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Autore: micchan91    18/09/2016    3 recensioni
TakuRan - AU
temi delicati/violenza
...< E' sempre così, verso le tre di notte lei compare, canta, si fa desiderare e poi sparisce. Nessuno sa il suo nome, nessuno l'ha mai vista fuori di qui. In molti hanno provato a cercarla, ma non sono mai arrivati oltre quella porta >...
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Per la prima volta in tutta la sua vita Ran aveva dormito benissimo, aveva poggiato la testa sul cuscino accanto a Shindou, si era coperto con le soffici coperte profumate ed aveva chiuso gli occhi, sprofondando in un sonno senza incubi. Quando si era svegliato il sole era alto nel cielo ed era solo, si tirò su con un mugolio e sbadigliò, stiracchiandosi lievemente. Sentiva una strana euforia premergli in fondo al petto e non era abituato a sentirsi così...così libero. Anche quando era a casa di Shindou, alla città degli artisti, aveva sempre paura che qualcuno lo potesse trovare, ma lì era certo di essere al sicuro ed era una sensazione che non aveva mai provato. Niente più regole, niente più dolore, niente più Moulin Rouge. Certo ci sarebbero state delle regole da rispettare anche lì, ma niente poteva essere peggio di quelle che gli aveva imposto il suo patrigno. Sorrise felice e affondò il viso sulle coperte, inspirando l'odore di bucato appena fatto, poi andò alla finestra e scostò le tende, lasciando entrare la luce. A giudicare dalla posizione del sole doveva aver dormito tutto il giorno e anche la notte successiva ed effettivamente si sentiva davvero tanto riposato. Senza smettere di sorridere uscì dalla stanza e si mise a cercare Shindou.

Il castano da parte sua si era svegliato solo poche ore prima ed era sgattaiolato fuori dal letto senza svegliare il compagno, stampandogli un bacio sulle labbra prima di uscire dalla stanza, andando sicuro nello studio di suo padre, trovandolo lì come sempre. Lo aveva stupito la sera prima con quel racconto, sapere che il padre era andato nella città degli artisti da giovane e che come lui si era invaghito di una ballerina del Moulin Rouge cercando poi di salvarla glielo aveva fatto guardare sotto una luce diversa. Lui adorava suo padre, era sempre stato una grande uomo e Shindou lo ammirava fin da quando era piccolo nonostante non volesse seguire le sue stesse passioni, cosa per cui l'uomo non gli aveva mai fatto pressioni. Sorrise nel vederlo chino alla scrivania come sempre, intento a studiare qualche manuale o a guardare qualche cartella di un paziente. Rimase sulla porta finchè quello non si accorse di lui, rivolgendogli un largo sorriso.

Quando Ran li trovò stavano parlando tra di loro, Shindou gli aveva spiegato i sintomi di Ran e la risposta che suo padre gli aveva dato non gli era piaciuta per niente.

< Tubercolosi > aveva risposto e il castano si era sentito morire.

< Ma..dalla tubercolosi non si guarisce > aveva risposto e suo padre lo aveva guardato in maniera eloquente. Shindou aveva subito scosso la testa.

< Non è possibile! Ci sarà qualcosa che possiamo fare! > aveva esclamato tentando di non urlare.

< Riguardo cosa? > chiese Ran dalla porta e Shindou si votò di scatto, guardando il compagno sulla porta che gli sorrideva felice e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Ran sembrava così bello, così pieno di vita in quel momento...lui non poteva morire! Si affrettò ad asciugarsi gli occhi e scosse la testa, costringendosi a sorridere.

< Nulla, stupidaggini > disse, Shindou Takuto con Ran accanto sentiva di poter ribaltare il mondo no? Ebbene, lo avrebbe ribaltato! Esisteva una cura per la tubercolosi e lui doveva solo trovarla!

< Sicuro? Sembri preoccupato > disse avvicinandosi e lui scosse di nuovo la testa.

< Non preoccuparti > disse dolcemente, voltandosi poi verso il padre per chiedergli con il solo sguardo di non dire nulla al compagno. Suo padre sospirò, ma lasciò al figlio la possibilità di decidere quando dire al ragazzo cosa aveva.

< Comunque oggi ti porterò da una mio collega, è un dottore molto bravo > disse a Ran che subito gli sorrise grato.

< State facendo davvero tanto per me > disse a bassa voce.

< Prendilo come un riscatto per non aver salvato tua madre. E poi mio figlio tiene a te, è mio dovere aiutarlo > disse e Shindou gli sorrise felice, suo padre era davvero un grande uomo.

< Prima però, controlliamo le ferite > disse facendo cenno a Ran di avvicinarsi, dedicandosi poi con meticolosità a pulirgli la ferita da arma da fuoco sulla sua spalla, ancora non del tutto guarita visto che non avevano molte medicine e garze lì all'altra città, per fortuna almeno non aveva fatto infezione.

Quel pomeriggio i tre si trovarono in uno dei migliori studi medici della città, con Ran seduto sul lettino senza la maglietta e un uomo corpulento dietro di lui che gli osservava le cicatrici con aria critica, non gli aveva toccato la fasciatura che aveva fatto il padre di Shindou e stava tastando la colonna vertebrale che sporgeva sotto al sottile strato di pelle del ballerino.

< Dovrà ingrassare di almeno una decina di chili prima di poter prendere un qualsiasi famaco > disse critico.

< Ci penserò io > ribattè subito Shindou, pronto a far mangiare Ran come un pozzo senza fondo, lo avrebbe fatto ingrassare nel giro di pochi giorni. Il ragazzo gli lanciò un'occhiata divertita, Shindou sembrava una mammina in ansia con il suo fare avanti e indietro nella stanza, ovviamente il castano aveva i suoi buoni motivi per preoccuparsi, ma non avrebbe mai dato a Ran ulteriori preoccupazioni. Suo padre aveva parlato con il collega prima di far entrare i due ragazzi e gli aveva spiegato la situazione, chiedendogli di non dire nulla al ragazzino e quello aveva acconsentito in nome dell'amicizia che li legava da anni. Il medico fece il giro del lettino e osservò il viso di Ran, sorridendo nel vederlo così bello, ma mantenendo un'aria professionale. Gli sentì i polmoni e lo fece tossire un paio di volte, poi mentre stava per staccare lo stetoscopio dal suo petto Ran tossì nuovamente, stavolta davvero e macchiò il camice dell'uomo davanti a lui con diverse goccioline di sangue.

< M-mi dispiace > soffiò senza fiato mentre gli veniva dato un fazzolettino.

< Non preoccuparti, ne ho altri puliti > rispose il medico, lanciando un'occhiata per niente rassicurante ai due Shindou. Takuto strinse forte i pugni e aiutò Ran a scendere dal lettino mentre l'uomo preparava le ricette con le medicine e le passava al collega, dandogli istruzioni su cosa fare.

Il rientro fu silenzioso e solo quando furono a casa Shidou sorrise a Ran.

< Andrà tutto bene > gli disse e subito il compagno sorrise a sua volta.

< Ne sono certo > disse nonostante tutto in lui sapeva di essere arrivato al limite, ma avrebbe resistito, stavolta Ran non era pronto alla morte, lui doveva vivere, doveva farlo per se stesso e per Shindou, doveva farlo perchè aveva visto quanto poteva essere bello il mondo e non voleva perderselo, doveva farlo perchè non poteva nemmeno immaginare un'eternità senza la persona che amava. Si sporse lievemente in avanti e baciò il castano.

< Per sempre insieme Shindou > sussurrò con amore e il compagno gli sorrise.

< Si, per sempre > ribattè per poi portarlo in cucina.

Prima tappa, farlo ingrassare di almeno dieci chili.

 

 

Angolino dell'autrice

Come promesso ho aggiornato velocemente :)

Per salvare Ran mi sto inventando un pochinino di cavolate...perdonatemi ma per me doveva già essere morto ahahhhah XD

Spero che vi sia piaciuto, a presto <3

  
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