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Autore: Tinucha    18/09/2016    2 recensioni
Leon Vargas e Violetta Castillo, due ragazzi uniti da un passato burrascoso, entrambi orfani di genitori a causa di un incidente mortale. E se quel giorno avessero perso la vita sia German e Maria, i genitori di lei che Lucia e Fernando? Se Violetta e Leon si rincontrassero, cosa accadrebbe?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lentamente le mie braccia abbandonano quel corpo, Leon non trema, ma posso leggere nei suoi occhi solo ed unicamente dolore, non fiata, ritorna a sigillare nicotina tra le labbra, quasi fosse la sua unica via di fuga. << Beh, meglio che li abbia visti io i loro corpi che una di voi, no? >> e non posso credere che questo ragazzo dalla corazza di ferro stia sorridendo quando il mondo gli è crollato addosso, frantumandosi in un battito di ciglia. Rimango in silenzio, incapace di parlare e mi rannicchio al suo fianco, come una bambina, ma i miei occhi cercano i suoi, quasi ad avere una conferma che vada tutto bene. Non incontro quegli smeraldi che farebbero battere il cuore a qualunque ragazza, incontro due pozze sanguinanti, incontro dei singhiozzi silenziosi, delle lacrime trattenute. << Ritiro tutto, professor Vargas, lei è adatto nel mestiere, ma dovrebbe cambiare corso di insegnamento, la cercano nell'aula vita >> e sorridendogli flebilmente gli bacio una guancia, correndo via.



<< Vilu calmati o non sai dove te lo infilo il tuo buonumore >> Sbotta Camilla, guardando l'orologio che segna le sei del mattino. La guardo ansimante e sudata, mentre disperata si getta sul divano. << Ma dovevamo proprio farla la coreografia per 'Ser mejor'? >> << Dov'eri quando Pablo ha espressamente chiesto di portare come compito un brano ed una coreografia? >> enfatizzo l'ultima parola, guardandola malamente. << Guardavo il culo a Federico >> scrolla le spalle, ridendo e facendomi spalancare la bocca, sconvolta. << Non vorrai mica dirmi che non guardi il culo ai ragazzi? >> avvampo di colpo, scuotendo il capo inorridita e lei prende a ridere sommessamente, almeno l'ho messa di buonumore. Avverto un rumore alle mie spalle e mi volto, incontrandolo. Indossa ancora quei pantaloni di tuta neri, a volte mi chiedo come faccia a non gelare, probabilmente avrà una stufa incorporata. Si passa una mano tra i capelli ed a quel gesto i muscoli dell'addome sembrano tendersi. << Buongiorno mocciose >> << 'Giorno Vargas >> gli faccio una linguaccia, arricciando il naso ed avvertendo la sua risata procurarmi una piacevole sensazione all'altezza dello stomaco. Immediatamente indirizza il passo verso la rossa baciandole la fronte, ed a mia sorpresa invece di deviare il percorso mi raggiunge riproducendo quello stesso gesto d'affetto. Arrossisco, e senza fiatare raggiunge la cucina, i miei occhi involontariamente scendono a carezzare la sua pelle nuda, fino a raggiungere l'elastico dei pantaloni, mi mordo un labbro guardando il suo fondoschiena e confusa, scuoto il capo, rivoltandomi verso Camilla. << Sono uscita di senno io, o mio fratello Leon ti ha appena trattata da essere umano? >>




POV FRANCESCA
<< Questo? >> << No, così sembra che tu gli stia dando troppa importanza. >> borbotto, guardando il vestito che Ludmilla sorregge tra le dita. Aggrotta la fronte, mangiucchiandosi le labbra. << Sì, hai ragione e..che ne pensi di questi? >> << Ti crederà pronta a convertirti. >> rotea gli occhi, lanciandomi uno sguardo carico di fuoco. << Ma sono i miei jeans preferiti questi! >> << I jeans vanno bene, è la maglietta ad essere troppo..soffocante >> Strepito, portandomi le mani alla gola e fingendo di strangolarmi. << ..ma poi fammi capire, ti ha invitata ad uscire? >> << No, cioè sì, forse, mi ha solo detto che vuole parlarmi. Voglio solo per una volta non sembrar pendere dalle sue labbra. >> confessa, lasciandosi andare a sedere tra le lenzuola dal suo letto ancora disfatto. La camicia da notte è corta, evidenzia le sue gambe lunghe, bianche e snelle, il naso è piccolo, il viso tondo, a tratti spigoloso. << Ludmilla, credi che potrei mai piacere ad un ragazzo? >> inarca un sopracciglio, arricciandosi attorno all'indice una ciocca bionda di capelli. << Francesca, tu fai strage di cuori ovunque passi. >> rido, scuotendo il capo. << ..ed hai fatto una strage completa nel cuore di un ragazzo moro dagli occhi verdi, e questo dovresti saperlo bene >> aggiunge, togliendomi il fiato. Porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro, guardando il nulla totale. << Non so di cosa parli. >> la porta si spalanca di colpo, rivelando due occhi verdi magnetici, Diego senza proferire parola raggiunge il letto della bionda, frugando tra i cuscini ed individuando una maglietta blu dell'adidas. << Ludmilla, smettila di appropiarti delle mie magliette, hanno quasi tutte il tuo profumo e mi lasci le forme sbagliate. >> borbotta severo, non degnandomi di uno sguardo, e proprio quando credo che potrei tornare a respirare i suoi occhi raggiungono la mia figura. << Non dormivi da Beto e Jackie questa settimana? >> << Non è più casa mia questa? >> domando scorbutica, arricciando fastidiosamente le labbra, e facendogli roteare gli occhi. << Perché fraintendi tutto? Francesca, se hai qualcosa contro di me dovresti dirmelo, non ha senso trattarmi di merda senza darmi un perché. >> le labbra si serrano in una linea dura, i miei occhi si fanno più scuri, le nocche delle dita di un bianco cadaverico mentre le unghie scavano nei palmi delle mani.
Non gli ho chiesto di fermarsi. Ho visto i suoi occhi lucidi, il sorriso spensierato dopo aver finito quella bottiglia, ma non gli ho chiesto di fermarsi quando è entrato in camera mia. Il cuore scalpitava mentre lo vedevo avanzare verso di me. << Diego cos'hai? >> aveva sorriso, circondandomi le guance con le sue mani calde, in una presa sicura che trasmetteva solo e soltanto protezione. Mi ero invaghita di lui, in quelle poche settimane, inebriandomi del suo profumo. << Tu mi ami, Francesca? >> avevo deglutito guardandolo << Diego, che stai facendo? >> << Mi ami? Mi ami quanto io amo te? >> poi avevo sentito solo le sue labbra che fameliche avevano cercato le mie, il suo corpo mi aveva circondata, riscaldandomi.



POV ANDRES
Lentamente esce dalla piscina, completamente bagnata, i capelli gocciolanti portati all'indietro, di un biondo così chiaro che quasi sembrerebbe una bambola di porcellana, la pelle chiara, bianca quasi come il latte e gli occhi color cioccolato puntati poco più in là. Le manine puntellate sul bordo, mentre con le braccia prova a fare leva tirandosi su, il suo corpo è un paradisiaco. Emma sembra una bambina, sorride di nascosto, arrossisce per un complimento, si nasconde dal mondo.
<< Hai mai fatto il bagno completamente nuda, piccola Vargas? >> Le sue spalle si irrigidiscono, posso vedere ogni suo singolo nervo tendersi e contrarsi, si volta, il capo chino, mentre rossa in viso non mi guarda. Afferro il mio costume, liberandomene in un colpo solo e gettandolo dal lato opposto. << Avanti, raggiungimi, bambina. >> scuote il capo, ignorando il mio invito, e rido, rido nel vederla così piccola ed imbarazzata. << Puoi tenere su la mia maglietta se ti va >> suggerisco serafico. << La-la tua maglietta? >> balbetta, la sua voce irriconoscibile. Annuisco ridendo ed indicandole gli spogliatoi maschili. << Puoi andare a prenderla e cambiarti lì se vuoi, tanto la piscina è chiusa. >> deglutisce, e dopo attimi che sembrano infiniti la vedo raggiungere la stanza che porta al luogo che la indurrà a fare la prima pazzia della sua vita. Ritorna qualche minuto dopo, le mani continuano a tirare giù la mia maglietta, (che le arriva praticamente a più di metà coscia), rendendola aderente e mostrandomi così le sue gentili curve. Schiudo le labbra deglutendo nel guardarla, ha le guance imporporate, le labbra rovinate, sembra se le sia divorate e le gambe sono serrate quando con cura si siede a bordo piscina. Sorrido. << Perché ci hai messo così tanto? >> se possibile il suo colore si fa più scarlatto << Annusavo il tuo profumo. >> << Vieni qui >> le porgo le mani con un sorriso, ma lei scuote dolcemente il capo. << Chiu-chiudi gli occhi. >> lo faccio per far sì che non si preoccupi o vergogni di mostrarmi il suo corpo. Lentamente spinge un piede sul mio petto, facendomi indietreggiare e pochi secondi dopo posso avvertire il suo corpo a stretto contatto con il mio. Deglutisco quando riaprendo gli occhi incontro le sue labbra che viola si posano sulla pelle sensibile del collo. << E-Emma? >> la richiamo, ma lei non risponde. Le dita spingono sul petto, e quelle della mano sinistra si arpionano alla mia nuca. << Non fiatare, Andres. >> sussurra rauca. Deglutisco quando la sua lingua, timida, prende a lambire ogni singolo lembo di pelle. << Emma. >> continuo a ripetere il suo nome, cercando di fermare la tempesta. Un vortice mi si crea dentro, un uragano di sentimenti che partono dal cervello mandandolo in black-out, fino a scorrere in ogni singola fibra del corpo, sostituendo l'aria nei polmoni con l'ossigeno fornitomi da quella strana emozione, provocatami. Gemo, quando trova il punto giusto, addentando quella pelle e succhiandola avidamente. La ragione si oscura completamente, Emma sembra essere un'altra persona, una donna del tutto maliziosa, non una bambina impacciata. Le dita scorrono tra i suoi capelli, li afferro dolcemente, tirandoli piano. Geme debolmente, riaprendo gli occhi e piantandoli nei miei. Sono chiari, limpidi, le guance rosse mi danno la sicurezza che la mia bambina esiste ancora. Schiudo le labbra, ansimando prepotentemente ed afferrandola per la nuca faccio sfiorare le nostre labbra. << No. >> mi fermo, la guardo. << Perché? >> << Perché non voglio accada così. >> ma non si ferma, continua quella tortura facendo legare le nostre dita sott'acqua.



POV VIOLETTA
<< Ehilà professore, che cosa stai combinando? >> Sorrido, le mani infilate nelle tasche posteriori dei jeans, mentre raggiungo Leon. Alza il capo, sorridendo genuinamente, mostrandomi il telecomandino dello stereo ed alzandosi di colpo fa partire la musica. Indietreggio, presa alla sprovvista e come di consuetudine si passa una mano tra i capelli, gli occhi nello specchio puntano alla mia figura ed involontariamente le mie guance si fanno più rosee. Quella canotta nera, su quei dannati pantaloni di tuta neri a fasce bianche lo rendono più attraente di quanto sia legalmente possibile. Le adidas gli danno quel tocco di cattivo ragazzo, accompagnato dalla sua indomabile chioma. 

<< Com'è andato il compito con Camilla? >> domanda completamente sudato pochi minuti dopo, le mani incrociate al petto, il respiro veloce. Deglutisco. << Bene, Pablo è rimasto molto colpito. >> << Siete state bravissime. >> annuisce, chinandosi a slacciarsi le scarpe. Ridacchio quando prende a sfilarsi anche la canotta. << Che fai, ti spogli? >> << Ho bisogno di una doccia, Castillo, tu a casa, a studiare. >> << Sono già preparata, Vargas. >> Annuisce divertito. << Allora balla con me. Work. >> deglutisco, torturandomi le labbra. Raggiunge, nuovamente, la mia altezza, attirandomi a se. Lo guardo stordita e quando fa partire la musica il mondo sembra fermarsi, mi muovo libera, stanca della troppo rigidità che mi accompagna da anni, gli occhi fissi nei suoi mentre gli ballo intorno, mi muovo perché la musica è la mia vita. Leon rimane fermo, i suoi occhi impressi nei miei, poi indelebili sul mio corpo, le nostre mani si cercano, si trovano, accompagnate dai nostri bacini. Ho il respiro pesante, lo guardo, voglio quelle labbra.



ANGOLO AUTRICE
ALLORAA? CHE NE PENSATE? VI PIACE COME SI STA EVOLVENDO LA STORIA DEI NOSTRI VIOLETTOS? 
Un bacio
~Tinucha
P.S. RIGUARDO ALLO SCORSO CAPITOLO SONO SPARITE ALCUNE RECENSIONI E RINGRAZIO EFP CHE SE NE STA OCCUPANDO, VOGLIO, QUINDI, RINGRAZIARE ANCHE CHI HA RECENSITO MA A CUI NON POTRÒ RISPONDERE❤️❤️
   
 
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