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Autore: rossella93    19/09/2016    0 recensioni
Lui le ricordava i tramonti che le piaceva tanto guardare.
C'erano quelli perfetti, senza nuvole, la cui bellezza era scontata e noiosa.
E c'erano quelli imperfetti, con le nuvole, sporchi, che lei adorava. Quelli dopo un temporale, magari, di cui non ne conosceva l'esito, ma che potevano stupire per la straordinaria combinazione di colori che si creavano.
Ecco, lui era così...
Imperfetto, sporco, imprevedibile e per questo adorabile.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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FEBBRAIO
 
Il tempo passava e lui non agiva e lei si scoraggiava sempre di più.
Quando aveva un interesse, non era la tipa che si sbilanciava, anzi, si chiudeva in se stessa, non lasciando capire nulla all’altro e ne era consapevole. Sperava che fosse l’uomo a fare il primo passo, ma lui si stava rivelando essere più lento di un bradipo.
Era passato quasi un mese e, all’improvviso, per giorni, lui sparì, lasciando lei nella confusione e nella frustrazione.
Andò a ballare con degli amici, ma il suo unico pensiero era che lui doveva sapere che stava là. Che si stava divertendo. E che magari stava conoscendo altri ragazzi. Voleva farlo ingelosire.
Tuttavia il giorno seguente non resistette dal contattarlo e notò con piacere, che la sua prima preoccupazione, era stata sapere dove fosse andata a ballare.
I due quindi ripresero a parlare come di consueto, finchè, il giorno di carnevale, non si videro per un bar e, questa volta, desiderosa di stupirlo e di mostrargli che anche lei era una donna in grado di sedurre, optò per un abbigliamento più aggressivo.
Come si aspettava, non appena lui la vide, nel suo sguardo ci fu una scintilla diversa, quasi di caccia. E ovviamente  non mancò di battute che in bocca ad altri sarebbero state volgari, al contrario dette da lui le strapparono solo un sorriso.
Quella sera si punzecchiarono molto e lei lo studiava, così come studiava il suo corpo fasciato dalla camicia, che lui non voleva esporre. Sentiva che quel ragazzo le piaceva sempre di più e non sapeva perché, ma avrebbe voluto che se lo togliesse quel maledetto giubbotto e magari sentire il calore che emanava il suo corpo.
Lui le parlò di una ragazza che stava frequentando, e che, probabilmente, non avrebbe rivisto più. E lei sentì dentro di se come un moto di gelosia. Ma sapeva anche che lui la stava mettendo alla prova, per studiare una sua eventuale reazione, quindi decise di rimanere impassibile, come solo lei sapeva fare, e dargli addirittura dei consigli.
“Vedremo chi dei due è più furbo” pensò tra sé.
La serata quindi si concluse e, arrivati fuori casa di lei, lui fece una cosa che non si sarebbe mai aspettata.
Le chiese un bacio.
La richiesta fu fatta con tale violenza e con tale poco romanticismo, che lei rifiutò. Inoltre non le erano mai piaciuti quelli che “chiedevano” i baci. O lo davi o non lo davi. E in più si metteva la storia della tizia con cui non sapeva cosa c’era stato e se avesse troncato.
La sua razionalità la bloccò del tutto e decise che la serata avrebbe dovuto concludersi in amicizia, come tutte le altre.
Ben presto non mancarono le scuse di lui per quel gesto avventato e lei si infuriò ancora di più poiché, come al solito, lui stava ammettendo che da lei cercava solo amicizia.
Ma il pensiero che non potessero sentirsi più la spaventava, quindi fece di tutto per tranquillizzarlo e non interrompere il rapporto.
Il giorno seguente lui la contattò come sempre, anche se lei aveva  capito che lo fece solo per farle sembrare che non fosse successo nulla il giorno prima.
Non ne poteva più di quel rapporto a cui non riusciva a dare un nome e, senza pensarci due volte, il giorno seguente lo chiamò per un incontro.
“Non lo so, forse ho un impegno più tardi. Ti faccio sapere tra una mezz’oretta” fu la sua risposta, ma lei sapeva che meno di mezz’ora dopo l’avrebbe chiamata e avrebbe trovato del tempo per vederla.
Si piacevano e questo era chiaro ad entrambi. Bisognava solo trovare un punto d’incontro.
Si videro e parlarono con la stessa familiarità di sempre.
Poi arrivò il momento di andare via e lui, dopo una serie di telefonate, si dichiarò libero da ogni impegno.
Andarono a fare un giro in macchina e lei capì che lui stava prolungando il loro incontro per stare ancora qualche momento insieme.
Arrivati fuori alla macchina di lei lui le chiese di non scendere.
“Vorrei andare a mangiare qualcosa” disse “ ora chiamo il mio amico e  vedo se c’è.”
A lei quasi veniva da ridere, poiché sapeva che lo scopo di quel giro di parole era chiedere di andare a mangiare qualcosa con lei. E, come previsto, la proposta arrivò.
Lei accettò entusiasta, poiché in cuor suo in realtà non aspettava altro.
La serata fu la più bella che avevano trascorso fino a quel momento.
Forse perché per la prima volta giocavano a carte scoperte, forse perché invece di studiarsi decisero di scoprirsi.
E mentre continuava a parlare, lui la guardava come se fosse l’unica persona in quella sala.
Lei, dal canto suo, non lo sentiva più estraneo come qualche settimana prima, ma come un qualcosa che le apparteneva e di cui non poteva farne a meno.
Il tutto, poi, si concluse con il bacio tanto desiderato e che sembrava essere la chiusura perfetta per una serata perfetta.
 
 
  
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