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Autore: Altair13Sirio    16/09/2016    4 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Riley tornò a casa dopo un pomeriggio passato assieme ad Andy a insegnargli come muoversi tra la gente senza farsi notare, come guardarsi le spalle, come sparire da un inseguitore tra i vicoli e come evitare i guai di continuo; gli aveva anche insegnato a rubare, ma alla fine la cosa le si era rivoltata contro e adesso si era impegnata con una promessa che non sapeva quanto sarebbe riuscita a mantenere. Si era fatto tardi senza che se ne accorgesse, e temeva la reazione di Duncan se l’avesse incontrata a quell’ora; si era divertita con Andy, a dir la verità, ed era anche riuscita a trovare un modo per far passare il tempo per non dover tornare a casa tanto presto, ma prima o poi bisognava rientrare al proprio nido, e Riley pensava che fosse un azzardo farlo troppo tardi.
Chiuse la porta con delicatezza, sentendola scricchiolare piano mentre la faceva scorrere; temeva che un minimo suono potesse svegliare il suo coinquilino, ma non avrebbe dovuto preoccuparsi per quello: infatti, Duncan era già sveglio.
<< Sei tornata, finalmente. >> Disse con voce atona lui, sorprendendola e facendole saltare il cuore in gola.
La ragazza si voltò chiudendo la porta con impeto e lo fissò con occhi sgranati. Tirò un sospiro di sollievo quando lo riconobbe.
E ora che facciamo?
Ce la giochiamo con calma.
Si fece avanti a passi cauti e sussurrò:<< Pensavo stessi dormendo… >> Sembrava che stessero cercando di fare silenzio per non svegliare qualcun altro, ma non c’era nessuno nella casa a parte loro, non era necessario mantenere quel tono basso.
<< Non dormo, sapendo che tu non sei al sicuro. >> Le rispose con fermezza lui abbracciandola.
Che dolce… Fece una voce nella sua testa, ma Riley non poté credere di averlo pensato. << Bé, non mi è successo niente, quindi puoi stare tranquillo… >> Cercò di liquidarlo in fretta allontanandosi da lui.
<< Dove sei stata? >> Chiese Duncan squadrandola con sguardo indagatore. Aveva davvero intenzione di farle il terzo grado in quel momento?
<< Sono uscita con le ragazze, te l’ho detto! >> Ribatté lei mantenendo la voce bassa.
<< Pensavo che saresti tornata per pranzo… >> Mormorò deluso lui.
Riley annuì inspirando tra i denti. << Anche io lo pensavo, ma poi abbiamo deciso di mangiare assieme, e mi sono scordata di avvisarti… >>
Duncan la guardò sorridendo leggermente. << Vi siete divertite? Non hai notato niente di strano, vero? >> Volle informarsi per capire se avessero mandato qualcuno a pedinarla.
Riley scosse la testa, pur non avendone idea; di solito si guardava bene le spalle, ma quel pomeriggio la sua mente era stata occupata da altro. << Tutto liscio. >> Rispose con un sorriso. Poi finse uno sbadiglio per cercare di aggirare il ragazzo. << Ora però sono davvero esausta! Farò meglio ad andare a letto… >>
La ragazza girò attorno a Duncan e imboccò la strada per la propria stanza, ma sentì chiamare il proprio nome da lui e dovette girarsi di nuovo. << Ho parlato con Bad Dog, questa mattina… >> Cominciò con tono incerto. Riley non aveva la più pallida idea di chi fosse questo Bad Dog, e probabilmente il suo viso espresse quel suo dubbio perché Duncan precisò subito:<< Il tizio che ti ha fatto del male. >>
Riley annuì ricordando quella brutta faccia. << Gli hai detto di picchiare più forte, la prossima volta? >> Scherzò lei ghignando per mostrare sicurezza. All’apparenza, quell’episodio non l’aveva scossa come ci si sarebbe aspettati…
Duncan ridacchiò e si mise in posa con una mano sul fianco. << Già, gli ho anche detto se poteva farmi un favore e toglierti dalla circolazione! >> Risero entrambi. Sembravano due buoni amici, ma c’era qualcosa in Duncan che lo rendeva estremamente indesiderabile, come se per quanto provasse ad essere buono, si rendesse sempre di più solo una bestia fuori controllo. Riacquistò il tono serio di prima e tornò a parlare della sua chiacchierata con Bad Dog:<< Prima di tutto gli ho detto di non provare mai più a torcerti un capello; se vorrà vendicarsi di qualcosa, dovrà vedersela con me soltanto! >> Esclamò schiacciandosi un dito sul petto.
Riley apprezzava quella cosa; non si sarebbe aspettata una simile dichiarazione da Duncan, ma nonostante fosse un furfante, anche lui aveva un cuore e un onore. Forse non poteva sopportare di vederla soffrire per causa sua, nonostante lei lo odiasse…
Duncan continuò. << E poi gli ho detto che lo pagherò. Così non avremo più problemi con lui… >>
Riley annuì pensierosa. << Hai i soldi? >> Chiese, sapendo già che la risposta sarebbe stata negativa.
Duncan scosse la testa sorridendo mestamente. << Troverò un modo. >> Disse senza volerla far preoccupare.
Riley non capiva perché gli avesse detto che lo avrebbe pagato, se in realtà non avesse neanche un centesimo. << E ti ha creduto? >> Chiese di nuovo incredula. Non riusciva a prenderlo sul serio lei, figurarsi un delinquente senza scrupoli come Bad Dog.
<< Ha dovuto farlo. >> Rispose stringendo le spalle lui. << Non che avesse altra scelta, e i miei soldi erano tutto quello che voleva, quindi… >> In un attimo Riley capì che con quell’aggressione, Bad Dog era riuscito ad avere quello che voleva: cercava un modo per tenere Duncan in scacco e mettergli pressione per farlo pagare; colpire una persona vicina a lui gli avrebbe garantito un vantaggio e una promessa da parte del ragazzo; se Duncan non avesse pagato presto, Bad Dog avrebbe attaccato di nuovo Riley. Non era ancora al sicuro, era peggio di prima.
Istintivamente, senza sapere perché, la ragazza si avvicinò a Duncan e lo abbracciò cercando di trasmettergli un po’ di forza. Sapeva che era inutile, che Duncan era freddo come una roccia, ma quello forse gli avrebbe dato un po’ più di energia per affrontare quella cosa, o almeno un incentivo per portare quell’affare a termine. In fondo, nonostante Riley non lo amasse tanto, Duncan aveva fatto tanto per lei in quei tre anni, e nonostante si comportasse male alcune volte, doveva tenerci a quella ragazzina… In qualche modo, Riley voleva mostrare la sua gratitudine verso di lui.
Duncan reagì con sorpresa a quell’abbraccio e le diede qualche pacca sulla testa. << Bé… Questo non me lo aspettavo… >> Mormorò ridendo un poco. Neanche Riley, ma sarebbe stato stupido dirlo. << In ogni caso, non temere, Riley. >> Le disse facendole alzare lo sguardo. << Non lascerò che ti accada nulla di male. >> Le disse quella cosa fissandola intensamente negli occhi. Di solito una promessa di Duncan valeva zero, ma quella volta Riley sentì come se fosse veramente sincero, come se volesse farle capire di poter contare su di lui.
Sorrise. << Grazie, scemo! >> Rispose affettuosamente dandogli un colpo sul petto e allontanandosi da lui. Sorrise un’altra volta tenendosi a distanza di sicurezza. << Allora a domani, Duncan. >> Lo salutò voltandosi e lasciandolo da solo in piedi nella stanza.
<< Sì. >> Disse lui con sufficienza. Il resto del suo saluto fu sussurrato così piano che Riley riuscì a percepirlo a malapena, prima di chiudersi nella sua stanza.
“Niente di male”, eh? Pensò ironica mentre si chiudeva in camera sua. E come avrebbe fatto Duncan a impedire che le accadesse qualcosa di brutto? Non poteva proteggerla ventiquattro ore su ventiquattro, e la ragazza non glielo avrebbe neanche permesso… In fondo lei sapeva come cavarsela, non era una ragazza indifesa e se quei teppisti avessero tentato di farle del male un’altra volta gli avrebbe dato quello che si meritavano.
Riley i fermò a fissare il proprio letto. Ma chi prendo in giro? Si chiese tristemente. Se non fosse stato per Andy, a quest’ora non sarei qui a rilassarmi. Si sdraiò sul letto lentamente, spostando le coperte di quanto bastasse per permettere alle proprie gambe di scivolarvi sotto. Era probabile che dovesse molto di più a Andy di quanto volesse far vedere, ma non lo avrebbe ammesso tanto presto…
Riley rimase alcuni minuti a fissare con nostalgia la finestra semiaperta attraverso la quale entrava un filo di vento che faceva smuovere delicatamente le tende, dietro le quali si intravedeva la luce dei lampioni nella strada. Quella vista le metteva sempre calma, la faceva stare bene…
C’erano momenti in cui la ragazza si riusciva a reputare “felice”, momenti in cui poteva dire di sentirsi viva, ma Riley sentiva sempre che mancasse qualcosa; da quando era scappata di casa a San Francisco, la ragazza aveva provato una strana nostalgia, più forte di quella che l’aveva spinta a tornare in Minnesota, e che tuttavia non l’aveva fatta andare via da lì. Sentiva di appartenere a quella vita ormai, di non poter tornare indietro e fingere che niente fosse successo… Forse aveva fatto un errore, andando via di casa a solo undici anni. Non era stata pronta a quello che l’attendeva, ma in qualche modo era riuscita a sopravvivere, e ora era là e doveva andare avanti. Non poteva mettersi a piangere e dire di non potercela più fare, di volere la “mamma”.
Riley era una ragazza responsabile, forte e indipendente, e le andava bene così. Ma cos’era quella strana sensazione che l’aveva sopraffatta dal suo incontro con Andy?
   
 
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