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Autore: k_Gio_    22/09/2016    5 recensioni
Verità e bugie sono alla base di tutto. Tutti camminano in sentieri semi oscuri ma qualcuno vuole far sapere la verità.
Sarà l'inizio di qualcosa di bello o l'inizio di un doloroso epilogo, starà a loro capirlo e scoprirlo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

 

«Bene ragazzini siamo rimasti noi tre, pizza?»
«Siiii!!!» urlarono entusiasti entrambi «Chiamo io mamma!» Henry prese il cellulare e come se fosse avvezzo a fare chiamate di questo genere ordinò le tre pizze.
Si misero seduti per terra in salotto in un  cerchio un po' allargato con gli ingombranti scatoloni delle pizze al centro.
Mangiarono la pizza parlando di come si erano divertiti poco prima con Grace, di come gli era piaciuto il libro che Bae aveva portato. Le loro parole colme di entusiasmo erano in netto contrasto con l'ambiente ormai spoglio e vuoto che per quell'ultima sera potevano chiamare casa. Una nota malinconica passò negli occhi dei due che avevano vissuto in quelle quattro mura. Emma voleva andarsene già da tempo, quella casa le ricordava momenti dolorosi di cui preferiva farne a meno. Ma alla fine era rimasta per la posizione comoda in cui si trovava, per il lavoro e tutte cose che ora non le importavano più. Voleva cambiare. Avevano bisogno di cambiare.
«Mi mancherà questa casa» sospirò Henry guardandosi intorno il vuoto che regnava sovrano.
«Mancherà anche a me. Ma la nuova casa è più grande e ha un giardino, così quando Bae verrà a trovarci avrete più spazio per giocare» addentò una fetta di pizza mentre anche gli altri due facevano il medesimo gesto. Poi però la testolina di Bae si inclinò verso il basso.
«Qualcosa non va Bae?»
Scosse la testa con fare triste «Dopodomani torno a casa. Non so quando ci rivedremo» ammise.
Fu un duro colpo ascoltare quelle poche parole, non voleva dover fare più salti mortali di quanti già non avesse già fatto per poterlo vedere.
«E che problema c'è? Resta con Killian così ci vedremo sempre» disse con ovvietà Henry.
«Già» annuì poco convinto Bae ma felice per tutta quella considerazione che l'altro aveva nei suoi confronti.
Henry lo vide triste come non lo aveva mai visto prima «Bae» richiamò la sua attenzione e quando la ebbe continuò «Tu sei mio fratello» gli occhi limpidi azzurri finalmente liberi da qualsiasi demone del passato si specchiarono in quelli verdi e lucidi dell'altro che era rimasto senza parole.
«E tu sei il mio Henry».
L'unica che si ritrovò a versare lacrime fu Emma che non si era aspettata di udire quelle parole dai suoi figli. Dai suoi figli . Era la prima volta che pensava a loro come figli suoi. Entrambi.
«I miei bambini» la voce poco più di un sussurro mentre li circondava con le braccia  e loro si lasciavano avvolgere dall'amore incondizionato che quella donna nutriva per loro.

 

La mattina seguente con enorme stupore da parte dei tre, trovarono Killian appoggiato alla sua auto ammaccata che li aspettava.
Infatti non si aspettavano che sarebbe stato puntuale.
«Ciao papà!» Bae corse ad abbracciarlo mentre Henry lo affiancava.
«Ciao ometto numero uno, ciao ometto numero due» Killian   disse loro scompigliandogli i capelli.
«Gli occhiali sono per le occhiaie Jones? Fatto le ore piccole?» chiese ironica Emma mentre caricava la macchina con gli ultimi scatoloni.
«Esattamente» annuì lui.
«Bene, ho altre due scatole e nella mia macchina non entra più nulla, apri il cofano»
«Ai suoi ordini capo Swan» esclamò lui portando due dita alla fronte in un gesto militare e facendo ridacchiare i due bambini.
Finirono di caricare entrambe le auto, Emma ed Henry salirono un' ultima volta le scale di quello che era stato fino a quel giorno casa loro e facendosi forza  a vicenda per quell'inevitabile addio salutarono le mura bianche con cui avevano condiviso un periodo delle loro vite e con occhi lucidi ma felici di sapere che si cambiava in meglio.
Si scambiarono un sorriso coraggioso e pieno di speranza.
Tornarono di sotto raggiungendoli.
«Nella mia auto non c'è più posto, Henry può venire con te? Mi posso fidare?» chiese dubbiosa lei mentre con occhio critico lo esaminava per scorgere in lui qualche segno di cedimento, l'ultima cosa che voleva era ritrovarseli spiaccicati contro un muro per un colpo di sonno.
«Certo, se non fossi stato sicuro sarei venuto a piedi» Killian era un irresponsabile su alcune cose ma ferreo e responsabile su altre, come la sicurezza quando doveva guidare.
«Mmh, ok allora seguitemi».
Salirono in macchina seguendo il maggiolino giallo che guidava la bionda.
Dallo specchietto Emma li poté vedere mentre cantavano qualche canzone e se ne rallegrò.
Arrivarono in un quartiere poco distante che ospitava diverse villette, ed Emma seguita da Killian parcheggiarono davanti ad una di esse.
Scesero tutti e quattro fermandosi ad osservare la nuova casa. Emma vide l'agente immobiliare arrivare e cederle le chiavi. Era un nuovo inizio.
«Allora, Bae, Henry volete andare a vedere il giardino? Vedete se c'è davvero l'altalena di cui ci avevano parlato, ovviamente non allontanatevi e se c'è qualche problema venite a chiamarci ok?!» li vede annuire e correre sul retro poi si voltò verso Killian «Tu invece verrai con me e sconterai le pene dell'inferno, non ti fermerai finché non lo dirò io capito?!» fece con tono minaccioso. Erano amici? Non lo sapevano, sicuramente non erano quello che erano all'inizio ma volevano tornare ad esserlo entrambi, ma non sarebbe stato semplice...ok lo sarebbe stato, ma l'orgoglio di lei glielo impediva, voleva vedere se lui era davvero disposto a  tutto per riconquistare la sua fiducia e oggi implicava aiutarla con gli scatoloni e i mobili.
Killian annuì, se con quel trattamento riusciva a perdonarlo avrebbe resistito. Anche se la mancanza di sonno era una presenza pressante.
Non voleva perderla anche come amica...non era abbastanza l'amicizia ma sempre meglio di niente.
Per tutta la giornata spostarono mobili e aprirono scatoloni, fecero una breve pausa per mangiare qualche panino per pranzo e si rimisero a rimontare mobili e posizionare le varie cianfrusaglie. Anche Bae ed Henry diedero una mano, prendendo gli scatoloni contrassegnati con una grande ''H'' andarono in quella che Henry scelse come camera sua e iniziarono ad arredarla, non prima di aver fatto montare ai più grandi le mensole e la scrivania.
La casa aveva diverse stanze al piano superiore ed Henry per scegliere quale sarebbe stata la sua stanza tra quelle rimaste si era consultato con Bae e avevano optato per quella più grande...nel caso ci fosse stato bisogno di aggiungere un letto in più...
I due bambini erano elettrizzati, e Bae in quelle ore riuscì a non pensare che il giorno dopo sarebbe tornato a casa dove avrebbe sicuramente passato le sue giornate da solo a leggere o giocare alla play.
Emma e Killian che come trottole andavano su e giù per la casa non avevano parlato molto, giusto qualche parola per dire dove andava quella cosa o quell'altra.
«Mi pare che abbiamo montato la maggior parte dei mobili; sedie e divani li abbiamo messi al loro posto...» Emma stava riepilogando quello che avevano fatto e quello che mancava e tutto sommato erano ad un buon punto. Erano le cinque del pomeriggio e tutte quelle ore di lavoro ora iniziavano a sentirsi «Penso che dieci minuti di pausa ce li siamo meritati»  Emma sentì un ''Bene'' mormorato da Killian alle sue spalle mentre lei piegava una delle scatole vuote.
«Vogliamo mangiare qualcosa al fast food stasera» si stava portando i capelli dietro le orecchie per rimettersi un po' in ordine quando voltandosi lo vide sdraiato a peso morto a pancia in giù sul suo letto. Sorrise a quella vista, lo aveva stremato. Gli tirò su le gambe che ciondolavano fuori dal letto e dopo averlo guardato un'ultima volta uscì dalla stanza per vedere cosa combinavano i due bambini. Li vide sdraiati sul lettino di Henry con un libro di quest'ultimo che raffigurava navi antiche e moderne. Il libro giaceva sui loro pancini visto che erano crollati anche loro. Baciò le loro fronti e tornò in camera sua dove Killian non si era spostato nemmeno di una virgola. Si stese dalla parte opposta del materasso fermandosi a guardare quel volto stanco segnato da occhiaie evidenti. Nonostante fosse stanco non aveva sentito una lamentela da lui. Gli accarezzò una guancia per poi chiudersi in un breve sonno privo di sogni.

 

Qualche ora dopo Henry e Bae svegliati dai loro stomaci che chiedevano cibo si alzarono alla ricerca di qualcosa di commestibile ma avendo il frigo vuoto dovettero trovare una soluzione.
«Andiamo a chiamarli? Io ho davvero tanta fame Henry» Bae guardava l'altro massaggiandosi la pancia, dei panini del pranzo non vi era più l'ombra nel suo stomaco.
«Ok» salirono e li trovarono addormentati, Killian a pancia in giù  ed Emma su un fianco verso di lui, le mani al centro che si sfioravano.
«Henry non li svegliamo» bisbigliò Bae «altrimenti papà mi porta via!»
Henry li guardò «Killian non si alzerebbe da questo letto neanche se ci mettessimo ad urlare, è troppo stanco» poi vide il telefono di sua madre per terra «Ordiniamo la pizza». Presero il cellulare e tornarono in salotto.
«Vuoi chiamare tu Bae?»
«Ma io non l'ho mai fatto...non so come si fa»
«Così impari dai» l'altro annuì. E chiamò.
«Pronto?! Si vorrei ordinare quattro pizze» mentre Bae parlava Henry annuiva facendogli segno che stava andando bene fin a quando «L'indirizzo...Henry qual è l'indirizzo?» Henry si grattò la testa.
«Dobbiamo chiederlo a mamma, vieni» e corsero su per le scale entrando come due piccoli tornadi nella stanza di Emma che scossa dalle manine dei due spalancò gli occhi pensando ad una catastrofe ma non capendo cosa stesse succedendo. Killian ignaro continuava a dormire profondamente.
«Mamma l'indirizzo nuovo qual è?» Emma capendo dal telefono in mano che aveva Bae cosa stavano combinando glielo prese ed uscirono per lasciar dormire l'uomo.
Dopo aver ordinato e ricevuto l'ordine si domandarono se era il caso di svegliare Killian ma decisero che lasciarlo dormire era la cosa migliore. Dopocena i bambini si rimisero nel letto di Henry, fortuna che era da una piazza e mezzo altrimenti sarebbero stati stretti, Emma gli fece un po' compagnia finché non si addormentarono di nuovo. Tornò in camera constatando che nulla era mutato quindi come prima si adagiò sul letto.
Ore più tardi il movimento del materasso che si alzava la fece destare. «Killian che stai facendo?» domandò con voce impastata dal sonno.
«Devo andarmene» lo sentì mormorare. Emma controllò l'orario.
«Ma che cavolo dici sono le cinque di mattina, stanno ancora dormendo, torna a dormire anche tu» era troppo assonnata per  elaborare il perché quel comportamento idiota.
«Non posso rimanere qui, con te.»
«Non mi va di aprire una discussione a quest'ora, la rimandiamo a più tardi, ok? Vieni qui» tamburellò con una mano sul materasso e dopo averlo visto agitarsi e pensare a cosa decidere fece ciò che gli era stato detto. Si distese supino a distanza da lei.
Emma dopo aver sentito di nuovo il peso dell'uomo che fece cigolare il materasso  aprì un occhio per vedere se era stato solo un attacco di sonnambulismo.
«Cosa stai facendo?» mormorò vedendolo con gli occhi aperti che fissava il soffitto. A mente lucida ne avrebbe riso ma in quel momento no.
«Sto aspettando che si facciano le otto»
«Ma sei scemo? Perchè non dormi?» aveva affondato la faccia nel cuscino per poi alzarsi e appoggiarsi su un gomito nonostante non volesse fare altro che dormire.
«Non riesco a dormire...con te...nello stesso letto» ammise con voce più bassa.
«Aaa, ok, ho capito» si fece più vicina con fare malizioso ma era ancora in conflitto con lui e con se stessa, non si sarebbe spinta oltre.
«No Emma,» si voltò dalla parte opposta a al volto di lei con fare angosciato «non voglio, cioè vorrei ma non voglio farlo...così. Quello che provo per te non è cambiato e fare sesso con te solo per il piacere di farlo non mi basta più.» la voce che scemava nell'oscurità.
Era stata una stronza a tentarlo così, e lo riconosceva. Era lei a  non si riconoscersi in quella maschera che portava ed era felice che anche lui si fosse stancato...in un certo senso.
Si sporse su di lui e gli lasciò un bacio sulla fronte, era rimasta contenta di quelle parole, l'avevano fatta stare bene. Gli prese una mano e rimettendosi su un fianco se la adagiò all'altezza del cuore per poi sistemarsi più comodamente.
«Scusami» un flebile sussurrò che giunse alle orecchie di lei.
«Scusami tu, mi sono comportata da immatura»
«Sei una ragazzina, certo che sei immatura...ahia!» una gomitata interruppe la sua risata.
Un deja-vu  tornò alla mente di entrambi, la mattina del loro primo risveglio insieme dopo essersi incontrati per la prima volta. Killian si rilassò, non completamente certo,  ma sentire il corpo di lei a contatto con il suo gli ricordò momenti più felici di quelli passati ultimamente. E come se quella fosse la combinazione perfetta, entrambi si abbandonarono al sonno di nuovo.

 

La sveglia di Emma iniziò a vibrare da qualche parte imprecisata e il suo braccio andò alla sua ricerca finché non lo trovò sul pavimento. Il tempo di spegnerlo e si raggomitolò tra le braccia dell'uomo che ancora la stringevano.
Si girò per trovarselo faccia a faccia, sebbene entrambi ancora con gli occhi chiusi.
«Sono le otto...» disse Emma con la voce arrochita dal sonno.
«Mmm» rispose lui stringendola ancora di più. Quella determinazione avuta qualche ora prima nel volersene andare era sparita, avrebbe voluto rimanere in quel letto per tutto il giorno.
«Non volevi andartene?»
Scosse la testa. Nessuno dei due voleva aprire gli occhi e tornare in quella scomoda realtà dove erano costretti a separarsi e dove lui doveva riportare suo figlio dalla sua ex.
Ma era inevitabile. Si costrinsero ad aprirli ritrovandosi a guardarsi negli occhi con un sorriso malinconico sulle labbra.
«Andiamo a svegliarli?»
In risposta Emma ebbe un bacio inaspettato al quale non si oppose ma che anzi ricambiò lasciandoli con un sorriso sulle labbra. Quella sarebbe stata una bella giornata. Lo speravano entrambi.

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Fecero colazione in un locale nel quartiere nuovo e dovettero ammettere che non era affatto male. Sarebbe diventato il loro locale di riferimento, era tradizione per Emma ed Henry, e involontariamente la fecero diventare anche per Killian e Bae.
«D'accordo, ora dobbiamo davvero andare. Non voglio sentire tua madre lamentarsi Bae quindi finisci i tuoi pancake e andiamo» Killian stava per tirare fuori il portafoglio ma lei lo bloccò.
«No, offro io, ieri ci avete aiutato con la casa.»
«Ma»
«Niente ma, offro io e basta» Emma era una testa dura e tutti a quel tavolo lo avevano ormai capito.
«Ti prego Killian non dire altro altrimenti non la smette più» Implorò Henry guardando l'uomo. Scoppiarono tutti a ridere.
Mentre accompagnavano Killian e Bae alla macchina Henry continuava a lanciare sguardi alla madre e all'uomo ma nessuno dei due sembrava accorgersene finchè Killian non li salutò.
«Allora ci vediamo. Emma, Henry» fece cenno con la testa mentre Bae abbracciava la donna che ripose all'abbraccio mormorandogli un ''ci vediamo presto Bae, vieni a trovarci''.
«Killian» Henry si stava toccando i capelli con fare nervoso, forse sua madre si sarebbe arrabbiata ma ormai...
«Dimmi»
«Quando mi insegni a usare la chitarra? Hai detto che mi avresti dato altre lezioni»
Killian aprì la bocca stupito, non si aspettava che volesse davvero continuare a suonare la chitarra con lui.
«Io, beh, si l'ho detto. Puoi anche venire ora con me, se tua madre vuole, tanto accompagno Bae e poi torno a casa.» Entrambi guardarono Emma che era rimasta disorientata. Ma vedere negli occhi di suo figlio il puro desiderio di andare con l'uomo non poté che farla acconsentire. Scorse in loro la speranza che lei non gli negasse quell'opportunità. Finalmente stavano legando, Henry voleva creare un qualcosa con quell'uomo che lei gli aveva rivelato essere suo padre. Sentiva l'agitazione crescere in lei ma era felice che suo figlio avesse preso quell'iniziativa. E in ogni caso aveva detto di si ormai.



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Buon giovedì gente!!!!
Rieccoci qui con questa bizzarra famigliola che non è ancora proprio una famigliola a tutti gli effetti x'D
Intanto mi scuso per il disegno, e spero intanto che si veda, ma è la prima volta che che coloro dal telefono (la noia ecco cosa può fare u.u ) in origine era su carta ma poi guardando un app per modificare e ecc altre immagini ho scoperto che si poteva anche colorare e quindi Ta Daaaaan, anche se ora che lo rivedo non mi sembra così bello come lo ricordavo :/ 
Altro punto importante, ho scoperto che sono una Letto-dipendente! No davvero, cioè li disegno sempre a letto, le scenette in cui interagiscono in modo più carino sono a letto...e me ne sono accorta solo ora!!!! Aiut
Passando a qualcosa di concreto che è meglio, capitolo tranquillo e giusto a mio dire, Emma lo ha sfiancato alla grande e lui non ha emesso un fiato :') chissà quanta soddisfazione per Emma.
Poi abbiamo un Bae che non vuole tornare a casa e un Henry che vuole stare un po' con Killian, amori loro...e vi anticipo che anche il prossimo capitolo sarà tranquillo, facciamoli respirare almeno un po' ^-^'''
OUAT è sempre più vicino!!!!!!!!!!!!!! peccato che da pc non si possono mettere tutte quelle emoji festose che si hanno su Whatsapp!!! quindi vi riempio di punti esclamativi x'D 
E poi spero che che abbiate visto anche voi il nuovo quasi promo solo dei CS e la frase spoiler che hanno pubblicato gli autori che fa intendere cose...frizzanti x'D ma penso ci trolleranno come al solito. I ringraziamenti sono d'obbligo come ogni santa volta perchè siete voi a darmi la carica, e a volte anche la voglia, di proseguire questa storia che si sta rivelando un po' troppo angst ma si sta scrivendo così >.<   Grazie anche a chi legge soltato, lo so che ci siete e mi rendete felice ugualmente :') 
E niente, di nuovo buona giornata!!!!
Un abbraccione a tutte e alla prossima!!!
Gio

 

 

  
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