lavo i denti, mi trucco appena e torno di sotto.
-Che bella sei!- esclama mia madre.
-Grazie, sono i vestiti nuovi ricordi?-
-Sì, ho fatto bene a comprarteli- mi dice fiera.
Mio padre le rivolge un'occhiataccia e poi mi prende per il polso e mi trascina fuori verso la macchina.
Sorrido a mia mamma che, comprensiva, mi fa l'occhiolino.
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Arriviamo in ospedale, non sopporto questo odore di ammoniaca, mi manda ai pazzi!
Meccanicamente mi dirigo verso l'ascensore per poi ritrovarmi nel corridoio che porta alla stanza di Lys.
Apro appena la porta, dentro non c'è nessuno, solo lui, in piedi davanti alla finestra.
Busso appena per annunciarmi ed entro accompagnata dal mio papà.
-Ciao Lysandro, vedo che ti sei alzato in piedi- dico lieta.
Lysandro osserva mio padre, lo guarda attentamente e poi, dopo essersi piegato un po' in avanti, lascia uscire le parole dalla sua bocca.
-"Non voglio più vederti giovanotto!"-
Si tappa la bocca subito dopo.
Non posso fare a meno di ridere, mio padre gli sorride mestamente e gli posa dolcemente una mano sulla spalla.
-Scusa tanto ragazzo, non volevo essere scortese con te quel giorno- confessa.
-N...No, non si preoccupi...- borbotta lui.
Mio padre sorride caldamente, mi guarda :-Vi lascio soli-
-Dove ci vediamo?- chiedo.
-In caffetteria, non metterci i secoli- mi avverte.
Una volta uscito dalla stanza, trovo il coraggio per concentrare il mio sguardo di nuovo su Lysandro.
-Ho letto il mio quaderno ieri, speravo ci fosse qualche informazione utile, ho trovato questa- mi dice porgendomi una lettera.
"Come as you are, as you were
As I want you to be
As a friend, as a friend
As a known enemy"
-E' un testo dei Nirvana- rispondo sicura.
-Ti ricordi quando l'ho trascritto?- chiede divertito.
-Scusami ma...E' ironico il fatto che tu chieda a me se mi ricordo di qualcosa-
-Giustamente, ma tu "non sei davvero delicata"-
Gli sorrido, ultimamente pare stia ricordando molto.
-Allora, non vuoi ricordarmi quando hai scritto questo?- chiedo.
-L'ho scritto per il concerto, volevo fare un pezzo dei Nirvana, te lo feci leggere perché sapevo che ti piacevano, me l'aveva detto Castiel...-
Sorrido, come avrei potuto non farlo?
-Oh Lysandro...- mormoro con un sorriso felice.
-Inizio a ricordare alcune cose ma è frustrante il fatto che non possa ricordarmi tutto, da quello che mi ricordo sembrerebbe che tu...-
Sta per finire la frase ma poi ci ripensa, lo vedo diventare di un vivido color vermiglio, chissà che vuole dirmi? Lo sprono a continuare il discorso.
-Cosa sembrerebbe?- chiedo.
Lui sospira amaramente, torna a guardarmi, i suoi occhi bicolore illuminati dal sole si incastrano perfettamente con i miei.
-Io...Da quel che mi ricordo si direbbe che mi piaci molto- risponde.
Sgrano gli occhi, non avrei mai creduto che potesse confessarlo così su due piedi, a questo punto forse dovrei dirgli la verità, insomma dovrei fargli capire che cosa significa lui per me, dovrei permettergli di ricordare tutto su di noi.
-Forse è così- gli dico semplicemente.
In un breve istante il tempo attorno a noi si blocca, è come se non tirasse un filo di vento e mi sembra anche che stiamo entrambi trattenendo il respiro.
Mi avvicino lentamente a lui come spinta da una forza mistica, non so cosa mi stia succedendo ma so che non riesco a fermarmi, in questo momento riesco solo a pensare alle sue labbra.
Mi avvicino ancora e solo adesso mi rendo conto di quanto ho desiderato potergli stare così vicina ultimamente.
-Ma...Ma che fai?- mi chiede imbarazzato.
-Io...Non lo so, scusa...- mormoro allontanandomi di nuovo.
Lysandro mi prende la mano silenziosamente, continua a fissarmi senza dire una parola e non posso certo dire che la cosa mi faccia piacere, mi rende piuttosto a disagio sinceramente.
-Non mi da fastidio se mi stai così vicina...- mormora.
Non so davvero come reagire a questa affermazione, mi sento di fare una cosa che avevo in mente da un po'.
Allungo le braccia e lo stringo a me con dolcezza, mi era mancato tanto abbracciarlo e sentirmi protetta sotto la possenza delle sue spalle.
-Lysandro...Tu davvero non ricordi nulla di tutto questo?- chiedo.
Alzo lo sguardo e mi rendo conto che siamo vicinissimi, riesco a sentire chiaramente il suo respiro che mi solletica la pelle, come fa a non ricordarsi di quanto quel bacio sia stato bello?
Rimaniamo a guardarci, un solo respiro potrebbe rovinare l'atmosfera che si è creata fra di noi.
-Inizio a ricordarmi qualcosa...Quella sera, quando tuo padre mi ha detto quelle parole...Io, io stavo...-
Sgrano gli occhi, spero davvero che finisca immediatamente questa frase.
La porta della stanza si apre all'mprovviso, mi stacco rapidamente da Lys, quasi perdo l'equilibrio, entra Leigh accompagnato dalla madre, decido di andarmene dopo averli salutati, dovrò vivere con l'ansia ancora per un po'.
Mi dirigo in caffetteria, prendo un caffè con mio padre prima di rimetterci in marcia verso casa.
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Mi rigiro nel letto, non riesco a dormire, non faccio altro che pensare alla frase che stava per dirmi Lys, avrei voluto saperlo prima che i suoi famliari entrassero a rovinare tutto.
Mi chiedo se si ricorderà di quel che voleva dirmi.
Improvvisamente, cado in un sonno profondo.
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Arrivo in classe della Delanay in larghissimo anticipo, trovo solo Melody e Nath seduti ai loro banchi.
Mi avvicino a Melody e la saluto.
-Ciao Silkye, come stai?- chiede.
-Bene grazie, e tu?-
-Bene- risponde con un gran sorriso.
Ultimamente, la stuazione con Melody si è appianata, di solito non ci vado molto d'accordo dato che lei è gelosissima e non posso nemmeno rivolgere uno sguardo a Nathaniel.
-Senti Silkye, hai notizie di Lysandro?- mi chiede.
-Oh, sta...Sta bene, insomma, quando sono passata ieri sembrava aver acquisito un po' di memoria- rispondo.
Nathaniel si alza e ci raggiunge.
-Sei passata da lui anche ieri?- chiede.
-Ma sì, lo sai che ormai va tutti i giorni da lui- conferma Melody.
Non posso fare a meno di arrossire, effettivamente analizzando i fatti è piuttosto ovvio che provo qualcosa per lui, e io che cerco di tenerlo nascosto...Insomma, non sono brava a mantenerlo segreto.
-Effettivamente, sei spesso in ospedale, ma non l'hai presa troppo seriamente?- incalza Nath.
-Ma no, solo che io e Lysandro siamo molto amici...- mormoro.
Melody sorride in modo strano per poi iniziare a fissare la porta con aria esterrefatta.
Mi volto, Lysandro è appoggiato allo stipite con un'espressione stralunata dipinta in volto.
-Lysandro!- esclamo felice.
-Ciao- mi risponde con un sorriso caloroso.
Nathaniel e Melody corrono a salutarlo, entrambi sembrano parecchio felici di rivederlo.
-Come ti senti?- chiede Melody.
-Ecco...Sto bene, sono solo un po' stordito- ammette lui.
-Immagino, non ti è successa una cosetta da niente- commenta Nathaniel.
Lysandro mi da l'idea di non ascoltarli affatto, tiene i suoi occhi fissi su di me e la cosa, come sempre, mi fa sentire esaminata al dettaglio, il mio viso inizia a scaldarsi e il mio intero corpo è come paralizzato sotto alla potenza e all'intensità dei suoi occhi magnifici.
L'aula ben presto si riempie e tutti non fanno altro che correre da Lysandro a chiedergli come sta, lo vedo sopraffatto da tutte quelle attenzioni, non ci è per nulla abituato e la cosa mi fa sorridere.
Inizia la lezione, Lysandro non sembra avere alcun problema a mettersi al passo con noi, anzi, sembra che si stia divertendo a rispondere a tutte le domande impossibili della Delanay.
Non mi ero mai resa effettivamente conto di quanto fosse bravo a scuola.
La lezione termina, devo ammettere che oggi ho prestato più attenzione del solito, mi fa piacere il fatto che sia riuscita a non distrarmi, me ne sono addirittura sorpresa ma la lezione mi è persino piaciuta!
Sarà perché Lysandro è tornato e non vedevo l'ora che accadesse.

Mi dirigo in cortile con la speranza di trovare qualcuno con cui parlare, oggi mi sento socievole.
Vado verso il club di giardinaggio con convinzione, vi trovo Kentin seduto comodamente in mezzo ai fiori mentre, con gli occhi chiusi, ne inala il pungente profumo.
-Kentin? Ma che fai?- chiedo ridendo.
Il ragazzo si alza da terra strofinandosi i pantaloni per pulirli dal terriccio, mi guarda completamente rosso in viso e con gli occhi sgranati fino all'inverosimile.
-I...Io...N...Niente, io...Se lo dici a qualcuno ti ammazzo!- esclama.
Scoppio a ridere forte, come non mi succedeva da un po'.
-Ma dai...Smettila di ridere, su!-
-Scusami, è che non ce lo vedo uno come te che si ferma a cogliere fiorellini profumati- dico fra una risata e l'altra.
-Ok, ok ora basta, non è così divertente- mi dice serio.
-Scusami- rispondo con un sorriso materno.
Kentin mi ricambia e mi posa una mano sulla spalla amichevolmente :-Sai, ultimamente sei stata spesso a trovare Lysandro...- mormora.
-Sì, è così- rispondo seria.
-Ma non è che ti piace? I gossip corrono al liceo, nel tuo caso volano proprio- confessa.
-Ecco, Kentin io...Perché vuoi saperlo?- chiedo timidamente.
-Perché mi piaci, mi sei sempre piaciuta e devo sapere se ho una possibilità oppure devo rinunciarci- ammette, ha il viso totalmente rosso.
-Oh Kentin, mi spiace...Però io non ti voglio bene in quel senso, per me sei un caro amico ma nulla di più, e poi...Hai ragione quando dici che mi piace Lysandro, anzi...Se solo lui se lo ricordasse sapresti anche che ci siamo messi insieme...- confesso.
Kentin sgrana gli occhi come se fosse venuto a conoscenza di un fatto terribile.
-Oh...- mormora.
-Kentin, tutto bene?- chiedo spaventata.
-Tutto bene, no...A dire il vero sono felice per te, davvero eh...A proposito, forse ora qualcuno vorrebbe parlarti- mi dice indicando alle mie spalle.
Mi volto appena e noto immediatamente la figura di Lysandro dietro di me.
Kentin si volatilizza mentre il vittoriano si avvicina a me lentamente.
-Quanto hai sentito?- chiedo.
-Tutto, da quando ti ha fatto la dichiarazione in poi...Era questo che non volevi dirmi? E' per questo motivo che eri sempre così triste quando venivi a trovarmi?- chiede.
-Sì, era per questo- ammetto.
Lysandro si avvicina ancora, senza dire una parola mi prende il viso fra le mani e, con calma assurda, posa le sue labbra contro le mie con dolcezza.
Spalanco gli occhi, non solo mi preoccupo che qualcuno possa vederci ma mi sento anche tremendamente in imbarazzo, insomma...E' strano in un certo senso.
Quando ci stacchiamo Lysandro si prende la testa fra le mani, si inginocchia a terra e lancia un grido soffocato.
Sembra che soffra terribilmente.
-Lysandro! Oddio, Lysandro stai bene?- chiedo terrorizzata.
Non mi risponde, non dice una parola.
Mi inginocchio accanto a lui, gli tocco la spalla, grida di nuovo, più forte stavolta, non so cosa fare.
-Aspettami qui, vado a chiamare il prof- esclamo.
Corro all'interno del liceo, bianca come un fantasma.
Inizio a gridare.
-Aiuto! Lysandro si sente male! Aiuto!-
Rosalya, Alexy, Castiel e Nath vengono in mio soccorso, poco dopo ci raggiungono Armin e la Delanay.
Corriamo tutti in giardino, Lysandro è a terra, apparentemente senza sensi.
-Chiamo l'ambulanza- annuncia la prof.
Mi piego accanto a lui, gli poso una mano sulla fronte.
D'un tratto apre gli occhi, mi guarda, i suoi occhi sembrano così tristi.
-Mi dispiace tanto- mormora.
Per che cosa gli dispiace? Che sta dicendo?
-Ma di che parli?- chiedo confusa.
-Non so come ho potuto scordarmi di te...- mormora con un filo di voce.
Sembra che stia per piangere.
-Vuoi dire che ora ricordi ogni cosa?- chiedo speranzosa.
-Tutto, ricordo tutto- mi risponde prendendomi la mano.
Non riesco a resistere, dopo averlo aiutato a rialzarsi gli salto al collo e lo abbraccio più forte che posso, non mi ricordo nemmeno delle persone attorno a noi che, nel mentre, si sono moltiplicate, Lysandro è tutto rosso in viso, non mi importa nulla di chi sta guardando, non posso controllarmi, senza pensarci lo bacio, lo bacio intensamente e non me ne pento affatto.
Erano giorni che aspettavo di poterlo fare.
Lysandro ricambia il mio bacio con una passione tale da farmi quasi perdere l'equilibrio, chissà quanto anche lui volesse farlo dopo essersi ricordato ogni cosa.
La Delanay si schiarisce la gola, ci osserva con aria corrucciata.
Sento Castiel bisbigliare :-Ecco perché era tanto preoccupata per lui-
Rosa e Alex mi guardano con due grandi sorrisi, Armin se ne sta lì, sbigottito come il resto degli studenti.
Non posso trattenere una risatina complice con Lys.
-Tutti e due, siete pregati di seguirmi nell'ufficio della preside- asserisce la Delanay.
Io e Lys la seguiamo in silenzio.
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Quando usciamo dall'ufficio siamo entrambi felici, nonostante la sfuriata da parte della prof, continuava a ripetere che le pubbliche dimostrazioni di affetto sono una volgarità indegna per dei ragazzi della nostra età, la preside nemmeno le prestava attenzione.
Ci dirigiamo di nuovo in cortile.
-Ti senti bene? Prima mi sono preoccupata-
-Sto bene, mi fa solo un po' male la testa- risponde.
-Forse è meglio chiamare il medico, insomma...Per...-
Lysandro non mi lascia finire, mi bacia delicatamente.
-Sto bene- mi dice poi.
Gli sorrido caldamente, sono felicissima che si senta bene!
Arrivati in cortile troviamo Rosa ad aspettarci, Rosalya e tutti gli altri...
-Allora, ne deduco che ricordi ogni cosa?- chiede divertita Rosa.
-Puoi giurarci- risponde lui con un sorriso appena accennato.
-Ma perché non ci avete detto nulla?- chiede Peggy inviperita.
-Tu saresti stata l'ultima a saperlo cara mia- scherzo.
Peggy scoppia a ridere e mi si avvicina :-Bella mossa Silkye- mi bisbiglia addocchiando Lys.
Sorrido.
Kentin è fermo davanti a me con un'espressione da cucciolo bastonato che un po' mi impietosisce.
D'altro canto però, io non posso farci molto, non lascerò Lysandro per fare piacere a lui, ma non penso nemmeno che lui me lo chiederebbe, mi vuole troppo bene per farmi rinunciare a qualcosa di così fondamentale per me.
Spieghiamo tutto con calma ai compagni di classe, dopo aver ricevuto qualche congratulazione e qualche sguardo deluso per non averlo saputo prima, riusciamo a tornarcene a casa.
Castiel ci corre dietro.
-Aspettate!- grida.
Io e Lys ci blocchiamo, Lysandro ha un'espressione serissima, mi fa cenno di allontanarmi un po' ma io rimango immobile, che succede?
Castiel si avvicina, mi tiene gli occhi puntati addosso, poi parla :-Perché diavolo non mi hai detto niente?!- esclama.
Lysandro socchiude gli occhi, sta per parlare ma Castiel lo blocca.
-Non sapevo nemmeno che ti piacesse lei!- grida nuovamente.
Lysandro gli posa una mano sulla spalla.
-Castiel, smetti di gridare, mi da molto fastidio- dice calmo.
-Ah, ah ti da fastidio? Sai cosa da fastidio a me? A me da fastidio che il mio migliore amico non mi dica nulla di quel che accade nella sua vita- esclama.
-Castiel...Avevo intenzione di dirtelo, però...Non subito- risponde Lys.
-Perché?- chiede l'altro.
-Perché sono riservato, e tu lo sai- taglia corto il vittoriano.
Non riesco a muovermi, li guardo imbambolata come se stessi pensando a qualcosa ma in realtà ho la testa totalmente vuota.
-Lo so che sei riservato e non ti piace parlare dei fatti tuoi ma...Io sono tuo amico e vorrei che ti sentissi libero di dirmi tutto quello che ti passa per la testa- mormora Castiel.
Incredibile, Lysandro sembra averlo calmato con poche semplici parole.
Ho sempre trovato bizzarra e al tempo stesso affascinante la loro strana amicizia, uno tranquillo come Lysandro raramente si accoppia con uno agitato come Castiel.
-Ti avrei comunque detto tutto, più in là...Dovevo assicurarmi che andasse tutto bene...- dice Lys guardandomi.
-Bè, sono comunque contento che tu abbia trovato qualcuno che riesca a sopportarti- mi commenta Cass.
-Ricicli anche le mie battute ora?- chiedo divertita.
Ci mettiamo a ridere tutti e tre, permetto ai ragazzi di riaccompagnarmi a casa.
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Non mi pare ancora vero che Lysandro si ricordi di me, avevo paura che ci volesse un'eternità e invece è stato facile, bastava solo essere un pochino più determinata e sicura di me.
Mi rendo anche conto che probabilmente Lysandro ha avuto modo di leggere con più calma il suo quaderno e abbia trovato tutta "la roba su di me", come disse Castiel.
Non posso negare che oggi sia stata una giornata intensa, ma voglio comunque raccontare tutto alla mia mamma, dato che le ho promesso che non le avrei mai più nascosto nulla che riguardasse la mia vita.
La faccio salire in camera e, quando arriva, le racconto ogni cosa accaduta stamane, mia mamma sembra davvero felice per me.
-Perché non lo inviti a cena?- chiede.
-A cena...Qui? Con papà?- chiedo spaventata.
Mia madre alza gli occhi al cielo, mi rivolge un sorriso materno e annuisce.
-Ma sì, che vuoi che gli faccia? In fondo, ha ammesso anche lui di essere stato esagerato quella sera, no?-
-Mh, sì è vero...- mormoro.
-E allora invitalo, al limite avremo una cosa in più di cui scusarci- scherza mia madre.
Decido di accettare la sua proposta, mando un SMS a Lys chiedendogli se ha voglia di venire a cena da me domani.
Mi risponde subito con un sì, non posso che esserne felice.
-Verrà- dico rivolta a mia madre.
-Perfetto, mi metterò tutto il giorno in cucina- cinguetta lei.
-Sì, ma non esagerare, ok?-
-E quando mai?- mi dice fingendosi offesa.
Scoppiamo a ridere.
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Oggi sono così nervosa, anche Lysandro è agitato, l'idea di venire a cena a casa mia lo traumatizza e, onestamente, traumatizza anche me, ho lo stomaco aggrovigliato.
Non sappiamo come reagirà mio padre ma speriamo che non sia una reazione troppo negativa.
A merenda mi siedo in cortile con Rosa e Alex, iniziamo a parlare della figuraccia fatta ieri davanti alla prof, di come sia diventata l'argomento scottante del liceo, e di come sia incapace di mantenere i segreti.
-Avete finito?- chiedo spazientita.
-Sì, credo che ti abbiamo insultata a sufficienza- commenta Alex ridendo.
-Mh, tu dici? Avrei ancora così tante da dirgliene- risponde Rosa.
-Io dico che mi avete massacrata abbastanza- dico con un borbottio.
Continuiamo a mangiare e parlare del più e del meno, poi noto che ci raggiunge Armin.
Si siede accanto ad Armin e mi rivolge un gran sorriso :-Eccola qua, la star del liceo, non ho fatto altro che sentire il nome tuo e di Lysandro oggi-
-Non me ne parlare, non sopporto di essere fissata come un fenomeno da baraccone- rispondo.
-Nemmeno Lysandro, infatti si è rintanato nel sottoscala insieme a Castiel, ero con loro fino a poco fa- risponde.
Sono davvero contenta che Armin stia iniziando a fare amicizia con gli altri ragazzi, specialmente perché così ha qualcun'altro con cui condividere i suoi videogiochi insegnando trucchi e tattiche di vittoria.
Sembra proprio che le cose stiano avendo una svolta positiva ultimamente, sono passata dall'essere completamente triste a sentirmi molto tranquilla.
Chissà come andrà avanti la mia relazione con Lysandro? Sono proprio curiosa.
  
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