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Autore: Vanessa1995    20/09/2016    1 recensioni
In questa storia Rhaegar è sopravvissuto alla battaglia con Robert, il quale invece ha perso la vita nello scontro. Anche Lyanna era sopravvissuta e aveva sposato Rhaegar.
Molti anni dopo l'inizio del suo regno, Rhaegar si trovava ad affrontare una terribile crisi finanziaria ed era costretto a cercare una moglie per Aegon che potesse aiutare la corona e dargli i soldi di cui necessitava. La scelta cadde su Anna, la figlia di Jaime Lannister e di Myranda Belmur. La ragazza non era per nulla contenta del matrimonio, ma decise di accettare il fidanzamento. Tuttavia la storia sembrava destinata a ripetersi quando il principe Jon si innamorò della futura moglie del fratellastro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Lyanna Stark, Nuovo personaggio, Rhaegar Targaryen
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Rhaegar si trovava nel suo ufficio intento a scrivere alcuni documenti, quando sentì bussare alla porta. Senza nemmeno alzare gli occhi dalla pergamena bianca, già quasi metà scritta con inchiostro nero come la pece, disse:

« Avanti. » invitò. La porta si aprì e Varys entrò dentro all'ufficio, chiudendosi la porta alle spalle. Sentendo il rumore l'uomo alzò gli occhi dalla pergamena e posò la penna sulla scrivania accanto a essa. « Allora Varys, quali novità mi portate? » chiese gentilmente. L'eunuco si avvicinò e rispose.

« I vostri sospetti erano fondati, Anna Lannister due anni fa avvelenò suo nonno Tywin uccidendolo. » spiegò. Le sue parole non parvero colpire molto il re, che rimase impassibile.

« Se Cersei dovesse mai scoprirlo le prenderebbe un colpo; invece ai suoi fratelli non so se importerebbe molto, tantomeno a Tyrion. » notò con tono calmo. Fece segno all'eunuco di sedersi e questi si accomodò su una delle due sedie davanti alla scrivania.

« Accuserebbe di nuovo il principe Oberyn di aver plagiato sua nipote, ma Anna non mi pare tipa da farsi usare tanto facilmente. » disse.

« Se per questo non credevamo davvero che lo fosse pure per uccidere. » osservò. « Non credo che in tutta questa faccenda il principe sia innocente, sia ben chiaro, considerando la sua conoscenza dei veleni. Però non credo nemmeno io che abbia plagiato quella ragazza. » continuò.

« Anna assomiglia a sua zia più di quanto credevamo, ma c'è un'altra cosa che ho appreso sui Lannister e questa volta c'entra la cara Cersei. » fece presente Varys. Rhaegar lo fissò con interesse sincero e poggiò i gomiti sul tavolo, per poi posare sopra alle mani il mento esile e liscio.

« Di cosa si tratta? Se state per dirmi che i suoi figli in realtà sono il frutto dell'incesto condiviso tra lei e il fratello gemello lo so già. » precisò con disinvoltura. L'eunuco lo fissò sorpreso e perplesso, era la prima volta che gli capitava che il sovrano sapesse già qualcosa di stuzzicante prima di lui. « Me lo ha confessato Myranda Lannister qualche anno fa, credo per fare dispetto alla cognata nella speranza che dichiarassi illegittimi i suoi figli. Una moglie ferita può diventare pericolosa. » commentò scuotendo piano la testa. « Non ho fatto niente perché dubitavo che Stannis Baratheon con il suo carattere riuscisse a trovare un'altra moglie. Inoltre suo fratello Renly... beh preferisce la compagnia di Loras Tyrell a quella delle dolci dame dei Sette Regni. » precisò e l'altro non poteva che dargli ragione.

« Myranda è una vipera velenosa, come i suoi cugini. » notò. « Comunque pare che anni fa una veggente le predisse che sarebbe stata uccisa da una delle sue nipoti e tutti i suoi figli sarebbero morti prima di lei. [1] » ammise. Il sovrano rimase in silenzio per un po' e si mosse sulla sedia prima di rispondere.

« Mi stupisce allora che non abbia già ucciso le sue nipoti. Se non sbaglio, oltre a Joanna e Anna, ci sono altre tre figlie di Tyrion. » commentò.

« La profezia potrebbe anche riferirsi a una delle sue pronipoti. In ogni caso trovo molto difficile che uccida Anna, a meno che non scopra che è stata lei volontariamente, senza l'influenza di Oberyn, a decidere di uccidere Tywin. » esclamò.

« Spero proprio che non si riferisca a una delle sue pronipoti, altrimenti dovrò sperare che Anna e Aegon non abbiano mai una figlia. » il suo tono ora era ironico. In realtà non credeva molto a queste cose e dubitava che ci fosse gente in grado di predire il futuro.

« Fossi in voi non ci crederei molto. » strillò contrariato Varys.

« Oh dai, sono solo sciocchezze. »
Nel frattempo Anna e sua cugina Myrcella si stavano recando da una donna al mercato che, secondo la gente, era in grado di predire il futuro. Quando entrarono nella tenda viola trovarono una donna seduta dietro a un piccolo tavolino quadrato con davanti un mazzo di carte alla sua destra e una sfera di cristallo alla sua sinistra. La signora, vestita in modo strano con un abito variopinto, fece segno alle due ragazze di sedersi sulle sedie davanti al tavolino e le due ubbidirono.

« Allora ragazze, volete che vi legga il futuro? » chiese gentilmente, prendendo le carte e iniziando a mescolarle. Entrambe dissero di sì. « Bene, chi di voi vuole iniziare per prima? » aggiunse. Myrcella allungò la mano destra verso la donna che gliela prese tra le sue. Anna non protestò e rimase in silenzio. La maga fissò attentamente la mano della Baratheon. « Dunque, sposerete tra qualche tempo un nobile del Nord vedo. Avrete tre figli, però morirete dando alla luce il quarto. » annunciò. Spaventata, la giovane ritrasse velocemente la mano come se si fosse bruciata. La cugina le sorrise e le mise una mano sulla spalla con aria rassicurante. Dunque si rivolse alla donna e con aria tranquilla le chiese il suo futuro.

La donna le prese la mano e la guardò con attenzione prima di parlare.

« Sposerete un futuro re e avrete sei figli, ma tre di questi o quattro - non riesco a vedere bene - non saranno di vostro marito. Tra qualche tempo sarete costretta a uccidere un membro importante della vostra famiglia a cui siete molto affezionata e morirete dopo essere stata costretta a sposarvi due volte, credo. Non sono sicura di questa parte, la vostra mano è un po' confusa. » recitò. Anche lei ritrasse velocemente la mano. Diede alla signora qualche moneta, per poi uscire fuori dalla tenda seguita dalla cugina. Mentre tornavano al castello la tredicenne domandò agitata:

« Anna, voi non credete alle sue parole, vero? » chiese nervosa. L'altra scosse la testa, si fermò voltandosi verso di lei e le sorrise.

« Certo che no Myrcella, non le devi dare retta, sono tutte sciocchezze che si è inventata sul momento. » affermò tranquilla. L'altra non pareva molto convinta.

« Sarà, però non mi sento affatto tranquilla. » strillò. La quindicenne le mise un braccio attorno alle spalle e ricominciarono a camminare.

« Per sicurezza basta che tu non abbia un quarto figlio. » notò divertita. L'altra la guardò male, tuttavia annuì chiedendosi se c'era un fondo di verità nelle parole di quella donna. Dopo aver lasciato la cugina nelle sue stanze, il suo cervello iniziò a lavorare e capì che non poteva permettersi di lasciare in giro quella donna; rappresentava un rischio per lei e per i suoi futuri figli se quanto dichiarato era vero. Una parte di lei sentiva che quella predizione si sarebbe avverata. In fondo aveva sentito parlare di donne in grado di predire il futuro. Ciarlatana o no, non poteva permetterle di andare in giro con quel segreto. Doveva però agire in fretta, presto la donna sarebbe potuta andare via dal mercato, se non proprio dalla capitale del regno.

La conoscenza con suo cugino Oberyn le aveva insegnato molto e quindi aveva una buona conoscenza dei veleni, seppure di certo non poteva dirsi un'esperta come lui. Il problema era procurarsi la fiala velenosa che avrebbe segnato la fine della donna. Il posto ideale lì al castello era l'ufficio di maester Pycelle, tanto l'uomo era mezzo rincoglionito e quindi difficilmente si sarebbe accorto della scomparsa di uno dei suoi veleni, oppure sarebbe accaduto tra molto tempo. Si era sempre chiesta cosa se ne faceva un maester dei veleni, ma poteva darsi che era utile per studiare dei buoni antidoti. Quella notte indossò un mantello nero e lo usò per coprirsi. Dopo uscì senza fare rumore dalla sua stanza e chiuse piano la porta.

L'ufficio di Pycelle si trovava dall'altra parte del castello rispetto alla sua stanza, perciò dovette attraversare metà castello per arrivarci. I corridoi erano nella penombra più scura, vagamente illuminati dalle candele accese che spuntavano da dei candelabri appesi al muro di pietra. Quando sentiva un rumore si nascondeva dietro a un muro e di solito si rivelavano membri della Guardia Reale che facevano il giro di ronda. Ne incontrò sei, di cui due insieme e gli altri quattro separati. Aveva persino visto Arthur Dayne, il membro della guardia più fedele al re, che girava per i corridoi, evidentemente quella sera non era di guardia alla camera del sovrano. La fortuna doveva essere dalla sua parte perché nessuno - che lei sapesse almeno - la vide raggiungere l'ufficio del maester.

Quando entrò trovò la stanza vuota e vide una scrivania con alcuni scaffali dietro. Sentì un russare provenire da una porta a destra della camera e immaginò si trattasse dell'uomo. Avendo portato con sé il candelabro che stava sopra al suo comodino, poteva facilmente farsi luce. Superò le librerie e arrivò a un mobile sopra cui si trovavano erbe e fiale, oltre che vari contenitori da orrore, considerando che dentro ad alcuni di essi campeggiavano diversi insetti; addirittura dentro di uno c'erano quelli che sembravano, orribilmente, occhi e sperava dentro di sé che non fossero di qualche essere umano morto. Lesse attentamente le etichette sulle boccette e dopo un po' trovò quella che poteva fare a suo favore.

Stava per prenderla, ma si bloccò e socchiuse gli occhi verdi: il russare era terminato, Pycelle doveva essersi svegliato. Infatti sentì un rumore di passi venire verso di lei. Possibile che l'avesse sentita? Non aveva fatto alcun rumore. Oppure soffriva di insonnia. Decise di non pensarci e si nascose dietro a una libreria sperando di non essere vista. L'uomo grasso camminava sulle sue tozze gambe con fare incerto e non era proprio una bella vista con indosso solamente dei corti calzoni, che forse gli facevano da biancheria intima, e lo stomaco che strabordava dai calzoncini. Lo vide fermarsi proprio dinanzi allo scaffale con i veleni e le voltò le spalle. Dopo un po' si allontanò con aria tranquilla e sentì poi una porta chiudersi, probabilmente quella della sua camera.

La mattina dopo Pycelle si svegliò di buon umore e si vestì. Dopo si mise al collo la catena simbolo del suo ordine. Fu allora che gli venne un dubbio. Uscì fuori dalla sua stanza e si diresse verso il mobile dove teneva i veleni e si accorse che, come temeva, mancava una boccetta. Evidentemente il suo presentimento che ci fosse qualcuno quando si era svegliato in piena notte era fondato. Gli avevano rubato una boccetta di veleno e pregò che non venisse usato per ammazzare qualcuno della famiglia reale, se no sarebbe morto nel caso qualcuno avesse scoperto che il veleno era uno dei suoi. Decise di mantenere il segreto, però quel pomeriggio venne a sapere che una donna era stata trovata morta e sicuramente era stata avvelenata. Un dubbio gli balenò in mente.

Si precipitò a vedere il cadavere della donna e constatò che come sospettava era stato quel veleno a ucciderla. Naturalmente non era detto, però era possibile dato che la boccetta era scomparsa la notte prima e la signora era stata avvelenata quella mattina o quel pomeriggio. Si recò nell'ufficio del re e questi gli lanciò un'occhiata sorpresa quando lo vide piombare dentro all'improvviso tutto trafelato, questo ovviamente dopo aver discusso con le guardie che non volevano saperne di farlo entrare. Il sovrano era in compagnia di Jaime Lannister. Anche lui lo fissò stupefatto ed entrambi erano alquanto perplessi.

« Pycelle, si può sapere cos'è capitato? » chiese infatti il re preoccupato. Il maester riprese fiato perché gli era venuto il fiatone a forza di correre verso di loro.

« Qualcuno ha rubato uno dei miei veleni e poco fa ho scoperto che una donna è stata uccisa usando proprio un veleno uguale a quello. » spiegò. Rhaegar lanciò un'occhiata a Jaime, poi si voltò verso l'uomo.

« Quindi voi sospettate che qualcuno sia entrato nel vostro ufficio e abbia rubato uno dei vostri veleni, per poi usarlo per uccidere quella poveretta? » ipotizzò il Targaryen.

« Sì, deve trattarsi di qualche nobile che si trova al momento qua o una guardia, oppure un servo... » suppose. Il re non voleva nemmeno pensarci perché in quel momento al castello come suoi ospiti c'erano solo i Lannister, i Baratheon, i Martell e gli Stark. Tuttavia dubitava che uno di loro avesse interesse a uccidere quella che in base a quanto dichiarato dal maester era solo una povera maga. Insomma chiunque avrebbe potuto avere l'interesse di ucciderla. Quella volendo poteva essere agli occhi di tutti una truffatrice che viveva a spese dei poveracci che credevano alle sue parole e quindi spulciava loro delle monete. Eppure ebbe qualche sospetto quando apprese che le due cugine Lannister si erano recate dalla signora. Anna negò qualunque cosa affermando che la maga le aveva predetto un futuro alquanto roseo e aggiunse che non credeva a quelle sciocchezze e neppure Myrcella, almeno secondo lei, così lui non poté fare almeno di crederle.



[1] So benissimo che Cersei viene uccisa da uno dei suo fratelli; che poi secondo me sarà Jaime è un altro discorso, ma ho modificato volutamente la profezia.
   
 
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