Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Virgo_no_Cinzia98    21/09/2016    1 recensioni
Post Hades e post Soul of Gold, Atena è riuscita a riportare in vita i Cavalieri d'Oro, ma la pace che regna sovrana al Grande Tempio viene ben presto spezzata: il Cavaliere di Artemide giunge al Santuario portando con sé la notizia di una guerra incombente. L'Oracolo di Apollo ha previsto un nuovo conflitto tra divinità, ma resta ancora un'incognita: chi sarà il nemico che Atena e i suoi Cavalieri saranno chiamati ad affrontare? Un altro dubbio però affligge i nostri paladini, l'ambigua Artemide è veramente dalla loro parte come ha dichiarato o cerca solo di sfruttare la loro alleanza? Sta ai nostri valorosi Saint stabilire di chi fidarsi e di chi dubitare. Quale divinità uscirà vincitrice di questo gioco degli Dei?
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Gemini Kanon, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 14 – Filo spinato e cocktail in riva al mare
(per le note * guardare in fondo al capitolo)
 
 
Milo respirò di nuovo l’aria fresca, erano appena sbucati nel Tempio di Zeus.
“Se Tempio si può chiamare…” pensò tra sé e sé
Le rovine presenti erano l’unica testimonianza dell’antico edificio ellenico. Una quindicina di colonne segnava il perimetro di quello che doveva essere stato un magnifico tempio. Qualcosa però spezzava la normale fisionomia dell’opera.
- Quella colonna è svenuta o l’hanno concepita così, sdraiata a pezzettini sul pavimento?- chiese lo Scorpione
Camus sospirò – Nessuna delle due. Nel 1852 durante un temporale fu abbattuta da un fulmine-
- Grazie Wikipedia-
Il francese scosse la testa con aria rassegnata. Milo però sapeva che gli piaceva dare sfoggio della sua cultura ogniqualvolta se ne presentava l’occasione. “Che secchione”
Saga si guardò intorno – Dov’è Artemide?-
- Cavalieri- proferì una voce alle loro spalle
- Mia Signora- rispose Daphne accennando un inchino
La Dea della Caccia sfoggiava la solita corta tunica argentata corredata di arco e faretra - Seguitemi- intimò senza tante cerimonie.
Si diresse a passo deciso verso un punto della pavimentazione identico a tutti gli altri.
Milo fu tentato di chiedere che cosa avesse di particolare quel metro quadrato, ma qualcosa lo distrasse. Tutta l’energia del luogo sembrava convergere lì, come se il tempio stesso avesse un suo cosmo e quel punto ne fosse la fonte. Lanciò un’occhiata agli altri Cavalieri per essere sicuro di non essere l’unico ad avere quella sensazione, ma anche loro sembravano confusi quanto lui.
- Un tempo qui sorgeva una statua di mio padre in avorio e oro- spiegò la Dea – Serviva ad indicare il passaggio che conduce al luogo dove si trova il sigillo per imprigionare Zeus… È un vero peccato che voi mortali vediate questo tempio com’è ora, rovinato e consumato dal Tempo. Un tempo era il più grande e maestoso di tutta la Grecia… dopo quello di Efeso a me dedicato, naturalmente-
“Naturalmente... Sono un po’ pieni di sé questi dei?” pensò Milo
Artemide incoccò una freccia argentata e la scagliò dove, forse, lei era in grado di vedere la statua di Zeus di cui aveva parlato. Subito si aprì un vortice all’interno del quale l’aria sembrava farsi liquida.
- Questo è il passaggio?- chiese Saga
La Dea annuì – Una volta oltrepassato, non sarete più nel regno dei mortali-
Uno alla volta, i Cavalieri entrarono nel vortice. Il mondo sembrò rovesciarsi e diversi rumori indistinti giunsero alle orecchie dei Saint, poi, così com’era iniziato, tutto finì. Si ritrovarono in piedi davanti all’entrata di un tempio. Milo lo squadrò, aveva qualcosa di familiare... Indicò la colonna davanti - Sulla cima non ci sono quelle specie di foglioline come sulle colonne del tempio da dove siamo venuti?-
- Milo, sono capitelli corinzi, non foglioline- lo corresse Camus
Il greco sbuffò, a lui non piaceva la storia dell’arte. E poi, scherzi a parte, somigliavano davvero a delle foglie.
- Questo è il tempio da cui siamo venuti- notò Kanon
- In questa dimensione il potere di Crono non ha effetto, essendo lui rinchiuso nel Tartaro- spiegò Artemide
Chiunque avesse studiato un minimo di mitologia greca si sarebbe ricordato quel nome: Crono mangiò i suoi figli per paura che uno di loro lo spodestasse, ma Zeus si salvò e, dopo aver sconfitto il padre, lo imprigionò nel Tartaro. Vatti a fidare dei parenti.
Il gruppetto avanzò verso l’entrata dell’edificio - E adesso cosa dovrebbe succedere?- chiese Daphne dando voce ai dubbi di tutti
Artemide continuava a tenere in mano l’arco – Dovrete affrontare le prove degli…-
Un’improvvisa luce abbagliò gli occhi dei presenti. Milo portò istintivamente una mano a coprirsi il volto.
- Guarda chi c’è… la mia sorellina preferita!- esclamò una voce musicale
- Apollo, quante volte ti devo dire che sono nata prima io?- replicò Artemide con aria scocciata
- Dettagli- commentò il Dio del Sole
Apollo indossava una corona di alloro che cingeva i riccioli biondi. Un sorriso caldo gli illuminava il volto, la tunica alla greca che indossava era dorata come la luce che sembrava sprigionarsi dall’arco e dalla faretra.
Il Dio si voltò verso i Cavalieri – Quindi questi sarebbero i guerrieri di Atena? Uh, guarda! Voi due siete gemelli- disse indicando Saga e Kanon – Anche a voi capita di litigare su…-
- Fratello- lo interruppe la Dea – Vuoi sottoporli alla tua prova?-
- Mi sono dichiarato neutrale e devo sottoporli ad una prova… Secondo me non ha senso-
- Sì, va bene. Muoviti-
- Okay, okay… sennò chi la sente Era o quelle vecchiacce delle Moire- borbottò il Dio
Squadrò attentamente i Cavalieri di Atena – Non ho intenzione di ostacolarvi, però… - si picchiettò l’arco sulla testa con aria pensierosa – Vediamo…-
Artemide sospirò – Stai improvvisando, vero?-
- Certo che… ehm, sì- ammise Apollo – Ma io sono il Dio delle arti, quindi l’improvvisazione è il mio mestiere-
Milo si schiarì la voce – Scusi, divino Apollo, ma non avremmo tutto il giorno…-
Apollo lo fissò attentamente. Il sorriso che prima era stampato sul suo volto si spense di colpo. Il greco si sentì un po’ troppo al centro dell’attenzione, essere squadrati in quel modo da un Dio metteva lievemente in soggezione. Artemide si schiarì la voce per riportare il fratello al presente.
- Oh giusto, la prova- si sbloccò lui – Mmh… Qualcuno di voi sa cantare o suonare?-
Che diamine di prova era? Dovevano imprigionare Zeus o vincere Olimpo’s got talent? Quel Dio doveva essere afflitto da una specie di demenza senile divina.
Saga lanciò un’occhiata di sbieco a Daphne. Lei sbuffò
- Mi tocca- mugugnò – Cosa dovrei fare divino Apollo?-
- Canta qualcosa… sono il dio della musica, deliziami-
Daphne sembrò brancolare nel buio per qualche secondo, poi iniziò a cantare la “Marseillaise” sfoggiando  tutto il suo patriottismo francese. Quando finì, Apollo batté le mani con aria soddisfatta - Quasi quasi ti assumo… così posso dare il benservito a quella musona di Melpomene*-
- Scordatelo, è il mio Cavaliere- gli ricordò Artemide
Il dio del sole alzò le mani – Scusa sorella… Un’ultima cosa, Cavalieri… Primo soccorso- annunciò
I Saint si lanciarono occhiate perplesse. Adesso era diventato un gioco con domande per categoria?
- Cosa ci fate su una distorsione?-
- Ci si applica del ghiaccio e si tiene a riposo l’arto- rispose Camus, un po’ confuso dalla domanda
- Esatto!- si complimentò il dio – Ora potete andare-
Artemide fissava il fratello con aria disperata – Questa era la tua prova?-
- Sì. Se mi dichiaro neutrale vuol dire che non sono intenzionato né a ostacolare né a favorire chi vuole raggiungere il sigillo per imprigionare Zeus. Ho sottoposto i guerrieri alla mia prova, il mio dovere l’ho fatto. Punto- dichiarò risoluto – Ci vediamo Cavalieri-
Lanciò un’ultima occhiata a Milo, poi salì su un cocchio dorato spuntato dal nulla. Lo Scorpione fu però sicuro di sentire la voce del Dio nella sua testa.
“Mi dispiace”
Due parole, solo due, cariche di rammarico. Milo non capì a cosa si riferisse, riusciva solo a percepire che non avevano niente a che fare con la loro missione.
“Cosa vuol dire? E perché mi fissava in quel modo?”
Si voltò verso Camus come a cercare una spiegazione, ma il francese non fece in tempo a dargliela, se anche ne avesse avuta una. Una muraglia di filo spinato comparve dal nulla, separando in due gruppi i Cavalieri: Milo e Camus da una parte, i gemelli e Daphne dall’altra. Una piccola bandiera era incastrata su una spina.
La ragazza si avvicinò al pezzo di stoffa rossa – Un cinghiale e un cane…-
-… gli animali sacri ad Ares- finì suo fratello
Artemide sospirò – D’ora in poi dovrete cavarvela da soli- disse prima di scomparire in un bagliore argenteo lasciando i Cavalieri in balia della nuova divinità.
“Perché se n'è andata se desidera vederci vincitori?”
Il cielo sembrò tingersi del colore del sangue. Ciò bastò a far concentrare Milo sulla loro situazione e a lasciare le domande sul comportamento di Artemide a dopo.
- Non promette bene- borbottò Kanon con lo sguardo rivolto al cielo
Milo non poteva dargli torto, apprestarsi ad affrontare Ares senza l’appoggio della loro unica alleata divina non era una delle migliori situazioni auspicabili. Finalmente il Dio della Guerra apparve. Ares indossava la propria armatura, ricca di spunzoni, rossa e nera. Milo dovette ammettere con se stesso che quella mise ricordava vagamente Arles.
Ares proruppe in una risata roca - Ma che carini! Avete anche riconosciuto i miei animali sacri nonostante non vada più di moda venerare gli Dei- lasciò scivolare lo sguardo su Daphne – Cosa ci fa una bella ragazza come te qui?-
Lei alzò il mento dando sfoggio (per l’ennesima volta) della somiglianza col fratello - Servo la mia Signora- rispose decisa
- Sei un Cavaliere? Un vero spreco- disse il Dio avvicinandosi alla francese
Saga fece un passo avanti – Non provare nemmeno a toccarla-
Ares si grattò il mento – Tu sei… Saga dei Gemelli, ecco chi sei. Le tue gesta sono giunte fin sull’Olimpo. Un bel lavoro, complimenti! Ma potevi fare di meglio eh… Quel pentimento all’ultimo minuto ha rovinato tutto… e io che tifavo per te…-
Il Grande Sacerdote s’irrigidì. Essere apprezzato dal dio della guerra, guerra nel senso di sete di sangue, non doveva essere nei suoi piani.
- Sai che ti dico? Magari ti risparmio… e tuo fratello Kanon pure, anche lui mi ha deliziato con le sue imprese, ma quel cambio di rotta improvviso… ah, dovevi lasciar morire Atena infilzata da quel tridente. Avevi fatto tutto quel lavoraccio per ingannare il vecchio Acciuga… Però via, vi lascerò vivere tutti e due. Potrei riportarvi sulla via del male- guardò di nuovo Daphne – Anche tu hai fatto un po’ di macello quando hai distrutto la tua casa e ucciso la tua famiglia… Con la motivazione giusta sei inarrestabile, hai un buon potenziale, potrei lasciar viva anche te-
- Non ci importa un bel niente se ci consideri degni di vivere o meno, Ares- intervenne Kanon – Siamo qui per affrontare la tua prova-
- Gne gne… Non voglio farvi affrontare nessuna prova. Voi tre vi porterò dalla mia parte, potreste diventare degli ottimi Berserker… Questi altri due- si voltò verso Milo e Camus - li ucciderò di persona-
“Bello vedere come sono apprezzato dalle divinità” commentò Milo fra sé e sé.
Il Dio scomparve in una nube di polvere e ricomparve dall’altro lato del filo spinato.
- Noi non diventeremo mai dei guerrieri al tuo servizio!- esclamò Saga – Abbiamo giurato fedeltà ad Atena, moriremmo piuttosto che tradirla-
- Io servo Artemide, non un fantoccio che brama il sangue e la battaglia-  rincarò Daphne
Milo sollevò le spalle e si rivolse al Dio – Non hai molti follower… Sembra che dovrai ucciderci tutti, Ares-
Lui rise – Beh… non mi dispiace così tanto. Più nemici, più sangue-
“Siamo cinque Cavalieri contro un Dio, possiamo farcela?”
Il Dio della Guerra si voltò verso i Cavalieri dello Scorpione e dell’Acquario – Prima tocca a voi-
Prima che potesse fare alcunché Ares fu interrotto da una voce femminile- No!-
Il Dio della Guerra si voltò verso la donna che aveva parlato – Nemesi! Cosa vuoi?-
“E questa chi è?”
La Dea avanzò verso Ares – Sei qui per sottoporre questi guerrieri ad una prova. Non devi combatterli in prima persona, sai quali sono le regole-
- Che me ne importa delle regole? E tu cosa c’entri in tutto questo?-
- Sono la dea della vendetta, distribuisco la giustizia compensatrice per garantire l’ordine e l’armonia-
- E che ci fai qui?-
- Se ti scontri in questa sede con questi guerrieri, sarò costretta a far loro giustizia per il torto subito- dichiarò Nemesi
Ares sollevò le mani – Quale torto? Io li voglio solo uccidere-
- Tu devi sottoporli alla tua prova. Non combatterli direttamente-
Milo seguiva lo scambio di battute tra i due Dei facendo saettare lo sguardo da uno all’altra come ad una partita di tennis. Non aveva idea del perché una Dea si fosse interessata a prendere le loro parti, ma la cosa non gli dispiaceva per niente.
- La mia prova consiste nel cercare di sconfiggermi- ribatté Ares
- Non è una prova leale. Se così farai, interverrò a tuo sfavore, vendicandoli- replicò risoluta la Dea
Il Dio della guerra sbuffò – Come vuoi- si voltò verso i Cavalieri – Buona fortuna per sconfiggere la mia armata del Terrore- augurò ghignando
Nemesi sospirò e se ne andò così com’era arrivata. Qualcosa diceva a Milo che, nonostante l’intervento della Dea, non sarebbe stato facile superare quella prova. Lanciò un’occhiata a Camus
- Conosci i guerrieri di Ares?-
- Ai tempi del mito combatterono contro Atena, erano noti per la loro ferocia in battaglia- rispose il rosso
- E io che credevo di annoiarmi-
I Berserker comparvero dal nulla. Si divisero in due gruppi e si schierarono ai lati del filo spinato, poi guardarono il loro Signore in attesa di ordini.
Ares incurvò le labbra in quello che doveva essere un sorriso – Armata del Terrore, distruggete questi Cavalieri. Nessun sopravvissuto-
Agitò la mano e il filo spinato crebbe in altezza – Fossi in voi, non proverei ad oltrepassarlo, ma se volete morire più in fretta fate pure…-
Milo scrutò la barriera che li separava, sembrava intrisa di cosmo divino.
-… Sarete divisi fino a che non avrete superato tutte le prove- disse il Dio – almeno che non desideriate finire in brandelli-
Kanon provò a superare l’ostacolo usando il controllo dimensionale che lui e il fratello padroneggiavano, ma senza successo. Evidentemente il cosmo di Ares impediva ogni forma di ricongiungimento tra i due gruppi di Cavalieri.
- Accidenti!- imprecò il gemello minore
“Proprio simpatico questo dio… E ora come facciamo?” pensò Milo
Non poté fare a meno di notare che la maggior parte dei guerrieri nemici si era allineata di fronte a Saga, Kanon e Daphne.
- Milo, Camus!- li richiamò la voce di Saga – Sconfiggete i vostri nemici e poi entrate nel tempio. Ci rivedremo al sigillo-
- Ci dividiamo?- chiese Milo
- Non abbiamo alternativa, dobbiamo fare il più in fretta possibile per limitare il rischio di perdite al Grande Tempio- rispose il Grande Sacerdote
I due annuirono e si voltarono verso i propri avversari
- Allora Cam, finalmente combattiamo fianco a fianco-
- Contro Loki cosa abbiamo fatto?-
- Quello era un Dio, non era divertente-
I Berserkers scattarono all’attacco, ma ben presto alcuni di loro furono investiti da una Diamond Dust.
Milo accennò alle loro armature – Sono massicce-
- Sì, questo li rallenta- notò Camus
- Allora sono la mia preda- ghignò lo Scorpione sfoderando l’artiglio
Si lanciò a corsa verso le file nemiche tempestando i guerrieri di punture. Camus nel frattempo concentrò il proprio cosmo e portò le mani sopra la testa, preparandosi a lanciare il suo colpo più potente. Milo si spostò dalla traiettoria dell’attacco mentre sentiva la voce del francese
- Aurora Execution-
I pochi guerrieri che rimasero fuori dal raggio d’azione del potere congelante del Cavaliere dell’Undicesima Casa furono bloccati dalle onde paralizzanti di Milo. I Berserkers si guardarono intorno sconcertati.
- Sì, siete fregati- li rassicurò Milo prima di finirli con cinque o sei punture a testa
I nemici caddero a terra con un tonfo sordo - Mmh, fragilini- commentò un po’ deluso – Non sono arrivati nemmeno a otto-
Sperò con tutto il cuore che anche i guerrieri che si apprestavano a ingaggiare battaglia al Grande Tempio fossero altrettanto scarsi.
Osservò come se la stavano cavando gli altri al di là del filo spinato. I guerrieri di Ares li superavano in numero, ma i Cavalieri sembravano in grado di tenere loro testa.
- Milo- lo chiamò Camus – Muoviamoci, non possiamo perdere tempo-
Il greco annuì e seguì il compagno nel tempio. Avevano già superato due prove, ma erano stati costretti a dividersi. Milo non era sicuro che gioire fosse una buona idea.
***
 
Camus avrebbe voluto sapere cosa aspettarsi. Detestava trovarsi impreparato di fronte ad un ostacolo. Non sapeva quale divinità si sarebbe trovato davanti, non sapeva a quale prova sarebbe stato sottoposto, non sapeva se sarebbe stato in grado o meno di superarla. Ma da quella missione dipendeva la vittoria di Atena, non poteva permettersi di dubitare di se stesso o dei suoi compagni nemmeno per un secondo. Zeus doveva essere imprigionato a tutti i costi.
La voce di Milo lo distolse dai suoi ragionamenti – Cam?-
- Mmh?-
- Perché Apollo mi ha fissato in quel modo?-
L’Acquario non era sicuro della risposta da dargli, il suo era solo un sospetto. Come poteva dire a Milo che lui e Apollo… si somigliavano? Il sorriso luminoso, la spontaneità, la voce capace di scaldare anche il più freddo dei cuori…
- Ehi! I Berserkers ti hanno tagliato la lingua? Oppure sono così bello che ti distraggo?-
- Già… Cioè- arrossì – Volevo dire, non lo so. Queste divinità sono imprevedibili, Milo. Io non mi preoccuperei troppo, meglio focalizzarci sulla prossima prova-
- Era per fare un po’ di conversazione mentre aspettavamo di imbatterci nel prossimo svitato-
Si fermarono all’improvviso entrambi. Un attimo prima stavano correndo dentro un tempio greco, perché adesso si trovavano in una terrazza in riva al mare? Una leggera brezza solleticava la nuca di Camus scompigliando piano i ciuffi di capelli rossi. Qualcosa non andava… Si guardò addosso e non vide più l’armatura. Perché non indossava il Cloth?
- Milo, dove siamo finiti?-
- Speravo lo sapessi tu- fu la rassicurante risposta
Lasciò scivolare lo sguardo sulla terrazza. Non era molto grande, lo spazio era occupato da due sdraio e un basso tavolino su cui erano adagiati un paio di libri e qualche bicchiere da cocktail.
“Deve essere un illusione” pensò Camus “Ma quale Dio creerebbe un’illusione di questo tipo?”
Quello sembrava uno scenario da sogno, ma tra gli dei rimanenti non c’era alcuna divinità dei sogni… Guardò verso Milo. La luce del sole che tramontava tingeva i suoi capelli biondi di sfumature dorate e arancioni. Gli occhi azzurri illuminati dai riflessi del mare… Nemmeno lui indossava l’armatura. Una camicia sganciata in alto lasciava intravedere i pettorali mentre le maniche arrotolate scoprivano le braccia muscolose, frutto di anni e anni di duri allenamenti. Le gambe atletiche erano fasciate da jeans stretti… Camus non poté fare a meno di notare che quei pantaloni gli facevano un didietro da urlo… Ma cosa andava a pensare? Erano in missione. Eppure lui non indossava armatura… ne era proprio sicuro?
Milo si accorse che lo guardava – Cam, che succede? Hai lo sguardo un po’ perso- lo raggiunse con pochi passi
Camus non riusciva a ragionare. Cosa ci facevano lì? Perché non erano più nel tempio? Ma la presenza di Milo lo distraeva… tutto quello scenario lo distraeva.
- Come siamo arrivati qui?- chiese lo Scorpione
La mente del francese non collegava, non riusciva a concentrarsi. Non era da lui. Cioè, farsi distrarre da Milo era normale, ma non nel bel mezzo di una missione. Un solo pensiero gli attraversava il cervello.
“Bacialo, bacialo… siete soli, avete tutto il tempo..”
Passò il braccio intorno alla vita di Milo avvicinandolo a sé. Si lasciò inebriare per qualche secondo dall’aroma di cannella del suo profumo, poi lo baciò. Senza rendersi conto di quello che faceva, lo spinse verso una delle sdraio.
- Cam?-
Il rosso non rispose e si avventò sui bottoni ancora allacciati della camicia di Milo. Ad un certo punto le mani del greco lo bloccarono.
- Milo, che stai facendo?- chiese confuso
- No, Cam. Tu che stai facendo?-
Camus non capiva. Perché lo fermava?
- Siamo in missione!- esclamò Milo – Questa è un’illusione, non è reale. Ci deve essere una divinità dietro tutto questo… e inizio anche a capire di chi si tratta-
Missione? Divinità? Sentiva che quelle parole avrebbero dovuto dirgli qualcosa…
- Cam! Forza, riprenditi! Tutto questo deve essere opera di Afrodite-
La risata di una donna risvegliò la mente di Camus. Si rese conto di ciò che stava facendo e si alzò di scatto arrossendo. Una donna comparve sulla veranda, una veste rosata che lasciava intravedere le forme le ricopriva il corpo. I capelli biondi erano raccolti in un’elaborata acconciatura sopra la testa ornata da un diadema di perle.
- Milo dello Scorpione- esordì con voce suadente – Non mi aspettavo che i miei poteri si sarebbero rivelati inefficaci con te-
Camus si sentiva bruciare le guance. Lui, il Signore delle Energie Fredde, era rimasto vittima del potere della Dea dell’Amore. Se Milo non lo avesse fermato…
“Che vergogna” riuscì solo a pensare
Afrodite si voltò verso di lui – Oh, non devi tormentarti, Camus. Era normale che tu rimanessi sedotto da questa situazione, considerando quanto cerchi di sottomettere le emozioni-
- Cosa volete dire?-
- Per chi relega i suoi sentimenti nel profondo, venire a contatto con i miei poteri è più… come potrei dire? Sconvolgente. Il mio cosmo fa appello alle emozioni che vengono lasciate libere così raramente…-  si accomodò su una delle sdraio – Farle venire a galla tutte insieme rischia di sommergere chi le nasconde strenuamente come te. Per questo motivo l’illusione ha avuto più influenza su di te che su Milo. Il tuo compagno si lascia guidare dalle emozioni, non ha avuto molti problemi a riconoscere che quello che stava vivendo non era reale, soprattutto quando ha visto cosa ti stava succedendo-
Camus si sentiva ancora in imbarazzo. Aveva sconfitto dei guerrieri di Ares e non era riuscito a superare un’illusione di Afrodite? Vinceva il Dio della Guerra e si faceva battere dalla divinità dell’Amore? Sembrava il riassunto della sua vita.
- Molti sottovalutano il mio potere- continuò la Dea bevendo un cocktail – Eppure perfino gli Dei cadono sotto i miei colpi-
- Perfino le altre divinità?- commentò Milo
Afrodite sembrò grata dell’attenzione – Oh sì. Di recente ho fatto caracollare una Dea che fin da sempre mi era resistita-
“Le uniche dee che sono sempre resistite alle sue tentazioni sono Estia, Atena e Artemide. Possibile che Afrodite abbia fatto innamorare la nostra Dea? Oppure si riferisce a qualcun’altra?”
- Chi?- continuò curioso il greco
- Beh, non si può dire. Pensare che si è innamorata di uno dei vostri compagni d’arme!-
- Una Dea si è innamorata di un Cavaliere? Una cosa simile è permessa?- domandò Camus
- Nell’Olimpo le regole non vengono mai rispettate come si deve. Quanti semidei ed eroi sono nati dall’unione di una divinità con un mortale?-
“Effettivamente”
La Dea sospirò – Ho sperato fino all’ultimo che capitasse quel Cavaliere qui davanti a me, ma, ahimè, è rimasto a proteggere Atena al Santuario-
- Un momento. Divina Afrodite, voi avevate detto che vi sareste schierata dalla parte del guerriero con la storia d’amore più interessante- intervenne Camus
- Hai fatto centro, Aquarius. Infatti sono dalla parte di Virgo, cioè dalla vostra-
- Virgo?- Milo spalancò gli occhi per la sorpresa
“Virgo? Forse è per questo che all’ultima riunione sembrava così turbato…”
Afrodite sorrise – Già. Ho lasciato mio figlio Eros a controllare il corpo di Artemide con l’ordine preciso di scoccare la sua freccia per far innamorare quella cacciatrice di chi l’avrebbe risvegliata, uomo o donna che fosse. All’inizio volevo farla cadere preda di un amore non ricambiato, poi ho cambiato idea. Un po’ perché la vendetta non mi si addice, sono troppo buona, e un po’ perché sono pur sempre la dea dell’Amore e mi dispiace vedere le persone afflitte da problemi di cuore. Così decisi di usare il mio potere anche su Virgo. Non sapete com’è bello vederli preda dei loro conflitti interiori: lo amo, ma non posso; la amo, ma devo rimanere fedele alla mia Dea; lo amo, ma lui è un umano; la amo, ma lei è una Dea e così via…-
- E voi lo trovate divertente?- Camus non capiva
- Oh sì- rispose la Dea – Ma è anche molto tenero, non trovate?-
Fortunatamente Milo ebbe la decenza di sviare il discorso per evitare discussioni inutili con quella Dea - Non vorrei sembrare sgarbato, divina Afrodite, ma avremmo una missione da compiere, non possiamo trattenerci a lungo, sebbene la conversazione sia alquanto interessante-
- Giusto, il dovere prima di tutto- disse Afrodite pensierosa. Agitò una mano e lo scenario dell’illusione scomparve. Si trovavano di nuovo nel tempio e indossavano entrambi le loro armature
La Dea si sistemò meglio il diadema di perle sui capelli - Avete superato la mia prova, quindi potete proseguire-
Milo e Camus fecero per avviarsi, ma la voce di Afrodite li fermò
- Se sopravvivrete a questa battaglia, avrete la vita che avete sempre sognato, insieme. Vi assicuro che farò di tutto per aiutarvi, credo che siano poche le coppie che sono riuscite a farmi emozionare come voi. Fate tesoro dei vostri sentimenti perché saranno la vostra salvezza, il vostro punto di appiglio nei momenti di difficoltà-
Le parole di Afrodite riscaldarono il cuore di Camus. Che fosse sempre opera del suo potere? Si sentì più carico, più deciso e determinato. La promessa della vita che desiderava lo aveva acceso, avrebbero vinto quella guerra a qualsiasi costo.
***
 
Daphne sentì qualcosa colpirla alla schiena, cadde contro la dura terra, imprecando in francese.
- Le donne dovrebbero stare lontane dai campi di battaglia, è risaputo- commentò una voce carica di arroganza alle sue spalle – Dovrebbero occuparsi della casa e dei figli-
“Detesto questi discorsi”
- Ah sì?- si rialzò in fretta e mandò il nemico a sbattere contro il filo spinato sfruttando le correnti d’aria – Benvenuto nel XXI secolo-
- Non mi hai fatto niente- disse quello con tono canzonatorio – Puoi impegnarti quanto vuoi, ma non potrai mai battere Enomao dell’Avvoltoio-
- Scommettiamo?-
- Non scommetto con le signore. Il tuo fidanzato, piuttosto, non dovrebbe proteggerti?-
- Io non ho bisogno di essere protetta- ringhiò la ragazza. Gli tirò un pugno, come a confermare ciò che aveva appena detto, ma lui si scansò
- Questo è tutto quello che sai fare?-
- Tu sai solo attaccare alle spalle?-
Enomao lanciò una colonna di fuoco nella sua direzione senza preavviso, ma Daphne si lasciò investire in pieno: lei controllava tutti e quattro gli elementi. Come previsto, le fiamme le lambirono il volto senza ferirla.
- Ma cos…?-
- Ops! Sembra che il tuo attacco non abbia avuto effetto. Davvero credevi che quel fuocherello potesse farmi qualcosa?- lo canzonò
Il Berserker digrignò i denti e allungò una mano verso il filo spinato alle sue spalle. Quello si mosse seguendo la sua volontà e strisciò verso di lui. Enomao lo impugnò come una frusta – Vediamo quanto sei veloce a scappare-
Daphne sentiva ancora il cosmo di Ares sprigionarsi dal filo ed era piuttosto sicura che non fosse proprio un buon auspicio.
Enomao agitò con aria divertita l’arma e quella si mosse come un serpente, cercando di bloccare la ragazza tra le spine. Daphne riuscì a scansarsi, ma sentì una parte del mantello squarciarsi. Si voltò verso il suo nemico appena in tempo per vedere un altro pezzo di filo spinato piombare verso di lei. Rotolò di lato mentre una spina le graffiava la guancia. Continuò così per qualche minuto, lui che l’attaccava con le fruste animate dal cosmo di Ares e lei che si scansava. Nonostante per il momento non avesse incassato alcun colpo serio, la francese iniziava a sentire crescere l’ansia. Quel combattimento le stava ricordando quello con le manticore… lei che si scansava dal loro pungiglione una volta, due volte… Se non avesse interrotto quella sequenza al più presto, il panico l’avrebbe assalita. Non è facile levarsi dalla testa come si è morti. Purtroppo aveva come la sensazione che Enomao stesse giocando proprio su quello.
“No. Questa volta è diverso. Sono più consapevole dei miei poteri, sono più potente di allora. Posso batterlo, devo batterlo”
Cercò di fare mente locale sugli insegnamenti di Artemide. La Dea le aveva fatto capire come utilizzare la propria empatia come un’arma. Non era più capace di leggere le emozioni altrui e basta, adesso era in grado di suscitare nel suo nemico quelle che voleva. Questa tecnica le richiedeva un ingente dispendio di energie, ma era l’unico modo per battere Enomao: vista la velocità dei suoi attacchi non avrebbe avuto il tempo materiale per lanciare uno dei suoi attacchi o una freccia senza rimanere colpita dal filo spinato intriso di potere divino. Si concentrò attentamente mentre scansava i colpi del Berserker ormai meccanicamente. Focalizzò bene il nemico nella sua mente, studiando il flusso delle sue emozioni. Rabbia, gioia perversa, voglia di sangue… quell’essere era a dir poco abominevole, sondare la sua sfera emotiva si rivelò una battaglia contro l’istinto di vomitare.
“Questa non è una persona, è un animale. Nemmeno, una macchina creata per uccidere, che prova piacere nell’uccidere e seminare terrore”
Il suo pensiero le diede l’ispirazione. Avrebbe istigato in lui una paura di intensità tale da farlo impazzire. Richiamò il cosmo e si concentrò. Si aggrappò alla sfera emotiva di Enomao e iniziò a manovrarla, a plasmarla come lei voleva, lasciando fluire il terrore più puro in lui. Il guerriero iniziò a diminuire la frequenza degli attacchi, Daphne sentiva la paura dilagare in lui, permeare tutte le parti del suo corpo. Il veleno che lei gli stava buttando in corpo risalì dalle radici fino a raggiungere le parti più profonde del suo io, radicandovisi. Enomao fermò completamente i movimenti delle fruste.
- Cosa… sta… succedendo?- chiese, la voce tremante, quasi irriconoscibile
- Sto usando la tua stessa moneta. Non provi forse piacere nel terrorizzare le persone?-
- No…-
Sulle parti lasciate libere dall’armatura iniziavano a comparire gocce di sudore, il volto del guerriero impallidì. Enomao cadde a terra, il corpo scosso da tremiti. Daphne non era sicura al cento per cento che quella tecnica potesse permetterle di uccidere materialmente qualcuno, non era un’esperta di medicina e non sapeva se fosse davvero possibile “morire di paura”. Decise così di risolvere il problema e finire il nemico in quel momento di netta inferiorità. Si avvicinò al Berserker
- E pensare che si dice che le donzelle siano più paurose degli uomini- commentò sarcastica prima di soffocare il nemico sotto un massiccio strato di terra
Sarebbe stato interessante vedere se il suo potere fosse stato in grado di uccidere Enomao, ma il tempo stringeva. Camus e Milo erano già dentro il tempio ad affrontare le altre prove, dovevano fare in fretta.
Osservò la situazione nel resto del campo di battaglia. Si stupì di vedere Phobos e Deimos, gli altri due comandanti dell’armata del Terrore, combattere tra loro. Kanon e Saga avevano appena finito di fare piazza pulita dei rimanenti Berserkers.
“Ma perché quei due combattono tra loro? Sono scemi?”
Saga la raggiunse – Tutto a posto?-
- Sì-
Accennò al graffio sulla guancia provocato dal filo spinato - Sei ferita…-
- Saga, sto bene- lo tranquillizzò
- Ti piace lo scherzetto che abbiamo fatto ai fratelli comandanti?- s’intromise Kanon
- Come avete fatto?-
- Genro mao ken- rispose Saga
- È una tecnica molto complicata- commentò Daphne. Aveva già sentito quel nome durante il suo periodo di addestramento al Grande Tempio e le sembrava di ricordare che fosse una prerogativa del Grande Sacerdote o che comunque il segreto connesso all’uso di quella tecnica fosse sotto sua custodia.
- Non per niente siamo i più forti- disse Kanon con tranquillità – Non fare quella faccia, Saga. È vero-
Sentirono provenire delle urla da dietro di loro. Si voltarono tutti e tre per vedere Phobos inginocchiarsi accanto a Deimos.
- Uh! Sembra che la divinizzazione della paura abbia appena fatto fuori la divinizzazione del terrore provocato dalla guerra!- disse il gemello minore con aria divertita
- Si sono definiti loro in questo modo- aggiunse Saga, in risposta all’espressione confusa di Daphne
Phobos ringhiò e si lanciò contro il Grande Sacerdote – Tu! Mi hai fatto uccidere mio fratello! E tu- si voltò verso Kanon – Tu hai fatto combattere Deimos contro di me. Io vi uccido!-
- Sì, va bene. Nelle condizioni in cui ti trovi dubito che tu ne sia capace- commentò Saga con aria sufficiente
Sollevò il braccio e investì il Berserker con il suo colpo più distruttivo. Inutile dire che di Phobos rimase ben poco.
- Potevi lasciarlo a me, però- borbottò Kanon
- Phobos era il mio avversario, non è colpa mia se Deimos si è fatto ammazzare-
- Uffa, ti sei preso il berserker più potente- continuò a lamentarsi il minore
- No, sono io che sono più potente di te- ribatté Saga
- Questo è da vedere-
Daphne si schiarì la voce richiamando i gemelli al presente. Era divertente vederli bisticciare come due bambini, ma non potevano permettersi di perdere tempo.
- Ne discuteremo un’altra volta- promise il maggiore – Ora dobbiamo vincere una guerra-
Si avviarono tutti e tre di corsa verso il tempio che si stagliava di fronte a loro scansando i cadaveri dei vari Berserker sconfitti.
- Sì… adesso la guerra, poi ti devi sposare… ammettilo che hai solo paura di me- borbottò Kanon
Saga ridacchiò – Mi sei mancato, fratellino-
- Tu per niente- gli rispose l’altro senza riuscire a nascondere un mezzo sorriso
Daphne scosse la testa divertita e scrutò attentamente le colonne che campeggiavano di fronte a lei. Quante prove mancavano ancora? Sette, otto? Il numero non aveva importanza, le avrebbero superate tutte, dalla prima all’ultima.
 
 
 
°°°note°°°
* Melpomene è la Musa della tragedia. Perdonate il gioco di parole con “musona” :P
Nota dell’autrice: per il soprannome “Wikipedia” si ringrazia un mio compagno della classe di francese che era solito chiamarmi così durante le lezioni.
A presto =^-^=
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Virgo_no_Cinzia98