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Autore: FlameWolf    15/09/2016    12 recensioni
Mi volto verso mio nipote, che ormai sta piangendo a squarciagola. Ripenso alla prima volta che l'ho visto, al suono della sua risata, a quella gioia sempre presente nei suoi occhi. Immagino i miei vicini, la gente del villaggio venire qui per strapparmelo via, per ucciderlo.
Sospetto, rabbia, ira.
Dopo questa edizione non avremo veramente nient'altro.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Presidente Snow, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Allenamento: giorno 1

 

Jasmine Thompson, tributo del distretto 3, Capitol City

Si definisce un gruppo sociale un insieme di persone che interagiscono fra di loro influenzandosi. Ognuno ha un suo ruolo, un suo status e delle aspettative. Il gruppo è caratterizzato dalla dinamicità, e dunque i suoi equilibri si modificano nel tempo. Ciò vale soprattutto per i gruppi appena sorti, come quello dei favoriti.
Non mi aspettavo che la sociologia si sarebbe rivelata utile. Ho sempre pensato che le scienze sociali fossero le pecore nere della scienza, invece guarda un po', anche loro hanno una loro utilità.

Basandomi su questi aspetti e sulle precedenti edizioni, posso presumere che i favoriti siano più deboli di quanto si pensi. Basti pensare che tutti loro si aspettano di morire per mano dell'altro, difficilmente sostengono che sarà un altro gruppo a farli soccombere. Si tratta dunque solo di diffondere uno stato di paranoia, di mettere in contrasto i loro diversi ideali. La parte veramente difficile sarà raccogliere i dati in tempo. Ho fatto ricerche di mercato in tempi record in passato, so che è difficile, ma non impossibile.
Ho avuto modo di parlare con qualche accompagnatrice prima della sfilata, e sono riuscita a scoprire dove si riuniranno i favoriti questa mattina: primo piano, appartamento dei tributi del distretto 1. Mi sarà sufficiente aspettarli davanti alla porta d'ingresso così al loro arrivo...
“Ehi tu, che ci fai qui?” chiede una ragazza alta con l'abbronzatura tipica del distretto 4.
“Vi aspettavo” rispondo con semplicità, accennando un sorriso. Noto con interesse che insieme a lei c'è solo la ragazza del due. Dunque le voci che dicevano che Achille non voglia far parte nei favoriti sono vere. Dov'è però il ragazzo del quattro?
“Un'altra che vuole unirsi a noi” commenta scocciata la ragazza del due. Quindi qualcuno mi ha già preceduta? Questo potrebbe complicarmi le cose, forse partiranno più prevenuti di quanto ipotizzassi.
“Immagino che tutti vogliano giocare in modalità facile” mi difendo. Il mio commento sembra piacere ad entrambe.
“Senza offesa tesoro, ma non è motivo valido per farti entrare” commenta Angelie
“Non sono qui per supplicare, ma per contrattare” faccio notare con aria sicura. Devo mostrare di essere come loro, lontana dal trasmettere disperazione.
“Ok, ti ascolto” replica Krinsda, probabilmente quella con la mentalità più aperta fra le due
“Non mi pare il caso” le fa notare con tono gentile l'altra
“Concordo, entriamo?” domando retorica dato che ho già bussato alla porta. Hanno l'aria di essere sicure di sé, non disprezzeranno dello spirito di iniziativa.

Mi apre un ragazzo muscoloso che ha probabilmente esagerato con l'autoabbronzante. Mi fissa con sospetto, per poi guardare con astio le altre due “Cos'è questa storia? Dov'è Libero?”
“Dice di avere mal di testa, ha detto che tarderà un po'” Informazione interessante. Ne soffrirà spesso?
“Ciao” ci saluta Judith, l'unica a non sembrare infastidita dalla mia presenza
“Vuole un provino” afferma Krinsda con disinvoltura
Adrian ci pensa un po' su “L'ultimo che abbiamo concesso è stato a dir poco imbarazzante. Quella mi ha perfino messo le mani dentro le mutande per convincermi! Non che me ne lamenti, però...”
Judith arrossisce, mentre Angelie scoppia a ridere “Non la sapevo mica questa storia!”
“Maiale” commenta disgustata Krisda
“Ehi! Io non ho obbligato nessuno!” si difende lui
“Ma la sega l'hai accettata lo stesso” nota Krinsda
“No! È ovvio che l'abbia bloccata, scema! ” risponde imbarazzato.
“Possiamo passare ad altro, per favore?” chiede Judith, che non sembra essere molto abituata a discorsi del genere.
Sembra che i favoriti abbiano legato abbastanza fra di loro, ma è facile ora. Durerà anche in arena quest'atmosfera? Non credo. La paura rovinerà tutto.
“Dunque, dici un po' cosa sai fare....”
“Jasmine” mi presento
“Sappiate che sono contraria a prescindere” afferma Angelie senza mezzi termini
“Neppure a me piace tanto l'idea” aggiunge Adrian. Posso accettarlo, immaginavo che alcuni di loro fossero così chiusi nella classica strategia da non aprirsi alle nuove possibilità. Devo puntare su Judith e Krinsda dunque. Prendo fuori dalla tasca dei pantaloni il mio biglietto da visita
“Sono la direttrice del settore ricerca e sviluppo presso l'azienda di mio padre. Ho un I.Q. parecchio alto tant'è che sono l'attuale campionessa interregionale di scacchi. Il mio distretto mi ritiene la migliore, per questo sono qui” Espongo il tutto cercando di nascondere l'orgoglio. Potrò sembrare fredda, indifferente, ma sempre meglio di dare l'impressione di essere sentimentale e dunque illogica.
“Ammetto che ha più potenziale di quella tipa del dodici” commenta Angelie
“Chissà cosa ne pensa il nostro Adrian” aggiunge Krinsda maliziosa
“Oh! Dacci un taglio!”
Mi faccio sfuggire un piccolo sorriso, allo scopo di stabilire un contatto di natura emotiva “Spero di esservi d'aiuto, soprattutto dato le voci che girano...” alludo sperando che abbocchino
“Quali voci?” domanda Judith allarmata.
“Si dice che Achille vi abbia lasciati, e con un membro in squadra in meno non siate poi così temibili” Come immaginavo, tutti e quattro iniziano a parlare sopra l'altro lamentandosi dei pettegolezzi. Li ho feriti nell'orgoglio, ma era necessario “Lo so, è assurdo. Per me siete ancora voi quelli con maggiori probabilità di vittoria, per questo sono qui”
La porta d'ingresso si apre ed entra un ragazzo abbronzato ed attraente. Deve essere Libero
“Belli, la porta era chiusa male” fa notare “Ciao, comunque” Ricambiamo il saluto praticamente all'uniscono. “Ho sentito il discorso e per me va bene, anzi benissimo” Gli dedico un sorriso per ringraziarlo dell'appoggio. Mi chiedo come mai mi abbia accettata senza battere ciglio. Nasconde qualcosa?
“Sto con il principino” esclama Krinsda “Insomma....” aggiunge ignorando le lamentele di Libero circa il modo cui l'ha chiamato “...i favoriti sono composti dai tributi più forti, e questa mi sembra parecchio tosta” E siamo a due
“Contro” afferma Angelie “Forse non sta mentendo, ma è comunque priva di un allenamento”
“Cos'è? Hai paura di lei?” la provoca Krinsda. Contrariamente a quanto mi aspettassi, Angelie non le risponde male, ma si limita a farle la linguaccia.
“Contro” aggiunge Adrian “Abbiamo faticato per arrivare qui, non voglio rischiare di perdere tutto” Tutti ci voltiamo verso Judith, l'unica che non ha ancora votato.
“A favore” annuncia nonostante le proteste di Adrian ed Angelie “Non butterò via del potenziale solo perché non è tradizione accettare qualcun altro dentro il gruppo”
“Grazie, non ve ne pentirete” mento. Eccome se lo faranno.

 

Cassian Nayor, tributo del distretto 12, Capitol City

Cerca un'alleanza”.

Da quel maledetto giorno le parole di mia madre continuano a ronzarmi in testa senza sosta. Da quando ho iniziato a peggiorare, ha sempre cercato di farmi capire che non c'è nulla di male nel chiedere aiuto, e mi toccherà impararlo nel peggiore dei modi. Da solo ho la certezza assoluta di non farcela, ma con qualcuno accanto potrei vivere un giorno in più. Sto facendo di tutto per trovare un alleato, mi sto dimostrando gentile con tutti, perfino con Marissa. Mi ha rifiutato subito, prima ancora che potessi formula la mia domanda. Che sciocco che sono stato, era ovvio che mi respingesse. Forse in fondo è meglio così, non potrei mai fidarmi di lei. Che dico, non mi fido di nessuno di loro. Solo uno ne esce vivo, tutti mi tradiranno prima o poi. Ho paura, sento ogni minuto scivolarmi via per sempre. Mi sto avvicinando alla fine, e non posso far nulla per contrastarla, posso solo lottare per allungare la mia vita di qualche ora. È come se sentissi il ticchettio continuo di un orologio. È troppo per me, sono stanco, veramente stanco.
Mi giro dall'altra parte del letto, ma mi accorgo che il cuscino è un po' bagnato. Anche le guance lo sono, devo aver pianto. Neppure questa volta me ne sono accorto. È inutile rimanere qui, tanto vale alzarsi e mangiare. Oggi inizieranno gli allenamenti, devo prepararmi bene perché la mia vita dipende da questi tre giorni. Ho bisogno di un alleato che sia disposto a diventare i miei occhi. Ci sarà pur qualcuno là dentro con abbastanza cuore da avere pietà di me. Per amor dell'onestà mi toccherà confessargli il mio problema, anche se spero con tutto me stesso che se ne accorga da solo. Ho detto solo una volta ad alta voce di essere quasi cieco, ed è stato con i miei genitori. Mi hanno praticamente strappato la confessione, dato che per loro erano diventate lampanti le mie difficoltà. Perfino la mamma se ne era accorta, i miei racconti sulla vita del distretto erano diventati troppo fantasiosi, troppo imprecisi per essere veri.

Mi vesto con i vestiti ufficiali che ci hanno rilasciato, ed esco dalla stanza facendo attenzione, simulando per l'ennesima volta una vista perfetta. Non voglio che Joe sappia della malattia, da lei dipendono i miei sponsors. Quella donna potrebbe rappresentare la differenza fra la vita e la morte.

Faccio maggiore fatica a muovermi rispetto al distretto 12. Non conosco l'ambiente e le stanze sono troppo ricche di mobili ed altri aggeggi per i miei gusti. Cerco di scansare tutte le ombre che intravedo, seguendo il rumore del cucchiaino che mescola qualche liquido dentro una tazza di ceramica. La sala da pranzo è necessariamente da quella parte. Nell'aria c'è odore di lavanda e vaniglia, il profumo di Joe. Deve essere lei quella seduta a tavola, anche se mi chiedo come mai abbia smesso così bruscamente di girare lo zucchero.
“Buongiorno” la saluto fissando con intensità la sua ombra. Noto che questa volta non ha indossato colori accessi, peccato.

“Buongiorno” risponde rapida e con tono più acuto del solito. Avverto un certo disagio o è una mia impressione?
“Va tutto bene?” le domando sospettoso. Perché non mi ha ancora bombardato di pettegolezzi e curiosità su Capitol? In questi giorni non ha fatto altro e ho apprezzato parecchio questa sua tendenza chiacchierona. Mi è piaciuto ascoltare le sue storie.
“Sicuro” replica alzandosi bruscamente dalla sedia “È tutto sul tavolo. Mangia bene, la colazione è un pasto importante!” aggiunge prima di congedarsi. La cosa mi puzza alquanto, vorrei inseguirla per sapere se c'è un qualche problema, se ha bisogno di una mano, ma ha già sbattuto la porta di quella che è presumibilmente la sua camera. Non vorrei che ci fossero dei problemi con gli sponsors, o che abbia litigato di nuovo con il nostro mentore. Pensandoci bene sembrava a disagio per colpa mia. Se si fosse accorta del mio problema? No, impossibile, non è abbastanza attenta a meno che... scuoto la testa, spero che Marissa non sia capace di un colpo così basso. Cosa ci guadagnerebbe nel mettermi in difficoltà? Così come son messo non rappresento alcuna minaccia. Screditarmi sarebbe solamente tempo perso.
Allungo la mano su quella che sembra essere una fetta di torta. L'assaggio, ma ingoio il boccone a fatica. Sa di arancia e di qualche liquore, sapori troppo forti per i miei gusti. Mi dispiace sprecare il cibo, soprattutto considerando che a casa abbiamo ben poco da mangiare. La finisco a fatica, mangiando in seguito una fetta di un'altra torta per cancellare il sapore della prima. Sono più fortunato: è a base di crema e morbido Pan di Spagna. Bevo un sorso di quella meraviglia chiamata cioccolata calda, e mi dirigo da solo verso l'ascensore. Cerco il tasto più in basso e lo pigio, sperando di non capitare per sbaglio negli appartamenti dei favoriti.
Credo di essere arrivato nel posto giusto perché qui i rumori rimbombano molto, e la luce è molto fiocca. Detesto i posti come questo, ci vedo perfino peggio del solito. Cerco di muovermi ostentato una certa sicurezza che in realtà non c'è, sperando nel frattempo di non sbattere contro qualche tributo che non sono riuscito a focalizzare.
Raggiungo la stanza principale che sembra essere parecchio animata. Sento continui passi, oggetti spostati, voci che si sovrappongono fra di loro. È tutto molto confuso, e mi sento realmente spaesato. Che faccio adesso? Sarà davvero difficile nascondere il mio problema, mi toccherà evitare buona parte delle postazioni, ed annuire alle spiegazioni anche quando non avrò capito. La poco fiducia che avevo mi crolla addosso, sento un enorme dolore allo stomaco e ho le gambe deboli. Ho una gran voglia di tornare indietro, ma qualcuno mi dà una pacca di incoraggiamento. Non riesco a capire chi l'abbia fatto, so solo che è stata una ragazza.
Mi rendo conto a questo punto che non riesco quasi a distinguere nessuno. So che cosa farò oggi. Passo quasi tutta la giornata a cercare di collegare ogni tributo a un particolare suono od odore. Adrian del distretto 1 ad esempio è quello che puzza di più quando suda, Libero del distretto 4 ha un passo talmente leggero che sembra che voli, Richard del distretto 8 tende ad inciampare spesso, mentre Dalissa del distretto 9 odora di tè e ha una voce molto omogenea e limpida.

Durante il mio studio mi accorgo che spesso dopo il mio passaggio la gente vocifera, perfino i tutor. Inizialmente ignoro la cosa, ma con il passare del tempo inizia ad irritarmi.
“C'è qualche problema per caso?” sbotto contro due istruttori che ho beccato a parlarmi alle spalle.
I due esitano prima di rispondere “È che non troviamo molto giusta la tua elezione... dato... il tuo handicap” spiega l'uomo.
Abbasso lo sguardo e stringo i pugni dietro la schiena. Non è possibile. Loro sanno? Lo... sanno... tutti? Sento il cuore pulsarmi con maggiore voga, mentre il mio respiro si accorcia in preda al panico. Sono spacciato! Cos...come farò adesso? Come è potuto accadere tutto questo?
La rabbia prende il sopravvento, mentre nella mia testa rimbomba un solo nome: Marissa. Provo a cercarla, ma mi informano che è già tornata di sopra.
Esco come una furia dalla stanza dirigendomi verso l'ascensore. Io e quella strega dobbiamo parlare.

 

Marissa “Mary” Mellark, tributo del distretto 12, Capitol City

Sono ancora un po' intontita, ma posso sopportarlo. In fondo svegliarsi presto fa bene alla pelle e ti fa rimanere in salute. Mi guardo allo specchio, niente occhiaie, meno male. Mi metto un po' di mascara in modo da evidenziare in miei occhi scuri, devo sembrare assolutamente più cerbiatta del solito. In fondo ho un ospite speciale, devo sfruttare l'occasione. La richiesta di asilo di Achille Edipo è una vera manna dal cielo. Stavo per disperarmi a causa del rifiuto dei favoriti di diventare alleati, quando mi spunta questo omaccione davanti alla porta. Ha lasciato il suo piano perché aveva paura di eventuali ripercussioni a causa della sua scelta di non entrare fra i favoriti. Non avrò la possibilità di far parte di una squadra di super soldati, ma posso pur sempre avere l'appoggio di un vero cavaliere. Devo solo giocare bene le mie carte.
Indosso il completo nero ed oro che ci hanno lasciato i membri dello staff. È veramente orrido: i pantaloni non sono abbastanza aderenti, mentre la maglia è una misura in più del necessario. Decido dunque di personalizzare il tutto annodando la maglia sopra l'ombelico. Decisamente meglio. Speriamo che anche il mio ospite sia d'accordo. Mi chiedo se saranno le belle parole ad abbindolarlo, oppure se sarò costretta a... una piccola spinta in natura. Non sarebbe la prima volta, e neppure l'ultima. Ma no, che dico! Achille mi è sembrato così santerellino con questa sua fissazione dell'onore, che sono sicura che prenderà a cuore la mia causa anche senza utilizzare sotterfugi. Comunque sia essere un pochino alludente non farà male, per quanto sia serio è pur sempre un uomo con i suoi istinti.

Esco dalla stanza, ma in salotto non c'è nessuno. La coperta che gli abbiamo dato ieri è perfettamente piegata e messa in un angolo del divano. Non dirmi che è già andato ad allenarsi. Sospiro, questa storia del trovarsi un alleato si sta rivelando più difficile del previsto.
Nella sala da pranzo ci sono molte vivande, ma sono quasi tutte grasse ed unte. Non ho mai fame la mattina, ma mi sforzo lo stesso a mangiare una pesca per avere qualcosa nello stomaco. In fondo oggi ho molti sforzi fisici da compiere, e sarebbe una bella tragedia se svenissi per un calo di zuccheri.

Scendo all'ultimo piano dove ci sono per ora solamente gli istruttori e i fanatici dell'allenamento dei distretti ricchi. Intravedo Adrian, che ha decisamente esagerato con l'abbronzante, Judith, che non ho ancora capito dove voglia andare con quei capelli blu così ridicoli, e anche quella stangona di Angelie. Meno male che c'è Libero a risollevarmi il morale, lui sì che è un figo! Con quel ciuffo e con quella pelle color caramello mi fa sesso in una maniera incredibile. Non quanto Alan, ma poco ci manca.
“Buongiorno Marissa” mi saluta Achille affiancandomi “Scusa se sono andato senza salutarti, ma era presto e dormivi ancora”
“Tutto apposto, non hai nulla di cui scusarti” replico con un sorriso. Nell'aria c'è un atmosfera un po' tesa, devo essere arrivata giusto in tempo. I favoriti non devono aver preso bene il ritiro del loro potenziale alleato. “Allora, ci alleniamo insieme?” propongo. Achille annuisce senza esitazioni. In fondo me lo devo, il suo trasferimento lo devo a me. In mia assenza avrebbe passato la notte nei corridoi della hall.
Contrariamente a quanto pensassi, passiamo quasi tutto il tempo alle postazioni che insegnano le tecniche di sopravvivenza, come ad esempio accendere un fuoco o riconoscere le orme degli animali. Gli istruttori sono perfino più pallosi degli insegnanti del distretto 12. Faccio un'enorme fatica a mostrarmi concentrata e volenterosa. Purtroppo ho bisogno che Achille si faccia l'impressione migliore di me, e mi tocca lavorare. Nel frattempo mi sforzo anche a fare la simpatica, ma lui non ride quasi mai e sorride molto raramente. È un osso veramente duro.
Ci alleniamo anche un po' sull'arrampicata, ma lo sforzo mi fa sudare e sento di avere addosso quegli orribili aloni sotto le ascelle. Ok, questo è troppo, mi serve una scusa per andarmene.
“Ho un gran mal di testa” mi lamento stringendomi con forza la fronte. Cerco di mostrarmi parecchio addolorata ed affranta. Il qualche modo il trucco funziona.
“Forse è meglio se passi in infermiera” mi suggerisce
“No, non c'è bisogno. Mi è sufficiente riposarmi un po' di sopra. Mi vuoi accompagnare?” propongo. Ho lavorato bene oggi, credo sia il momento giusto per proporgli un'alleanza.

Entriamo dentro l'appartamento e mi siedo con grazia sul divano, accavallando le gambe.
“Grazie mille”
“Di niente” risponde “Se hai bisogno di qualcosa dillo pure” Perfetto, non aspetto altro.
“Veramente avrei bisogno d'altro. Non ho ancora un alleato e oggi mi sono trovata così bene con te che...”
“Marissa!”
La porta si spalanca ed entra Cassian, completa fuori di sé. Ha il volto paonazzo e rigato dalle lacrime. Non faccio in tempo a chiedere cosa vuole che mi attacca “Loro sanno!” mi urla addosso
“Di cosa stai parlando?” chiedo confusa. Achille osserva l'intera scena allarmato, non ci voleva.
“Non fare la finta tonta!” tuona mentre mi cerca con i suoi occhi vitrei “Sanno di me, ed tutta colpa tua!”
“Io non ho detto niente a nessuno!” mi difendo “L'ho confessato solo a Joe!”
“E lei l'ha detto a tutti! Come hai potuto!? Ho perso tutto per colpa tua, puttana!” Ora capisco, quella bocca larga non è riuscita a tenersi stretta quella confidenza. Non era questo quello che volevo. Desideravo solamente che Joe non concentrasse le sue attenzioni su di lui, tutto qui. Non volevo di certo scavare ancora più a fondo la sua fossa. Mi dispiace, soprattutto perché questa situazione rischia di mandare a quel paese l'alleanza con Achille.
“Preinditela con lei allora!” ribatto con ferocia “Non volevo di certo che la cosa degenerasse così tanto!” Cassian si sposta cercando probabilmente la sua stanza, ma finisce per inciampare su un vaso fuori posto. Achille si dirige come una scheggia per aiutarlo, ricevendo un “fottiti” come ringraziamento.
“Cos'è questa storia?” mi chiede infastidito una volta che siamo rimasti soli.
Gli spiego tutto: dal problema di salute di Cassian, alla sensazioni che ho provato quando ho scoperto che Joe voleva aiutare entrambi, alla mia confessione “La cosa mi è sfuggita un po' di mano”
“Un po'? Forse è meglio allearsi con Cassian a questo punto, lui sì che ne ha veramente bisogno” Achille si muove verso la camera del cieco, dunque mi alzo allarmata. Non posso perderlo.
“Aspetta! So che posso sembrare una stronza egoista a volte, ma ho bisogno di te. È vero, Cassian senza alleati non ha speranze, ma neppure io. Ho sempre vissuto in una sfera di cristallo, stra protetta dai miei genitori, non potrei mai farcela da sola. Mi hanno sempre trattata come una principessa e sai una cosa? Penso davvero di esserlo e di meritarmi il meglio. Voglio vivere nonostante tutti quanti mi odino, ho dei fratelli adorabili e un fidanzato meraviglioso, e devo assolutamente tornare a casa da loro. Non posso farcela senza di te, ti prego rimani!” lo supplico con gli occhi lucidi, ma questa volta non c'è alcuna recita sotto. Achille è la mia ultima speranza. “Non ti tradirò mai, lo giuro, so essere molto fedele quando voglio” aggiungo con voce spezzata.
Achille rimane in silenzio, soppesando il peso delle mie parole “Va bene” D'un colpo mi sento leggera come l'aria. Ha avuto pietà di me! “Sappi però che ho codice d'onore che non voglio assolutamente spezzare. Avrò dei limiti dentro l'arena. Fai pace con Cassian inoltre. Chiedigli scusa per quello che hai fatto”.
Lo ringrazio con tutte le mie forze, c'è speranza, c'è ancora speranza.

 

Allenamento: giorno 2

 

Nickolas “Nick” Logan, tributo del distretto 10, Capitol City

Appoggio la corda per terra. Pessima idea sprecare il mio tempo con questa, non sono per nulla portato. Al massimo ho imparato a fare il nodo a cappio, ma nulla di più. Se sapevo che un giorni i nodi mi sarebbero stati utili, avrei chiesto a Nate di insegnarmeli con più calma. Ho sempre pensato che sarei finito a lavorare al mattatoio come mio padre, credevo di non avere motivi per imparare una cosa così sciocca. Me ne pento alquanto, ma con il senno di poi tutto è facile. Sono sicuro che Autumn se la cavi bene anche in questo campo, come in tutti gli altri del resto. Se ci fossimo allenati insieme come le avevo proposto, tutto questo non sarebbe di certo successo. Non capisco cosa le passi nella testa, è da due giorni che aspetto ancora una risposta. Inizio ad avere l'impressione che si stia divertendo a farmi soffrire nell'attesa. In fondo non è lei quella che ha bisogno disperatamente di alleati. L'ho osservata qui in palestra: si è tenuta alla larga dalle armi, ma in compenso ha brillato nella corsa e nel riconoscimento delle piante. Si è mostrata carina con tutti, dagli istruttori, allo staff di preparazione. Si sta muovendo per ottenere il maggior numero di sponsors possibili, e mi sta tenendo fuori. Perfino Phil ed Abe sembrano averla presa in simpatia. Mi stanno abbandonando tutti, me lo sento. Non me lo merito, non ho fatto nulla di male. Non è giusto che muoia qui.
Mancano ancora dieci minuti alla fine delle lezioni, ma non ha senso rimanere qui. In quel poco tempo non combinerei nulla ed inoltre sono troppo nervoso per continuare. Prima di lasciare la stanza intravedo Autumn mentre cerca di accendere un fuocherello. È lì da tre quarti d'ora, deve essersi impuntata peggio di un caprone. Ha addosso ancora qualche brillantino della sfilata. Non ho idea di che materiale era fatta quella dannata crema, ma con nessuna doccia siamo riusciti a cavarcela del tutto. Se ripenso a quel dannato abito mi vengono i brividi: eravamo entrambi pieni di penne, piume e cuoio. Eravamo degli splendidi polli pronti per essere messi allo spiedo da Capitol.

Nell'appartamento non c'è nessuno, devono essere tutti fuori a cercare gli sponsors per Autumn.
Mi accascio sul divano e noto sul tavolino il fogliettino che ci ha lasciato Phil stamattina, in cui ci augurava buona fortuna per oggi. Bene, ora mi sento una merda. Cavolo, sto esagerando, nessuno di loro mi vuole morto o mi vuole abbandonare, ma è così difficile, cazzo! So che sono brave persone, ma l'attesa mi sta uccidendo, devo sapere o impazzirò. Dopo gli allenamenti Autumn sta sempre un po' sul tetto a guardare il tramonto, sono sicura che anche adesso sia lì. Devo chiederglielo.

Prendo l'ascensore mentre penso a quali parole esatte utilizzare. Non posso rischiare di mostrare la mia insicurezza, o verrò sicuramente respinto.
È appoggiata al balcone come immaginavo, i suoi capelli rossi sono sciolti ed accarezzati dal vento. Mi ritrovo di nuovo a pensare a quanto sia carina. Certo carina, ma anche letale. Sono sicuro che fuori di qui sia fantastica, ma qua dentro può mirare al massimo ad essere un'alleata temporanea. Non devo cascare nel tranello, per tornare a casa devo pur sempre calpestare il suo cadavere.
Autumn si gira, deve aver sentito le porte aprirsi. Non sembra essere nervosa a causa della mia presenza, anzi è allegra come al solito, al massimo un pochino stanca, ma nulla di più. Mi saluta con un ampio gesto, per poi voltarsi nuovamente verso il panorama.
Mi faccio coraggio e mi avvicino a lei.
“È da un po' che non abbiamo l'occasione di parlare io e te da soli”
Autumn annuisce “Hai ragione, ma questi giorni sono stati davvero pesanti” Concordo, ma non so come proseguire il discorso. Come arrivo al dunque senza risultare una piattola? Ancora una volta è lei a spezzare il silenzio “Però ne vale la pena, penso che questi giorni siano decisamente utili” Non mi trovo per nulla d'accordo, sono troppo pochi per riuscire ad imparare qualcosa di concreto
“In una maniera incredibile, hanno esagerato con la loro professionalità ed organizzazione” Autumn mi lancia un'occhiataccia, devo aver esagerato.
Sto per scusarmi quando lei riprende: “Avrebbero potuto gettarci direttamente in arena”
“Ah, sì, giusto, grazie mille, Capitol” Dannazione, sto tornando a sentirmi come una mezz'oretta fa. Le cose non dovrebbero andare in questo modo, che mi prende?
“Non sto dicendo che sono grata a Capitol! Dico solo che le cose potrebbero andar peggio, e che non occorre lamentarsi sempre di tutto” ribatte nervosa. Sta forse dicendo che sono un piagnone?
“Dovrei essere felice, per caso? Perché non lo sono!”
“Che diavolo ti prende?” sbotta con una leggera sfumatura di preoccupazione. Nascondo la testa fra i palmi, trattenendomi dall'urlare. La mia vita sta andando a rotoli, i miei nervi sono a pezzi e ho tanta paura.
“Scusa... è che sono stressato” balbetto sapendo bene che non è una giustificazione sufficiente per il mio comportamento. Autumn però è comprensiva, appoggia la mano sulla mia spalla nel tentativo di consolarmi
“Lo siamo tutti, ma non possiamo arrenderci. Dobbiamo combattere” Annuisco. Esiste un modo per placare la mia ansia
“Autumn, sarai mia alleata là dentro?” Si stacca da me, visibilmente a disagio. Non è possibile. “Quando avevi intenzione di dirmelo?” chiedo con rabbia
“Io non ho ancora deciso! Farmi pressioni non mi aiuta affatto. Non è una decisione facile” si difende. Ho capito, non posso contare su di lei.
“Sai una cosa? Lascia stare” Mi volto verso l'ascensore con l'intenzione di lasciarla lì da sola.
“Ehi Nick, il mondo non gira intorno a te. Cresci, ne hai bisogno”
Sto per rispondere, ma le porte si chiudono ancor prima che possa aprir bocca.

 

Ivar “Senzaossa” Ludwig, tributo del distretto 6, Capitol City

Odio questa doccia. Non riesco assolutamente a capire come funzioni. Ci vorrebbe un dannato diploma per usarla. Prima calda, poi fredda, poi gelata come la neve, e poi bollente come il fottuto inferno. Senza contare poi i tasti dei profumi! Ieri sera sono uscito da quell'affare che odoravo di bergamotto, rosa e vaniglia. Neppure mia madre e Yidu messe insieme hanno un odore così femminile. Nota personale: quando vincerò i giochi, se troverò questa cosa dentro la mia nuova casa, chiamerò personalmente Snow per farmela togliere.
Cerco di premere il minor numero di tasti possibili, accontentandomi di una doccia tiepida profumata al limone. Esco fuori di cattivo umore, ho male a tutti i muscoli. Gli allenamenti sono massacranti e gli istruttori sono delle teste di cazzo assurde. Quello del tiro con l'arco mi ha dato dell'incompetente sfigato, perché sai dopo anni di allenamento dovevo essere un vero esperto a questo punto. Per chi mi ha scambiato? Per un favorito? Gli ho urlato addosso talmente tanti insulti che mi hanno cacciato via con un'ora di anticipo. So che non è stato intelligente da parte mia, ma non potevo reggere ancora. Non riesco neppure a capire perché ci danno così poco tempo per prepararci. Mi sto sforzando ad imparare quanto posso, ma le nozioni sono veramente troppe. Forse è meglio concentrarmi solamente sulle nozioni di sopravvivenza. Domani passerò tutta la mattinata alle postazioni delle piante e delle tecniche base. Il cibo, ma soprattutto l'acqua, saranno le mie priorità là dentro, non devo dimenticarmene. Anche Stan ha insistito parecchio su questo punto, e ha ragione: il ragazzo del sei dell'anno scorso è morto per disidratazione.

Guardo l'ora, 20:32, la cena è passata da un pezzo. A casa i pasti erano un momento di forte tensione, fra le apprensioni di mia madre e le critiche di mio padr... Asvald; solo Edgar si salvava. Qui invece ci sono solo enormi silenzi. Caitra si limita a prendere qualche scorta e poi si rifugia in camera sua, Stan dà qualche rapido consiglio e poi accende la televisioni cercando il canale con il maggior numero di ragazze seminude, mentre Paris ce l'ha ancora con me per la storia della mietitura, come se avessi alzato la sua stupida gonna apposta. È stato un incidente, non ha motivo per avercela così tanto con me. Non pensavo che la mia famiglia mi sarebbe mancata così tanto. Sento nostalgia perfino per quella stupida mia sorella. Mi auguro che rinsavisca e che torni a casa. Penso che quel pezzente del marito sia solo in grado di farla soffrire.
Mi vesto con le prime cose che mi capitano a tiro (tanto sono bello con qualsiasi vestito) e mi dirigo verso la sala da pranzo, sperando che i senza-voci non abbiano già portato via tutto. Trovo una frittata (che Paris si ostina a chiamare “omelette”) e un pomodoro ripieno di riso; mi è più che sufficiente.
L'appartamento sembra deserto, non c'è neppure Stan questa volta. Sono sicuro che Caitra è dietro quella porta, ma non credo voglia parlare. Posso capirla benissimo, in fondo siamo nemici.

Prendo l'ascensore e mi dirigo verso il giardino del retro. Ho la forte tentazione di passare qui il resto della nottata, in fondo il cielo è sereno e la temperatura non è particolarmente bassa, ho dormito in condizioni peggiori. Almeno qui il silenzio non è inquietante o minaccioso.
“Sera” borbotta un tipo sdraiato per terra. Cerco di fare mente locale, ma non riesco a capire a quale distretto appartenga. È biondo e con gli occhi azzurri, ma tanti sono così qui.

“Ciao” rispondo mentre cerco di capire cosa abbia catturato la sua attenzione. Sta guardando in alto, verso il tetto, con insistenza. Quasi quasi glielo chiedo: “Cosa guardi?”
Il ragazzo indica il tetto “C'è una barriera lassù. Costruirne una è piuttosto complesso” Ho capito, il tipo è sicuramente del distretto 3. Ho sentito Paris spettegolare su di lui con Stan.
“Non ti conviene guardarla da lassù allora?”
Il biondo fa spallucce “C'erano due tipi che litigavano, volevo starne alla larga”
“Saggia decisione” costato. Mi siedo vicino a lui. Mi ispira fiducia, non so bene il perché, ma mi sta simpatico.
“L'hanno costruita perché volevano evitare tributi suicidi” mi spiega dopo un po'.
“Che cazzata” commento “Se vuoi fare una fine così violenta, tanto vale andare in arena. Io opterei per la testa dentro il forno”
“Scarsa soglia del dolore?” mi chiede
“No, è che non voglio rovinare il mio bel viso” Il biondo ridacchia divertito.
“A proposito, mi chiamo Ivar”
“Chester” risponde con un semplice cenno del capo. Meno male, odio stringere le mani quando ci si presenta.
“Per curiosità, saresti anche in grado di modificare le docce?” gli chiedo dimenticandomi per un momento che non ha alcun motivo per aiutarmi.
“Sì, non dovrebbe essere troppo difficile. Se vuoi posso manomettere anche quella della tua capitolina” allude. Chester mi piace sempre di più.
“Dove sei stato per tutto questo tempo, amico?” gli chiedo euforico. Chester ridacchia di nuovo.
“Suona da alleanza” mi fa notare. Annuisco, non mi dispiacerebbe averlo dalla mia parte. È simpatico, e quella abilità con la tecnologia potrebbe in qualche modo rilevarsi utile. “Tu cosa sai fare?” aggiunge. La domanda inizialmente mi offende, ma immagino sia naturale volersi informare prima di ufficializzare la cosa.
“Dalle mie parti ero un ladro, per questo sono qui”
“Non dovevi essere molto bravo dato che ti sei fatto beccare” osserva senza distogliere gli occhi dal tetto. Il commento mi colpisce in pieno nell'orgoglio, e per un momento rimango immobile a causa della ferita. Chester è veramente un osso duro e mi sembra di capire che non sia esattamente una persona facile.
“Senti chi parla. Ho sentito dire che sei qui perché sei un omicida” mi mordo la lingua. Dannazione a me! Non dovevo parlare di questa cosa! Magari adesso si offende e...
“Touchè” si limita a replicare con calma. Sorrido, lo voglio assolutamente con me.
“Alleati?”
“Alleati” conferma lui.

 

Allenamento: giorno 3

 

Hellen “Helly” Forbes, tributo del distretto 5, Capitol City

Chiudo gli occhi, cercando dentro di me la concentrazione necessaria per affrontare ciò che mi aspetta. Non devo assolutamente farmi prendere dal panico o dall'ansia. Secondo Sunny, il voto preso durante questa prova non incide poi così tanto, a meno che tu non faccia proprio schifo o ti dimostri un vero genio. È meglio puntare su un voto medio, in modo da essere presa comunque in considerazione, ma non così tanto da essere considerata un pericolo dagli altri. È stato difficile trovare che cosa mostrare là dentro, soprattutto considerando che io e Bruce abbiamo abilità simili. Non potevamo presentare entrambi la soluzioni di un rompicapo, o saremmo stati penalizzati. Alla fine abbiamo deciso che sarò io a risolvere un enigma, dato che Bruce ha altre risorse a propria disposizione. È stato molto carino da parte sua sacrificarsi. Mostrerà le arti di mimetizzazione imparate in questi giorni e sono sicura che farò un ottimo lavoro, forse addirittura innovativo. È molto timido, difficilmente si vanta di qualcosa, ma so che è incredibilmente intelligente, molto più di me. È una vera fortuna averlo come alleato. Anch'io voglio mostrarmi all'altezza, non deluderò le aspettative di nessuno.
La ragazza del quattro esce spavalda dalla porta, ha l'aria molto soddisfatta. Non avevo dubbi in fondo, i favoriti se la cavano molto bene là dentro, peccato che saremo io e Bruce a pagarne le conseguenze. Dopo aver visto salti mortali, affondi e movimenti eleganti studiati per anni e anni, gli strateghi devono valutare noi. Il confronto con i distretti ricchi sarà inevitabile, e finiranno sicuramente per annoiarsi durante la nostra perfomance.

“Bruce McRon” chiama il dipendente. Bruce si alza dopo aver ispirato a lungo. Si vede lontano un miglio che è agitato
“Buona fortuna” gli sussurro. Mi sorride e mi ringrazia, per poi avviarsi verso la stanza.
Il tempo sembra non passare mai. Rimango per tutto il tempo seduta in attesa, limitandomi a cambiare posizione di tanto in tanto. Nessuno parla, sono tutti concentrati in un religioso silenzio nel tentativo di fare un ultimo disperato ripasso. Quest'atmosfera mi ricorda un po' la scuola, soprattutto il periodo dell'esame finale. Sembra così lontano quel mondo adesso. Fino a un mese fa la mia preoccupazione maggiore era mantenere una media alta, mentre ora ho perfino paura di non vivere altri due giorni. Mi manca quella spensieratezza, come vorrei che tutto questo non fosse mai successo. Anche Mike si sarà sentito così? Chissà quanto si sarà sentito solo.

“Hellen Forbes” mi chiama lo stesso ragazzo di prima. Mi alzo in piedi titubante, guardandomi indietro prima di entrare. Non posso di certo evitare questa prova, tanto vale impegnarsi e superarla al meglio.
La stanza è molto ampia, e qua dentro sembra che tutto rimbombi, perfino i miei passi. Gli strateghi stanno chiacchierando fra un morso e l'altro di quelli che sono sicuramente i miglior stuzzichini che si possano trovare nell'intera capitale. Quando si accorgono della mia presenza smettono gradualmente di parlare e tirano fuori carta e penna. Fantastico, questo sì che diminuisce l'ansia.

A due terzi della stanza c'è un tavolo di metallo con sopra un rompicapo fatto di legno. L'istruttore lì accanto tiene in mano un cronometro. Dovrò cercare di risolvere l'enigma nel più breve tempo possibile.
Faccio cenno all'istruttore che pigia all'istante il bottone. Il tempo è partito. Mi isolo nel mio mondo, ignorando completamente la presenza degli esaminatori. Faccio finta di essere da sola, in camera mia, sto solo cercando di divertirmi in un pomeriggio noioso. Nessuno mi guarda, nessuno mi giudica. Esamino ogni pezzo con cura, sperimento gli incastri finché non trovo la chiave per sciogliere il mistero. Da quel momento in poi la strada è in discesa, e riesco a completarlo in breve tempo. Appoggio l'oggetto sul tavolo e mi volto rapidamente verso l'istruttore.
“Otto minuti e quattro secondi” annuncia solenne. Tiro un sospiro di sollievo, sono stata bravina direi. Spero solo che non si siano annoiati troppo.
“Grazie per la performance, può andare” annuncia il primo stratega. Faccio un breve cenno di saluto con la testa e lascio la stanza. Ho ancora il cuore in gola, ma corro lo stesso verso l'ascensore per raggiungere il prima possibile gli appartamenti.

“Helly! Com'è andata?” mi saluta Carol calorosamente.
“Bene, credo” Bruce e Sunny ci raggiungono subito. Il mio alleato ha l'aria particolarmente stanca, sembra che non dorma da notti, cosa alquanto probabile direi. Ha i capelli bagnati, si deve essere fatto la doccia da poco. “A te invece com'è andata?”
“Non lo so. Ho fatto del meglio comunque” Mi sento il colpa. Se avessi avuto altre abilità a parte la mia intelligenza, Bruce avrebbe effettuato sicuramente una prova migliore.
Sunny non sembra badare molto a me, anzi, sembra essere parecchio concentrata su Bruce “Ragazzo, hai ancora del fango dietro le orecchie”
“Dannazione! Ancora?” si lamenta grattandosi con insistenza le orecchie.
“Hellen fatti una doccia anche tu, hai abbastanza tempo per permettetelo. Avete diritto al riposo fino al sorgere del sole, ma sappiate che domani vi massacrerò talmente tanto che rimpiangerete questi tre giorni di intenso allenamento. Domani ci sono le interviste, ci giocheremo il tutto, mi avete capito?” Io e Bruce annuiamo all'unisono. Siamo pronti, non abbiamo paura.

 

 

 

 

 

 

 

 

Con questo capitolo metà dei tributi hanno avuto il loro secondo pov, direi che ormai li conoscete abbastanza bene ^^

Eccovi le votazioni che hanno ricevuto i ragazzi. I voti sono solamente indicativi e si basano esclusivamente sui punti di forza (ad eccezione di Cassian per ovvie ragioni) e dunque non rappresentano un calcolo bilanciato dei pro e dei contro, come avviene similmente ai libri. Bisogna considerare anche che alcuni hanno nascosto le loro abilità per ragioni strategiche, mentre altri hanno talenti difficili da mostrare in una prova. Vi lascio lo stesso i voti per farvi un'idea sui tributi.

A proposito chi è secondo voi la ragazza che ha dato una pacca a Cassian?

Alla prossima!

 

 

Femmine

maschi

Distretto uno

Judith Wilson 10 su 12

Adrian Vaertek 11 su 12

Distretto due

Angelie Asimar 11 su 12

Achille Edipo 11 su 12

Distretto tre

Jasmine Thompson 8 su 12

Chester Colin Herstone 7 su 12

Distretto quattro

Krinsda Dramir 11 su 12

Libero Howard 6 su 12

Distretto cinque

Hellen Forbes 6 su 12

Bruce McRon 7 su 12

Distretto sei

Caitria Dalekein 6 su 12

Ivar Ludwig 6 su 12

Distretto sette

Esther Suzanne Grestan 9 su 12

Elyia bolton 7 su 12

Distretto otto

Jennifer Astrid Delay 5 su 12

Richard Whitestorm 6 su 12

Distretto nove

Dalissa "Daisy"Manique 7 su 12

Liam Evans 6 su 12

Distretto dieci

Autumn Lewis 10 su 12

Nickolas Logan 6 su 12

Distretto undici

Alexys Sinclair 7 su 12

David Conrad 5 su 12

Distretto dodici

Marissa Mellark 3 su 12

Cassian Nayor 1 su 12

 

 

Riepilogo delle alleanze (temporaneo):

I DUE DEL NOVE: Liam e Dalissa

I NASCOSTI: Hellen e Bruce

I FAVORITI: Angie, Judith, Adrian, Libero, Krinsda e Jasmine

LA FIABA: Achille e Marissa

I RIBELLI: Chester e Ivar

 
  
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