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Autore: Summerbest    04/05/2009    0 recensioni
Basta! Non è necessario urlare! La sua testa pulsò come mai prima d’ora, sentiva il dolore atroce penetrarla. I suoi occhi eppure rimasero fissi nei suoi, sfidandoli ancora per l’ennesima volta. Credi di potermi cambiare? Ti sbagli, menti solo a te stesso.
“dammi la mano!”
ordinò violento, il polso stretto con forza. Altre lacrime che scendevano dai suoi occhi. Le rigavano l’innocente e dolce viso da ragazza, che tanto lo aveva incantato tempo fa. Ora non più, adesso basta, la mano si alzò veloce, puntava verso la guancia. Qualcosa, però, lo fermò, e lo fece cadere a terra, privo di conoscenza, che cosa ho fatto?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Salve! Ecco il secondo capitolo, ringrazio Lucky_Didi e nikoletta89 per aver recensito sono felice che vi piaccia! Buona lettura!


§ Capitolo 2 §

NELLE BRACCIA DI MORFEO



Sento la tua voce dentro di me,
il tuo dolce e persuasivo richiamo,
sai che così non può funzionare,
devo lasciarmi dietro tutto,
come una stupida illusione,
ciò che è fatto è fatto,
rimarrà nel mio pensiero per sempre,
impresso nella mia mente,
come fuoco che arde nel mio cuore pentito,
non si può cancellare, ma si può andare avanti,
e tu puoi aiutarmi, help me.


Mentre tornavo nella mia stanza per riposare mi tornarono in mente le parole di Josh, non potevo credere alle sue fandonie, ma in quel caso la curiosità aveva la meglio, infatti intendevo farmi narrare la storia il giorno dopo. Adesso dovevo pensare a riposare prima del mio ritorno nella scuola Mayrose, il solo ricordo di tutta quella gente altezzosa che invadeva l’atrio mi fece venire una morsa allo stomaco dall’ansia. Decisi di impormi di non far caso ai loro sguardi, anche se la notizia che “la figlia del famosissimo direttore della Browning Corporation è tornata” di certo sarà il piatto del giorno. Sedendomi sul letto l’occhio mi cadde nuovamente sulla lettera di mio nonno, la presi e la rigirai tra le mani, tastandone il contenuto. Cosa intendeva per momento giusto? Al collo indossavo la collana appena regalatomi da lui, la slegai e la presi tra le mani. Poi la riposi al sicuro in uno dei cassetti del comodino accanto al letto. Mi cambiai velocemente, lasciandomi poi cullare dal caldo tepore delle coperte. Spenta la luce la stanza sembrava dello stesso cupo umore che mi attanagliava in quel momento. Lentamente chiusi gli occhi abbandonandomi alle braccia di Morfeo.

Buio, subito dopo una flebile luce illuminò la vuota stanza. Al centro d’essa una giovane bambina fissava il pavimento con sguardo vacuo. La pelle marmorea ed i riccioli dorati che cadevano dolcemente sulle spalle. Sembrava una bambola in dimensioni realistiche. Mi avvicinai piano a lei, sembrò non accorgersi della mia presenza.
“ehy! Come ti chiami?”
chiesi. Alzò lentamente lo sguardo, ma non incontrò il mio, semmai si volse verso la finestra. Con un piccolo saltello scese dalla sedia in cui era comodamente seduta. La mancina andò a posarsi sul vetro. Io seguivo i movimenti della piccola senza intralciarla,era come se non fossi veramente lì, una mia proiezione che assisteva a questa strana scena, apparentemente estranea a me. La bambina fissava fuori dalla finestra, quando un rumore la costrinse a voltarsi, facendola sobbalzare.
“non è niente”
provai a tranquillizzarla, venendo ancora una volta ignorata. La porta si aprì rivelando un uomo che entrò spedito, andando precisamente verso la giovane. Le prese violentemente il polso, accostandola di più a se.
“non farlo mai più, sai quanto mi costa nascondere tutto?! E tu mi ripaghi così?! Mettendoti in mostra!”
il tono di voce era furioso, la bambina lo fissava con sguardo vitreo. L’uomo le diede uno schiaffo, lei non ne fu per niente colpita, anzi, continuò a sfidarlo con lo sguardo. In quel preciso istante si voltò verso di me, non mi sorrise, ne mi fulminò con lo sguardo, ma fu come se mi avesse appena ferita, o colpita con qualcosa.
“ah!”
sentivo una stretta al cuore, sul viso angelico della piccola comparve un ghigno malefico. L’uomo accanto a lei, la strattonò costringendola a guardarlo.
“lei è qui! lei è qui, vero?”
dal tono di voce sembrava spaventato, lei annuii. Allora egli si voltò, incontrando il mio sguardo, ma potevo capire da come si muoveva nella stanza che non riusciva a vedermi.
“vattene! VATTENE!”
urlò, la piccola si mise l’indice davanti alle labbra, suggerendomi di far silenzio, seguii il suo consiglio, rimanendo immobile e zitta nell’angolo, piano piano iniziai a svanire nella stanza...

Mi svegliai di soprassalto, veloce cercai la lampada, nel tentativo disperato di far tornare la luce nella mia camera. Premetti il tasto, accendendola, sospirai sollevata quando riuscii a vedere chiaramente ogni mobile presente nella stanza. Che cosa mi succedeva? Perché ero così agitata? Era solo un incubo, la fronte era pregna di sudore, ed il cuore mi batteva all’impazzata, eppure era tutto così reale, così dannatamente reale! Mi lasciai cadere nuovamente nel letto, fissando preoccupata il soffitto. Dovevo parlarne con qualcuno, decisi di raccontare tutto l’indomani a Josh, compresa la lettera ed il ciondolo. La lettera!
“dove l’ho messa?!”
cercai freneticamente nei cassetti, fino a ritrovarla, accanto al ciondolo. Presi entrambi, per una strana ragione, sentii l’impulso irrefrenabile di aprire la busta. Qualcosa mi spingeva a leggerla, sentivo che il momento era quello, quindi veloce ruppi la busta estraendo il foglio.

Sapevo che l’avresti aperta subito dopo il primo sogno, come dissi tempo fa, la fiducia va riposta solo nelle persone giuste, e tu sei una di quelle. Non aver fretta di capire tutto in un attimo, dai al tempo il compito di farti comprendere quello che sta accadendo. Questa è solo una delle lettere che una volta lette di aiuteranno a svelare questo mistero, ma prima di iniziare devo avvertirti, in questo viaggio dovrai mettere da parte tutti i legami logici, tutte le cose razionali in cui in questi anni hai riposto la tua vita. Non chiederti come, ma piuttosto chiediti e ora? Vai avanti, non deludermi, piccola, fai quello che è più giusto. Il tuo primo compito è andare lì, si proprio lì, nella casetta che ti costruii per il tuo quarto compleanno, lì ti attende l’altra lettera, ma sbrigati, perché non sei l’unica a compiere questo viaggio. Questo è solo l’inizio...
Il Tuo Caro Nonno Joseph Kyle Browning


lasciai andare la lettera, che raggiunse il pavimento con lentezza. Accanto a me, il ciondolo iniziò a brillare, lo presi e vidi che mostrava la casetta dove mi aveva raccomandato di andare mio nonno. Solo l’inizio...


   
 
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