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Autore: DianaSpensierata    14/09/2016    3 recensioni
La magia può tutto. Ma a volte ci sono porte che sarebbe meglio non aprire.
Hermione Granger non è esattamente quella che si definirebbe una ragazza come tante. Oltre ad essere la prima in un lungo albero genealogico Babbano a portare i segni delle arti magiche, ha un cervello fuori dal comune, e ha affrontato pericoli straordinari, così lontani dalla tranquilla vita delle sue coetanee. È anche la migliore amica di Harry Potter, probabilmente il mago più famoso nel mondo magico dopo Silente. E dopo Lord Voldemort. Hermione ha imparato a pronunciare quel nome appena prima di scoprire di esservi legata da qualcosa più potente della paura, qualcosa più forte della sua amicizia con Harry. Perché, quello che nessuno sa, e che lei ha così accuratamente nascosto, è che in quella stanza dell’Ufficio Misteri c’era un’altra profezia. Una profezia che portava il suo nome.
Attenzione: alcune frasi dei dialoghi sono prese dall'opera originale di J. K. Rowling(più precisamente, dalla traduzione di Beatrice Masini), a cui riconosco pieni diritti delle stesse e che riporto senza la minima intenzione di mancare di rispetto all'autrice, ma semplicemente per rendere la mia fanfiction più aderente all'originale.
Genere: Dark, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti, Voldemort
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sogni




Alcune settimane più tardi, trascorse similmente a quelle di ogni anno, non fosse stato per le notizie agghiaccianti che il Profeta continuava a riportare, i tre amici, Ginny, i signori Weasley e Hagrid si aggiravano per le cambiatissime strade di Diagon Alley. Il clima caldo non riusciva in alcun modo a togliere la sensazione di gelo, dovuta forse ai Dissennatori che sorvolavano tutta la città, sicuramente alla vista che si parò loro davanti. Piccoli gruppi di maghi si muovevano frettolosamente, parlando piano e guardandosi continuamente alle spalle; i locali e i negozi, un tempo dalle vetrine decorate e sempre fonti di schiamazzi e risate, si affacciavano silenziosi alla strada, alcuni chiusi, altri semivuoti; i volti dei Mangiamorte contro cui i ragazzi avevano lottato così pochi mesi prima li sfidavano beffardi dalle foto appese in ogni angolo libero del quartiere. Non era stata una scelta molto saggia; la combinazione delle probabilità di avere il coraggio di denunciare un loro avvistamento, e di sopravvivere allo stesso, era molto scarsa; la loro presenza di carta non faceva che aumentare nei passanti il senso di vulnerabilità. Anche Hermione distolse più volte lo sguardo, a disagio.
« Fa venire i brividi, vero?» fece Ron. Lei si aggrappò al suo braccio.
Hagrid accompagnò Harry, Ron e Hermione da Madama McClan a comprare le divise nuove.
« Ehm… è meglio se ci sto fuori, sarà un po’ strettino là dentro, se entriamo tutti » borbottò lui, appoggiandosi al muro e sbattendo la testa contro la parte più bassa del tetto.
I ragazzi lo lasciarono alle prese con le sue imprecazioni che coinvolgevano draghi e barbe di famosi maghi, ed entrarono nel negozio. Immediatamente, come poterono leggere l’uno sul volto dell’altro, riconobbero la voce strascicata ed arrogante che proveniva da dietro una fila di uniformi. Gli occhi di Harry si assottigliarono per l’odio, Ron strinse i pugni, Hermione si riportò violentemente alla realtà, pronta a calmare i suoi amici, quando da alcuni minuti una strana sensazione al ventre l’aveva gettata in uno stato misto tra confusione e panico,.
« … questa puzza… è appena entrata una sporca Mezzosangue » potè tuttavia udire chiaramente, mentre un gesto fulmineo le catturò la vista: Harry e Ron avevano sfoderato la bacchetta con velocità impressionante, quasi prima che Draco parlasse. Si preannunciava uno degli incontri più sgradevoli tra i quattro. Mai erano stati uniti da chissà quale trasporto o affetto, ma le cose si erano leggermente raggelate, da quanto Lucius era finito ad Azkaban a causa loro. Mentre borbottava ammonimenti ai suoi due amici, sempre meno convincenti, sia alle loro che alle proprie orecchie, rivide in Draco il volto del padre, ugualmente affilato e pallido; lo ricordò nella buia paura di quella notte, colorata dai lampi di lotta e odio. Le sembrò quasi di sentire ancora vibrare la bacchetta nella sua mano, guidata dal frutto degli insegnamenti di Harry dell’ES ma allo stesso tempo da ciò in cui credeva, al di sopra di tutto: Bene e giustizia.
E si chiese, un punto interrogativo un po’ sfumato, spento, se il suo nome su quella profezia non fosse solo un errore.
« Credo che questa notte sognerò di staccare la testa a quell’idiota » ringhiò Ron, riponendo la bacchetta, mentre Draco lasciava il negozio con sua madre.
« Magari » mormorò Hermione. Cambiare sogno per una notte non le sarebbe spiaciuto.

« E’ bene che tu sappia, Hermione, una cosa. Non sempre le profezie si rivelano esatte. A volte nascondono un simbolismo a noi incomprensibile, altre volte sono le scelte che facciamo a cambiare il corso degli eventi. Ti conosco e so che fra te e la giovane donna protagonista di quella profezia, sebbene porti il tuo nome, ci sono infinite differenze. Non arrenderti ad essa, non farti intimorire da quelle parole, non sentirti macchiata. Agisci seguendo il tuo cuore, e sono fermamente convinto che non ci saranno pericoli, né per te né per il nostro mondo.»
Qualcosa di spaventosamente diverso si impose sul sogno di Hermione, inghiottendo la calda luce dell'immagine dello studio di Silente e la leggera serenità che le sue parole portavano.
« Ah! » spalancò gli occhi nella notte. Una luce si accese accanto a lei, e dei borbottii si diffusero per il piano della casa.
« Hermione, che succede? » biascicò Ginny, gli occhi appesantiti dal sonno, sedendosi sul letto. Hermione non lo sapeva. Non voleva nemmeno chiederselo, ma non potè evitare di contrarre di nuovo il viso, portarsi una mano al ventre e gemere di nuovo, in preda a una sensazione stranissima. Era come… ma no...
« Cos’è stato? » chiese Ron, comparendo sulla porta, seguito da Harry e un’arruffata signora Weasley.
« Hermione… credo non si senta bene » rispose Ginny per lei, al momento in effetti incapace, e non particolarmente desiderosa, di parlare. Le si avvicinarono tutti mentre un’altra scarica di quella sensazione si diffondeva maggiormente nel suo corpo. Hermione sgranò gli occhi e strinse i denti per non urlare, più per la tensione che per un dolore vero e proprio.
« Cara, che ti succede? Il pasticcio di granchio non ti è andato giù? » domandò la signora Weasley, accovacciandosi accanto a lei. Mormorò un “può darsi”, ma Harry, più indietro rispetto agli altri, la guardava in modo diverso. Aveva la fastidiosa espressione di chi sapeva che il pasticcio di Molly non c’entrava un accidente.
« Cavolo, hai la stessa faccia di Harry quando sognava Tu-S…» ogni singolo occhio presente in quella stanza fulminò Ron, che ebbe il buon senso di arrossire. Mai quanto Hermione però, che cercò riparo tra le coperte, un riparo che nessuno, tuttavia, avrebbe potuto darle.
La signora Weasley le si accostò all’orecchio. « Deve venirti il ciclo, cara?»
« Non lo so, forse » rispose debolmente lei.
« Ho un ottimo rimedio magico. Me lo insegnò mia madre… so che di solito voi Babbani prediligete altri metodi, ma se mi permetti…»
« Non si preoccupi, signora Weasley » sorrise al meglio che le riuscì. « Mi passerà, mi ha solo colto alla sprovvista… »
La donna annuì comprensiva. Le diede un tocco affettuoso sulla guancia e poi si rialzò. « Forza, tutti a letto! Non c’è nulla da vedere. Domani mattina sarà come nuova. » ricacciò indietro i ragazzi severa e salutò Hermione con un sorriso.
« Grazie, scusatemi » disse lei alla porta socchiusa. Rimase Ginny a fissarla, ma Hermione con un sorriso si ridistese a letto, e la ragazza la imitò.
Si rigirò tra le coperte per ancora quasi un’ora. Dopo un numero di anni forse impossibile da contare sulle dita di una mano, Hermione aprì un varco nella sua razionalità e pregò. Pregò che le parole di Silente fossero vere. Pregò di essere forte. Pregò che quella sensazione, come invece aveva accennato per scherzo Ron, e forse in qualche modo intuito Harry, non avesse nulla a che vedere con Lord Voldemort.




Note dell'autrice
Buonasera a tutti!
Terzo capitolo. Non ho molto da dire, soltanto, spero che la storia continui a incuriosirvi e a meritare le meravigliose parole delle vostre recensioni (grazie a tutti, dal profondo del cuore, veramente). Aspetto il vostro parere e mi auguro di sentirvi presto!
DS
 

   
 
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