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Autore: DrHouse93    04/05/2009    3 recensioni
"Ma è contro le nostre leggi" disse Ron. "Ron..." fece Harry, ma Ron lo ignorò. "L'allevamento dei draghi è stato dichiarato fuori legge dalla Convenzione degli Stregoni del 1709" "Ron..." "E' difficile non farsi notare dai Babbani se alleviamo un drago in giardino, e comunque non si possono addomesticare: troppo pericolo" "Ron..." "Dovreste vedere le bruciature che si è becca..." "RON!!!" "Che vuoi???" "ICEBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEERG!!!!!!!!!!!!!"
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 16: La Foresta Proibita -

Dopo la morte di Mary Sue, le cose tornarono alla normalità. La querela contro Harry fu annullata, Silente tornò a fare il Preside, e a Harry venne riconsegnata la bacchetta e gli furono tolti mitra, pistola e coltellino, anche se a Harry dispiacque. Con tutta la faccenda Mary Sue si era arrivati già alla terza settimana di maggio, e il Dinamico Trio era tornato a occuparsi del loro principale obiettivo: la Pietruzza Rossa. Ancora non avevano scoperto a che serviva, ma con l’avvicinarsi degli esami, ebbero sempre meno occasioni per indagare. Hermione sembrava impazzita: gli esami la rendevano più nervosa di come lo sarebbe stata se avesse avuto il ciclo. E venne quindi il giorno degli esami. Harry riuscì a cavarsela, anche se non come Hermione, e poi decisero di andare a festeggiare da Hagrid. Si avviarono per il castello, ma, passando per un corridoio, notarono una porta mai notata prima. Si avvicinarono cauti, e lessero su una targhetta cosa c’era oltre quella porta: ‘Club Troie di Hogwarts’. Hermione borbottò indignata: «Ma che vergogna! Ma come si fa a mettere una cosa simile in una scuola? A che gioco sta giocando Silente?». All’improvviso, da dentro udirono un rumore di passi. Qualcuno stava per uscire. Si nascosero dietro al corridoio e, pochi istanti dopo, videro uscire Silente. Quando sparì, i tre tornarono a fissare la targhetta della porta. «Che vergogna!» riattaccò Hermione. «Giuro che farò chiudere questo posto, dovessi iscrivermi!». Harry e Ron la ignorarono e rimasero a fissare la targhetta
«Harry?» fece Ron.
«Sì, Ron?» rispose Harry.
«Stasera sappiamo cosa fare»
«Mangiamo ciambelle?»
«Stupefactum!»

Harry si svegliò di soprassalto. Ron lo stava chiamando.
«Harry! Harry! Svegliati, Harry!»
Harry si alzò, inforcò gli occhiali e domandò, molto garbatamente: «Ron, ma che CENSURED vuoi?»
«Idiota! Dobbiamo andare alla capanna di Hagrid perché dobbiamo andare nella Foresta Proibita con lui, ricordi?» rispose Ron. «Ma si, dai, la punizione!» aggiunse di fronte all’espressione perplessa di Harry, che finalmente si ricordò. La sera prima avevano cercato di entrare, per la 8401549871095010320 volta nel ‘Club Troie di Hogwarts’, al quale Hermione voleva iscriversi

HERMIONE: Per far chiudere quel posto!
Sì, certo, come no

Ma erano stati beccati da Mrs Merd. Così Gazza come punizione gli aveva detto che dovevano andare nella Foresta Proibita a fare un lavoretto con Hagrid. Anche Hermione era stata beccata mentre cercava di intrufolarsi per iscriversi. Così Harry si alzò(ma non si era già alzato?), si vestì e scese nella Sala Comune di Tassoros…ah no scusate CorvoneazzGrifondoro.
«Harry! Ron!» chiamò una voce alle loro spalle. Era Hermione. «Andiamo?»
Ron come al solito rimase a bocca aperta, esitò un po’ mentre un rivoletto di bava gli colava dalla bocca, e poi borbottò un ‘Si’, sempre con quel rivoletto alla bocca. I tre si avviarono e Harry si ricordò che erano le sei di sera.
«Ma scusate, perché andiamo nella Foresta Proibita alle 6 di sera?» chiese Harry, «Che punizione è?»
«Ma è meglio così, no?» rispose Ron. «E poi, se Gazza è un cretino meglio per noi e peggio per lui»
Ma questo non servì come tranquillante a Harry, che ancora pensava ci fosse qualcosa che potesse andar storto. Arrivati in Sala Grande Harry prese mezzo chilo di camomilla e se la bevve tutta d’un fiato, ma comunque non riuscì a calmarsi. Arrivati nella Sala d’Ingresso trovarono Gazza che li aspettava, ghignante.
«Benebenebene, ssssudici piccoli alunni. Volevate ingannare Argus, vero tessoro, eh?»
«Ciuppa!» disse Harry, senza riuscire a trattenersi.
«Oho!» esclamò Gazza, il ghigno sulle sue labbra sempre più ampio. «Pare che il ragazzo Potter voglia fare lo ssspiritosssso. Bene, allora, vediamo se il caro signor Demente sa dirmi quanto fa 45106454120121748901 per 864013202489,3 periodico».
Harry rimase perplesso. Non aveva capito una mezza mazza di quello che Gazza gli aveva detto.
«Ehm…» balbettò Harry, «Eh?». Gazza sogghignò ancora di più. Sulla sua espressione si leggeva chiaramente soddisfazione. Prese fiato e ruggì: «CIU…» ma venne interrotto da un boato assordante. Hagrid si era lanciato su Gazza. Ma lo mancò e andò invece ad atterrare Neville, che lanciò un urlo che fece tremare le pareti, che per l’urlo di Neville fecero tremare tutte le armature della scuola, un’armatura cadde e fece cadere un’altra, e un’altra, e un’altra, e così via in stile domino, finchè non colpirono Justin Finch-Flecieccie, che cadde addosso a Seamus, che cadde addosso a Dean, che lo mise nel culo a Lavanda, che gemette di sollievo, dolore e godimento allo stesso tempo, che per errore sferrò un calcio a Mrs Merd che volò via, finì in testa a Malfoy che per la rabbia urlò: «Stupefactum!» e fece partire uno Stupefacente, che rimbalzò sul quadro di Sir Cadogan, che si bruciò e diede fuoco alla coperta di Neville che si trovava lì per caso, lo Stupefacente continuò a rimbalzare un po’ qua un po’ la, rimbalzò sul Platano Picchiatore, attraversò sibilando e emanando una luce rossa spettrale la Foresta Proibita e finì addosso a…Neville. 

Nonononono, dopo tutto questo trambusto lo Stupefacente doveva finire addosso a Harry!
«, avrai sbagliato a scrivere» disse Hagrid
Ok allora, facciamo così, che è anche più semplice. 
KRAK-HOOM

Harry si svegliò di soprassalto. Era tutto buio.
«Dove…dove sono?» chiese Harry
«A Hogwarts, dove cavolo vorresti essere?» rispose una voce burbera che Harry riconobbe come quella di Hagrid. Si rialzò. Gazza era a terra, privo di sensi. Sentì un moto di gioia crescere dentro di sé.
«Sei stato fortunato, amico» disse Ron. «Secondo DrHouse93 lo Stupefacente che ha colpito Neville e poi Gazza in realtà doveva prendere solo te»

HARRY: Perché?
Perché si, sono io l’autore, e se non ti sta bene vieni a dirmelo in faccia!
HARRY: Ok. Non mi va bene quello che scrivi
Harry?
HARRY: Sì? 
KRAK-HOOM

Quando rinvenne si svegliò di soprassalto e disse: «Ok, mi sta bene quello che scrivi». Si rialzò e guardò l’orologio. Erano le 2 di notte. Così, a malincuore, si alzò e si incamminò con Hagrid, Ron, Hermione e Draco, che era finito in punizione anche lui per lo stesso motivo dei primi tre. C’era anche il cane di Hagrid, Thor. Si addentrarono nella foresta e camminarono per un po’. La musica carica di tensione e la tensione stessa altissima. Continuarono per un po’ finchè Hagrid non si fermò di botto e Ron, che era dietro di lui, gli andò a sbattere contro. Hagrid fissò qualcosa per terra.
«Hagrid?» fece Harry, «Cosa c’è?»
«Niente» rispose Hagrid, e si rimisero in cammino. Dopo tre quarti d’ora Hagrid si fermò di nuovo. Ancora una volta Ron gli finì addosso, tanto che Hagrid gli urlò contro: «Ron, se devi finirmi addosso ogni volta vai avanti e smettila di scassarmi le balle!!»
«Ehm, Hagrid…» fece di nuovo Harry, «Se ti sei fermato per farci un altro Scherzo da Harry giuro che me ne vado»
«No, no» disse Hagrid, «stavolta ho trovato qualcosa»
«Davvero?» domandò Harry
«No!» rispose Hagrid. Harry si voltò per andarsene quando scivolò su…una pozzanghera. Si rialzò, dolorante, e esaminò la pozzanghera: luccicava.
«Hagrid» chiamò Harry, «vieni qui, presto!»
Hagrid si avvicinò a grandi passi e Harry indicò la pozzanghera. Hagrid la fissò.
«Oddio santo!» tuonò dopo un po’.
«Ma porca BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED». Harry lo guardò, preoccupato, poi chiese: «Hagrid, ma che cos’è?»
«Questo, Harry,» rispose Hagrid, «è piscio di Unicorno. Ti mantiene in vita anche se stai per morire. Ma è una cosa orribile. Il piscio di Unicorno fa veramente schifo, e solo un disperato potrebbe bere una roba simile»
«Allora,» continuò Hagrid, «facciamo così. Dividiamoci in due gruppi: Ron e Hermione con me, tu, Harry, portati questo rincoglionito di Malfoy»
«Senti chi parla!» protestò Draco.
Harry stava per ribattere quando Draco proseguì: «Va bene, però prendiamo Thor!»
«D’accordo» disse Hagrid. «Ma ti avverto, è un gran cacasotto».
D’oh!, pensò Harry.
E così facendo i gruppi si divisero e Harry e Malfoy si addentrarono nella Foresta Proibita per conto loro. 

RON: Ehiehiehi, perché non puoi seguire me, Hagrid e Hermione?
Perché si, sono io l’autore, e se non ti va bene quello che scrivo vienimelo a dire in faccia!
RON: Nono, va tutto bene 

Dicevo, Harry e Malfoy si addentrarono nella Foresta Proibita per conto loro, con Thor che li seguiva. Camminarono per una buona mezz’ora, o forse anche di più.
«Bu!» fece all’improvviso una voce alle spalle di Harry, che si voltò di scatto, la bacchetta in mano, e urlò:
«Ahhh!!! Stupefactum!». Lo Stupefacente colpì Malfoy, che si accasciò a terra e rimase Stupefatto. Harry lo fissò un secondo, poi disse: «Oh, , lasciamolo lì» e se ne andò. Continuò a camminare, quando si ritrovò davanti un Unicorno morto, con una pozzanghera di piscio tutto attorno e, cosa ancor più orribile e schifosa, una figura incappucciata che beveva il piscio. Harry lanciò un gridolino, perché la cicatrice gli aveva appena fatto fastidiosamente male. La figura incappucciata si alzò, e fissò torvo Harry. Si alzò(ma non si era già alzato?) e iniziò a scivolare verso Harry, a cui cadde la bacchetta per il terrore. Il microchip si attivò involontariamente, ma Harry era come inchiodato alla corteccia dell’albero sulla quale si era appoggiato. La figura si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, e che cazzo quanto è grande sta foresta, comunque, era a pochi passi da Harry, che stava per abbracciare la possibilità che potesse morire, quando un rumore di zoccol
i li fece sobbalzare. Una creatura, per metà uomo e metà cavallo, si era avventato sulla figura incappucciata e la stava scacciando. La figura si allontanò e fluttuò via. Il centauro raccolse la bacchetta a Harry e gli si avvicinò.
«Harry Potter,» disse, con voce profonda, «io sono Fiorenzo. Ho sentito delle urla e sono accorso. Ecco, questa è tua» e gli porse la bacchetta. Harry la prese, e quella emanò un paio di scintille rosse che diedero fuoco ai peli pubici di Fiorenzo, il quale prese a scalciare, nitrire e, naturalmente, a bestemmiare.
«Devi tornare al castello, Harry Potter,» continuò Fiorenzo, spento il fuoco. «La Foresta a quest’ora non è luogo per te»
«Ma…» fece Harry, che aveva finalmente ritrovato la voce, «che…che cos’era quella creatura, che beveva il piscio di unicorno?»
«Prova a indovinare» rispose Fiorenzo. «Chi tu pensi abbia bisogno di bere il piscio di Unicorno, perché è talmente disperato da non avere un corpo e spera di riavere il suo?»
«Vuoi…vuoi dire che…» chiese Harry, con una VAGA punta di panico, «che quello lì era…era…era…era…era…era…»
«Ne hai per molto?» tuonò Fiorenzo.
«…era…» continuò Harry, «…Lord…Digiacomort
«Sì» rispose Fiorenzo. «Ora vattene, devi tornare immediatamente al castello»
«Ma come faccio?»
«Oh, per quello non c’è problema». Fiorenzo si avvicinò e diede un calcio a Harry, che volò via e atterrò proprio di fronte alla capanna di Hagrid, dove c’erano Ron e Hermione.
«Dov’è Hagrid?» chiese Harry, quando si rialzò.
«E’ andato a cercare Malfoy, pare sia rimasto nella Foresta» rispose Ron
«Venite» disse Harry, «devo dirvi una cosa»
Si avviarono insieme verso il castello, lo percorsero in lungo e in largo e arrivarono alla Sala Comune.
«Lord Digiacomort» cominciò Harry, ma si interruppe perché Ron sobbalzò.
«Cosa c’è?» gli chiese.
«Hai pronunciato il suo nome!» rispose Ron
«Si, e allora?»
«Niente, ma mi andava di interromperti». Harry scrutò torvo Ron, poi riprese: «Lord Digiacomort mi ha attaccato, nella Foresta, ma se n’è andato perché è arrivato un centauro che l’ha scacciato. E’ lui che beve il piscio di Unicorno»
«Chi? Fiorenzo?» domandò Ron.
«Ma no, Digiacomort!» esclamò Harry. «E’ lui che beve il piscio di unicorno. E ora sta usando Piton come suo burattino per cercare di rubare la Pietruzza Rossa!»
«Ma, Harry,» tentò Hermione, «nemmeno io so a cosa serve, e non c’è scritto neanche su Storia di Hogwarts! Pensi che lui lo sappia?»
«No che non lo sa» rispose Harry. «Ma dobbiamo impedirgli di prendere la Pietruzza Rossa»
«E…» fece Ron, «come pensi di farlo?»
Harry riflettè, poi rispose: «Scendiamo nella botola di DJ Bobo. Domani notte»
«Ma…»
«Ron, lascia perdere» si intromise Hermione. «Sai com’è fatto Harry. D’accordo Harry. Verremo con te»
«Cosa?» esclamò Ron. «Ma manco per le ba…» ma si zittì a un’occhiataccia di Hermione
«Bene allora» disse Harry. «Domani scendiamo nella botola».

  
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