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Autore: Venus80    21/09/2016    1 recensioni
Evelyn è una giovane strega forte e determinata amante delle avventure. Quando suo zio Gandalf le propone di raggiungerlo nella Terra di Mezzo per unirsi a lui e ad un gruppo di nani in un viaggio verso la Montagna Solitaria, non si lascia sfuggire l'occasione. Parte desiderosa di sperimentare questa nuova esperienza che la renderà ancora più forte, grazie anche ad un potere che finora non aveva mai conosciuto: il potere dell'amore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12: fuga per la salvezza
 
Evelyn e Thorin si avviarono di corsa per tornare dal resto del gruppo e videro Gandalf andare loro incontro, “Eve, Thorin…eccovi qua! Presto, gli orchi sono vicini…dobbiamo fuggire!”. “Sì, abbiamo sentito!”, affermò Thorin inquieto. “Svelti! Verso la montagna…ci nasconderemo lì!”, dichiarò poi il re dei nani con sollecitudine dirigendosi verso i suoi compagni. La compagnia si affrettò a rimettersi in marcia e camminarono per ore senza sosta fino al calare della sera. “Gli orchi sono sempre più vicini…lo sento”, asserì Evelyn con voce smorzata dalla tensione. Si fermarono tutti e guardarono con apprensione prima Evelyn e poi Thorin sul cui volto si manifestò un’espressione irrequieta. “Sarà meglio controllare quanto sono vicini!”, affermò Thorin fermamente. “Sì, buona idea! Bilbo, potresti andarci tu?!”, replicò Gandalf. “Co-cosa?”, balbettò Bilbo. Thorin guardò Gandalf poco convinto della sua decisione e lo stregone dichiarò, “Gli orchi fiuterebbero subito l’odore dei nani, ma non quello di un hobbit”. “Potrei andarci io?! Con l’incantesimo di occultamente non mi vedrebbero!”, propose Evelyn. “E’ fuori questione! Tu non ci andrai…andrà Bilbo”, sentenziò Thorin con severità. Evelyn fulminò il re dei nani con lo sguardo e pensò stizzita, Il solito testone arrogante! Poi si accorse che suo zio la stava guardando con un sorriso malizioso e abbassò gli occhi imbarazzata.
Nel frattempo Bilbo, con rassegnazione, si avviò cautamente per un piccolo sentiero, mentre il resto della compagnia restò nascosta tra le rocce. Thorin diede un’occhiata ad Evelyn che fece capire dal suo sguardo accigliato di essere ancora in collera con lui. Forse ho esagerato, ma non voglio che le accada qualcosa!, pensò mestamente. Intanto Fili osservò perplesso Evelyn e suo zio e rifletté nervosamente, E’ accaduto qualcosa tra loro! Me lo sento!
Dopo qualche minuto, si sentì un rumore di passi provenire dal sentiero; si prepararono tutti nell’evenienza che si trattasse del nemico, invece era Bilbo che stava facendo ritorno di corsa. “Quant’è vicino il branco?”, domandò Thorin con apprensione. “Troppo vicino, un paio di leghe non di più”, rispose lo hobbit approssimandosi, “Ma questa non è la parte peggiore”. “I mannari ci hanno fiutato?”, chiese Dwalin. “Non ancora, ma lo faranno. Abbiamo un altro problema”, replicò Bilbo. Gandalf arrivò alle spalle del mezz’uomo e gli domandò con fermezza, “Ti hanno visto?”. Bilbo si voltò verso lo stregone che ripeté la domanda con enfasi, “Ti hanno visto?”, e lo hobbit asserì, “No, non è questo”. Gandalf annuì e affermò sorridente e soddisfatto, “Che vi avevo detto?! Silenzioso come un topo”. I nani annuirono sorridendo all’affermazione dello stregone. “Ha la stoffa dello scassinatore”, dichiarò orgoglioso Gandalf. Evelyn sospirò e scosse la testa rassegnata di fronte all’atteggiamento eccentrico di suo zio. “Volete darmi ascolto?!”, disse Bilbo con decisione, ma nessuno prestava attenzione a lui, tranne Evelyn la quale sembrava aver intuito che lo hobbit aveva qualche altra informazione da condividere. Allora a quel punto Bilbo alzò la voce, “Volete darmi ascolto?!”. Si zittirono tutti e il mezz’uomo proseguì, “Sto cercando di dirvi che c’è qualcos’altro là fuori”. Thorin sospirò e sul suo viso si delineò un’espressione preoccupata. Si guardarono tutti angustiati mentre Gandalf chiese, “Quale forma ha assunto? Quella di un orso?”. Bilbo, Bofur ed Evelyn guardarono lo stregone sorpresi. “S-sì, ma più grosso, molto più grosso!”, rispose lo hobbit. A quel punto il volto di Gandalf si fece serio. “Tu sapevi di questa bestia?!”, domandò Bofur con rigore. Lo stregone fissò i nani con austerità e poi si voltò senza dare una risposta. “Io dico di fare dietrofront”, asserì Bofur. “Ed essere travolti da un branco di orchi?!”, replicò Thorin con risolutezza. I nani si misero a discutere tra di loro sul da farsi quando all’improvviso Gandalf esordì, “C’è una casa”, e si girò verso i nani. “Non è lontana da qui, dove noi potremmo…ehm…trovare rifugio”, proseguì lo stregone. “Di chi è la casa? Amico o nemico?”, chiese Thorin con inflessibilità. “Nessuno dei due…lui ci aiuterà o ci ucciderà!”, rispose con compostezza Gandalf. I nani si guardarono preoccupati ed Evelyn osservò suo zio con apprensione. “Che scelta abbiamo?”, domandò Thorin. All’improvviso si sentì un urlo terrificante e lo stregone rispose rassegnato, “Nessuna!”.

La compagnia riprese la fuga fino a giungere in un’immensa pianura che percorsero senza sosta, attraversando ruscelli e boschi, con gli orchi e l’orso che non  davano tregua e si avvicinavo sempre di più; inoltre, stava sorgendo l’alba e questo avrebbe complicato le cose poiché la luce del giorno avrebbe reso difficile potersi nascondere adeguatamente. Gandalf guidava il gruppo per condurli alla casa di cui aveva parlato; dopo tanto correre, finalmente giunsero in prossimità di questa abitazione. “Svelti!”, urlò lo stregone. Bombur, terrorizzato, lo prese in parola ed accelerò il passo tanto da superare tutto il gruppo sotto gli occhi sbalorditi dei suoi compagni. Attraversarono il portone d’accesso al cortile e si diressero verso la porta d’ingresso; vi arrivarono in velocità a tal punto da andarci a sbattere contro. Fili iniziò a prendere a spallate la porta per cercare di aprirla. Poi sopraggiunsero tutti gli altri ed Evelyn si spostò per non essere travolta dalla furia dei nani che si scagliarono contro la porta. “Aprite la porta!”, intimò Gandalf. Evelyn cercò di richiamare l’attenzione dei nani per fargli notare che sarebbe bastato sollevare il chiavistello, ma nella foga, non prestarono attenzione a quello che lei tentava di dirgli. Evelyn sospirò rassegnata, si voltò verso Thorin, che stava sopraggiungendo, con aria abbattuta ed esclamò, “Il chiavistello!”. Allora il re dei nani si fece largo tra i suoi compagni e tirò su il chiavistello; la porta si aprì ed entrarono tutti di corsa. Una volta entrati, si affrettarono a chiudere l’uscio, ma l’orso riuscì ad infilare la testa tra le due ante. I nani cercarono di spingere l’anta rimasta semi aperta, però l’orso, essendo grosso e molto forte, stava per avere la meglio. Allora Evelyn si concentrò e, ad un tratto, l’orso perse forza a causa del dolore provocatogli dalla magia consentendo ai nani di chiudere la porta.
Guardarono tutti Evelyn e tirarono un sospiro di sollievo. Ori si voltò verso Gandalf e chiese sconcertato, “Quello cos’è?”, e lo stregone rispose con fermezza, “Il nostro anfitrione!”. Osservarono sbalorditi Gandalf che, abbozzando un sorriso, proseguì, “Il suo nome è Beorn ed è un mutatore di pelle”. Fece una pausa e mentre si addentrava nella casa continuò, “A volte è un enorme orso nero, altre volte è un omone grande e forte. L’orso è imprevedibile, ma con l’uomo ci si può ragionare. Tuttavia, non è che faccia i salti di gioia per i nani”. I nani si guardarono tra di loro preoccupati dalle parole dello stregone. “E nei confronti di streghe e stregoni è più propenso a fare salti di gioia?!”, chiese Evelyn con una vena di sarcasmo. Gandalf guardò sua nipote con un’espressione posata, sospirò e rispose, “Solitamente non dovrebbe avere problemi con streghe e stregoni, a meno che uno di noi non gli abbia fatto qualcosa per il quale possa esserne risentito”. Evelyn ripensò al fatto di aver usato su di lui l’incantesimo del dolore e replicò con rassegnazione, “Ah, confortante!”.
Intanto Thorin e Dwalin controllarono le finestre per verificare che l’orso se ne fosse andato, mentre Ori, che origliava alla porta, ad un certo punto disse, “Se ne sta andando”. Dori prese Ori per un braccio e lo fece allontanare dalla porta asserendo, “Vieni via da lì! Non è naturale, niente qui lo è!”. Poi Dori guardò Gandalf e dichiarò, “E’ ovvio, è sotto un oscuro incantesimo!”. Lo stregone affermò con calma, “Non essere sciocco, è sotto un solo incantesimo…il suo”. Evelyn si avvicinò a Dori e lo rassicurò, “E’ vero, non c’è nessun incantesimo. Se ci fosse, lo percepirei”.
“Bene, ora mettetevi a dormire tutti voi. Starete più al sicuro qui stanotte”, dichiarò Gandalf togliendosi il cappello. Poi si guardò intorno e mormorò, “Lo spero!”. Evelyn passò accanto a suo zio e gli sussurrò con tono ironico, “Confortante anche questo!”. Lo stregone abbozzò un sorriso.  
Tutti i componenti della compagnia perlustrarono la casa per cercare un angolo dove mettersi a dormire. Evelyn si avviò in quella che sembrava essere la cucina poiché vi era un tavolo e attorno degli scaffali con delle provviste di cibo; c’era anche un camino acceso ed Evelyn ne approfittò per scaldarsi sedendosi vicino. Fili le si avvicinò e le appoggiò sulle spalle la sua pelliccia. Evelyn si voltò e, quando vide che si trattava del nano biondo, distolse lo sguardo imbarazzata. Fili percepì il disagio di Evelyn e questo gli diede un’ulteriore conferma che tra lei e suo zio era accaduto qualcosa, Non mi sbagliavo! E’ successo qualcosa tra di loro! Un sentimento di rabbia e gelosia cominciò a crescere in lui, perciò decise di non perdere più tempo e di passare all’azione. Si approssimò ulteriormente ad Evelyn accarezzandole i capelli e le sussurrò dolcemente, “Evelyn, dovrei dirvi una cosa!”. Evelyn intuì cosa avrebbe voluto dirle Fili. No, non vorrà dichiararsi?! Adesso cosa faccio?!, pensò nervosamente. Allora cercò di evitare il discorso trovando una scusa plausibile, “Perdonatemi, ma mi sono ricordata che devo scrivere ai miei genitori e alla mia amica. Parleremo un’altra volta!”. Detto ciò, si alzò, si tolse la pelliccia e l’appoggiò sulla sedia. Poi si diresse verso la stalla adiacente la cucina dove si stavano sistemando tutti gli altri membri del gruppo e si mise accanto a suo zio. Fili rimase talmente frustrato da non riuscire a reagire; stette per un po’ in piedi davanti al camino a fissare il fuoco prima di decidersi ad andare a dormire. Thorin, che aveva assistito a tutta la scena, capì cosa stava accadendo, Fili è interessato ad Evelyn! Guardò Evelyn e, ripensando a ciò che era successo tra di loro al ruscello, assunse un’aria soddisfatta, ma spostando lo sguardo su Fili, la sua espressione divenne mesta. E’ pur sempre mio nipote ed erede al trono. L’ho visto crescere e gli ho fatto praticamente da padre da quando mio cognato è morto! Voglio bene a Fili, ma non posso negare i miei sentimenti per Evelyn. Quando tutto questo sarà finito, penserò ad una soluzione per questa situazione!, pensò Thorin e dopodiché riportò la sua attenzione su Evelyn.
Evelyn non si accorse dello sguardo di Thorin su di lei poiché era intenta a scrivere ai suoi genitori e a Kaytria ai quali era un po’ che non dava sue notizie poiché gli ultimi avvenimenti non le avevano concesso molto tempo da dedicare a se stessa. Scrisse prima ai suoi genitori:
 
Cari genitori,
 
scusatemi se non mi sono fatta sentire prima, ma qui mi sto divertendo talmente tanto che ho perso la cognizione del tempo e ho la mente impegnata da altri piacevoli pensieri.
 
Lo zio mi sta facendo visitare tanti bei luoghi; la Terra di Mezzo è proprio come me l’ero immaginata.
 
Un bacio,
 
Eve
 
Dopodiché inviò la lettera utilizzando, come al solito, la magia. Dopo averla inviata, si fermò a riflettere e pensò sospirando, Certo che se sapessero la verità, chissà come reagirebbero?! Poi prese un altro foglio e scrisse a Kaytria:
 
Cara Kaytria,
 
abbiamo superato le Montagne Nebbiose e siamo quasi alle porte di Bosco Atro.
 
Lungo la strada abbiamo trovato qualche imprevisto, ma niente di preoccupante.
 
Però è successa una cosa a me. Sai, avevi ragione, mi sto innamorando di Thorin, anzi, sono innamorata di lui ricambiata. Ne sono sicura perché mi ha baciata e io non mi sono tirata indietro.
 
Lo so che mi farai la ramanzina sul fatto che abbia preferito un nano a Jago, però Jago non è il mio tipo, invece Thorin è proprio ciò che cercavo.      
 
Ti ricordi quando sulla nave mi hai chiesto chi fosse il mio tipo ideale e io ti ho risposto che vorrei un uomo forte sia fisicamente che caratterialmente, ma non irrispettoso e dispotico. Un uomo che sappia farsi valere, ma che sappia anche essere umile e che, quando necessario, sia in grado di mettere da parte il proprio orgoglio e riconoscere i propri errori?!
 
Ecco, Thorin è proprio così e non lo cambierei per nulla al mondo.
 
Comunque, ti terrò aggiornata.
 
Un abbraccio,
 
Evelyn
 
Terminato di scrivere, Evelyn inviò la lettera alla sua amica. Gandalf notò che sua nipote stava scrivendo delle lettere e le domandò, “Hai scritto a mia sorella e a mio cognato?”. Evelyn si voltò verso suo zio e annuì sorridendo. Poi aggiunse, “E anche a Kaytria”. Lo stregone guardò sua nipote con tenerezza e asserì, “So che ti manca casa tua, ma saresti stata sprecata a passare il tuo tempo sempre e solo a Lothian e dintorni. Hai delle potenzialità che soltanto uscendo dal solito ambiente e facendo esperienze nuove potrai sviluppare!”. A quelle parole Evelyn si ricordò della sua recente acquisizione della capacità di predire il futuro attraverso i sogni e dichiarò, “A proposito di potenzialità, il cambio di ambiente e l’esperienza sono il motivo per il quale prima non ho mai fatto sogni premonitori e invece adesso sì?”. Lo stregone tirò una boccata dalla pipa, fece un respiro profondo e replicò, “Beh, sì, ma non è solo per quello. Per prima cosa, alcune abilità si sviluppano con l’avanzare dell’età. Tu non sei più una bambina, ma stai diventando adulta e, di conseguenza, i tuoi poteri si stanno accrescendo”. Fece una pausa per tirare un’altra boccata dalla pipa e poi proseguì, “Seconda cosa, realizzare il tuo sogno di venire nella Terra di Mezzo ti ha caricata di un’energia positiva che ha permesso di attivare la tua capacità, assopita, di fare sogni premonitori”. “Perciò realizzare i propri desideri fa diventare più forti?”, chiese Evelyn incuriosita. Gandalf sospirò e rispose, “Non solo quello”. “E cos’altro?”, domandò Evelyn. Lo stregone fissò sua nipote abbozzando un sorriso e replicò, “Credo che lo scoprirai ben presto!”. Evelyn osservò suo zio con uno sguardo inquisitorio. Gandalf sorrise con malizia e, posando la pipa, disse, “Beh, adesso sarà meglio dormire. Dobbiamo recuperare le forze…ci attende ancora un lungo cammino”.
Evelyn rimase sbigottita; sapeva benissimo quanto suo zio fosse strano, ma certe volte si stupiva ancora del suo atteggiamento stravagante. Poi si guardò attorno e vide che tutti quanti dormivano, tranne Bilbo che fissava pensieroso il soffitto. Dopo scrutò dalla finestra e notò che stava calando la sera; alla fine si arrese alla stanchezza e si addormentò. 
    
 
   
 
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