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Autore: VenerediRimmel    16/09/2016    3 recensioni
Presa dalla nostalgia di un mondo a me molto caro, torno con sei drabble/flash (per il momento, ma potrebbero aumentare) che descrivono i miei momenti drarry preferiti.
Spero vi possano piacere.
Draco gli aveva offerto una mano in segno di amicizia. Harry lo aveva scelto come nemico.
[Harry x Draco]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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IV. Il Club dei disonesti

«Bacchette in posizione!», «Al mio tre, lanciate l’incantesimo di disarmo al vostro avversario. Soltanto per disarmarlo, naturalmente… non vogliamo incidenti! Uno, due… tre!»

È consuetudine pensare che la forte integrità di Harry Potter fosse incorruttibile. Eppure, quando il disonesto Draco Malfoy gli lanciò contro un incantesimo di disarmo prima che il professor Allock dicesse il fatidico ‘tre’, Harry Potter non porse l’altra guancia tentando di dare il meglio di sé. No, lui optò per ‘occhio per occhio, dente per dente’ e fu più disonesto del Serpeverde.
All’input di lanciare solo incantesimi di disarmo, infatti, Harry Potter scagliò un incantesimo di Solletico mandando così a puttane la sua gagliarda onestà: «Rictusempra!».
Ma si sa, Draco Malfoy ha sempre tirato fuori il peggio di Harry Potter.
In risposta a quell’incantesimo, Malfoy, piegato in due dalle risate “forzate”, replicò con un esilarante «Tarantallegra», dando modo a Potter di farsi una bella danza inarrestabile, prima che Piton fermasse tutto con un «finite incantatem».
Ma il vero duello, quello che accadde di fronte a tutti gli altri ragazzi del secondo anno, in cui l’imprescindibile onestà di Harry Potter fu messa a dura prova, accadde pochi momenti dopo.
Nuovamente furono con le bacchette alle mani, con le braccia piegate a formare un angolo acuto, su di una passerella entrambi vicini fra loro e accanto ai professori che li avevano scelti per combattere.
«Paura, eh?» gli bisbigliò in modo tale che potesse udirlo solo lui.
«Ti piacerebbe!» ribatté Harry a labbra strette.
Concentrati, occhi negli occhi: iridi grigio chiare come stalattiti, contro quelle sue smeraldo, di una madre che non aveva mai conosciuto.
Un breve inchino: il ghigno di Malfoy imperituro a insistere su una paura che Harry, in realtà, non provava affatto.
Era certo che Malfoy avrebbe imbrogliato, doveva essere vigile nel rispondergli con la stessa moneta in modo tale da avere la meglio in quel duello.
Quando Draco gridò «Serpensortia!», probabilmente su consiglio del Professor Piton che, nonostante il suo viso imperscrutabile, doveva star godendosela da matti, Harry Potter non fu né spaventato né sorpreso. E se non fosse stato per il professore di pozioni, probabilmente avrebbe trovato un modo per usare quel serpente contro Malfoy.
Ciò nonostante, quel duello fu una semplice dimostrazione. E per quanto avessero potuto prenderlo sul serio, fu soltanto un gioco per Harry e, soprattutto, per Draco.
Un'idea sorgeva nella testa di molti (ovvero quella che fosse lui l'Erede di Salazar Serpeverde, quando parlò al serpente che uscì dalla bacchetta di Malfoy), ma l
a solida onestà di Harry Potter dormì sogni tranquilli, ancora per molto tempo. 
 
***
 
Accadde al sesto anno. Harry Potter era ritenuto ancora una persona onesta e nessuno, NESSUNO, avrebbe osato parlare o fare accenno alla sua ossessione nei riguardi di Draco Malfoy.
Ormai Harry Potter conosceva anche gli orari in cui il Serpeverde era solito andare in bagno, quindi si sorprese quando dalla Mappa del Malandrino lo scorse non nella Stanza delle Necessità, dove si rifiugiava per quell’ora, ma in uno dei bagni maschili assieme a Mirtilla Malcontenta.
Per la sua ossessione, fu una botta di novità. Ed è per questo che ci si fiondò precipitosamente.
Draco gli dava le spalle, aggrappato con le mani ai lati del lavandino, la testa quasi bianca china in avanti. «No» gemette la voce di Mirtilla Malcontenta da uno dei cubicoli. «No… dimmi cosa c’è che non va… io posso aiutarti…».
«Nessuno può aiutarmi» rispose Malfoy. Stava tremando. «Non posso farlo… non posso… non funzionerà…. E se non lo faccio presto… dice che mi ucciderà».
Harry rimase come fulminato. Malfoy stava piangendo: le lacrime scorrevano sul volto pallido e dentro il lavandino sudicio. Malfoy singhiozzò e deglutì; poi, con un gran brivido, guardò lo specchio incrinato e vide Harry che lo fissava al di sopra della sua spalla.
C’è da premettere che le cose sarebbero potuto andare molto diversamente. Fin dal principio, Draco Malfoy aveva accettato con orgoglio il compito che il Signore Oscuro gli aveva dato. Per la prima volta, lui era quello importante. Per la prima volta, poteva fare grandi cose, ed essere il migliore. Soprattutto in quegli anni in cui la famiglia Malfoy, con l’arresto di Lucius, non stava navigando nella fama e nel rispetto dovutogli in quanto una delle famiglie Purosangue più antiche del mondo magico.
Di fronte ai fatti compiuti per portare avanti il suo compito, però, Draco aveva lentamente ceduto all’evidenza: non solo non ne era in grado, bensì iniziava a credere di non voler compiere quelle determinate azioni. Ammetterlo, tuttavia, non era così semplice come crederlo.
Lui avrebbe dovuto, sebbene non volesse affatto.
Trovare alle sue spalle Potter, in quel momento, lo ritenne un colpo basso. Dal momento in cui stava mostrando la sua debolezza, quella vera in quanto essere umano e non quella di un bambino viziato che ha perso il suo capriccio, gli occhi verdi, sorpresi, di Harry Potter furono per lui una minaccia.
Sì, col progredire delle settimane e poi dei mesi aveva sempre più percepito Harry col fiato sul suo collo, ma era sempre stato vigile nel non farsi trovare in quelle condizioni. Non da lui.
Perciò, quando si voltò con la bacchetta già fra le mani, le intenzioni di un duello non furono più alle basi di un gioco né di una dimostrazione.
Erano in quel bagno, bacchette alle mani, braccia a formare un angolo acuto e occhi negli occhi, per farsi male. Per duellare come maghi adulti, posti agli antipodi di due schieramenti, rivali fra loro.
Per questo Draco scagliò una maledizione che mancò Harry di pochi centimetri. Per questo, Harry rispose con una fattura.
Non c’era tempo per semplici incantesimi di disarmo: Potter aveva visto quanto di lui non avrebbe mai dovuto conoscere. Doveva morire.
«Cruci…» lo avrebbe costretto a dimenticare. A dimenticare l’espressione disperata del suo volto, le lacrime e le sue parole. Erano queste le sue intenzione.
Harry Potter, nuovamente istigato da Malfoy, fu costretto a dare un taglio netto alla sua amicizia con Onestà, per lanciargli contro una maledizione che il libro del Principe Mezzosangue gli consigliava di usare “contro i nemici”: «SECTUMSEMPRA».
Draco Malfoy si accasciò sanguinando; poi, steso a terra in totale agonia. Il duello aveva avuto il suo vincitore.
Harry era sceso a patti con Disonestà, e fino ad allora era stato ignaro dei veri sensi di colpa che questa riusciva a far provare, così «no…» ansimò senza fiato, avvicinandosi a Draco senza sapere cosa fare. Che poi, se fosse stato amico di Draco Malfoy, probabilmente sarebbe stato ben predisposto a spiegargli i motivi per cui, disonesti, bisogna esserlo senza rancore.
«No… io non…».
Voleva? Non voleva provocare tutte quelle ferite che stavano facendo sanguinare e tremare il corpo non più candido di Draco Malfoy?
Quando il Professor Piton entrò nel bagno e prese il suo pupillo di peso per portarlo in Infermeria, Harry Potter era già consapevole che le cose sarebbero potuto andare diversamente.
Se non avesse disprezzato a prescindere la figura di Draco Malfoy, avrebbe potuto cercare di parlargli, di farlo ragione, di… essergli amico.
Perché è questo che fanno gli amici, no? Tentare di avvisare e consigliare chi sta per commettere o sta già commettendo uno sbaglio. Lo aveva visto piangere e per questo aveva provato sorpresa. Lo aveva sentito parlare e per questo lo aveva capito. Eppure...
Nessuno può aiutarmi.
Lo sapeva, che lui avrebbe potuto farlo. Eppure non lo aveva fatto.
Perché Harry Potter aveva scelto Draco Malfoy come suo nemico. La sua scelta si era rivelata giusta fino a quel momento. Fino a quel momento in cui accecato dalla rabbia non aveva nemmeno per un attimo pensato di offrirgliela lui, una mano, invece che attaccarlo.
Perciò, persa l’onestà e persa pure la disonestà, di cui non avrebbe più fatto uso, ad Harry rimase solo un grosso rimorso.






Angolo VenerediRimmel

Ecco un altro dei miei momenti preferiti. Sì, va bene, lo so. Sono due ma... sì, okay. Sono due. Uffa. Ho sempre adorato la scena del bagno, nel sesto libro, perché Harry agisce in un modo poco consono per lui, che è sempre disposto ad aiutare gli altri. Per questo ho sempre creduto che Draco gli tirasse fuori il suo peggio. Ma questo un po' da sempre. Mentre Draco, beh, penso che nel sesto libro la psicologia del suo personaggio sia fondamentale per il suo futuro, soprattutto nel modo in cui cambia, ma ritengo anche che la Rowling non sia stata molto attenta a specificarne i dettagli. D'altronde si sarà sentita limitata dovendo spiegare tutto dagli occhi di Harry. O non lo avrà ritenuto necessario. Non saprei... spero comunque che anche questo momento vi sia piaciuto. 
Il prossimo sarà l'ultimo momento noto tra Harry e Draco (proviamo a scommettere quale sarà?) e poi ci sarà quello "inedito" che vi voglio precisare fin da ora: inedito significa in un futuro dopo Hogwarts e dopo la grande battaglia, ovviamente immaginato dalla sottoscritta che non ha niente a che vedere con quello scritto dalla Rowling. 
Vabbè, basta spoiler (quali spoiler?).
Ehm, sì, vi saluto.
VenerediRimmel
 
   
 
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