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Autore: HakunaMatata_3    16/09/2016    2 recensioni
Dal primo capitolo:
Appena rientrato, Joe si leva il camice e prende dal cassetto della scrivania due cornetti e due caffè enormi.
"Allora? Come stai?" mi chiede dopo aver scaldato il tutto con un colpo di bacchetta.
"Oh, andiamo, Joe! Come potrei stare, secondo te? Oggi è… "
"Venerdì. Grazie a Dio è venerdì. La solita storia" mi interrompe lui, liquidando tutto con un gesto della mano. Scuoto il capo.
"Tu proprio non capisci" gli dico.

Rose Weasley, 25 anni, Indicibile. Felicemente fidanzata, ha un lavoro che adora e una famiglia che le vuole bene.
Scorpius Malfoy, 26 anni, Spezzincantesimi. Felicemente single, ha un lavoro all'estero e una famiglia che non vede da anni.
Ma il letale morso di un Nundu africano sconvolgerà le loro vite.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro, Roxanne Weasley | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Sabato, 10 - Venerdì, 16 maggio 2031

La luce del sole che sorge filtra dalle finestre e mi colpisce in pieno viso. Spalanco e richiudo gli occhi, impossibili da tenere aperti. Ancora intontita mi chiedo dove diavolo sono, dato che né la mia camera da letto né quella di Roxanne sono rivolte a est. Ho un mal di testa lancinante e il mio primo pensiero è una sbronza colossale.
Mmm no, non credo.
Quando mi decido a riaprire gli occhi, questa volta con molta calma e circospezione, la consapevolezza di dove mi trovo mi travolge in pieno e provo uno strano mix di eccitazione e ansia.
Mi tiro su di scatto e guardo il letto: Scorpius non c’è.
Mi concedo altri due minuti in preda allo stordimento, poi mi alzo e inizio a recuperare i vestiti che giacciono sparpagliati ovunque da ieri sera, dopo che Scorpius me li aveva quasi strappati di dosso per una notte che inizio a ricordare fin troppo bene. Avvampo e indosso una sua maglia appena rubata dall’armadio, poi mi avventuro in casa per cercarlo.
La casa che Scorpius ha a San Pietroburgo è molto più grande rispetto a quella di Londra: ha un salone e una cucina separati, una camera da letto grande il doppio della mia con bagno annesso e un altro bagno accanto alla cucina. Mi dirigo lì, anche perché ho appena sentito lo scroscio d’acqua tipico della doccia.
Busso piano e sento l’acqua che si chiude.
<< Rose? >>
<< No, Merlino >> rispondo alzando gli occhi al cielo. Sento Scorpius che ridacchia.
<< Rose, è l’alba, torna a letto >>
<< Okay >> mento, poi prendo a girare per la casa. Fa freddo a piedi nudi, ma non m’importa, sono troppo presa dal notare ogni singolo dettaglio di ogni stanza: non ne ho avuto molto tempo, ieri.
Ieri. Sono su suolo Russo da meno di dodici ore, i miei frettolosi bagagli sono sparsi tra l’ingresso e la camera di Scorpius. Vado lì e apro la valigia per decidere cosa indossare per la ricerca della casa, dato che non inizierò a lavorare prima di lunedì. Sono chinata in avanti e do le spalle alla porta, quando sento Scorpius che impreca. Mi affretto a girarmi.
<< Cosa? >> chiedo con un maglione in mano.
<< Mio Dio, Rose, così mi uccidi >> risponde indicandomi.
<< Cosa? >> chiedo di nuovo senza capire. Scorpius mi si avvicina e mi bacia.
<< Questo >> chiarisce portando le mani al mio sedere e stringendolo. Pelle contro pelle. Passo velocemente in rassegna ciò che indosso: maglietta a mezze maniche da uomo non sufficientemente lunga e… be’ niente.
<< Ah >> commento ridacchiando. Un altro bacio e porto le mani tra i capelli di Scorpius, ancora umidi dopo lo shampoo. Le sue mani mi sfilano veloci la maglietta e la fanno finire chi sa dove. Mi affretto a liberarlo dell’accappatoio e lui mi spinge sul letto.
<< Quanto vorrei non andare a lavoro >> sospira prima di avventarsi sul mio collo. Sospiro anch’io, non perché sia particolarmente affranta, ma per ben altro. Gli intreccio le gambe attorno al bacino e gli chiedo quanto tempo abbiamo.
<< Troppo poco >>
<< Allora sbrigati >> gli dico. << I convenevoli ce li scambiamo dopo >>.

Vago per casa come ho fatto stamattina, ma ora sono vestita decentemente. Prendo il foglietto con le indicazioni per un buon ristorante che Scorpius mi ha lasciato sul tavolino all’ingresso, do un’ultima occhiata in giro e poi mi precipito per le strade di San Pietroburgo.
Il quartiere scelto da Scorpius è vicinissimo al Palazzo d’Inverno, dove sta lavorando e dove a breve sarò anche io. Ovviamente è un quartiere molto costoso e completamente babbano, quindi cercare casa qui non sarà affatto facile. Compro una mappa della città a un infopoint e mi siedo a un bar per studiare il raggio entro il quale estendere la mia ricerca: non voglio spendere tanto, ma non voglio nemmeno abitare a più di un quarto d’ora da Scorpius, così inizio a riempire la mappa di segni e scritte, poi parto alla volta della prima destinazione.
È l’ora di pranzo e sono riuscita a vedere solo una casa, poi ho comprato una sim russa da inserire nel cellulare babbano che usavo per chiamare Mark e ho lasciato il mio numero a un paio di agenzie immobiliari. Per pranzo non mi fermo nel ristorante, ma mi limito a comprare una confezione già pronta d’insalata al supermercato più vicino. Pago e mi avvio a casa di Scorpius, pensando con nostalgia al Tesco che avevo dietro casa. Deglutisco e cammino sempre più svelta per le strade piene di gente.

Il pranzo è il momento più triste della giornata. Ancora più triste della nostalgia per il supermercato, ancora più triste di quando mi sono voltata speranzosa verso un gruppo di inglesi prima di rendermi conto che erano turisti e non residenti, ancora più triste di quando ho realizzato che la risposta al gufo che ho mandato a Roxanne e ai miei non arriverà prima di cinque giorni.
Prendo la mia altrettanto triste busta d’insalata e mi trascino fino al divano, poi la apro e pesco le foglie con le dita direttamente dalla busta. Se Scorpius fosse qui, storcerebbe il naso. Provo a distinguere qualcuna delle lettere stampate sulla busta –urge un corso accelerato di russo–, ma non ne riconosco nemmeno una. Sospiro pensando ai barattoli delle zuppe precotte e accendo la TV… casa babbana arredo babbano.
Ovviamente, anche questa si rivela una pessima idea: niente Friends, niente telenovelas spagnole sceme, niente previsioni del meteo con la mia amata Inghilterra sullo sfondo, niente inglese. I russi e il russo esplodono ovunque, come a volermi ricordare che non capisco niente, che non posso capire niente, che questo non è il mio posto. Un bambino in una pubblicità sembra triste e affranto, proprio come me, poi sorride perché i genitori gli hanno regalato un kit da prestigiatore. Lo vedo brandire una pessima imitazione di bacchetta magica, tutta nera con le estremità bianche, e lui si diverte da pazzi a far comparire delle palline di spugna rossa sotto dei bicchieri colorati. Lancio un’occhiata alla mia bacchetta, abbandonata sul tavolino basso davanti a me, e spero vivamente che abbia lo stesso effetto che ha avuto sul ragazzino nella reclama. Quando non succede niente afferro il telecomando e inizio a fare zapping finché non trovo il canale dei film sottotitolati. Quello che danno ora è francese, ma tra poco ne andrà in onda uno americano, quindi finisco la mia insalata e aspetto che questa lenta agonia passi. Grazie al francese che zia Fleur insisteva per insegnare ai miei cugini, riesco anche a capire qualcosa del film.

Quando Scorpius torna a casa la sera, il mio umore è decisamente migliorato. Dopo un film-documentario estremamente deprimente sulle guerre mondiali e uno su dei bambini malati terminali, ho deciso che non posso buttarmi giù per un trasloco: sono insieme all’uomo che amo in una città ricca di storia e di fascino e prenderò il tutto come una vacanza molto, molto lunga. Sono uscita a fare la spesa –questa volta comprando ben più di un’insalata– e ho riempito il frigo. Sono anche stata contattata da una delle agenzie immobiliari per dirmi che domani pomeriggio mi aspettano per vedere una casa e ho bazzicato un po’ in centro per cercare qualche corso di russo.
Scorpius sembra estremamente sorpreso del mio sorriso tutto denti.

*
<< Ciao! Cosa vuoi per cena? Ho fatto un bel po’ di spesa >>.
Rose mi accoglie così, perfettamente vestita e con un grembiule da cucina attorno alla vita. Un inquietante sorriso corona il tutto.
<< Ehm ciao… come stai? >> chiedo mantenendomi a distanza.
<< Benissimo, tu? Cosa vuoi per cena? >> ripete.
<< Sto bene… Rosie, sai che a me puoi dire tutto, vero? >>. Dopo questa frase, la vedo vacillare. Il sorriso forzato scompare seguito da uno più piccolo, ma sincero. Le stampo subito un bacio sulle labbra e lei parla.
<< Ho solo avuto una mattinata un po’… emotiva, diciamo, e parecchio nostalgica, ma ora sto bene. Mi sono informata per un corso di lingua, ho fatto un bel giro del quartiere e domani vado a vedere una casa a un kilometro da qui e… >>
<< Una casa? >> la interrompo stranito. Poi noto tutti i suoi bagagli sparsi ancora in giro.
<< Sì… se preferisci che sia più lontana dillo, non… non ti ho chiesto effettivamente quanto spazio volessi >>
<< No, non me l’hai chiesto. E non mi hai chiesto nemmeno se voglio uno spazio >> deglutisco. Non credevo che Rose non ci fosse arrivata, è intelligente, per Merlino!
<< In che senso? >>. Ecco. Era intelligente.
<< Nel senso… stiamo insieme da nemmeno una settimana, okay, ma abbiamo già convissuto e credevo che… credevo che volessi vivere qui. Con me >>
<< Oh >>.
Mi mordo il labbro inferiore quasi a sangue. Dopo interminabili minuti di silenzio, Rose sembra trattenere a stento le lacrime.
<< Cos’hai? Vieni qui >>. Non so se sia un pianto positivo o negativo –non voglio nemmeno pensare alla seconda eventualità– e Rose si prende tutto il tempo per chiarirlo. Ancora confuso, mi limito a tenerla stretta a me.
<< S-scusa è che… be’, non me l’aspettavo. Non so che dire… forse è troppo presto. Non lo so. Scusa >>.
Incasso il rifiuto aggrappandomi a Rose ancora più forte, ma la posso capire.
<< Scusami tu, è solo che… nove anni, Rose. Siamo stati fisicamente lontani per nove anni. Dieci anni, se parliamo dal punto di vista emotivo. Vorrei solo recuperare il tempo perduto >>.
Rose si stacca da me e mi guarda fisso, poi mi bacia. È un bacio diverso da quelli che ci scambiamo di solito –violenti e pieni di desiderio trattenuto a stento –. Questo è un bacio dolce, lento.
<< Fermo >> mi ordina Rose proprio quando stavo per accarezzarle la schiena. Mi prende per mano e mi trascina in camera da letto, si leva il grembiule e io scoppio a ridere, per poi tornare serio quando le sue labbra sono di nuovo sulle mie. Rose riprende a baciarmi con sensualità, fa danzare la sua lingua insieme alla mia con estrema lentezza. Cerco di dominare la smania di toccarla e la lascio fare.
Senza preavviso, vengo spinto di malagrazia sul letto e sgrano gli occhi mentre Rose, sempre con calma, inizia a sfilarsi i vestiti. Sto per farlo anche io, ma mi intima nuovamente di stare fermo, poi ci pensa lei. Parte dalla camicia, la sbottona piano, con lo sguardo fisso nel mio, seduta a cavalcioni su di me, completamente nuda. Sto morendo, ma m’impongo di restare fermo.
Quando la camicia e completamene aperta, Rose mi bacia di nuovo, poi mi passa le labbra sulla mandibola, sul collo, sul petto, sulla pancia, scende fino alla vita e inizia a slacciarmi i jeans… e poi cambia idea, si alza e corre fuori dalla camera. Non ho nemmeno il tempo di stupirmene che lei è già di ritorno con la bacchetta magica in mano. Un paio di Evanesco e sono nudo anche io. Rido e le faccio segno di venire da me.
Rose mi si spalma letteralmente addosso, aderiamo alla perfezione e le lascio un bacio sulla fronte.
<< Ti amo >> le dico.
<< Anche io ti amo >>. Mi bacia di nuovo, poi mi dice che siamo diventati troppo sdolcinati. Le rispondo mozzandole il fiato dopo un colpo di bacino. Poi, ovviamente, facciamo l’amore.

Nessuno dei due ha davvero voglia di cucinare e Rose si dice stufa di fare zapping per i vari canali alla ricerca di qualcosa di comprensibile, così la porto a cena fuori.
Trascorriamo una bellissima serata e mi riscopro sempre più spesso a pensare a quanto la amo.
Una volta a casa, cerco un modo spettacolare per fare ciò che ho in mente.
Forse è troppo per un solo giorno, ma davvero sento che le cose tra me e Rose possono solo migliorare, quindi perché aspettare?
Frugo in un cassetto alla ricerca di una scatolina per gioielli in velluto rosso e, dopo che Rose è uscita dal bagno, la apro davanti a lei –non m'inginocchio, sarebbe troppo.
Rose fissa il contenuto della scatola e penso che, dopo il mezzo rifiuto di oggi, forse ho esagerato. Mi ricredo quando mi vola tra le braccia e mi dice di sì.

*
<< Accetto >>. Oh, ma dai.
<< Cosa? Guarda che era un esempio >>
<< Lo so, ma lo voglio fare: voglio uscire a cena con te per un vero appuntamento >>.
Sospiro pesantemente, ma non riesco a trattenere un sorriso.
<< Sei sicuro, Lys? >> chiedo sedendomi sul letto.
<< Sicurissimo. Voglio provare a fare le cose per bene, Roxanne >>.
Annuisco proprio mentre un gufo plana nella stanza.
<< È di Hogwarts, devo andare. Ci vediamo domani? >>.
Scuoto la testa.
<< Domani lavoro. Ti mando un gufo e ci organizziamo, okay? >>
<< Perfetto >>.
Lysander mi bacia, poi esce dalla stanza che ha in affitto ai Tre Manici di Scopa e si precipita verso la scuola, mentre io rimango seduta sul letto ancora un po'.
Chiudo gli occhi e penso alla settimana appena trascorsa: il trasferimento qui a Hogsmeade di Lysander, Rose che è partita una settimana fa per la Russia insieme a Scorpius, l'infortunio a Quidditch di mio fratello... tutto vortica nella mia testa finché fuori dal camino della stanza non compare una lettera. Sto per lasciarla lì –non sono affari miei–, quando mi rendo conto che è indirizzata a me e che la grafia è quella di Rose. Strappo la busta e mi affretto a leggere.
 
Lunedì, 12 maggio

Rooox come stai?
Mi manchi un sacco e sapere che non puoi più piombarmi in casa da un momento all'altro mi solleva e rattrista al tempo stesso, ma immagino che dovrò semplicemente farci l'abitudine.
Nonostante le mille riserve e nostalgie, San Pietroburgo mi piace: è una città stupenda, ricca di storia, fascino e... freddo. Tu la odieresti, ma devi davvero venire a trovarmi (sia perché sono la tua migliore amica, sia perché non posso chiedere altri permessi e non potrò venire in Inghilterra almeno fino a Natale, matrimonio a parte).
Le cose con Scorpius vanno più che bene, anzi: c'è una grossa novità in arrivo, ma non ti svelo niente, voglio dirtelo di persona.
Come vanno le cose con Lysander? E a scuola come si sta trovando? Pagherei Galeoni per poter valutare gli esaminandi in Pozioni, ma al momento sono alle prese con i filtri di un monaco russo. Ah, già, e il Regno Unito mi odia.
Non pensavo di arrivare a dirlo, ma davvero non vedo l'ora che Molly si sposi, così potremo rivederci e parlare seriamente, non tramite lettere.
Ti voglio davvero bene,
Rose

PS: ho provato a parlarti tramite camino, oggi, ma sono incappata in una lite tra Louis e Charlotte. Tutto bene tra loro?

Sorrido alla lettera e mi affretto a risponderle.
Venerdì, 16 maggio

Ehi, Rosie!
Sto benissimo, anche se mi manchi davvero tanto (ma non lo ammetterò mai, arrenditi).
Scherzi a parte, senza di te, la tua TV e le nostre cenette il venerdì sera la vita è davvero strana. Ma mi consolo con Lysander, quindi mi è andata bene.
Lui lavora tanto e non sono molte le occasioni per vederci, ma ce la faremo.
Su Louis e Charlotte non so come siano andate le cose, ma pare che non stiano più insieme. Peccato, era una brava ragazza...
...cosa che non si può dire di te! Cosa mi nascondi? Mio Dio, Rose, spero tu non sia incinta, un piccolo Malfoy-Weasley dai natali russi sarebbe troppo troppo troppo strano. Per non parlare del fatto che tuo padre finirebbe ad Azkaban per l'omicidio di Scorpius: non credo che gli piaccia l'idea di un figlio fuori dal matrimonio.
Aspetta, mica ti sposi? Oh Dio, ti sposi, me lo sento. ROSE! È troppo presto, non state insieme da nemmeno un mese! So che vi amate e tutto, ma è presto. PRESTO.
Come vorrei che fossi qui a placare la mia crisi isterica.
Mi spiace, non riesco a essere seria, quindi cambio argomento.
La devi smettere di dire che il Regno Unito non ti vuole, Rose. Hai fatto una stupidaggine e l'Ufficio Misteri e gli Indicibili sono molto influenti all'interno della nostra comunità magica e ormai non puoi fare altro se non accettarlo e ripartire da zero in Russia insieme a Scorpius. E al vostro bambino. O al vostro matrimonio.
Vorrei vaneggiare e divagare per ore, ma la pergamena sta per finire e tra poco ho appuntamento nella Londra babbana con “le donne Weasley” per vedere l'abito di Molly e delle damigelle. Ti farò sapere presto.
Ti voglio benissimo,
tua Rox.


L’atelier scelto da Molly è meraviglioso e decido che, semmai dovessi sposarmi, la mia scelta d’abito la farei qui.
Quando entro nel negozio, vengo accolta da una donna...brillante. Sì, brillante. Di lei brilla qualsiasi cosa: gli occhi che pregustano il saldo di tre vestiti d’alta sartoria; i denti incredibilmente bianchi; le unghie perfettamente smaltate, le perle che pendono dai suoi lobi e il collier abbinato; i piccoli brillanti che ha incastonati nei bottoni della camicetta…
<< Buongiuorno >>. Sì, ha detto davvero buongiuorno. Giuorno. Con la u. Inizio a cambiare idea sull’atelier.
<< Ehm… Salve. Sono qui per Molly Weasley >>
<< Certo, cara, venga con me >>.
Vado con lei. Mi conduce verso quello che sembra il retro del negozio e che si rivela essere un’enorme stanza circondata di specchi a muro e piena di sedie. Di fronte alle sedie, già tutte occupate, c’è una specie di palchetto con alle spalle un separé.
<< Roxanne, finalmente! >> esclama zia Audrey, la madre di Molly. Merlino, quanto la odio.
<< Scusatemi >> dico per niente dispiaciuta. Mia madre sta fulminando con lo sguardo zia Audrey. Mi lascio cadere sull’unica sedia vuota, accanto a zia Fleur e zia Hermione.
<< Non ti preocupàr, tesoro, Audrey è apena arivata >> mi sussurra zia Fleur. Ed ecco spiegato lo sguardo omicida di mia madre.
<< Bene, se non abbiamo qualcun altro da aspettare… >> comincia zia Audrey, ma Lucy la interrompe.
<< Mamma, ti prego, lascia fare a Molly. È il suo matrimonio! >>.
Molly abbozza un sorrisetto e chiede che siano le damigelle a farci vedere i loro vestiti per prime.
Lucy si avvia dietro al separé, seguita a ruota da Victoire e dal suo sempre più evidente pancione. Mentre aspettiamo che si cambino, mi si avvicina Molly.
<< Roxy, mi devi aiutare: Vic sarà strepitosa e tutto, ma con il ristorante ha combinato un disastro, ha sbagliato un sacco di tavoli… tu starai al tavolo con Lorcan e il ragazzo, Lysander, Louis e Charlotte, giusto? >> non capisco se sia seria o meno, se mi abbia messa a quel tavolo perché sospetta che tra me e Lys ci sia qualcosa, ma è troppo presa dal consultare un sacco di pergamene appena appellate e non riesco a decifrare la sua espressione.
<< Sì, credo di sì… ma Louis ha mollato Charlotte >>.
Molly sgrana gli occhi e si gira in fretta verso la madre, a debita distanza da noi e dal dramma dell’ultimo momento.
<< Louis a fait quoi? >> chiede zia Fleur sconvolta.
<< Calma, Fleur >> sussurra zia Hermione. Non ci sto capendo niente.
<< No, no. Non va bene… il matrimonio è tra un mese, non posso continuare a dare i numeri sbagliati al ristorante… >>
<< Scorpius verrà? >> chiede zia Hermione. Sono abbastanza perplessa dalla cosa e anche Molly, all’inizio, sembra non capire.
<< Scorpius Malfoy? Mmm non l’avevo considerato, ma… Ma certo! Se sposto Louis al posto di Rose e Rose e Scorpius al posto di Louis e Charlotte... Sei un genio, zia >>.

Dopo la prova dei vestiti delle damigelle –Victoire è bellissima come al solito e quel maschiaccio di Lucy sembra persino una ragazza–, tocca a Molly. Non appena sparisce dietro al paravento, mi avvicino al “genio”.
<< Zia… hai per caso sentito Rose? >>
<< Sì, mi è arrivata oggi una sua lettera di lunedì… detesto la lentezza delle comunicazioni via gufo. E il costo di una telefonata è pari a quella di un gufo espresso… >>
<< Lo so, lo so >> dico interrompendo da principio il suo monologo. << Ma ti ha parlato di qualcosa nello specifico? >>. Zia Hermione mi scruta e zia Ginny e zia Fleur smettono di parlare per sentire ciò che stiamo dicendo.
<< Ha parlato anche a te di una novità, vero? >>. Annuisco. Zia Ginny e zia Fleur non sembrano sorprese e capisco che zia Hermione ne ha parlato con loro.
<< Non mi ha detto altro, però, e speravo che tu sapessi qualcosa >>
<< Mi spiace, Roxanne, ma non ne so niente >>.
Sto per chiederle se è preoccupata o ha un minimo sospetto sulla natura della novità in questione, quando Molly esce da dietro al separé.
<< Oh, Molly, sei stupenda! >> sospirano Lily e Dominique.
<< Sarà un matrimonio stupondo, in grosso >> dice zia Fleur. Zia Hermione apre la bocca, probabilmente per correggerla e dirle che si dice “in grande”, ma zia Audrey la precede scoccando un’occhiataccia al ventre pronunciato di Victoire.
<< In grasso, casomai >>
<< Mamma, smettila >> sbotta Molly. << Grosso e grasso, va benissimo. Sarà il mio grosso, grasso matrimonio Weasley >>.
Tra lo stupore generale, zia Hermione scoppia a ridere.
<< C’era un film babbano che si chiamava più o meno così >>, si giustifica prima di riprendere a ridere. Sorprendentemente, da algida e insopportabile figlia di due ingegneri londinesi, zia Audrey si unisce a lei.

*
“Per Weasley R. e consorte”.
Scorpius scoppia a ridere.
<< Suppongo che il consorte sia io… c’è qualcosa che non mi hai detto? >> mi chiede provando a trattenersi. È difficile rimanere seria, così inizio a ridere anche io.
<< Be’ in effetti sì. Non ti ho detto che Victoire è un disastro nell’organizzare le cose… e l’invito l’ha mandato con un gufo espresso, quindi ci ha anche perso in soldi >>.
È un martedì pomeriggio abbastanza soleggiato e io e Scorpius eravamo di ritorno dal lavoro quando il suddetto gufo espresso mi ha consegnato la lettera. Continuo a guardare la grafia di mia cugina –l’inferimera, uno dei geni di famiglia (menomale)– tutta svolazzi e ghirigori e un pensiero mi balena in mente.
<< Se noi abbiamo l’invito per “Weasley R. e consorte”, forse i miei… >> non ho nemmeno il tempo di esporgli la mia teoria che sento dei rumori provenire dal salotto. Scorpius mi precede nella stanza e si china ai piedi del camino.
<< Avevi ragione, Rosie >> mi dice prendendo una lettera dalla bocca di mio padre, la cui testa galleggia nel camino. Non è il metodo più adatto (e igienico) per consegnare una missiva, ma sembra più efficace di quello adottato da mia cugina.
<< Non so cos’avesse in mente Victoire, ma io e Hermione non siamo “Weasley R. più uno”. Come va, ragazzi? >>.
Afferro l’invito giusto e vado ad attaccarlo al frigo con una calamita, come ha sempre fatto mamma, mentre papà e Scorpius iniziano a scambiarsi le opinioni sull’ultima partita dei Falcons. Mi preparo un po’ di tè mentre continuano a parlare –mi piace che vadano così d’accordo– poi torno in salone.
Papà mi segue con lo sguardo mentre prendo posto sulla poltrona (starà sicuramente verificando, su ordine di mamma, se c’è qualcosa che non va) e mi chiede come procede la ricerca della casa. Sto per comunicargli la novità, quando scorge sul tavolino basso la scatolina di velluto rosso con la quale Scorpius mi ha fatto “la proposta”.
<< Oh mio Dio! >> urla. Scorpius fa un salto per lo spavento, mentre io cerco di soffocare le risate.
<< Papà, non… >>
<< Oh mio Dio! ‘Mione! ‘Mione, corri! Oh mio Dio! >>. Sento dei rumori dalla sua parte e la voce soffocata di mia madre.
<< Papà, sul serio, calmati >>
<< Oh mio Dio! >>
<< Signor Weasley… >>
<< Ron, che succede? >>
<< Oh mio Dio! >>
<< Ronald, mi stai spaventando >>.
Per Merlino, che caos. Prendo dal tavolo l’invito destinato ai miei e che Vic ha fatto recapitare qui per sbaglio e, di malagrazia, lo appallottolo e lo ficco in bocca a mio padre. Poi prendo la scatolina e gli mostro il contenuto.
<< È la chiave di casa, papà. Viviamo insieme, tutto qui >>.
Papà smette di agitarsi e fa andare il suo sguardo da me a Scorpius.
<< Oh… OhffioPpio… >> borbotta poco convinto in un turbine di confusione e pergamena.



_______
Il titolo del capitolo, come ben sapete, è tratto dal film “Il mio grosso, grasso matrimonio greco”

Sinceramente parlando, non sono molto convinta di questo capitolo, ma procediamo per gradi.
Prima di tutto, mi è piaciuto giocare fino alla fine con “la scatolina di velluto rosso” e il suo contenuto. Il matrimonio tra Rose e Scorpius non ci azzeccava proprio niente e, come dice Roxanne, sarebbe stato troppo presto… ma mi piaceva confondervi un po’ le idee muahah.
Poi poi poi… confesso che all’inizio del capitolo c’erano ben tre date: le prime due che vedete e quella del 12 settembre, il giorno del fatidico matrimonio di Molly, ma il capitolo sarebbe diventato troppo lungo e pieno di cose (per non parlare dello sbalzo temporale), quindi ho deciso di rimandarlo al prossimo capitolo o di eliminarlo direttamente (davvero non so cosa fare, spero in una vostra opinione al riguardo).
L’ultimo PoV non so se mi piace o no, forse è troppo caotico, ma credo renda bene la confusione del momento, quindi ho deciso di lasciarlo come lo leggete.
Che dire? Spero che, nonostante le mie insicurezze, il capitolo sia di vostro gradimento.
Un grazie a stefaniad che ha recensito lo scorso capitolo.
A tra tre venerdì (o rifinisco la storia o la tesi, perdonatemi xD)!
  
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