VI
The
time is
running out
Ma
tête me dit de m'en aller
mais mon coeur pleure,
je garde espoir
qu'un jour tu feras
mon bonheur.
Libère
moi – J-na
Se la
speranza fosse stata un’arma, lei sarebbe stata sicuramente
l’ultima a morire,
considerò tirandosi a sedere sul divanetto della Sala Comune
che stava
dividendo con gli altri ragazzi del suo stesso anno. Poco lontano da
lei, su
una poltrona nera dall’aria
fin troppo
scomoda, sedeva Daphne Greengrass che elargiva sorrisi ben
più che falsi a
chiunque le capitasse a tiro. L’ultimo sorriso
l’aveva dedicato proprio a lei e
l’aveva reso ancora più falso attraverso lo
sguardo estremamente raggelante che
l’aveva ghiacciata sul posto. Si domandò come mai
nessuno a parte lei avvertiva
l’elettricità che permeava ogni angolo della
stanza.
Theodore
e Blaise avevano scommesso sulla durata dell’amicizia
estremamente labile che
aveva legato le due ragazze e Nott si era visto nettamente sconfitto.
Sapeva
anche che all’interno della Casa era in atto altre scommesse
che riguardavano
la durata della sua storia con Draco, ma non voleva stare ad ascoltare
quelle
ragazzine gelose.
Eppure il
giorno prima aveva sentito chiaramente Tracy Davies discutere con
Sally-Anne
Perks a proposito di Daphne Greengrass: le due erano convinte che
stesse tramando
qualcosa dato che spariva per ore con Nott e nessuno riusciva mai a
trovarli.
Pansy però preferiva credere che dietro a quelle sparizioni
ci fosse una
sottospecie di storia romantica.
Illusa che
non era altro.
Sperava
ancora di riuscire a chiarire con la ragazza senza dover attuare nessun
tipo di
scelta. Amicizia o amore? Che poi
non
era nemmeno amore, ne era sicura. Ma proprio non vedeva
perché dovesse
scegliere. Draco le piaceva e con Daphne si trovava da Dio.
Sprofondando
sul divano si diede ancora un’ultima volta
dell’illusa.
«
Daphne?»
sentì la voce di Theodore. La ragazza lo seguì
dolcemente fuori dal dormitorio
e Pansy si sentì morire.
Erano
quasi due giorni che non parlavano. La situazione le era decisamente
sfuggita
di mano.
Prese una
decisione rapidamente e seguì i due fuori dalla Sala Comune.
Theodore, il primo
dei due ad accorgersi che Pansy li aveva seguiti, lasciò
Daphne da sola a
sbrigarsi della faccenda sparendo negli immensi sotterranei di
Hogwarts.
«
Cosa
c’è?» Le chiese Daphne appoggiandosi al
muro freddo e umido. Pansy le si mise
esattamente di fronte e cercò le parole per scusarsi, ma non
ne trovò di
adatte.
«
Sei qui
per fare scena muta?» Rincarò la dose.
Pansy
prese un profondo respiro sapendo di fare la figura
dell’idiota sia con lei,
sia che qualcuno passasse di lì accidentalmente.
Con uno
slancio l’abbracciò e affondò la testa
nei capelli biondi di Daphne. La ragazza
sorpresa, da principio s’irrigidì, ma poi anche le
sue mani corsero a stringere
il corpo esile di Pansy a sé. Una sensazione di calore
l’avvolse e la morsa che
le attanagliava il cuore sembrò allargarsi rapidamente
lasciandole quel muscolo
che spesso aveva considerato traditore battere sempre più
forte. Abbracciare
Daphne, nonostante la ragazza fosse così ossuta e spigolosa,
era sempre una
cosa magnifica esattamente come se la ricordava.
Daphne si
staccò improvvisamente. « Non ti ho ancora
perdonata, fai passare un po’ di
tempo.»
Girò
i
tacchi e se ne andò nella direzione in cui era sparito
Theodore.
«
Il
tempo è distruttore.» Sussurrò Pansy al
vuoto che aveva lasciato Daphne di
fronte a lei.
*
Entrò
nel
bagno di Mirtilla Malcontenta sbattendo rumorosamente la porta e
imprecando
all’indirizzo di una divinità pagana qualsiasi.
Che Daphne Greengrass fosse
estremamente volgare, era un dato di fatto risaputo da tutta la scuola,
primini
compresi. Aveva appena finito di insultare la dea della Discordia
quando
Theodore ebbe una sorta di moto di compassione nei suoi confronti (o
più
probabilmente nei confronti del lavandino che Daphne aveva cominciato a
tempestare di calci).
«
Tutto
bene?» Le chiese nonostante non gli interessasse veramente la
risposta. Daphne
lo squadrò smettendo tempestivamente di scalciare.
«
Assolutamente.» Affermò riprendendo il suo solito
tono vagamente
disinteressato. « Hai intenzione di fissarmi tutto il giorno
o possiamo
continuare la nostra cara pozione?» Gli chiese con tono
palesemente ironico
tanto da far sorridere il compagno.
«
Va
bene, schiavista. Tra l’altro non mi hai ancora detto cosa ci
guadagno ad
aiutarti.»
Daphne
sorrise melliflua: « Passerai molto tempo con la
sottoscritta. Tempo speso
ottimamente, aggiungerei!»
Theodore
sbuffò: « Ho sempre avuto ragione a dire che non
hai cuore, altro che cuore di
ghiaccio e simili.»
Daphne
sorrise sinceramente per la prima volta dopo tutti quei giorni
trascorsi a
meditare vendetta. Stare con Theodore, anche se non l’avrebbe
mai ammesso
davanti ad anima viva, le faceva bene.
Chiedo immensamente scusa, ma per una volta che avevo il capitolo
pronto ho perso la chiavetta usb.
Sfiga ._.
Comunque dai, grazie a tutti come al solito :)
Ringrazio moltissimo le mie tre recensitrici di fiducia e mi scuso per
non aver scritto un capitolo più lungo.
Purtroppo non è un bel momento e spero solo che finisca
presto.
Fatemi sapere che ne pensate, per piacere :)
Faith