Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Alexiochan    14/09/2016    0 recensioni
Le vite di Olivia e Blade si erano ridotte a pura e semplice esistenza a causa di ciò che sono capaci di fare, ma in loro il desiderio di ricominciare non si è mai assopito.
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rosa McArthur era appena salita sul filobus che l'avrebbe portata a Reykjavík dopo una corsa sfrenata per raggiungere in tempo la fermata. I suoi settantatré anni le pesavano specialmente in questi momenti. Si lasciò cadere sui sedili consumati dal tempo e dalle varie persone che si erano sedute lì prima di lei. Finalmente il filobus partì e lei rilassò i muscoli delle spalle e del viso. Si guardò attorno con aria rilassata e solo in quel momento scorse la figura minuta accanto a sè. Era una ragazza sui sedici anni, i capelli castani tenuti in un caschetto corto e scalato erano schiacciati da un basco alla francese a quadretti marroni e beige. Indossava un cappotto color avana e ai piedi degli scarponcini marrone scuro. Le gambe sottili erano coperte da delle calze nere pesanti e la carnagione era nivea. Sembrava voler scomparire dentro al sedile da come si era sistemata: le mani con le nocche arrossate per il freddo intrecciate sul ventre, le ginocchia strette fra loro e metà viso nascosto dal bavero del cappotto. Rosa provò subito un moto di simpatia verso la sua giovane vicina di sedile, così decise di avviare una conversazione con lei, o almeno di provarci. 
-Fa freddo, eh?- la voce arrocchita da perfetta fumatrice incallita che caratterizzava la donna  risuonò quasi materna. La ragazza alzò appena lo sguardo su di lei per mostrare delle opache iridi grigio-verdi. Sembravano gli occhi di un morto, avevano perso la loro brillantezza e la pupilla non era del tipico nero petrolio ma di una sua variante opacizzata. Rosa sentì inconsciamente un brivido di paura percorrerle la spina dorsale e la simpatia di pochi istanti fa nei confronti della ragazza svanì. Ora le sembrava un fantasma, una creatura che non sarebbe dovuta essere lì, che non apparteneva a nessun posto in quel mondo. I suoi pensieri furono interrotti quando la giovane voltò il viso verso il finestrino senza osservare realmente il paesaggio. Delle piccole perle di cristallo diedero quel tocco di vita che mancava ai suoi occhi, quello che le persone chiamavano comunemente "tristezza". Si strinse di piú nel cappotto, apparendo ancora piú piccola di quanto non fosse in realtà. Rosa si ammutolì, la parlantina sciolta che la caratterizzava sembrava essere sparita. All'improvviso il filobus si fermò bruscamente e i suoi passeggeri vennero sbalzati in avanti. Rosa si massaggiò la mandibola che aveva sbattuto contro il sedile con un'espressione dolorante. Guardò di sottecchi la ragazza accanto a lei che aveva spostato le mani dal ventre al sedile davanti per non sbattervi. Sembrava tremare e la donna era certa non fosse per il freddo. La castana spostò freneticamente gli occhi lucidi da destra a sinistra e viceversa, l'inquietudine che provava traspariva da ogni suo gesto. Aveva voglia di piangere, Rosa poteva vederlo chiaramente; adesso non provava né simpatia né paura nei suoi confronti, ma solo compassione. La ragazza tamburellava ritmicamente sullo schienale del sedile che aveva davanti, sembrava nervosa e in cerca di concentrazione. Rosa la guardava cercando di capire cosa stesse facendo di preciso, quando tutti i passeggeri si riversarono fuori dal filobus gridando mentre l'autista intimava di scendere senza spingersi. Rosa fu costretta ad alzarsi e scendere assieme agli altri e ciò che vide una volta fuori dal filobus la pietrificò sul posto. Il filobus su cui era salita qualche minuto fa era fermo davanti ad un altro filobus, entrambi a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro. Stavano per entrare in collisione frontale ma non era accaduto niente del genere, si erano fermati contemporaneamente prima di toccarsi. Rosa guardò come in trance i passeggeri e gli autisti che parlavano confusamente, le persone al cellulare con i propri cari che piangevano spiegando come si fossero salvate dalla morte, i due filobus che miracolosamente non si erano scontrati, i veicoli della polizia e le ambulanze che accorrevano sul posto per valutare i feriti e i morti che peró non c'erano. Rosa si voltò e vide la ragazza accanto alla quale si era seduta che la osservava, gli occhi spenti e lucidi sembravano pregarla di dimenticare che lei fosse salita su quel filobus. Due poliziotti le passarono davanti parlando concitatamente, coprendole la visuale e un istante dopo la giovane vicina di sedile era sparita.

 Qualche decina di metri da loro una figura snella osservava attentamente la scena, nessuna emozione traspariva dal suo viso mentre riponeva la videocamera ad alta definizione nella borsa e tornava sui suoi passi. 



Tana del disagio

Ehilà, ciao a tutti! 
Nello scorso capitolo non ho messo l'angolino autrice perchè mi vergognavo...è la prima storia completamente inventata da me che pubblico, spero la troviate interessante :)
Nei primi capitoli non sembra, ma è tutto collegato, lo sottolineo solo perchè rileggendo ho avuto questa impressione ^^
Che altro dire se non "al prossimo capitolo!"? Shiao!

Alexiochan 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Alexiochan