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Autore: MaryFangirl    16/09/2016    3 recensioni
Ian scopre che Mickey è uscito di prigione ma non vuole vederlo. Potrà continuare a fingere che Mickey non sia stato importante per lui?
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Mickey camminava avanti e indietro nel suo appartamento, pensando a quella sera. Erano passati tre giorni da quando aveva visto Ian, quel viso, quei capelli di un rosso impetuoso, le braccia muscolose. Scosse il capo.
"Merda!" disse tentando di destarsi dalla sua fantasia. Perché Ian aveva dovuto presentarsi in quel posto, con tutti quelli che c'erano, e perché lui stesso, ogni sera da allora, aveva sperato di vederlo tornare?
Doveva uscire di casa.
Quindi corse, fino in strada, e continuò a correre. Sollevò lo sguardo dopo un po' e si ritrovò di fronte a quella che un tempo era la sua casa. La fissò per un minuto. Vide la porta spalancarsi e non disse nulla quando sua sorella uscì. Lei lo guardò.
"Mick? Che ci fai qui? Qualcuno potrebbe vederti" disse guardandosi intorno. Lui scrollò le spalle.
"Non ha più importanza. Lui mi ha già visto, chi importa se qualcuno lo sa?"
"Cazzo. Ti ha trovato. Merda, mi dispiace, voglio dire, gli ho detto che eri fuori, mi ha praticamente costretto a dirlo ma non pensavo ti avrebbe trovato, non gli ho detto il tuo indirizzo, lo giuro, anche se l'ha chiesto..." continuò a sproloquiare.
"Aspetta, Mandy, hai appena detto che lui sapeva che io ero fuori?"
Lei annuì. "Sì, cioè, sapeva che stava succedendo qualcosa ma...aspetta, non te l'ha detto?"
Mickey fece di no col capo. "No...non abbiamo parlato molto, il suo fottuto fidanzato era troppo impegnato a fare lo stronzo" disse scrollando le spalle. Mandy lo guardò confusa.
"Caleb? Si è portato dietro Caleb?" chiese attonita.
"Sì, beh, è stato un caso che ci trovassimo nello stesso posto. Ne sono abbastanza sicuro. Però tu avevi detto che era gentile, invece quel tipo è un dannato stronzo"
Mandy rise. "Questo lo dice un ex geloso o un passante del tutto obiettivo?" chiese sorridendo con l'aria di chi la sapeva lunga.
"Sono sicuro che tutto il bar avesse la stessa opinione. Quell'idiota si è alzato e si è messo a gridare davanti a tutti. Ovviamente sapeva chi ero, non ne era felice, chi se ne frega. Quel coglione mi si è messo davanti alla faccia, come se non avessi potuto prenderlo a calci in culo" rise.
"Sul serio? Dannazione. E l'hai fatto?" chiese sapendo già la risposta. Mickey sollevò il pugno leggermente ferito.
"Ehi, mi sono trattenuto finché lui non ha colpito Gallagher"
Gli occhi di Mandy si allargarono.
"Cos'è che ha fatto?"
Mickey annuì.
"Non che tu non l'abbia fatto, Mick" aggiunse lei onestamente.
"Sì, lo so. Ero solo esploso un attimo. Stavo andando a correre, dovrei tornare. Ho il lavoro e altre cose"
Mandy annuì.
 
 
 
Mandy si lanciò verso la porta di Caleb meno di un'ora dopo, bussando con forza. Caleb aprì la porta e Mandy sorrise guardando il lavoretto realizzato dal fratello.
"Oh mio caro Caleb, che è successo? Hai sbattuto contro un muro o cosa?" disse tentando di contenere il divertimento.
"Spiritosa, suppongo che tu abbia già visto tuo fratello stamattina" disse lui roteando gli occhi.
"C'è Ian?" chiese lei. Lui rise con aria irritata.
"No, perché non vai dai tuoi fratelli, sono sicuro che Ian non poteva resistere a realizzare le fantasie che gli passano per la testa da una settimana" disse prima di sbatterle la porta in faccia.
"Beh, fanculo anche a te, stronzo" disse Mandy prima di allontanarsi.
 
 
 
Ian era seduto sotto il portico dei Gallagher quando vide Mandy comparire dalla strada. Sospirò, la ragazza sembrava di buon umore.
"Ehi Mands! Perché sembri così felice?" chiese quando lei balzò di fronte a lui.
"Per nessun motivo. Una notizia che non c'entra assolutamente nulla, ho appena visto il tuo ragazzo" rise.
Ian sorrise.
"Era in forma" disse Mandy continuando a ridere.
"Ora, Mandy, il tuo umore non ha niente a che vedere con Caleb, vero?"
Lei scosse il capo. "Giammai. Dannazione, hai un bel livido anche tu" disse sarcastica. Lui annuì.
"Sì, si sta sgonfiando un po' ultimamente"
Mandy annuì. "Li hai visti entrambi da allora?"
"Ho visto Caleb ieri, per qualche minuto"
"E com'è andata?" sorrise Mandy.
"Alla grande, abbiamo scopato in ogni angolo dell'appartamento"
"Okay, genio" lei roteò gli occhi. Ian rise.
"Sì, è stato fantastico. Aspetta, no, è stato fottutamente orribile. In realtà ha iniziato a lanciare le mie cose contro le pareti, che romantico" sospirò.
"Dannazione. Sai, non sono esattamente una sua fan, ma non me lo sarei aspettato"
Ian annuì.
"Quindi che farai?"
Ian la guardò. "Beh, calmerò il suo stupido culo, e ripartirò da lì. Comunque sono costretto a vederlo, tutti i giorni al lavoro"
"Vuoi tentare di farla funzionare?" chiese Mandy curiosa.
"Stai ficcanasando alla ricerca di informazioni per pura curiosità, in quanto amica preoccupata, o in quanto sorella?" chiese lui cautamente. Lei gli diede un piccolo pugno sul braccio.
"In quanto tua amica, stronzo. A proposito della questione sorella, com'è stato rivedere Mick?"
"Non lo so, in realtà è stato piuttosto imbarazzante" rise.
"Perché? Non è stata colpa tua, non è che hai pianificato di imbatterti nel tuo ex mentre eri col tuo ragazzo...giusto?"
"Certo che no, cazzo, perché lo pensano tutti? Lui la pensa così? Merda" chiese.
"No, Mick non pensa che tu sia andato lì di proposito. Rilassati"
 
 
 
Ian si diresse verso il bar di quella sera, non era nemmeno sicuro di doverci andare. Dopo quella sera, non si sarebbe stupito se l'avessero cacciato, dopotutto era stato in compagnia dell'uomo che aveva dato inizio alla rissa.
Non era sicuro che quel posto fosse frequentato spesso da Mickey, di sicuro l'ultima volta si era trattato un incidente, ma non poteva affermare lo stesso in quel caso. Voleva vedere Mickey, per davvero. Voleva anche scusarsi per il comportamento idiota del suo ragazzo. Non pensava nemmeno che usare quel termine per descrivere Caleb fosse idoneo. Gli aveva consentito alcuni giorni per calmarsi e, in precedenza quel giorno, era andato a trovarlo. Era andata molto bene, nient'affatto come l'ultima volta, ma ora c'era qualcosa di peggio della rabbia. C'erano state molte grida, da parte di Caleb, Ian non era riuscito ad esprimere così tante emozioni, non ce l'aveva fatta e basta, ci aveva provato, solo che non era servito. Aveva promesso che sarebbe tornato il mattino successivo così che potessero rimettersi a parlare. Ora aveva bisogno di un fottuto drink.
 
 
Finalmente entrò, mettendosi su uno sgabello, ordinando una birra. Il barista che c'era stato quella sera era presente e sorrise.
"Ehi, ragazzo, hai intenzione di bere per davvero stavolta?"
Ian annuì. "Scusa per l'altra sera" sospirò.
"Ehi, non preoccuparti, è un bar, a volte le persone si comportano da idiote. Suppongo che i tuoi amici non siano qui stavolta?" chiese. Ian disse di no.
"No, ci sono solo io" fece piano. L'altro annuì. Ian si accomodò e sorseggiò lentamente la sua birra, sapendo bene che non avrebbe dovuto farlo. Avrebbe bevuto solo quella e poi sarebbe andato a casa della sua famiglia a dormire, il giorno dopo avrebbe parlato con Caleb, ma non quella sera.
Mickey entrò nel bar ridendo per una battuta scema di Jake.
"Oh, guarda, Milkovich, il tuo ragazzo è tornato. Magari si sentirà abbastanza in colpa da offrirci di nuovo da bere" Jake gli diede una piccola gomitata.
"No, lascialo in pace. Non offrirà niente al tuo culo ozioso. Pensavo che fossimo venuti qui per giocare a biliardo"
Jake sospirò. "Va bene, barman, porta il solito al tavolo. E uno al rossino. Penso che il ragazzo qui abbia una cotta per lui"
Mickey lo colpì per zittirlo.
Ian si voltò per declinare l'offerta ma si fermò quando vide Mickey. Sembrava non riuscire a trovare la voce.
"Giochi a biliardo?" chiese il ragazzo che stava accanto a Mickey.
Ian scrollò le spalle. "Non gioco da un po'"
"Beh, prendi il tuo drink e vieni, puoi giocare contro di lui, magari vinci, così poi perde le staffe" rise da solo. Beccandosi un pugno da Mickey.
"Ti piacerebbe, stronzo" disse mentre si dirigevano ai tavoli. Ian rimase a osservarli per un istante, non volendo intromettersi se Mickey non avesse voluto.
"Vieni, Gallagher?"
Ian alzò le spalle e balzò giù dallo shabello.
Ian osservò un paio di ragazzi che giocavano, limitandosi a bere la birra e godendosi la vista di Mickey con i suoi compari. Sembrava felice.
"Allora, Ian, cosa fai nella vita?" chiese uno di loro. Ian notò lo sguardo di Mickey su di sé, ugualmente curioso. Ciò lo sorprese, pensava che Mandy o Svetlana glielo avessero menzionato.
"Sono appena diventato paramedico"
"Figo, dev'essere un caos, amico" annuì Ian. Osservò la reazione di Mickey ma non ne ebbe alcuna. Ancora non aveva parlato direttamente con Ian, si limitavano a guardarsi. Alla fine Ian non resistette più.
"Vado fuori. Tornò fra un po'" disse alzandosi all'improvviso, sentendosi leggermente frastornato. Fottute medicine.
"Stai bene, mezza cartuccia?" chiese Jake ridendo.
"Sì, sto bene. Non bevo da un po' di tempo, tutto qui" disse allontanandosi e beccandosi un'occhiata da Mickey. Questi osservò Ian uscire dal bar, di nuovo. Non doveva preoccuparsi del suo ragazzo, quindi rimase a guardare. Ogni centimetro del lato b del suo ex ragazzo.
"Hai intenzione di fare la tua mossa o no, Milkovich? Perché se non sei interessato..." iniziò Jake con aria d'intesa.
"Giù le mani, Casanova. Ha un ragazzo, ricordi?" ribatté Mickey.
"Chi cazzo se ne frega? Quel tizio è un ritardato, l'ho invitato qui così che tu non debba stirarti il collo nel fissargli il culo tutta la sera. Non fare la fighetta"
Mickey roteò gli occhi.
"Oh, fottiti" disse scendendo dalla sedia. "Magari riesci a chiudere la bocca" disse uscendo.
Ian era seduto sull'orlo del marciapiede di fronte al bar. Sentiva l'alcool attraversargli il corpo.
"Fottute medicine" sussurrò. Aveva bevuto solo una birra e mezzo e già era partito. Era vero che non beveva da un anno, però che diamine. Sapeva che non avrebbe dovuto bere affatto ma era stata una settimana difficile, con Mickey così vicino ma del tutto lontano, l'improvviso cambiamento di Caleb a causa di ciò. "Sei un fottuto idiota, Gallagher" disse rivolgendosi a se stesso.
"Beh, io non avrei detto niente, ma..." sentì la voce compiaciuta di Mickey provenire da dietro. Sospirò di nuovo, non volendo voltarsi e non volendo ascoltare nulla di ciò che Mickey aveva da dire. Probabilmente gli avrebbe detto di levarsi e di tornare a casa, di stargli alla larga e di non tornare lì mai più.
Mickey si avvicinò lentamente a Ian che ancora si teneva il capo fra le mani. "Ehi, stai bene, devi vomitare o cosa?" domandò. Ottenne solo uno scrollamento del capo.
"Sto bene, avevo solo bisogno d'aria" disse Ian piano.
"Va bene, allora, visto che sei così chiacchierona, torno dentro e bevo quella birra al posto tuo" disse Mickey, senza spostarsi neanche un po'. Ian rimase fermo per un minuto prima di girarsi a guardarlo.
"Sono uno stronzo" disse Ian. Mickey guardò gli occhi aveva aveva guardato così tante volte, scrutandoli. Vide soltanto tristezza.
"Okay, straccio, andiamo, non ti distruggerò a biliardo"
Ian si alzò e fissò Mickey. Annuì lievemente e lo seguì dentro il bar.
Dopo qualche ora e qualche altra birra per Ian – e molte di più per gli altri - , i ragazzi stavano tutti inciampando mentre andavano verso la porta.
"Ehi...quanto dista il vecchio quartiere da qui?" chiese Ian guardando Mickey.
"Non ricordi?" fece Mickey ridendo. Ian fece di no con la testa.
"Sono venuto qui da sobrio, è un buon segno, giusto?"
"Oh porca puttana, andiamo" disse Mickey trascinando Ian con sé.
"Dove stiamo andando?" domandò Ian tentando di concentrarsi sui propri passi.
"A casa mia, è più vicino. A meno che non vuoi che chiami qualcuno che venga a prenderti?"
"No, sto bene" Ian guardò Mickey e sorrise.
"Non è niente di quello che pensi, Gallagher. Ti metterò sul mio divano, dormirai e poi andrai a casa, capito?"
Ian annuì. "Oh no, non dovrei sapere dove abiti, l'ha detto Mandy" borbottò Ian.
Mickey rise mentre raggiungeva la strada. Insieme a Ian. Quando giunsero al suo appartamento, Ian riuscì a mettersi sul divano, togliendosi la maglietta e collassando sui cuscini. "Mmh, c'è odore di Mickey" disse tra sé. Mickey ridacchiò. "Okay, palle di fuoco, qui ci sono delle coperte e un cuscino. Ci vediamo domani mattina, d'accordo?" gli sorrise.
"Mick?"
"Sì?"
"Mi odierai per sempre?"
Mickey sospirò, guardando il ragazzo che aveva gli occhi chiusi, aveva un'aria così innocente e ingenua. Mickey ridacchiò al pensiero.
"Non ti odio" disse prima di andare in camera sua.
 
 
Mickey si alzò sentendo il telefono in salotto, seguito da un'imprecazione, poi dal silenzio. Quasi si stava riaddormentando quando qualcuno bussò leggermente alla porta della sua stanza.
"Sì?" fece intontito. Ian sbucò dentro con la testa.
"Uhm, ti spiace se faccio una doccia, e magari ti rubo una maglietta" disse con aria nervosa.
"Fa' pure. Devi andare da qualche parte?"
Ian annuì sospirando. "Dovrei andare da Caleb e chiacchierare amabilmente con lui" disse roteando gli occhi. Mickey ridacchiò. "Non sembri molto entusiasta di vedere il tuo ragazzo" disse, alzandosi lentamente.
Ian non proferì parola, si diresse dove Mickey aveva indicato la doccia. Chiuse gli occhi quando sentì l'acqua scorrere lungo il suo corpo, pensò al ragazzo che era proprio nella stanza accanto. Grugnì per via della propria erezione, supplicò che sparisse. Finalmente finì e uscì dalla doccia, guardandosi allo specchio. Aveva ancora un aspetto infernale, ma non così tanto. Scrollò le spalle, sarebbe stato ulteriore motivo di litigio con Caleb.
Tentò di ricordare cosa gli piacesse del suo ragazzo, una ragione per non allontanarsi. Per un po' era stato facile, semplice, non come la relazione che aveva avuto con l'uomo che si trovava in quella casa, l'uomo che non avrebbe potuto dimenticare nemmeno se ci avesse provato. Il Caleb che gli piaceva non era affatto come il Caleb degli ultimi tempi. Aveva sempre trovato la gelosia di Mickey sexy, mentre quella di Caleb lo irritava e basta. In qualche modo sembrava più possessivo, non che non ne avesse ragione, Ian lo sapeva. Scrollò le spalle tornando nella stanza di Mickey. Questi gli lanciò una maglietta.
"Divertiti" disse.
Ian non disse nulla, si limitò a guardare il corpo di Mickey. Era in mezzo alla stanza e indossava soltanto i boxer. Ian si leccò il labbro inferiore e lo morse leggermente. Doveva uscire da lì. Si era quasi voltato quando i suoi occhi finirono sul tatuaggio che Mickey aveva ancora sul petto. C'era qualcosa di diverso. Scosse il capo.
"Sì, meglio che vada. È stato bello vederti. Davvero bello" disse, quasi sussurrando l'ultima parte.
"Uhm sì, anche per me. Ci vediamo" disse Mickey tentando di non muoversi. Gli ci volle tutta la sua forza di volontà per non avvicinarsi all'ex, il suo corpo lo pregava di farlo, dopo aver osservato Ian reagire in quel modo in sua compagnia. Sapeva che era sbagliato, loro due avevano chiuso, Ian lo aveva reso perfettamente chiaro su quei gradini, più di un anno prima, ma ciò non bloccò il desiderio che provava nel volersi allungare e attirarlo a sé. Osservò Ian uscire da casa sua, gli era sembrato che non volesse andarsene ma non era possibile, se ne stava andando per incontrare il suo ragazzo. Un ragazzo che non era Mickey.

 

  
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