Titolo: Dipingimi distorto come un
angelo anormale, che cade
Fandom: Captain America
Personaggi/Pairing: Bucky
Barnes, Steve Rogers, Tony Stark; Bucky/Tony, Steve/Bucky
Genere: Nonsense.
...è un genere?
Avvertimenti: dopo svariate
sudate per convincermene...
Dean!Steve, Cas!Bucky (e Sam!Sam \o/ Solo io trovo
divertentissima la
cosa?), Crowley!Tony
Parte: 6/10
Rating: Verde
Conteggio
Parole: 299
Riassunto: (...) vorrebbe chiedergli se ricorda
di
tutte le volte che ha desiderato per lui una fine migliore per un
Angelo del
signore. Se ha mai trovato l’album pieno zeppo di suoi
ritratti. Raccolta Destiel!Stucky senza
né
come né perché.
Note: È un fottio
che non scrivo del (meta) nonsense, però per questa raccolta
almeno una volevo
scriverla e quindi ecco qua. Sì, Iron è Tony.
Sì, è Crowley. Perché?
Perché sì.
Lascio a voi eventuali interpretazioni, e se non ci capite nulla
tranquille: è
una nonsense. :D
Il titolo viene da Roads.
Dipingimi
distorto come un angelo anormale, che cade
6 – regardless
of what they say
È illusione,
delirio, speranza e fede e salvezza - e gli uomini non possono
vederlo, perciò si nasconde nella notte, assieme a chi la
abita davvero, a quelli
con cui le menti più deboli lo confondono, succubi del
sublime evocato in loro
alla sua vista. Anche lì, fra quattro pareti senza finestre,
sente addosso i
loro occhi, studiosi e affamati ma prudenti, consapevoli di non
appartenere
alla luce, reietti, aborti, di quella debolezza inalterabile sinonimo
di trappola,
pericolo, con cui l’assassino fissa negli occhi la propria
vittima mentre le
muore fra le braccia.
La storia delle proprie
mani gli sussurra aneddoti di una pelle, una carne, delle
ossa di un corpo non suo, in cui è rimasto intrappolato, che
l’ha costretto a
manifestarsi. Chi è, cos’è lui,
davvero?
«Solo,»
sospira Iron, il completo scuro scompigliato dalla tramontana, sulla
soglia
della porta. Bucky lo segue.
C’è
la nebbia, fuori, e un singolo lampione che li pone in controluce,
sotto
alla quale Iron svanisce, diventa un’ombra evanescente
addosso alla parete dell’hotel,
fondendosi con la sua. Si ferma. «Ecco.» Sbatte gli
occhi. «Non ti voltare.» E
lui non lo ascolta.
La loro ombra non
c’è più.
«Puoi essere
quel che vuoi.» Ha gli occhi scuri, il Re dei Demoni,
improvvisamente vicino, i fari di un’auto lontana a
illuminargli il volto. I
suoi tratti sono così diversi dai suoi: gli appartiene,
quella forma, o
perlomeno era lui, molto tempo prima, a vedere allo specchio le prime
rughe, i
capelli bianchi, la barba crescere. Non si è mai nascosto.
Che bisogno ne
avrebbe avuto, con quel suo aspetto da preda e le intenzioni da
cacciatore? «Puoi
non essere.»
Bucky chiude gli occhi e
si concede un momento di debolezza.
Quando li riapre
è Steve a sorridergli.