8 –
Nessuno tocchi Carlos
Impreparati e un po’ increduli di trovarci così,
per un lungo istante i nostri sguardi s’incrociano nella semioscurità
dell’ambiente, accompagnati dal silenzio.
È una notte strana che ci avvolge e ci tradisce,
complice e nemica, la più insolita che io abbia mai vissuto nella mia lunga
esistenza d’immortale.
Muovo un passo, titubante, senza sapere
esattamente cosa farò, cosa dirò al mio angelo per spiegare la mia presenza
furtiva nella sua stanza, e lui non sembra preoccuparsene. Carlos mi raggiunge
e mi prende le mani nude, le porta alle labbra e inizia a coprirle di baci.
Resto immobile, quasi incapace di reagire, scottata dal calore della sua bocca
tentatrice che si posa sulla mia pelle.
È sempre sorprendente che non lo turbi affatto, il
gelo che avverte toccandomi. Sono consapevole della potente attrazione che
esercito su di lui, eppure a volte mi chiedo come riesca a restare così
indifferente ad un corpo freddo che sa di morte. L’amore e la passione devono
possederlo al punto da non fargli sentire e vedere altro che la perfezione in
me, un inganno dei sensi che percepiscono solo quello che la mente vuole o
crea. È qualcosa d’affascinante perfino per me. Ma non posso andare avanti
così. Questo inganno non può durare, anzi, termina proprio ora.
Sottraggo le mani al piacere dei suoi baci
appassionati e mi allontano un poco da lui, portandomi alle sue spalle. Vorrei
gettarmi fra le sue braccia, stringerlo sul mio seno e farlo mio con ogni
cellula del mio corpo, mischiare il mio sangue al suo, ma questa notte ci sono
altre priorità che non posso ignorare.
“Vi prego Carlos, noi dobbiamo parlare di cose
importanti e molto serie, oserei dire vitali.”
Il mio angelo non si arrende, si avvicina e posa
le mani sulle mie spalle, prima di cercarmi il viso con gentilezza, e
costringermi a voltarmi verso di lui.
“Vi prego Haidi, parliamo dopo. Ora siete qui e
non m’importa d’altro. Voglio solo amarvi ed essere amato da voi, ditemi che è
per questo che siete venuta…”
“Sì, Carlos… è per questo. – Confesso, mentre mi
lascia piccoli baci sul volto. – Ma non vi turba il fatto che mi sia
intrufolata in casa vostra, di notte, come una ladra?”
“Mi lusinga che siate così ardita; immagino sia
stata la necessità di sottrarvi a coloro che vi controllano ad avervi spinta ad
attuare un simile sotterfugio.”
“Non è solo questo…” tento, con scarso profitto.
Lui non pare volermi ascoltare. Preso dalla sua
passione, ignaro del pericolo che incombe su noi, sta solo seguendo il volo del
suo cuore che trabocca dal petto; lo sento battere forsennato, come il suo
sangue, un rombo che scorre sottopelle, travolto dalla gioia del nostro
incontro inatteso e fortemente desiderato. Difficile restare vigile e padrona
di me stessa, mentre Carlos prosegue la sua amabile seduzione; in altre
circostanze mi sarei già abbandonata a lui, ma ora devo costringermi a non
cedere.
“Carlos, ora smettetela e ascoltatemi! Non è un
gioco. Le cose sono precipitate in una maniera che non potete immaginare e ci
saranno delle conseguenze terribili. Siamo stati scoperti… io sono stata
scoperta… loro mi puniranno e se la prenderanno anche con voi…”
“I vostri famigliari sono dunque così terribili?
Cosa mai potrebbero farmi?” Domanda serafico, mentre le labbra si piegano in un
sorriso gentile.
“Oh, Carlos, parlate con troppa leggerezza; non lo
immaginate neppure, ma al mondo esistono cose più spaventose della morte…”
“Haidi, io non ho paura. Posso affrontarli insieme
a voi, e se la cosa vi spaventa tanto, possiamo fuggire. Domani! Stanotte, se volete!
Basta una vostra parola. Ma adesso voglio solo amarvi… vi desidero
immensamente…”
Carlos riprende a baciarmi sulle labbra che si
schiudono al suo dolce assalto. Scopro in lui un impeto nuovo, che non
conoscevo e mi delizia. Mi travolge la pelle, i sensi si accendono alle sue
carezze. Le sue mani sono ovunque, si aprono un varco sotto i miei vestiti; il
mio mantello cade per terra, la mia blusa cede sotto le sue dita che cercano la
mia pelle e la trovano, sfiorano il mio seno e lo accolgono nel palmo aperto.
Sento la sua eccitazione, viva, pulsante contro il mio corpo e ne sono
travolta.
Se non lo fermo subito, non lo farò più. E non lo
faccio, infatti.
Non ci riuscirei, neppure se volessi.
Oh, follia! Trovare l’estasi proprio ora, e sapere
di averla già persa è qualcosa di tragico a cui la mente si ribella.
Lo voglio!
Voglio il ghiaccio e il fuoco, i nostri elementi
fusi insieme.
All’improvviso, il letto accoglie i nostri corpi,
e quello del mio angelo grava dolcemente sul mio; è la prima volta che mi
ritrovo soggiogata, sciolta nel delirio. Questa volta non conduco il gioco, e
mi accorgo che mi piace e mi eccita soccombere alla volontà di qualcuno. Carlos
non ha altro addosso che la sua camicia, ma presto fa in modo che io resti
seminuda quanto lui; si appoggia sui gomiti e mi guarda un momento, in cerca di
un’esitazione che non rivelo, prima di alzarsi per sfilarmi l’ampia gonna che
scivola sulle mie cosce e si ammucchia sul pavimento. L’unica biancheria intima
che mi resta addosso sono le calze nere di seta trattenute da una giarrettiera,
per il resto appaio nuda e bianca contro le lenzuola, sotto un raggio di luna e
gli occhi rapiti di Carlos, accesi da un desiderio che si fa incontenibile.
“Fuggire sarà impossibile… non avremo altre notti
come questa…” sono le uniche parole che trovo la volontà di dire in un
sussurro, prima di stringere il mio angelo tra le braccia.
Finalmente assaporo la pienezza impetuosa delle
sue carezze, fino ad ora solo immaginate, che percorrono la mia pelle fredda e
morta senza esitazione né repulsione, mentre le bocche e i nostri respiri si
fondono in un abbraccio che profuma di vita.
E mentre Carlos si rivela un amante dolce e appassionato,
mentre per la seconda volta nella mia esistenza – la prima era stata con
Carlisle - scopro davvero cosa significa fare l’amore, donarsi all’altro con
fiducia, accogliere qualcuno dentro di me, lasciarlo entrare nel cuore che si
ridesta come se ricominciasse a battere, e nel corpo che ritrova calore, con
una strana gioia che mi sorprende trattengo la mia forza, e il mio istinto
assassino si addormenta.
Sento le mie carni farsi molli e tenere, mentre il
mio angelo si fa spazio nel posto più intimo della mia femminilità che si apre
come un dono. Eppure è qualcosa di assolutamente nuovo; questa notte non sono
più un mostro, ma divento una donna che ama. È qualcosa di miracoloso, al punto
che mi sembra di sentire gli occhi inumidirsi di pianto. Non penso al sangue,
ma estinguo la sete con i baci più profondi e languidi, e gusto il sapore
d’umane lacrime di felicità e sorrisi. Io e Carlos ci amiamo così, come un uomo
e una donna, per ore, impudichi ed ebbri di piacere, e beviamo a questa fonte
di pura estasi come se fosse inesauribile, finché l’appagante incontro d’amore
finisce e il cuore del mio angelo rallenta la sua corsa contro il mio seno.
Carlos, svuotato della sua linfa, riposa stremato
e ansante accanto al mio cuscino. Forse sta sognando di noi, quello che non
potrà essere mai. E mentre il mio angelo dorme sereno e ignaro degli eventi che
stanno per scatenarsi, io torno ad essere il vampiro.
Vorrei proteggerlo, ma la mia veglia è inutile;
alla gioia più sublime segue purtroppo l’amara consapevolezza che la tragedia
marchia a fuoco la nostra storia, e nessun’altra felicità oltre a questa ci
verrà concessa.
*****
Era fastidio, o forse delusione, sensazioni che non era
abituato a provare. Le delusioni non lo toccavano e i fastidi si eliminavano in
fretta, senza troppi pensieri. Ma questo era diverso.
Difficilmente Jane si sarebbe sbagliata, e mai avrebbe
sollevato accuse immotivate. Soprattutto, non verso Haidi.
“Maestro, sotto il cielo di Volterra c’è chi sta violando
le leggi dei Volturi, e minaccia il segreto che cela l’esistenza dei vampiri.”
Aveva esordito la piccola sadica, rientrata a Palazzo con
aria baldanzosa, attirando l’attenzione di tutti. Aro aveva preso la mano che
Jane gli porgeva, e oltre le visioni di ricordi e immagini, aveva sentito la
sua invidia; era tangibile, pesante come una roccia e invadeva i pensieri della
piccola vampira come un veleno mortale. Jane era un membro della guardia
infallibile, spietata e micidiale, ma ogni anello della catena poteva avere un
punto debole; Jane era una donna intrappolata in un corpo di bambina con tutte
le implicazioni, calcolate e soppesate con accortezza in modo che incidessero
sulla natura maligna della piccola immortale. Jane tra tutte, era la sua
creazione migliore, forgiata alla perfezione per i suoi scopi, ma squilibrata
nella psiche, e questo, Aro non lo scodava mai.
Haidi, invece, era una vampira perfetta sul piano fisico e
mentale, fatale, magnetica e irresistibile, ma aveva il difetto di
essere sensibile e vulnerabile alle vecchie, dimenticate emozioni umane.
Forse era stato Carlisle l’artefice di quell’anomalia, ma dopo di lui, Haidi
non era più stata la stessa; seppur efficientissima nel suo lavoro, a tratti
era malinconica, triste, logorata da strani sensi di colpa che non avrebbe
dovuto provare. Carlisle l’aveva infettata con la sua compassione; a tanto
arrivava il potere di quel vampiro vegetariano che lui aveva provato inutilmente
a convertire ad uno stile di vita più convenzionale.
Un paio di millenni d’esperienza uniti ad una natura
obbiettiva e calcolatrice, Aro non agiva mai d’impulso, neppure di fronte a
quello che sembrava evidente. C’erano delle regole e a quelle doveva attenersi:
erano la quinta essenza del potere, e lui non era tanto ingenuo da non saperlo.
Non poteva disfarsi di Haidi così facilmente, e non lo avrebbe
fatto, senza prima aver indagato nella mente della bellissima cacciatrice: una
vampira tanto dotata era un elemento raro, se possibile da preservare come un
gioiello.
“Santiago sostiene il contrario.” Obbiettò pacato,
osservando il vampiro che era sopraggiunto lì, e aveva subito assunto le difese
della sua amante.
Marcus, il terzo membro della mortale triade, ascoltava
tutto con estremo distacco, come se nulla lo riguardasse. Troppo passato alle
spalle, prevedeva con certezza matematica come sarebbe finita; la spietata
legge dei Volturi sarebbe stata applicata e non tentava neppure di nascondere
il senso di noia perenne che gli procuravano vicende simili, vissute centinaia
di altre volte. Secoli prima, una di quelle storie lo aveva riguardato troppo da
vicino e gli aveva lasciato un marchio sul cuore spento, come una sorta
d’ammonimento.
“Santiago ha i suoi interessi da difendere... e lo posso
capire, meglio di chiunque. Potremmo dire che è coinvolto emotivamente.
Ma le leggi di Volterra non possono essere ignorate, né tradite da nessuno.”
Fu il suo unico commento, espresso con tono rassegnato.
“Haidi ha assunto un comportamento molto azzardato e
instabile; è già accaduto in passato e non fu un bene. Può trattarsi di
un’infatuazione passeggera per un umano particolarmente avvenente, ma non
possiamo ignorare la cosa. Tu Santiago, non avresti dovuto coprire questa
tresca.”
Intervenne severo Caius, intransigente verso i membri
della guardia, e mal tollerava certi colpi di testa.
“Non mi aspettavo che i fatti evolvessero in questo modo. –
Si difese Santiago. - Volevo concedere un po’ di tempo ad Haidi, sperando che
tornasse in sé, ma ho sottovalutato il problema. Però una cosa voglio ribadire:
Haidi non ha infranto nessuna legge, e le accuse di Jane sono ingiuste. Tu sai
Aro, che non sto mentendo.”
Il vampiro preso in causa, alzò una mano per zittire
tutti. Fu subito silenzio.
“Noi valuteremo la questione, fratelli. Ma non avete visto
l’aspetto di quell’umano… io sì, attraverso gli occhi di Jane, e non posso
trascurare un fatto tanto singolare e prodigioso. Devo saperne di più, e solo
Haidi può illuminarmi. Soltanto dopo, deciderò se e quale punizione infliggere
ai protagonisti di questa liaison.”
Voleva vedere con i suoi occhi cos’era che aveva portato
Haidi a buttarsi anima e corpo - solo corpo in realtà, perché l’anima
l’aveva persa da un pezzo - in quella storia assurda e surreale.
La somiglianza col suo vecchio amico Carlisle, il solo
vampiro che avesse mai osato confrontarsi con lui alla pari, lo aveva
fortemente impressionato, cosa che accadeva sempre più di rado. Bastava dunque,
il suo ricordo a far vacillare il comportamento di una vampira come Haidi, o c’erano
ragioni più profonde?
Era questa la domanda che lo assillava.
****
“Dovete già andare, mia signora? Restate qui, vi prego.
L’alba è ancora lontana.”
La voce di Carlos mi arriva alle orecchie come un suono
melodioso, mentre affacciata alla finestra osservo il cielo che lentamente
schiarisce verso est. Tra un’ ora sarà giorno.
Ho avvolto il mio corpo nel mantello solo per celare la
mia nudità, ma tra breve dovrò rivestirmi. Qualcuno sulla strada ancora deserta
e silenziosa mi sta aspettando; ci sono due vampiri nascosti nel buio di un
portone, uno di loro è Santiago. L’altro è Alec, il gemello di Jane,
terrificante quanto la sorella e inquietante il doppio, con quell’espressione
vitrea e vuota di qualsivoglia emozione.
Sono venuti a prendermi.
La presenza del mio amante non mi sorprende, ma un po’ mi
delude; dov’è finito tutto l’amore che diceva di sentire per me? Non era
disposto a morire per salvarmi la vita?
Sorrido malinconica. Nessun vampiro conosce il valore
della parola sacrificio.
Tutto il suo sentimento è svanito in niente di fronte al
potere di Aro. Ma non posso biasimarlo; né lui, né io abbiamo mai avuto
alternative, e io so benissimo che non mi posso sottrarre alla sorte crudele
che Aro riserva a quelle come me.
Mi sento del tutto indifferente a quello che dovrò
affrontare; se la mia esistenza è giunta al termine, non mi opporrò in alcun
modo a che essa si compia, anzi, l’accoglierò a braccia spalancate, come una
grazia.
Solo per Carlos mi sento straziata, ma non permetterò che
uno solo di loro lo tocchi; non una sola goccia del suo sangue avranno di lui.
Se il destino di Carlos è legato al mio, lo abbraccerò e lo porterò con me.
Sarà l’ultimo inganno.
Il mio bellissimo angelo nudo e innocente scende dal
letto, s’infila una vestaglia di seta color vinaccia e mi raggiunge alla
finestra. Mi circonda le spalle con un braccio, e mi bacia sulle tempie, dopo
getta lo sguardo oltre la tenda, sulla strada.
E li vede. Come loro vedono lui.
Sono lì, fermi che fissano la nostra finestra.
Solo io sento il bisbiglio di costernazione uscire dalle
labbra di Alec di fronte all’aspetto di Carlos; per un attimo, gli occhi del
vampiro efebico tradiscono un’espressione di sorpresa repentina.
Lo sento distintamente esclamare, ma quello è Carlisle!
prima di trovare smentita nelle parole di Santiago.
“No… è solo un umano che gli somiglia.”
Carlos non sospetta nulla della confusione che la sua
presenza ha creato; vede solo due uomini, ma Alec ha più l’aria di un
ragazzino, immobili come statue, sulla strada di fronte la sua casa. Li scruta
a lungo forse per capire se rappresentano un pericolo.
“Come hanno fatto a trovarvi? Vi hanno seguita?” Mi
domanda accigliato.
“Loro trovano chiunque… è impossibile sfuggirgli. Carlos,
devo andare via, adesso. Più vi resto accanto, più rischiate la vita.”
Sto per farlo, ma il mio angelo, allarmato, mi afferra per
le spalle, deciso a trattenermi.
“Fuggiamo Haidi. C’è una carrozza sul retro dell’edificio;
loro sono a piedi e non potranno raggiungerci.”
Non posso fare a meno di sorridere.
“No, Carlos. Non servirebbe, vi assicuro. – Prendo il suo
volto tra le mani e lo accarezzo, puntando il rosso dei miei occhi nel celeste
del suo sguardo. È un cielo in cui mi perdo, eppure mi fa sentire libera e
senza timori. – Ci sono realtà spaventose che ignorate, ma presto capirete ogni
cosa. Fino ad ora vi ho mentito su chi sono realmente, ma non posso più farlo,
e questo condanna entrambi.”
Tristezza e rassegnazione offuscano il suono della mia
voce, ma Carlos mantiene il suo animo combattivo.
“Siete la donna che amo, tutto il resto non ha importanza
per me. Dopo questa notte, nulla mi farà rinunciare a voi, e sfiderò chiunque
oserà ostacolare la nostra felicità. Noi dobbiamo stare insieme, Haidi; i
nostri cuori palpitano all’unisono.”
“Quanto vorrei che fosse così, ma è impossibile. Avete
sentito il mio cuore battere, almeno una volta, questa notte? Riflettete su
questo. Vi siete accorto che la mia pelle è mortalmente fredda? E i miei occhi,
rossi come braci ardenti, non vi rivelano la verità? Davvero siete così
ingenuo… o fingete?”
Non so da dove mi sia venuto questo sospetto, ma lo
accantono in fretta, di fronte alle parole accalorate che Carlos mi rivolge. Mi
stringe ancora più forte, deciso a difendere il sentimento sincero che lo
pervade, quasi arrabbiato che io possa dubitare di lui.
“State tentando di dirmi che siete una creatura
soprannaturale? Che siate angelo o demone, io vi amo lo stesso, e non desidero
altro che stare con voi, per il tempo che mi verrà concesso in questa vita! –
Mi lascia andare e fa qualche passo indietro, e noto dal gesticolare delle mani
che è sempre alterato. - Ho solo questa, non ne cerco un’altra, e ringrazio per
ogni giorno vissuto. [1]
Ringrazio di aver trovato un amore che riempie la mia esistenza, e gli dà
senso. Ma forse a voi non interessa, e state solo cercando una scusa, incarnata
in quegli uomini che sono lì in strada ad attendervi, pare. E voi sembrate
ansiosa di raggiungerli.”
Mi accusa, amaro, indicando l’esterno oltre la finestra.
“Oh, caro… date a me il merito di aver trovato il senso
della vostra vita? Quale macabra ironia è questa! – Esclamo, trattenendo una
lieve risata. – Io sono la creatura più corrotta, bugiarda, e maligna che
potevate incontrare sulla vostra strada. Io vi ho fatto del male e finirò per
distruggervi.”
Sibilo arrabbiata più verso me stessa che verso il mio
angelo; la sua innocenza mi ha conquistato così tanto, che adesso mi fa stare
male. Dice di amarmi, ma io voglio che mi odi, perché solo così mi sentirei
meno in colpa. Carlos mi osserva stralunato; non capisce il mio angelo, non
comprende il senso assurdo delle mie parole, ma l’amore non può sposare la
menzogna. Qualcosa nel mio intimo si ribella e sputo fuori tutto il veleno che
mi porto in cuore, consapevole che la verità può uccidere.
“La vostra fidanzata non vi ha lasciato… l’ho attirata in
una trappola mortale…” scandisco lentamente, col tono più neutro che riesco a
trovare, uno dei delitti più turpi e inconfessabili, e osservo Carlos cambiare
espressione.
“Che cosa dite?” Sussurra, pallido e sconvolto.
“La verità, quella più terribile. Incontrare voi, mi ha
cambiata, Carlos, e ora non riesco ad accettare l’amore come frutto di
un’illusione. – Mi muovo svelta; pochi secondi e recupero i miei vestiti che
indosso altrettanto velocemente, sotto gli occhi spaventati del mio angelo,
prima di tornare presso la finestra. - Stare con me, implica una scelta
drammatica che forse non vorrete condividere, e lo capirei.”
Carlos è rimasto immobile e silenzioso, forse paralizzato
dalla paura per qualcosa d’oscuro e inquietante. Allungo una mano esitante;
vorrei accarezzare il suo viso come ho fatto in questa notte meravigliosa, ma
la sua reazione spontanea mi blocca all’istante: Carlos si è ritratto di scatto
e nei suoi occhi per la prima volta ho letto il terrore, e un profondo dolore
mi striscia sul cuore come una biscia che morde a tradimento.
“Angelo o demone avete detto… Neppure l’amore regge di
fronte alla verità più spaventosa.”
Ritiro la mano amareggiata, e so che non dovrei esserlo,
ma mi sento così. Non ho mai davvero sperato che potesse accettare una realtà
così orrenda. Non sono neppure certa di cosa abbia veramente compreso.
“Sappiate che non sceglierò mai per voi, né vi obbligherò
in alcun modo a seguirmi, e questa è la sola promessa sincera che posso farvi.”
Vorrei sentirlo ribattere, insultarmi, maledirmi, ma lui
resta immobile e non parla, e il suo sguardo, un misto di disgusto e orrore, mi
ferisce più del suo silenzio. Non mi resta che andarmene, esattamente come sono
venuta.
*****
Sulla strada, e alle mie spalle, sento distintamente il
suono secco della finestra che si chiude in alto; i vetri che vibrano sembrano
sul punto di andare in pezzi. Mi sento come se Carlos mi avesse respinta.
Forse è quello che sta facendo: spaventato, sta cercando
di allontanarmi, chiudermi fuori dalla sua esistenza.
Ma è troppo tardi.
I vampiri in attesa sul lato opposto, mi fissano. Incrocio
lo sguardo di Santiago; il più delle volte il vampiro ha un’espressione
indecifrabile, e anche ora non riesco a capire se è speranza o coraggio la luce
che balena nel suo sguardo. Alec mi guarda con lieve curiosità; finalmente,
l’ombra di una banalissima sensazione passa sulla faccia inerte di questo
inquietante ragazzino, che ho sempre trovato detestabile, anche per l’
attaccamento morboso che ha verso la dolce sorellina. Non mi
sorprenderebbe se avesse con lei un rapporto incestuoso. Mi avvicino a loro,
pronta a seguirli.
“Aro vuole parlarti.” Esordisce il ragazzino.
“Ma certo. Stavo per rientrare a Palazzo.”
“Penseremo dopo al tuo ‘sorprendente’ umano…”
puntualizza, alzando i suoi occhi in direzione della finestra ormai chiusa. Mi
blocco e fulmino il bamboccio con lo sguardo. Nonostante il suo aspetto, so che
è più pericoloso di quanto sembri, ma non riesco a stare zitta.
“Penserò io all’umano; nessuno di voi lo toccherà.”
Sibilo, trattenendo a stento la rabbia.
“Non è una cosa che puoi decidere tu, Haidi.” Insiste il
ragazzino, ma io non mi faccio impressionare dalle sue velate minacce, e
rispondo con una sfida aperta.
“Ucciderò chiunque oserà avvicinarsi a lui, e la mia non è
una minaccia. Hai capito, Alec?”
Il ragazzino prima mi fissa costernato, poi si lascia
andare ad un risolino divertito che mi irrita solo di più.
“Cosa ti rende così temeraria? Il tuo umano sarà morto
prima che tu possa avanzare qualsiasi pretesa. Questa discussione è del tutto
vana, e sai bene anche tu che i Volturi non lasciano testimoni.”
Purtroppo so perfettamente quanto Alec abbia ragione; sto annaspando
alla disperata ricerca di una possibilità che non esiste.
“Calmati Haidi; Aro vuole solo parlarti…” Interviene
Santiago, e dal tono capisco che è preoccupato per la mia reazione. Povero
illuso! Crede ancora che le cose possano finire bene. Maledico Jane, Alec e
tutti i Volturi che mi costringeranno a fare la sola cosa che eviterei con
tutte le mie forze.
“Allora, perché stiamo perdendo tempo?! Non si deve far
attendere il signore di Volterra.”
E neppure il destino.
Corro decisa verso il centro della città dove sorge il
Palazzo dei Priori, tallonata dai due vampiri che non mi perdono di vista un
solo istante. Corro e penso che Carlos voleva fuggire con me, e invece, come
una stupida, mi rifugio nella speranza inutile che prenda la carrozza sul retro
della sua villetta, e metta mille e più chilometri tra lui e Volterra.
Continua…
Piccola rettifica sul capitolo precedente:
rileggendo quello scritto finora, mi sono accorta di aver commesso un errore. Renata
in questa mia storia non può essere la guardia del corpo di Aro, perché in uno
dei capitoli precedenti ho parlato di lei come di un’umana, e per il momento
tale resta; fa le veci di Gianna che in questo secolo non esiste, visto che
siamo all’inizio dell’800.
Probabilmente Aro trasformerà Renata più
avanti, non è importante ai fini di questa storia; così al momento il suo scudo
personale è un’altra vampira con tendenze saffiche che ho chiamato Claudia per
comodità. Scusate la svista, mi era proprio sfuggita.
Dunque, che ne dite di questo capitolo?
Spero vi sia piaciuto. Ormai siamo quasi in dirittura d’arrivo e i destini dei
nostri protagonisti stanno per compiersi. Spero di sentirvi, a presto.
Ninfea
[1] Per quanto ingenuo, Carlos non è la versione maschile di Bella
Swan, è l’ultima delle cose a cui potrebbe pensare è diventare un vampiro. Il
mio personaggio ama la vita e ne riconosce il valore, e in questo mi sembra più
concreto e meno assurdo, o almeno, spero di averlo reso tale.