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Autore: Cicciolgeiri    04/05/2009    4 recensioni
"Proprio nel momento in cui Kitty uscì, nella stanza si affacciò Logan. "Che cos'è questo baccano? C'è gente che cerca di dormire, qua!" disse, appoggiandosi allo stipite della porta a braccia conserte. La sua tipica mossa da fico. Steve aveva provato ad imitarlo un paio di volte, ma quando non sei alto due metri e non hai alcuna massa muscolare non susciti lo stesso effetto sulle ragazze."
Steve Mackenzie alias Idro è la più giovane recluta degli X-Men ed è un tipo piuttosto imbranato, ma simpatico e volenteroso. Tra avventure, amici e amori, la vita di questo ragazzo e di tutti quelli che gli stanno intorno cambierà per sempre. Tra gli altri personaggi: ALEX SUMMERS aka HAVOK e LAURA KINNEY aka X-23.
Ambientata più o meno tra i primi due film.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: X-men
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo undici: Xavier’s Institute for gifted youngsters, Cerebro



<< Che cosa ti hanno fatto? >> il professore aggrottò la fronte, il casco di Cerebro in testa.

Il buio. Un buio denso e impenetrabile e poi il dolore. Tanto dolore. Alle mani, ai piedi, dappertutto. Cercava di aprire gli occhi, ma non ci riusciva. Il metallo incandescente bruciava sotto la sua pelle. Urlò. Urlò più forte che poté, ma in suo soccorso non arrivò nessuno. E non sarebbe mai arrivato.

<< Dove? >> domandò il professore, stringendo i pugni << Dove? >>

Faceva davvero molto freddo. In Canada faceva sempre davvero molto freddo. La neve scendeva copiosa dal celo livido, ricoprendo ogni cosa, confondendo la base alla vista di occhi indiscreti.

<< Dove? >> ripeté il professore, districandosi tra un groviglio confuso di ricordi.

Ad Alkali Lake. La superficie del lago era ghiacciata in inverno, poteva vederla dagli abbaini del laboratorio. Il metallo incandescente sotto la sua pelle e persone che andavano e venivano, persone che gridavano qualcosa. E poi lui.

<< Chi? >> domandò il professore in un soffio, serrando gli occhi << Chi ti ha fatto questo? >>

William Stryker. Quei piccoli occhi fissi. Così cattivi. Li vedeva bene, nonostante il dolore annebbiasse la sua vista. William Stryker.

Il professore sgranò gli occhi.

Xavier’s Institute, sotterranei

La porta dell’ascensore si aprì e Jean e Scott si ritrovarono nei sotterranei. A passo svelto si diressero verso la porta di Cerebro, che si aprì al loro passaggio. << Professore, ci ha chiamati? >> domandò Jean. Il professore si sfilò il casco lentamente, poi si voltò verso di loro girando la carrozzella.
<< Sì >> disse con voce calma, << sono riuscito a stabilire un contatto psichico con la ragazza che accompagna Alex. Sono ancora qui a New York, Scott. Stanno scappando. >>
<< Io sono pronto, professore. Se lei mi da l’ok vado! >> esclamò deciso. Jean gli si affiancò e gli prese la mano. << Andremo insieme! >> rispose, ma il professore scosse il capo. << E’ una missione che si preannuncia difficile: andrete tutti, anche
Logan >> disse. Jean aggrottò la fronte: “Avevamo ragione, allora, professore?”, chiese telepaticamente.
<< Sì, Jean: avevamo ragione sul fatto che la ragazza avesse qualcosa di familiare. Ha davvero qualche cosa a che vedere con Logan. Anche a lei sono stati fatti degli esperimenti … ho letto nella sua mente … era tutto molto confuso, ma lei, al contrario di Logan, si ricorda. Ho visto delle cose … le hanno fatto delle cose … >> il professore scosse la testa, un’espressione di profondo rammarico dipinta sul volto.
<< E lui lo sa della ragazza? Lo sa che … insomma … che è come lui? >> domandò Scott.
Il professore chiuse gli occhi, per poi riaprirli dopo un istante: << Lui e Ororo stanno arrivando. Logan è stato da poco ad Alkali Lake, forse se gli parliamo della ragazza gli tornerà alla mente qualche ricordo. Voi due intanto preparate il jet! >>
Scott e Jean annuirono e, dopo aver indossato le uniformi, si precipitarono alla sala del jet.
<< Andrà tutto bene, Scott >> sussurrò Jean ad un tratto, mentre la porta si apriva davanti a loro. L’uomo la guardò, il visore al quarzo che scintillava, e le sorrise dolcemente. << Finché tu starai al mio fianco tutto andrà bene. Sempre >> le prese la mano e, insieme, varcarono la soglia.

New York City, ghetto

Alex si irrigidì, guardandosi attorno. Laura stava ritta a pochi metri da lui e annusava l’aria. Aveva sentito qualcuno.
<< Chi è? >> chiese il ragazzo. Contrasse le dita delle mani, pronto a rilasciare un’onda al plasma. Laura scosse il capo, facendo ondeggiare i lunghi capelli neri. << Non è Stryker >> spiegò, << e nemmeno qualcuno dei suoi … >>
<< E allora chi è? >>
La ragazza sfoderò gli artigli: << Non lo so. >>

Logan si bloccò e annusò l’aria.
<< Cosa c’è? >> chiese Tempesta in un soffio. Lui si guardò attorno. Quell’odore … l’odore dell’adamantio …
<< Logan? >> Ciclope portò una mano al visore al quarzo << C’è qualche problema? >>
<< Sono molto vicini … >> Logan sfoderò gli artigli e iniziò ad avanzare rapido. Tutti gli altri si affrettarono a seguirlo e, in breve, furono inghiottiti nei meandri del vicolo buio.

Era acquattata dietro un cassonetto e respirava piano, gli occhi verdi scrutavano da una parte all’altra nell’oscurità. Qualcuno li stava seguendo. Alex stava accucciato dietro di lei e il suo cuore batteva forte contro la cassa toracica, si sentiva benissimo. Lei sentiva benissimo quel genere di cose. E sentiva benissimo anche l’odore della paura. E quello del sangue. Arricciò le labbra e si mordicchiò l’interno di una guancia, poi si voltò verso Alex. << Voglio che tu resti qui dietro, va bene? Se è qualcuno malintenzionato me ne occuperò io. Tu resta qui! >>
<< Non ci penso nemmeno! >> Alex strabuzzò gli occhi chiari. Lo faceva sempre quando era agitato. Lei notava quel genere di cose. Quei piccoli particolari che variavano da persona a persona. Nel laboratorio tutti indossavano delle mascherine protettive quando venivano a farle visita, i loro volti non si vedevano. Ecco perché adesso che era libera faceva attenzione alle facce, alle espressioni. Essere liberi era così bello. Stare con Alex era così bello. Non glielo avrebbero portato via. Non ce l’avrebbero fatta contro di lei. Avevano creato un mostro e ne avrebbero pagato le conseguenze.

<< E’ chiusa a chiave! >> annuncio Tempesta, armeggiando con la serratura. Stavano davanti ad una piccola porticina verde, tutta scrostata, incorniciata dal muro di mattoni anneriti del palazzo. Alex e la ragazza si erano nascosti lì dentro. << Nessun problema >> esclamò Ciclope, << scansatevi >> gli altri ubbidirono e l’uomo portò una mano al suo visore. Un raggio rosso schizzò in direzione della porta, facendola saltare in aria e liberando loro il passaggio.

Alex sussultò, accucciandosi al fianco di Laura. Avevano fatto saltare per aria la porta ed erano dentro. La ragazza si tirò in piedi molto lentamente e sfoderò gli artigli con altrettanta lentezza in modo che non facessero rumore. Alex la prese per un polso e si mise in piedi anche lui. << Andiamo >> sussurrò con convinzione. La ragazza annuì e, insieme, salirono le scale per uscire dalla cantina dove si erano nascosti. Alex si guardò attorno: l’oscurità densa sembrava deserta, in sottofondo solo l’acuto squittire dei ratti che si erano intrufolati nella bettola. Laura si incamminò davanti a lui senza fare il minimo rumore e lui la seguì. Il corridoio era illuminato dalla flebile luce che proveniva dall’esterno, i resti della porta erano ancora sparsi in terra. Laura ebbe un fremito e iniziò ad annusare in direzione di uno stretto andito alla loro destra. Vi si intrufolò dentro, la schiena appoggiata al muro fradicio e Alex la imitò, la mascella serrata per la tensione. Laura scivolò lungo la parete e si acquattò sul pavimento, facendogli segno di restare fermo. Lui si bloccò immediatamente e lasciò che la ragazza voltasse lentamente l’angolo del corridoio. Non appena gli diede il via libera le si affiancò ed entrambi si guardarono attorno. Dagli abbaini filtravano deboli lame di luce al cui interno danzava la polvere. Sembrava tutto deserto. Alex stava per dire che forse avevano smesso di inseguirli, ma Laura lo zittì con un cenno della mano e lui si bloccò con la bocca aperta. La luce fioca illuminava a tratti gli artigli luccicanti di Laura mentre si incamminava per il corridoio. << Eccoli … >> sibilò con ferocia.

Era strano, l’odore dell’adamantio era talmente forte che sembrava persistere in tutta la casa, tanto da rendergli difficile seguire le tracce. Logan si guardò attorno: dopo aver attraversato il corridoio si erano ritrovati in un ampio locale male illuminato da un neon che penzolava pericolosamente appeso a un filo solo e da una serie di abbaini. Eppure sentiva che erano lì … l’unica cosa che non capiva era come fosse potuto accadere. Come avevano potuto fare quello ad una ragazzina? Il professore gli aveva spiegato ciò che era riuscito a scoprire, sperando che lui ricordasse qualcosa, ma nella sua testa c’era il solito, dannatissimo niente. Era frustrante. E poi c’era il fratello minore di Monocolo: mentre viaggiavano sul jet alla volta di New York, Jean gli aveva raccontato tutta la storia. In pratica, Scott e Alex ( così si chiamava il ragazzo ), avevano perso i genitori da piccoli a causa di un incidente aereo, rimanendo orfani e finendo in adozione a due famiglie differenti. Da quel giorno Ciclope, che all’epoca aveva appena dodici anni, aveva perso le tracce del fratellino di due che, dal canto suo, come testimonianza del fratello maggiore aveva solo una fotografia scattata dal loro padre. Dopo qualche tempo, Scott era riuscito a scoprire che Alex era stato adottato da un prestigioso senatore e dalla sua signora, i quali, però, erano entrambi morti durante un tentato rapimento e del ragazzino non c’era più traccia, così tutti pensarono che fosse morto. Ora, però, il professore era riuscito a rintracciarlo grazie a Cerebro, quindi era vivo e vegeto ( probabilmente si era salvato all’agguato grazie ai suoi poteri ) e adesso dovevano “solo”, si fa per dire, riuscire ad acciuffarlo e portarlo alla scuola. Lui e quella ragazzina che puzzava d’adamantio a un miglio di distanza. Quell’odore gli pizzicò le narici e annusò l’aria: stavolta non poteva sbagliare, c’era qualcuno. Ed era davvero molto vicino. << Eccoli … >> sibilò, sfoderando gli artigli. Tutti gli altri smisero di girovagare per la stanza e si schierarono di fianco a lui, in attesa. Dall’oscurità emerse una figura esile: una ragazzina, poteva avere sì e no diciotto anni, se ne stava ritta davanti a loro, incorniciata dallo stipite della porta. Lo sguardo di Logan cadde sugli artigli lucenti che le trafiggevano le mani: erano due per mano, posti tra le nocche da cui sgorgava il sangue vivo che si arrampicava sul metallo.
<< Laura? >> mormorò Jean. La ragazzina volse di scatto il capo nella sua direzione. << Fuori dalla mia testa >> ordinò con rabbia, il labbro che fremeva e i pugni serrati.
<< Vogliamo solo aiutarti >> proseguì Jean, << te ed Alex >> a quelle parole un ragazzo biondo comparve al fianco di Laura, le dita delle mani contratte tra le quali si agitava un bizzarro bagliore azzurrino. Quello doveva essere Alex. Ciclope ebbe un fremito e fece qualche passo avanti. << Alex … >> mormorò, ma la ragazzina gli si parò davanti. << Lascialo stare! >> urlò. Jean raggiunse Ciclope e sbatté più volte le palpebre, cercando di creare un contatto telepatico con quella ragazza, che, per tutta risposta, lanciò un urlo disumano e le si gettò addosso come una furia ancora prima che qualcuno potesse anche solo pensare lontanamente di fare qualcosa. Jean gridò, ma riuscì a sbalzarla via con la telecinesi, facendola sbattere violentemente contro il muro pericolante, che cadde a pezzi. A quel punto, Alex batté con forza le mani e il bagliore azzurro di poco prima si trasformò in un raggio che li investì con forza, facendoli finire gambe all’aria. Laura si rimise in piedi a fatica, tra calcinacci e polvere, mentre Ciclope, ancora a terra, si portava una mano al visore e puntava nella sua direzione. Alex si stava preparando a rilasciare un’altra scarica di plasma, ma Logan fu più svelto e gli si gettò addosso prima che potesse fare qualsiasi cosa. I due volarono dall’altra parte del muro distrutto assieme a Laura, che, si avventò con ferocia su Logan.
<< Lascialo subito! >> sbraitò la ragazza, trafiggendogli lo stomaco con gli artigli e mettendolo spalle al muro. Logan grugnì dal dolore e la ragazzina affondò ancora nella sua carne, puntandogli gli altri due artigli contro il collo.
<< Hai dimenticato quello di mezzo, piccola >> biascicò lui con un mezzo sorriso. La ragazza alzò un sopracciglio e sollevò la punta di uno degli anfibi che indossava, la quale si lacerò, trafitta da una lunga lama. << Merda >> commentò l’uomo, prima di beccarsi un calcio proprio dove faceva più male e di essere sbalzato via, distruggendo un altro muro. Non appena si fu rimesso in piedi, ancora intontito, la piccola furia tornò all’attacco, i vestiti sporchi di rosso e gli occhi iniettati di sangue: si arrampicò su di lui usando gli artigli dei piedi, poi gli conficcò quelli delle mani nelle spalle e si diede una poderosa spinta, per poi dargli un ultimo calcio, affondandogli la lama in un polmone. Logan cadde a terra in un lago di sangue e la ragazza atterrò con agilità poco distante.
<< Laura, basta! >> urlò Alex, barcamenandosi tra i resti del muro, seguito da Ciclope, Jean e Tempesta << Non vogliono farci del male! Fermati! >> gli occhi della ragazza saettarono nella sua direzione e il ragazzo continuò << Lui è Scott! >> esclamò
<< Lei si chiama Jean e mi ha spiegato tutto via telepatica! Non ci faranno del male: lui è mio fratello, è quello della foto! >>
<< E’ vero! >> assicurò Scott << Dovete venire con noi, Laura! >>
<< Stai calma, tesoro >> mormorò Jean, portandosi le mani alle tempie e avvicinandosi. La ragazza ebbe un fremito e indietreggiò. Tempesta mise una mano sulla spalla dell’amica e le mormorò di aspettare un momento. Intanto Logan si era svegliato e stava cercando di rimettersi in piedi. Lo sguardo di Laura saettava da lui a Jean. << Via gli artigli, Laura! >> supplicò Alex andandole incontro << Mettili via! >> si inginocchiò di fronte a lei e le prese le mani insanguinate. La ragazza sbatté più volte le palpebre, come se si fosse risvegliata da un sogno e si guardò intorno, gli occhi gonfi di lacrime. Nel frattempo Logan si era alzato: piegò la testa da un lato e fece scrocchiare il collo. << Ahia >> commentò, rivolgendo un’occhiataccia alla ragazzina, che aveva retratto gli artigli e si era rimessa in piedi con l’aiuto di Alex. << Devi scusarla >> gli disse questi, tenendola stretta a sé, << ma quando ha paura diventa piuttosto violenta, non è colpa sua >> Logan non disse niente e il gruppo si destreggiò tra i muri crollati, per poi uscire dalla porta fatta saltare in aria poco prima da Ciclope. Si ritrovarono nuovamente nel vicolo squallido e fecero qualche passo in direzione dell’uscita, quando Laura lanciò un urlo terrorizzato e sfoderò nuovamente gli artigli con violenza, sbalzando via Alex. << Che succede? >> sbraitò Ciclope, ma la ragazzina sembrava uscita fuori di testa, continuava a guardarsi attorno, il corpo scosso da fremiti violenti. Alex si rimise in piedi con l’aiuto di Tempesta e mormorò qualcosa con aria spaventata. << Si può sapere che diavolo sta succedendo? >> Logan afferrò la ragazzina psicopatica per le spalle costringendola a voltarsi verso di lui e rimase bloccato guardandola negli occhi: erano … erano uguali ai suoi. Restarono a guardarsi per un istante, finché, all’improvviso, anche lui capì, avvertì quell’odore familiare. << Logan? >> esclamò Ciclope, regolando la potenza del visore.
<< E’ lui … stanno venendo a prendermi … mi porteranno via … è Stryker! >> la ragazzina singhiozzava terrorizzata, il volto rigato di lacrime. << Sta tranquilla, calmati! >> ordinò Logan dandole una scrollata.
<< Scott, che facciamo? >> domandò Jean.
<< Andiamo al jet, sbrighiamoci! >> rispose lui e il gruppo si affrettò ad attraversare il vicolo, per poi raggiungere il velivolo e salire a bordo. Ciclope azionò i motori e schizzarono in cielo alla volta della scuola. Ce l’avevano fatta.



AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!!!! QUANTO SONO IN RITARDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!! Scusate, ragazzi, mi dispiace davvero tanto, è solo che in questo periodo nn ho avuto un attimo di respiro e ho potuto aggiornare solo adesso questo chappy, che è stato particolarmente impegnativo. Come credo che avrete capito, il famigerato Alex altri non è che Havok ( se nn sapete chi è fate un giretto su wikipedia, perché nei film vergognosamente non ce l'hanno messo, SGRUNF!!! ) e la ragazza che lo accompagna è Laura Kinney, alias X-23 ( wikipedia sta sempre là, perché quegli scimuniti del film hanno pensato bene di non mettere questo personaggio ke io trovo meraviglioso neppure in X-Men le origini: Wolverine. AAARGH!!!!!! )Ci tengo a precisare, inoltre, che ho modificato un po' la loro storia in modo da adattarla sia alla mia fic che ai film, spero ke non vi dia fastidio ^^ Ora passiamo ai ringraziamenti:
xZio_Legend: hai indovinato, quello era un capitolo di transizione! Cmq spero che anke questo ti piaccia! Continua a seguire e a presto!!!
xGufo_Tave: Uddiu!!!! Mi dispiace, hai ragione! Ti prego di perdonarmi x questo errore grossolano!!!! Cmq Logan è alto xke la ficcy, come ho già detto, prende spunto dai film e non dai fumetti e nei film Wolvie è interpretato da Hugh Jackman che è mooooooooooolto alto ^^
xMelisanna_: ContentissimA ke tu abbia iniziato a seguire e che la storia ti piaccia! Mi raccomando, continua a seguire e grazie ancora!!!
xalice22: scusa se nn ho potuto aggiornare presto, cara! Spero ke d'ora in poi andrà meglio, cmq nn poxo prometterti nnt! Ma, mi raccomando, continua a seguire e grazie x tutto!
xgrandjack: come al solito contentissima che la fic ti piaccia e grazie dei complimenti!!!
Spero di nn aver scordato nessuno! Baci e a presto col prossimo chap!!! BYEEEEEEEEEE!!!!!
  
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