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Autore: angioletta2901    19/09/2016    0 recensioni
Chi crede alle sirene? Se ne parla in miti, leggende e fiabe, ma chi crede veramente nella loro esistenza? Di sicuro non Lydia, una sedicenne londinese con i capelli rossi e un carattere impetuoso e infuocato come la sua chioma.
O almeno, non ci crede finché non scopre di essere lei stessa una sirena, così come la sua migliore amica e il ragazzo per cui, nonostante tutto, si è presa una cotta. Non solo: è anche destinata ad essere la regina delle sirene.
Ma una minaccia incombe: per vendetta, gli eredi di una potente famiglia sono disposti a tutto pur di complicare la vita alla ragazza, anche a tornare indietro dalla morte...
Tra intrighi, bugie, lezioni e riti inquietanti, Lydia dovrà convincere i nobili del regno, e se stessa, di essere forte abbastanza. E oltretutto dovrà tenersi ben stretta il bel principe a cui è destinata...
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai, e tentai di aprire gli occhi, ma le palpebre sembravano incollate. Probabilmente mi ero addormentata tardi e Susan stava cercando di svegliarmi e…

Poi di colpo ricordai. La stoffa, quell'odore terribile, il buio…

Bene. Ero stata rapita. Davvero fantastico. E l'unica cosa migliore era che adesso avevo alterato il ritmo del respiro, quindi se il mio rapitore era nella stanza adesso si era accorto che ero sveglia.

Tuttavia, non sentii il minimo movimento, nemmeno il più piccolo che mi facesse pensare di non essere sola lì dentro, ovunque fossi. Ma in effetti nemmeno mi ero accorta di avere qualcuno alle spalle quando mi avevano rapita, quindi le mie sensazioni non servivano a molto.

Aprii appena appena un occhio, giusto per vedere se ero sola. Se ci fosse stato qualcuno nella stanza, si sarebbe già accorto che ero sveglia, quindi guardare non avrebbe peggiorato le cose. Ma se fossi stata sola, avrei potuto cercare di capire dove mi trovavo e, ancora meglio, se e come potevo cercare di sfuggire.

Un rapido sguardo mi svelò che ero da sola, per cui aprii del tutto gli occhi. Provai a mettermi a sedere, ma non ci riuscii.

Scoprii che chi mi aveva rapito era stato molto sveglio. Avevo i polsi saldamente fissati al letto da delle fasce metalliche che me li tenevano sotto la testa, impedendomi di usare i miei poteri da strega, e la mia coda era legata alla stesso modo, quindi non avevo speranza di liberarmi.

Mi guardai intorno, cercando un qualsiasi indizio che potesse aiutarmi a capire dove cavolo ero finita.

La stanza in cui mi trovavo era abbastanza spoglia, conteneva solo un tavolo e una sedia, di legno semplice, senza la minima decorazione. Un globo luminescente fluttuava vicino al soffitto, facendo luce. Per il resto, c'era il letto su cui ero legata, un bel letto robusto che sembrava…

No, non mi sbagliavo. Quel letto non era un letto normale: era di pietra, ed era stato scavato nella roccia viva.

Per essere precisi, era stato ricavato dalla parete. Sì, perché le pareti della stanza erano di roccia nuda, quindi non avevo la minima speranza di liberarmi, che so io, facendo marcire il legno del letto. Ero stata imprigionata bene; questo voleva dire che chi mi aveva catturata sapeva bene di cosa ero capace. E questo riduceva i sospetti a una manciata di persone.

Anzi, per essere precisi, ad una sola persona.

Digrignai i denti- Maledizione!-

Non avevo modo di liberarmi o di chiedere aiuto, e sapevo che cosa volesse il mio rapitore. Beh, pensavo di sapere cosa volesse.

Tutto quello che potevo fare era leggergli la mente, in modo tale da avere qualche secondo di preavviso prima che entrasse nella stanza. Per il resto, potevo solo tirargli addosso tavolo e sedia con la telepatia, ma se anche fosse svenuto, non sarei riuscita a liberarmi e al suo risveglio sarebbe stato peggio.

Poi mi resi conto di due cose.

Primo, avevo al collo un ciondolo. Era una pietra viola che mandava dei riflessi particolari. In qualsiasi altro momento mi sarebbe piaciuta, ma in quell'istante mi parve inquietante.

Poi, mi accorsi che nella mia testa ero terribilmente, inequivocabilmente sola. Non riuscivo a sentire i pensieri di nessuno. Eppure stavo usando i miei poteri con tutta la mia forza, sperando di captare anche il più insignificante pensiero su dove mi trovavo o, ancora più importante, su dove fosse il mio carceriere.

Per sicurezza, provai a muovere il tavolo con la telecinesi. Non si spostò nemmeno di un millimetro. Ci riprovai, con più rabbia e più disperazione. Niente.

-È inutile che ci provi. La pietra che hai al collo neutralizza tutti i tuoi poteri, quindi ti stai sforzando invano.-

Raggelai. Conoscevo quella voce. E non era la voce che mi aspettavo di sentire.

Anche se non lo avrei mai ammesso, aveva iniziato a popolare alcuni dei miei incubi. Nei miei sogni, qualcosa di indefinito mi dava la caccia, e sapevo che se mi avesse preso sarebbe stata la fine per me. Ma pensavo che si trattasse di Ian. In fondo, mi aveva sempre fatto paura, anche se non sempre a livello cosciente.

E ogni volta, quando mi svegliavo in un bagno di sudore, sapevo che prima o poi mi sarebbe venuto a cercare.

E adesso che era arrivato, io ero completamente inerme. E questo mi terrorizzava.

Non avevo mai provato niente di simile in vita mia. Il terrore era come fuoco, mi spingeva a lottare per scappare, ma allo stesso tempo era ghiaccio, che mi immobilizzava.

Era ancora peggio, perché era una voce che mai avrei pensato di sentire in quel momento. Era una persona di cui mi ero fidata, di cui Conrad si era fidato!

Non ero una che si spaventava facilmente, ma c'era qualcosa di profondamente sbagliato in lui. Era come un'aura scura e malevola, lo seguiva ovunque andasse, lasciandosi dietro l'odore della morte. Era profondamente, totalmente malvagio.

E io me ne accorsi solo in quel momento. Mi maledii tra me e me. Ma come avevo fatto a stare a contatto con un simile mostro senza accorgermi di nulla? E anche gli altri...possibile che nemmeno persone estremamente sensibili e ricettive, come Serena e Susan, si fossero accorte di niente?

Però a pensarci bene, faceva quadrare molte cose.

Spiegava come avesse fatto Ian a sapere che io ero arrivata a Mediterranea. Come facesse a sapere quando era stata fissata la riunione del Consiglio. E infine, spiegava anche chi mi avesse rapita ovviamente.

Restava solo una domanda senza risposta, ma era una domanda fondamentale- così fondamentale che la dissi a voce alta, perché lui potesse rispondermi.

-PERCHÈ? PERCHÈ LO HAI FATTO? IO MI FIDAVO DI TE! CONRAD SI FIDAVA DI TE!- urlai con tutto il fiato che avevo in gola, in preda alla rabbia. Se avessi potuto lo avrei ucciso con le mie mani.

Stephen sogghignò- Vuoi davvero saperlo? È una storia lunga.-

Gli lanciai uno sguardo furente- Non mi pare di avere nulla da fare.- ringhiai, facendo saettare lo sguardo verso le manette che mi stringevano i polsi e la coda.

-Hai ragione, in effetti. Direi che posso anche raccontartela.- disse Stephen, dopo averci pensato un po'.

-Vedi, tu hai tutto. Sei la principessa, Conrad sbava per te, il popolo ti ama. E hai avuto la possibilità di crescere al di fuori della reggia, come una ragazza normale, lontana dalle tue responsabilità.

Io sono cresciuto qui, con Bill. Ero il figlio del giardiniere, un mulo da soma. Stephen fai questo, Stephen fai quello. La mia unica consolazione eravate voi, i miei amici.-

-Con Bill? Perché chiami tuo padre per nome?- chiesi, ancora infuriata ma perplessa.

Lui mi lanciò un'occhiataccia- Volevi sentire la storia? Allora stai zitta, o giuro che proverai un dolore inimmaginabile.-

Per la prima volta in vita mia, restai senza parole. Stephen proseguì- Ma poi tutto cambiò. Tu fosti portata via, e Susan con te, e Conrad venne allontanato da me per essere educato come si conviene ad un principe. E io rimasi SOLO.- ringhiò quella parola, come se la odiasse profondamente.

-Le uniche persone che, ogni tanto, mi venivano a trovare e giocavano con me erano Ian e Amelia Van Buren. Finché fui piccolo, pensai semplicemente di essergli simpatico. Ma poi, quando io crebbi e Bill morì, mi dissero la verità.-

-Il padre di Conrad, poco prima della nascita di suo figlio, si era divertito con la moglie del giardiniere, ma sfortunatamente lei rimase incinta. Il marito accetto di allevare il bambino come se fosse suo figlio, perché ammettere di aver avuto un figlio bastardo avrebbe rovinato la perfetta immagine del re e complicato la successione al trono. No, era meglio per tutti che io credessi di essere il figlio di un pover'uomo, e che non sapessi mai nulla del mio illustre lignaggio.

Quando me lo dissero, non ci credevo. Ma poi, capii che era vero. Mi proposero di unirmi a loro: volevano separare gli eredi al trono e salire al potere, impedendo che simili ingiustizie accadessero in futuro. Perché sì, anche loro erano figli del padre di Conrad. Un sovrano davvero ineccepibile, non è vero? Solo che in quel caso se l'era spassata con una nobile, quindi i figli illegittimi erano caduti abbastanza bene.

Ma io risposi che prima volevo aspettare il tuo ritorno. Volevo vedere come eravate cresciute tu e Susan, se valesse la pena di restare al mio posto. Sapevo già che Conrad era un odioso arrogante e viziato, che si riteneva superiore solo perché era il figlio legittimo del re ed erede al trono.

Quando tu arrivasti, mi accorsi che forse valeva la pena di tacere, e di non accettare la proposta dei gemelli. Ma poi vidi Susan, e mi innamorai di lei come era successo quando eravamo bambini. Non era cambiato niente.

Fu lei a farmi decidere. Io volevo poterle offrire tutto, essere in grado di soddisfare ogni suo capriccio, e non sarei stato in grado di farlo da semplice giardiniere. Lei ti era amica, ma io non volevo che fosse costretta a fare la dama di compagnia per tutta la vita, sempre sullo sfondo, una persona di nessuna importanza. Così mi sono unito a Ian e Amelia.-

-Il piano procedeva a gonfie vele, Conrad era convinto che Amelia fosse la sua Scintillante, e Ian era sulla terraferma e stava cercando di conquistarti. Ma poi, Amelia morì, e fu tutta colpa di Conrad. Da lì, le cose iniziarono ad andare a rotoli. E il resto lo sai.-

-No- dissi, sbiancando- No, no, non è possibile. Tu mi stai dicendo che Amelia ha cercato di sedurre il proprio fratello? E che tu, Ian, Conrad e Amelia siete tutti fratellastri per parte di padre? Non può essere vero.-

-E invece è proprio così. Disgustoso, non è vero? Hai conosciuto il padre di Conrad, sai che sembra un uomo tutto d'un pezzo. E invece…-

-Aspetta un attimo.- riflettei-Tu hai detto di trovarmi a posto. Quindi per quale motivo hai passato informazioni a Ian, e mi hai rapita?-

Stephen sospirò- Tu dovevi sposare Ian e Amelia era la promessa sposa di Conrad. Così loro sarebbero saliti al potere e tutto sarebbe andato a posto. Ma poi Conrad si è messo a corteggiarti, e tu hai iniziato a fare la sgualdrinella con lui...detto fra noi, credevo che avessi gusti migliori...e quindi siamo dovuti ricorrere alle maniere forti. Poiché l'unico modo per costringerti a sposare Ian è farti venire meno alla tradizione…-

Sbiancai. Sapevo cosa avessero in mente. Venire meno alla tradizione significava perdere la verginità prima del matrimonio. E se fosse successo con Ian, sarei stata costretta a sposarlo. C'era solo una cosa che poteva salvarmi…

-Non potete costringermi ad assumere la forma umana, devo farlo di mia spontanea volontà. Quindi come pensate di fare? Perché sai benissimo che io non mi trasformerò mai.-

-Già, purtroppo lo sappiamo bene. Diciamo che prima te lo chiederemmo con le buone, poi un po' meno, e infine...beh, ci sono sempre molti metodi per convincere le persone.-

Istintivamente, lanciai uno sguardo al tavolo, e mi accorsi che adesso non era più vuoto. Sopra c'era tutta una serie di oggetti dall'aria molto pericolosa: coltelli, tenaglie, un braciere che evidentemente conteneva del fuoco…

Improvvisamente Ian fece il suo ingresso nella grotta.

Era bello come lo ricordavo, ma anche lui era chiaramente malvagio. Per quanto fosse esteriormente bello, interiormente era marcio, e questo ai miei occhi lo rendeva disgustoso.

Mi si avvicinò- Bene, bene, che cosa abbiamo qui? Lydia, che piacere vederti.-

Mentre con Stephen ero solo scioccata, per Ian provavo solo rabbia e disgusto. E fu quello che espressi.

-Vai a farti fottere- ringhiai, rabbiosa.

Lui ridacchiò- Ma come, una principessa che usa un linguaggio così scurrile...dovremo anche insegnarti l'educazione, a quanto pare. Adesso ti dirò una cosa, bella, e tu ubbidirai, altrimenti ti assicuro che proverai molto, molto dolore. Trasformati nella tua forma umana.-

MI preparai, presi bene la mira e…

Il mio sputo lo colpì dritto in faccia, con mia grande soddisfazione. Il suo viso si contorse in una smorfia di rabbia.

-Ah, è così.- disse, pulendosi e avvicinandosi al tavolo.- Vorrà dire che le cose saranno più...interessanti.-

Esaminò con cura tutta una serie di strumenti, e alla fine scelse una tenaglia particolarmente inquietante. Me la agitò davanti alla faccia- Lo sai a cosa serve questa? Anticamente, veniva usata per strappare le scaglie dalla coda dei torturati. Non viene usata da molto tempo, ma sembra che sia giunto il momento di riportarla in auge. E la coda è una delle parti più sensibili...guarirai in fretta, come tutte le sirene, e non ti resteranno segni permanenti, perché non vorrei mai che la mia futura moglie avesse delle cicatrici, ma ti garantisco che ti farà un male del diavolo. Quindi, per l'ultima volta, non farmi perdere la pazienza: trasformati in essere umano.-

Lo fissai dritto negli occhi, sperando che vi leggesse tutto il disprezzo e l'odio che provavo- Vai all'inferno.-

Ian avvicinò la tenaglia alla mia coda, e il freddo del metallo fu l'ultima cosa che sentii prima che arrivasse il dolore.

Urlai, incapace di fermarmi. Appena riuscii a riprendere fiato, Ian mi disse- Ora che sai cosa si prova, te lo ripeto: trasformati. O andrò avanti. Pensi di essere in grado di sopportarlo?-

Con le lacrime agli occhi, mi sforzai di rispondergli. In bocca sentii il sapore metallico del sangue: mi ero morsa il labbro fino a ferirmi- Conrad...ti troverà...e ti ucciderà...te lo prometto-

Lui si mise a ridere- Come se avessi paura di lui. Allora, qual è la tua risposta.-

Serrai le labbra. E di nuovo, urlai per il dolore.

Non seppi mai per quanto tempo andammo avanti così. Forse minuti, forse ore. O forse tutta una vita. Ma quando alla fine arrivò l'oscurità dello svenimento, l'accolsi con gioia, perché almeno mi permetteva di sfuggire al dolore.

Quando mi svegliai, non ero più nella grotta.

Mi guardai intorno. Strano. Mi trovavo nell'Angolo dei Papaveri. Dubitavo che Ian mi avrebbe mai liberato se non avesse ottenuto ciò che voleva, e non ero in grado di dire se possedesse poteri psichici. Per quanto ne sapevo, tutto quello non era altro che una trappola per costringermi a ubbidirgli.

Poi Conrad entrò nel prato, rafforzando i miei sospetti. Ian evidentemente era sicuro che mi sarei trasformata solo per Conrad, e quindi cercava di trarmi in inganno.

Mi allontanai da Conrad- Vattene, Ian. Non mi trasformerò mai, pensi di riuscire a capirlo o non ti entra in quella testaccia dura?-

Conrad mi guardò come se fossi un'aliena- Lydia, cosa stai dicendo? Sono io, Conrad.-

Risi, ma senza allegria- Sì, come no. E io sono davvero nell'Angolo dei Papaveri e sto parlando con il vero Conrad.-

-Lydia, ti posso assicurare che è così. Non siamo davvero a palazzo, però. È il tuo subconscio che ha creato questo luogo, probabilmente perché qui ti senti al sicuro. Ma ti prego, dimmi dove sei e cosa ti sta succedendo. Sei sparita e nessuno sa dove tu sia. Io mi sono rivolto a Serena, non sapevo in che altro modo contattarti. E anche Stephen è introvabile. Che è successo?-

Sentivo l'angoscia nella sua voce. Una parte di me desiderava disperatamente credergli, ma l'altra parte voleva una prova.

-Come ci siamo conosciuti?- domandai a bruciapelo.

-Lydia, questo non c'entra nulla…-provò a dire lui.

Io gli lanciai un'occhiataccia- Rispondi alla mia domanda.-

Conrad sospirò, passandosi una mano nei capelli- E va bene. Eravamo al centro commerciale, tu stavi camminando guardando una vetrina di abbigliamento e mi sei venuta addosso. Sei contenta adesso?-

Ero molto più che contenta. Gli corsi incontro di colpo, abbracciandolo e buttandolo a terra. Lui rispose all'abbraccio e mi strinse forte, affondando il viso nei miei capelli- Oh, Lydia...ero così in pensiero…-

Poi mi guardò- Beh, a dirla tutta sono ancora preoccupato. Dove sei? E soprattutto, cosa è successo?-

-Conrad, mi hanno rapita. Non so dove sono, so soltanto che mi hanno rinchiusa in una grotta, incatenandomi ad un letto di pietra e privandomi dei miei poteri, per mezzo di una pietra viola che mi hanno messo al collo. E adesso mi stanno torturando, Ian mi sta torturando. Vuole costringermi ad andare a letto con lui, così sarò costretta a sposarlo e lui potrà salire al potere.-

Un ringhio gli salì dal profondo della gola- Ti troverò, Lydia. E quando ti avrò portata via, ammazzerò quel bastardo per aver osato toccarti anche solo con un dito. E la sua non sarà una morte rapida, non dopo che ti ha torturata.-

Poi mi chiese- E Stephen? Anche lui è lì con te? Probabilmente lo ha usato come assicurazione. Se torturandoti non ti fossi trasformata, avrebbe torturato lui fino a farti cedere. Ho ragione?-

Lo guardai dritto negli occhi, cercando di fargli capire cosa provavo. Tradimento. Rabbia. E una tristezza infinita. Avrei voluto che non dovesse perdere il suo miglior amico, e non volevo essere io a dirglielo. Ma non avevo scelta. Non potevo rischiare che si fidasse ancora di Stephen.

-Conrad, non è come sembra. Stephen…-

Ma prima che potessi finire la frase, un colpo di vento dissolse la scena e io mi ritrovai nella caverna. Sfortunatamente, questa volta ero cosciente.

Un ceffone mi centrò in pieno il viso- Allora, dove sei andata di bello? A parlare con il tuo innamorato?- ringhiò Ian.

Cercai di ignorare il dolore alla guancia e alla coda. Non gli avrei mai, mai dato la soddisfazione di vedermi piangere.

-Che cosa vuoi, Ian? Vuoi che ti dica che hai ragione, che ero con Conrad? Eh?- gli urlai in faccia- No perché, giusto nel caso non te ne fossi accorto, ero svenuta perché tu mi hai torturata. Quindi dimmi, come avrei fatto ad andare da Conrad? Smaterializzandomi come Harry Potter?-

Lui non gradì la risposta, perché mi arrivò un altro schiaffo.

-Non provare a mentirmi, ho percepito una magia psichica, quindi so che te ne sei andata. Allora, cosa gli hai detto? Dove ti trovi? Che cosa ti ho fatto? Che anche Stephen è dalla mia parte?-

Non mi degnai di rispondere. Che credesse quello che voleva. Forse, se pensava che Conrad sarebbe venuto a salvarmi, avrebbe mollato l'osso e cercato di costringermi un'altra volta. Ma ne dubitavo.

Ian divenne pensieroso- Logicamente, se lui sa che Stephen lo ha tradito, non si fiderà più. Ma se sono riuscito a recuperarti in tempo, allora potrebbe esserne ancora all'oscuro. Quindi dobbiamo impedire che lo sappia prima del tempo.-

Scoppiai a ridere, una risata roca dopo tutte le urla che mi aveva strappato torturandomi- Logicamente? Stai dicendo che sai ragionare? Oddio, non sapevo che fossi in grado di pensare.-

Lui mi guardò storto- una volta che sarò re, la regina avrà un piccolo incidente. Dopotutto, sono cose che capitano, no? E io ne sarò molto addolorato. O forse no. Non ho intenzione di sopportare la tua lingua lunga un minuto in più dello stretto indispensabile.

E a proposito di lingua lunga, ti farò un minuscolo tatuaggio intriso di un incantesimo. Ti impedirà di comunicare a chiunque, in qualsiasi maniera, che Stephen è un traditore. Non voglio certo che rovini l'effetto sorpresa.-

fece proprio quello che aveva detto. Poco dopo, avevo un puntino minuscolo tatuato sul braccio, invisibile per chiunque non ne conoscesse la posizione.

Dopodiché, ricominciò a torturarmi. E di nuovo, quando il dolore crebbe troppo, svenni.

Finalmente mi risvegliai, senza la minima idea di quanto tempo fosse passato. Poi mi guardai attorno.

Okay, stavo DECISAMENTE sognando.

Non potevo spiegarmelo in nessun altro modo. Conrad era lì, al lato del letto, e mi guardava.

Angolino dell'autrice:
Ed eccoci qui con questo terzo e ultimo capitolo pubblicato di fila (anche perchè questi capitoli sono molto più lunghi del solito, e quindi ho esaurito la parte scritta in vacanza). Spero davvero che vi piaccia. E niente, qui abbiamo un'altra parte che mi ha spinto a cambiare rating. Spero di aver descritto le scene come si deve. E niente, a presto!
angioletta2901
   
 
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