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Autore: micchan91    15/09/2016    3 recensioni
TakuRan - AU
temi delicati/violenza
...< E' sempre così, verso le tre di notte lei compare, canta, si fa desiderare e poi sparisce. Nessuno sa il suo nome, nessuno l'ha mai vista fuori di qui. In molti hanno provato a cercarla, ma non sono mai arrivati oltre quella porta >...
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Erano tre ore che viaggiavano ormai, inizialmente i due erano rimasti seduti, rigidi come due statue e sobbalzando ogni volta che sentivano qualcuno passare per paura che li trovassero, poi con il passare del tempo si erano rilassati e ora erano comodamente seduti sulle poltrone con aria stanca, ma felice. Ran aveva anche riposato per un po', addormentandosi con la fronte poggiata al finestrino e le gambe rannicchiate contro il petto, ma adesso era sveglio e i suoi occhi continuavano a restare fissi sul paesaggio che stava iniziando a cambiare, trasformandosi da quello di campagna a quello di città. Shindou era un po' geloso del fatto che non fosse totalmente concentrato su di lui, ma sapeva che quelle per Ran erano tutte novità e alla fine si sentiva felicissimo che potesse vederle. Sorrise felice e allungò la mano per accarezzargli il viso, scostandogli una ciocca di capelli che era sfuggita da sotto il capello che il ragazzo non aveva voluto togliere. Ran sorrise senza guardarlo e si spostò di poco per stare più vicino al castano.

< Quanto manca? > sussurrò, aprendo un po' di più gli occhi per la sorpresa di vedere una fabbrica in lontananza.

< Poco, una mezz'ora credo > rispose Shindou, mettendosi ad accarezzare il braccio del compagno, per fortuna i signori che erano con loro erano scesi alla fermata prima e quindi si trovavano da soli.

< Pensi che a tuo padre piacerò? > chiese poi Ran, spiazzando totalmente Shindou con quella domanda.

< Ma certo, come potresti non piacere a qualcuno? > rispose subito con dolcezza.

< Cosa gli diremo? > chiese ancora e Shindou sospirò piano, aveva pensato a mille e più storie, ma non gliene piaceva nessuna.

< Credo che la verità sia la storia migliore > disse alla fine e Ran si strinse meglio a lui.

< Solo...tralasciamo gli stupri e il fatto che ero vestito da ragazza ok? > soffiò e Shindou lo circondò con le braccia, poggiando il mento sulla sua spalla.

< Sarai tu a decidere cosa dirgli > disse dolcemente e Ran sorrise.

< Va bene > soffiò mentre entravano definitivamente in città.

Mezz'ora più tardi erano in stazione, presero il loro piccolo bagaglio e scesero dal treno tenendosi per mano, lì Ran era ancora più spaventato e disorientato, la gente nelle strade della città degli artisti non era niente a confronto con la gente che c'era nella sola stazione. Shindou gli strinse meglio la mano e si mise a camminare verso l'uscita, bloccandosi all'improvviso pochi metri più avanti.

< Tutto ok? > chiese subito Ran allarmato, temendo che suo padre o il signor Kenichi li avesse seguiti e fosse lì. Shindou però si voltò e gli sorrise rassicurante.

< Va tutto bene, c'è mio padre > disse e vide Ran irrigidirsi per poi abbassare lo sguardo sul suo corpo, immediatamente preoccupato che mostrandosi così avrebbe fatto una cattiva impressione.

< Stai benissimo, vieni > gli disse dolcemente per poi avviarsi verso il padre, che appena lo vide sorrise benevolo e aprì le braccia.

< Figlio mio > disse felice mentre il castano si fermava a pochi passi da lui e gli sorrideva, lasciandosi poi abbracciare rapidamente.

< Padre > disse felice per poi fare cenno a Ran di avvicinarsi.

< Padre, lui è Ran, la persona di cui vi ho parlato > disse e Ran si inchinò, togliendosi poi rapidament il cappello temendo fosse maleducazione. Appena lo fece e rialzò la testa notò l'uomo guardarlo con una stranissima espressione e si preoccupò di aver sbagliato qualcosa o di essere troppo femminile. Strinse il cappello con le mani temendo di essere cacciato via o che l'uomo sarebbe diventato un altro padrone, un'altra persona da cui scappare, invece l'uomo lo sorprese e sorprese anche suo figlio.

< Ran...io conoscevo tua madre > disse e i due ragazzi lo fissarono sconcertati.

< Tu conoscevi sua madre?! > esclamò Shindou e suo padre sorrise.

< Non può che essere figlio suo, è la sua copia esatta > disse e Shindou aggrottò le sopracciglia.

< Ma non è vero, lui non somiglia per niente alla padrona del Moulin Rouge! > disse e l'uomo scosse la testa.

< Quella non era sua madre, sua madre è morta per farlo nascere > disse e Ran sentì girargli la testa per un istante, quelli non erano i suoi veri genitori? Non riuscì a dire nulla e si limitò a guardare l'uomo che aveva di fronte con aria confusa. Quello gli porse la mano.

< Andiamo, non è il luogo adatto per parlare di queste cose > disse per poi prendere i bagagli dei due, avviandosi fuori. Ran si strinse nuovamente al suo compagno, che lo osservava preoccupato in cerca di indizi per capire cosa stesse pensando, ma quando il ballerino lo guardò gli sorrise dolcemente, forse in parte sollevato da quella notizia. Uscirono dalla stazione e raggiunsero il parcheggio dove salirono sulla lussuosa macchina, mettendoci altri venti minuti prima di arrivare davanti all'enorme palazzo che conteneva anche l'appartamento del dottor Shindou. Salirono e quando entrarono in casa Ran rimase stupito dalla bellezza dell'appartamento, ogni dettaglio era curato nel minimo dettaglio ed era tutto perfettamente lucidato, poi la luce...le ampie finestre ne facevano entrare tantissima e il ragazzo si innamorò subito di quel posto, un posto che forse avrebbe potuto chiamare casa. I due Shindou lo lasciarono esplorare e il più piccolo sorrise felice nel vedere il compagno lì, nella sua casa, libero e felice.

< Andate a farvi una doccia, io dico alla cameriera di prepararvi qualcosa da mangiare > disse suo padre e Takuto annuì, avvicinandosi a Ran per fargli strada verso la sua stanza.

< Tipica stanza di uno scrittore > ridacchiò Ran una volta lì, passando una mano sulla scrivania di legno pregiato quasi completamente sommersa da fogli e libri per poi fare lo stesso con l'enorme libreria che copriva un'intera parete.

< Mi piace > aggiunse poi sorridendo mentre Shindou tirava fuori dall'armadio due vestiti più comodi per se e per Ran, per fortuna avevano lo stesso fisico.

< Vieni, andiamo a rinfrescarci, avrai tutto il tempo del mondo per guardarti intorno > disse sentendo come se si liberava di un peso mentre lo diceva, lì erano liberi. Ran annuì e lo seguì fino all'enorme bagno, ammirando anche quello.

< E tu con una casa così pensavi al balcone? > ridacchiò mentre si spogliava e Shindou sbuffò divertito.

< Quando ci vivi per tutta la vita non è così straordinaria > disse spogliandosi a sua volta, senza però riuscire ad impedirsi di fissare il corpo nudo del compagno. Ran era dimagrito ancora di più e le cicatrici spiccavano su quel corpo magro, soprattutto quella fattagli dal signor Kenichi, ma Takuto era certo che da quel giorno in poi sarebbe andata meglio, soprattutto perchè lo avrebbe fatto visitare prima da suo padre, poi da altri medici specialisti per guarirlo da quella tosse. Sorrise e si mise sotto al getto d'acqua calda insieme a Ran, dandogli un lieve bacio per poi aiutarlo ad insaponarsi, ripetendosi come un mantra che non doveva eccitarsi. Dal canto suo Ran era troppo sfinito e sovraccarico da tutte quelle novità che l'idea del sesso non lo sfiorava nemmeno.

Si lavarono in fretta e si vestirono per poi raggiungere il padre nel salottino, dove il tavolino era stato apparecchiato e riempito di cose buone da mangire. I due ragazzi si riempirono subito la bocca, nell'ultimo periodo avevano mangiato poco e male per mancanza di soldi e soprattutto per via dello stress. Mangiarono voracemente tutto quello che era stato preparato e quando finirono si sentivano entrambi meglio. Ran si sarebbe volentieri buttato a letto, ma c'erano cose molto più importanti. Alzò lo sguardo e dopo aver ringraziato il padre di Shindou per il cibo si fece serio, chiedendogli di sua madre.

Quella notte, invece di ballare, invece di esibirsi o di dormire Ran rimase sveglio, ascoltando come se fosse la cosa più bella del mondo la storia di sua madre e dell'uomo che aveva tentato di salvarla da quella vita tanti e tanti anni prima...

 

 

 

Angolino dell'autrice

zanzanzanzaaaaan e si scoprono gli altarini del dottore XD Comunque ho in mente di fare dei capitoli extra in cui metterò anche la loro storia <3
Ora i due sono sani e salvi (quasi), curiosi di sapere cosa faranno adesso ? :)

Aggiornerò presto, baci <3

  
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