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Autore: TheMadHatter16    17/09/2016    2 recensioni
Claire Evans, in seguito al secondo matrimonio della madre, si trasferisce in una fredda cittadina canadese dal nome decisamente inquietante: Soulsville. Claire non si fida di quel luogo: spaventose leggende, case infestate, avvistamenti di strane presenze, bestie feroci che si aggirano per il bosco e alcune morti misteriose ne turbano la quiete. Quali segreti nasconde Soulsville? E quali segreti nascondono le persone vicine a Claire?
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella foto: Jared Myers


Scheletri nell'armadio


Come supponevo, Jared non volle venire al Tex. 
"Che ci dovrei venire a fare? Per stare con quella palla al piede di McColeen e dei suoi amichetti mezzi scemi? No, grazie, preferisco andarmene a letto". Sbuffai: era davvero un brontolone!
"Sarebbe meglio che non ci andassi nemmeno tu" aggiunse poi.
"E perché?" gli chiesi. Parve quasi in imbarazzo nel rispondere. 
"Be'.. perché lui è un tipo.. un tipo da non frequentare troppo, ecco" mugugnò Jared, sdraiandosi sul suo letto e accendendo la TV. 
"Sì, ma il motivo qual è?" insistetti.
"Perché è così e basta. So quel che dico, lo conosco da anni" rispose lui, arcigno. Decisi di non indagare oltre. 
"Io invece ho voglia di uscire e conoscere gente nuova, quindi uscirò. Buona notte" gli dissi. Il mio fratellastro, in tutta risposta, mi lanciò un'occhiataccia e io uscii dalla sua stanza.

Mentre mi preparavo, inviai un messaggio a Dylan dicendo che sarei uscita assieme a lui e ai suoi amici.
"Perfetto. Scrivimi quando sei pronta, scendo di casa e ci avviamo insieme" mi rispose. Perfetto.
Decisi di indossare un paio di jeans, degli scarponcini e un maglioncino rosso scuro. Faceva piuttosto freddo a Soulsville ed era meglio coprirsi. Sopra indossai il mio solito giubbotto di pelle nero. Decisi di non truccarmi troppo: gli abitanti di Soulsville non erano certo dei tipi con la puzza sotto il naso. In pochi minuti fui pronta.
Scesi le scale e salutai mia madre ed Adam: erano sul divano e stavano guardando un film.
"Esci con Dylan McColeen, il ragazzo che abita nella villetta qui accanto?" mi domandò Adam, un po' sospettoso. Non capivo per quale motivo padre e figlio non vedessero di buon occhio Dylan, a me sembrava un tipo a posto.
"Sì, mi ha chiesto di fare una bevuta assieme ai suoi amici".
Mia madre era entusiasta all'idea che mi facessi nuovi amici mentre Adam non riusciva a nascondere la sua diffidenza verso quel ragazzo.
"Fa attenzione, Soulsville non è un posto rassicurante la notte" si raccomandò il mio patrigno.
"Certo" risposi io e uscii.
Dylan era davanti al mio porticato che mi stava aspettando. 
"Di solito le ragazze ci mettono una vita a prepararsi, tu sei stata quasi più veloce di me" osservò lui ridacchiando. 
"Probabile che sia tu ad essere un narcisista che passa ore davanti allo specchio" scherzai io.
"Può darsi. Dici che sono abbastanza fashion così?" rise lui, fingendo di aggiustarsi i capelli. 
"Sì, decisamente trendy" ridacchiai io.
Ero contenta di non dover fare la strada che porta da casa mia al Tex da sola. Ci si impiegava poco tempo, ma il percorso era piuttosto buio (Soulsville la sera non ha assolutamente un'illuminazione decente) e costeggiava il bosco. Dopo aver sentito le voci che giravano su di essa, avevo davvero fifa di quella foresta. 
"Quella foresta è davvero inquietante" osservai e un brivido mi percorse la schiena.
"È per via di quella leggenda che gira qui a Soulsville, vero? Anime che vagano per il bosco. Non preoccuparti, il massimo che puoi trovare in quel bosco è qualche bestia feroce" scherzò Dylan. Molto rassicurante, pensai.
"Tu non ci credi?" gli domandai.
"Non sono il tipo che crede nel paranormale. Soulsville può spaventare chi non ci è abituato perché di notte sembra una cittadina fantasma, buia, vuota, ma è dei vivi che bisogna preoccuparsi, non dei morti. E poi sei con me, no? Se arriva qualche fantasma ti proteggo io" e mi fece l'occhiolino. Più avanti avrei scoperto che aveva ragione, è dai vivi che bisogna guardarsi, non dai morti.

Il Tex era un pub piuttosto grande per essere Soulsville così piccola, in effetti era praticamente anche l'unico luogo di ritrovo dei giovani del posto. Era frequentato per lo più da ragazzi della mia età che bevevano birra, mangiavano hamburger, ascoltavano la musica rock che veniva trasmessa e giocavano a biliardo in un angolino. Gli amici di Dylan erano un ragazzo e una ragazza suoi coetanei: Mark e Gwen. Mark era un tipo un po' silenzioso, abbastanza timido, sembrava perennemente in imbarazzo. Aveva i capelli biondi, la pelle talmente chiara da sembrare trasparente e aveva gli occhi un po' distanziati tra loro, di un azzurro chiarissimo. Gwen invece era una ragazza skater un po' maschiaccio, vestiva larghe felpe e pantaloni fuori misura per lei, portava i lunghi capelli castani raccolti in modo disordinato e niente trucco in viso. A differenza di Mark era molto estroversa e diceva tutto quello che le passava per la testa senza preoccuparsene troppo. Era brava a giocare a biliardo più di Dylan e Mark. 
Mark era figlio di un amico di famiglia dei genitori di Dylan e scoprii che lavorava alla tavola calda di Upton, l'amico di Adam che aveva accettato di assumermi come cameriera, quindi presto saremmo diventati colleghi.
"Qui a Soulsville tutti conoscono tutti, succede così nelle cittadine molto piccole" mi spiegò Dylan. 
"Sì, quindi se qualcuno ti sta sul cazzo è un problema perché significa che ti sta sul cazzo più o meno un terzo della popolazione di Soulsville" scherzò Gwen prima di sorseggiare la sua birra. Risi.
"Come ti trovi a vivere con i Myers?" chiese la ragazza "non mi sono mai sembrati tipi particolarmente ospitali".
"Non male per ora, anche se è solo il primo giorno.. diciamo che sono piuttosto silenziosi" risposi. Jared e Adam erano conosciuti da tutta la cittadina come gente antipatica. 
"Non ne dubito, io ero in classe con Jared Myers e giuro, non ci siamo mai scambiato una parola, davvero, nemmeno per dire, che ne so: mi passi la penna? oppure: che compiti ci sono per venerdì? È un tipo che se ne sta sempre per i fatti suoi" affermò Gwen. Non faticavo a crederle, anche io che ero la sua "sorellastra" faticavo ad avere un dialogo con lui.
"Non giudichiamolo, prima che sua madre morisse era un pochino più socievole, poi si è chiuso completamente in se stesso" replicò Dylan. Malgrado non ci andasse particolarmente d'accordo, Dylan non disprezzava Jared, anzi lo comprendeva.
"Anche mia cugina è orfana di madre e nonostante non sia più allegra come prima che succedesse non è diventata una musona che non apre mai bocca. Myers è proprio fatto così, anche suo padre è come lui" ribatté convinta Gwen.
"Gwen, non è il massimo criticare i Myers in questo modo! Claire ha appena iniziato a vivere con loro, finirai per influenzarla negativamente" si intromise Mark.
Gwen continuò imperterrita:
"Mi dispiace Claire, ma chi mi conosce sa che dico sempre quello che penso. Non mi sono mai piaciuti i Myers e secondo me, anzi, dovresti tenere gli occhi aperti con loro. Sono gente con scheletri nell'armadio, quelli"
"Gwen, smettila! Stai esagerando" la rimproverò Dylan, stanco delle accuse che Gwen stava rivolgendo al mio patrigno e al mio fratellastro.
Gwen ammutolì, poi, dopo qualche secondo, fece:
"Scusami Claire, non farci caso".
La serata proseguì senza troppi intoppi, senza che il discorso relativo ai Myers venisse più sollevato.

Rieccomi con un nuovo capitolo! Anche qui in realtà non succede granché, diciamo che abbiamo introdotto ancora un pochino il personaggio di Jared e quello di Dylan, l'azione e i misteri inizieremo a vederli già dal prossimo capitolo. Spero che vi sia piaciuto, ringrazio le ragazze che hanno recensito e vi mando un bacione! Ciao! :)

 
 
  
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