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Autore: rossella93    19/09/2016    0 recensioni
Lui le ricordava i tramonti che le piaceva tanto guardare.
C'erano quelli perfetti, senza nuvole, la cui bellezza era scontata e noiosa.
E c'erano quelli imperfetti, con le nuvole, sporchi, che lei adorava. Quelli dopo un temporale, magari, di cui non ne conosceva l'esito, ma che potevano stupire per la straordinaria combinazione di colori che si creavano.
Ecco, lui era così...
Imperfetto, sporco, imprevedibile e per questo adorabile.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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GENNAIO
 
Al contrario, sempre inaspettatamente, l’amico del tizio a Capodanno le mandò un “ Buon anno dolcezza”e
con quel “dolcezza”, detto alla Fonzie di Happy Days, a lei quasi scappò un sorriso.
Poi, per qualche giorno, i due non si sentirono, se non prima del giorno dell’Epifania.
Lei aveva captato l’interesse di lui, ma ancora non le importava. Benché, dopo l’ultimo incontro, l’avesse rivalutato, l’interesse non era ancora nato.
Era in un periodo della sua vita in cui ogni cosa aveva perso d’interesse ai suoi occhi. Non voleva saperne di discoteche, di amiche e soprattutto di ragazzi.
Aveva conosciuto un tipo simpatico in palestra con cui era andata a prendere un caffè, ma si era rivelato essere il solito imbecille che, al primo appuntamento, portava una ragazza a bere un drink, sperando che si ubriacasse. 
Quindi voleva starsene sola a casa, senza nessuno, senza le amiche, senza ragazzi, senza discoteche, chiusa nel suo piccolo mondo fatto di noia e niente più.
Quando l’amico del tizio la contattò, lei rispose ancora una volta per gentilezza, ma la voglia di una conversazione scarseggiava.
Anche se doveva ammettere che lui non la intratteneva con conversazioni stupide  e prevedibili come erano soliti fare gli altri e scoprendo ben presto che era piacevole conversarvi.
Poi lui, senza un motivo apparente, le chiese se le piaceva un gruppo musicale e da lì in poi lei iniziò a messaggiare assiduamente, attendendo con ansia le risposte di lui, poiché la musica era ciò con cui era cresciuta, insieme ai libri, nella solitudine della sua adolescenza, e parlarne con qualcuno era sempre un piacere.
I giorni che seguirono i due si sentivano sempre più spesso. Lui le inviava canzoni e lei le accettava sempre volentieri. Ma non si può dire che fosse certo interessata. No. Era convinta che il piacere che provava nel conversare con lui fosse esclusivamente legato alla musica, unico interesse che li univa.
Lui, al contrario, seppur senza insistere, le chiedeva di incontrarsi. Invito che veniva puntualmente declinato da lei, a causa dell’avvicinarsi degli esami.
Ma dentro di sé, una piccola voglia di vederlo ce l’aveva. Desiderava dare un corpo a ciò che da una settimana a quella parte erano state solo parole.
Le piaceva conversare con lui, tutto qui…era ciò che si era detta.
E non appena l’esame fu dato, il giorno stesso, gli chiese un incontro nel pomeriggio.
L’ora stabilita si avvicinava e lei iniziava ad avere un po’ di ansia. Di cosa avrebbero parlato? Non si conoscevano per niente, e se dal vivo non avessero avuto la stessa compatibilità che avevano in chat?
Non badò molto al suo aspetto, poiché non era sua intenzione sedurlo. Quindi uscì di casa e si avviò nel suo viale aspettando che lui la raggiungesse.
Alle 17.00 in punto arrivò alla guida di una Mercedes grigio metallizzato, cosa che la lasciò alquanto esterrefatta.
Era sempre stata convinta che un uomo esprimesse la propria virilità  attraverso la propria auto e lui, in quel momento, lo stava facendo “a gran voce”.
Lui fu il primo a rompere il ghiaccio raccontandole un avvenimento di cronaca nera della zona che a lei interessava poco, ma che preferiva, al contrario di un silenzio imbarazzante.
Andarono in un bar e si sedettero ad un tavolino, iniziando a parlare tranquillamente e conoscendosi come due normalissime persone al primo appuntamento.
Ma loro non erano al primo appuntamento, poiché vi era stato una sorta di patto taciuto in cui apparentemente avrebbero dovuto comportarsi da amici.
Quindi lei si lasciò andare con tranquillità alla sua gran chiacchiera esponendo, di tanto in tanto, il tipo di uomo che le sarebbe piaciuto accanto.
Parlava di uomini alti, in camicia, dal petto villoso e la parlata acculturata. E più lei elencava queste peculiarità, più lui capiva di non essere il suo tipo.
Apparentemente, però, sembrava non importargliene e anzi, non perdeva occasione nel sottolineare quanto lui fosse diverso.
Lei quasi non vi badava, perché era sempre convinta che lui non era nel suo interesse, quindi continuava ad esporre fin troppo se stessa, parlando del suo carattere e di come non riuscisse a trovare un uomo che non si sentisse minacciato dalla sua sicurezza.
Durante il breve appuntamento numerosi furono gli argomenti trattati, lasciando di tanto in tanto lei stupita.
Poi lui parlò di andare al cinema, con gli amici si intende, a vedere un film che si assicurò anche lei non avesse visto.
Lei captò l’invito, seppur fatto timidamente. E dentro di se sorrise per quell’uomo che all’apparenza sembrava volesse sbranare il mondo intero, ma che era dotato a modo suo di una singolare dolcezza.
Durante il tragitto di ritorno i due continuavano a parlare e lui tentava a tutti i costi di convincerla che era molto più intelligente di quel che pensava, che aveva un ottimo posto di lavoro e che, per quanto sapesse di non piacere, a modo suo, aveva fascino.
Lei capì che stava cercando di piacerle e soprattutto capì che lui si sentiva totalmente estraneo al prototipo di uomo che aveva descritto al bar. Quindi tentò di tranquillizzarlo dicendogli di essere se stesso e non preoccuparsi, tanto con il tempo sarebbe stata in grado di capire che tipo di persona fosse, anche senza il suo aiuto.
Giunta a casa lui, dopo un po’, le inviò un messaggio dicendole che era una bella persona e tutt’altro la solita ragazzina che si aspettava.
Lei ne fu compiaciuta, ma era sempre più convinta a trattarlo come amico.
Nei giorni continuarono a sentirsi come di consueto e allo scoccar della mezzanotte lui le inviò i suoi auguri di buon compleanno che lei ricevette con piacere.
Il giorno seguente, come previsto, arrivò l’invito al cinema fatto velatamente pochi giorni prima.
“I miei amici non mi accompagnano più e mi chiedevo se volessi venire tu.” aveva detto.
Tuttavia quel comportamento cauto la infastidiva e , sfogandosi con l’amica diceva che accettava solo per il gusto di vedere fino a che punto volesse arrivare, ma che non gli importava assolutamente nulla di lui.
Quindi accettò.
Questa volta, però, lui la lasciò completamente a bocca aperta, presentandosi all’appuntamento con ben due scatole di cioccolatini, di cui lei ricordava avevano parlato in chat scherzando, ma mai pensava che davvero li avrebbe comprati.
E quel gesto semplice, che lei interpretò anche come romantico, da far invidia alle sue amiche, fu quel gesto a
farle cambiare completamente opinione su di lui…
Apparentemente ancora rifiutava che lui, così lontano dai suoi canoni, che aveva sempre ignorato, potesse piacergli. Però non poteva non ammettere che sentiva l’esigenza di vederlo e che, ogni volta lui le chiedeva di uscire, in cuor suo provava un piacere che non provava da tempo.
La mattina attendeva con ansia il suo buongiorno e, poiché le iniziali di A.R erano troppo simili a quelle dell’amica A.B, per evitare di creare confusione e che il suo cuore prendesse un volo inutile ogni volta che il i due nomi si presentavano sullo schermo decise di cambiarlo in un più confidenziale A.
 
  
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