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Autore: Jackthesmoker7    22/09/2016    3 recensioni
Ho cercato di scrivere una storia il più simile possibile agli episodi della serie TV, che dia alla serie una conclusione (p.s. La quinta stagione non conta qui).
Vedrete uno Slado mai visto ed una Stella che potreste vedere solo nei vostri incubi.
E Robin...
Vedrete
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin, Slade, Starfire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo avevano distrutto.
Quelle poche, semplici parole per lui erano state devastanti.
Uno squarcio nel petto avrebbe fatto meno male.
Ma non riuscì a distogliere lo sguardo, non riuscì a smettere di guardarla, nemmeno quando lei lo lanciò contro un pistone di acciaio.
La guardava con un'aria insieme felice, sorpresa e implorante: felice perché era ancora viva, sorpresa perché sembrava stesse bene, implorante perché non poteva credere a quello che aveva sentito, né a quello che aveva visto.
Adesso vestiva con una specie di uniforme da militare rosso sangue con una S sul petto, stivali e guanti neri, orecchini a forma di S ed un cerchietto nero.
Poi però notò che in realtà anche l’abito era nero. Il rosso era quello delle macchie di sangue che lo imbrattavano.
<< Mio amore... >> disse lei mentre tirava su Slado.
<< Tesoro, come sta il nostro ospite? >> le chiese lui.
La bocca di Stella si deformò in un ghigno sadico: << Oh, è ancora vivo. Ma è pronto per un’altra ripassata. >>
Al ragazzo meraviglia sembrava di vivere un incubo, anzi non un incubo. Qualcosa di peggio di un incubo.
<< Ottimo cara. Intanto che si riprende per favore potresti portare i nostri ospiti nelle loro celle? >>
“N-non è vero”
Il sorriso sul volto dell’aliena si allargò: << Altra carne da macello mandata dal nostro nemico? >> finì la frase gettando uno sguardo di puro odio a Robin, che giaceva ancora a terra shockato.
“NON PUÒ ESSERE VERO!”
Gli occhi di Slado luccicarono: << No, guardali bene. Li riconosci? >>
Stella si guardò intorno, posando lo sguardo sui ragazzi svenuti.
Un espressione di orrore sostituì il ghigno: << N-no ragazzi! State bene? >> stava per gettarsi su Cyborg per vedere era vivo, ma venne fermata dal criminale.
Al contatto con lui sembrò calmarsi un pochino: << Calmati tesoro, ma ricordati che questi non sono i tuoi amici. Sono delle versioni corrotte, trasformate e devastate dei tuoi amici.
Sono simili a loro, ma non lo sono.
Ma ancora per poco. >>
Se prima la tamaranhiana sembrava sconvolta, adesso sembrava una ragazzina che stava per ricevere un bellissimo regalo dal padre, o in questo caso dal suo grande amore: << Hai finito la macchina ripristina-mente! >> disse entusiasta.
Slado le accarezzò i capelli: << Certo amore. Ovviamente ci vorrà un po' perché abbia effetto, però farà effetto. Riavremo i nostri amici. >>
Stella saltava su e giù dalla gioia: << Evviva! Che gioia! È tutto grazie a te. >> e finì la frase con un bacetto sulla maschera.
Robin aveva visto tutto e dentro di sé erano passate a gran velocità diverse emozioni: prima la rabbia, poi la disperazione, la tristezza e infine la sorpresa.
Ma ciò che vedeva adesso gli fece provare un odio ed un furore mai sentiti prima.
Saltò in piedi e si lanciò contro Slado, incurante del fatto che i suoi compagni erano svenuti e che Slado non era solo, pensando solo a come l’avrebbe ucciso.
Tale era la rabbia che non riusciva nemmeno a parlare, dalla bocca usciva schiuma invece che parole.
Ma l’attacco non andò a segno. Stella lo aveva intercettato.
<< Stella... >> fu l’unica parola che disse mentre lei lo stava tenendo sospeso per il collo.
L’odio diell tamaranhiana nei suoi confronti riaffiorò subito, facendogli scemare l’odio e la rabbia.
Al loro posto vennero la paura, la disperazione e ciò che rimaneva dell’amore che provava nei suoi confronti: << Tu, cosa credi di fare? Non osare toccarlo. >>
Lo lanciò di nuovo contro la parete, dove sbatté con forza.
L’aliena lo prese per il collo con una mano mentre con l’altra caricava uno dei suoi colpi stella e gli urlò contro, con odio: << Come osi, dopo tutto quello che ci hai fatto, venire qui.
Meriti di morire per le tue azioni.
Meriti di morire per quello che hai fatto all’uomo che amo. >>
Gli disse tutto questo guardandolo negli occhi, e lui vide l’intensità del suo odio.
Era lo stesso sguardo di quando poco più di due settimane prima guardava Slado, ma più intenso, più profondo.
Più malvagio.
Avrebbe venduto l’anima al diavolo perché lei lo guardasse con i bellissimi occhioni verdi di sempre.
Gli occhi della bellissima e stupenda ragazza che conosceva.
Gli occhi che amava.
Ma non era possibile.
Quello sguardo spezzò definitivamente il ragazzo.
Dopo tutto ciò che aveva passato e dopo tutta la disperazione che aveva provato, il suo cuore si ruppe in milioni di minuscoli pezzi.
Ed ogni pezzo andò a conficcarsi nella sua anima, facendogli provare un dolore mai provato prima.
Al posto del cuore cominciò a crescere un blocco di ghiaccio.
Stella, la sua Stella, la ragazza solare ed energica che conosceva e amava non c'era più.
Slado l'aveva corrotta, rovinata, aveva ucciso una parte di lei.
Non avrebbe più potuto vedere il suo sorriso, il suo bellissimo sorriso, adesso sostituito da un ghigno grottesco.
Sentì le lacrime scorrergli sotto la maschera.
Si sentì morire.
Il colpo però non arrivò.
“Perché? Perché tenermi ancora in vita, sapendo che mi odia con tutta sé stessa?” chiese, ed alzò lo sguardo.
Slado le stava trattenendo il braccio.
<< No! >> ordinò lui: << Ci serve vivo. Ho un progetto per lui. >>
Lei si divincolò e si voltò a guardarlo con uno sguardo furente: << Perché? Sai cosa ci ha fatto, come mai vuoi tenerlo in vita? >>
La voce arrivò gelida: << Perché lo farò soffrire. Patirà quello che ho patito io.
Alla fine si pentirà di essere nato. >>
Sulla faccia della ex-Titans comparve ancora una volta quello spaventoso ghigno e lo abbracciò.
Lo spettacolo era orrendo, lei coperta di sangue e con un sorriso sadico e lui spaventoso come sempre, ma anche tenero, in qualche modo: << Questo sì che è l’uomo che ho sempre amato. >>
“ L’uomo che ha sempre amato.
Non mi ha mai amato, ha sempre amato lui.”
<< E adesso che facciamo? >> chiese lei, rivolgendo a Robin uno sguardo di disgusto misto a odio.
Anche se non aveva sentito quelle tremende parole,  sentì lo stesso un dolore spaventoso.
<< Adesso io e lui ci faremo una lunga chiacchierata... >> Stella stava per replicare, ma Slado non glielo permise: << Non preoccuparti, andrà tutto bene. Tu intanto porta i nostri amici nelle celle speciali.
Di loro ce ne occuperemo dopo. >>
<< Ottimo. >> disse l’aliena, con quel sorriso che prima d’ora aveva riservato solo al suo leader.
Ma che adesso non gli avrebbe mai più rivolto.
Mai più.
Stella si mise in spalla BB e Corvina e prese Cyborg in braccio, poi si diresse verso un lungo corridoio dal lato opposto rispetto a quello da cui erano entrati i Titans, sparendo.
Nel covo erano rimasti solo Robin e Slado e, quando l’eco dei passi della ragazza sparirono, il secondo si rivolse al primo.
<< Ti vedo sorpreso Robin. Che c'è, non sei contento di rivedere la tua amichetta? >>
<< Che le hai fatto bastardo? >> cercò di urlargli, ma a causa dello shock subito uscì poco più di un sussurro.
Slado lo prese per il mantello e lo trascinò di peso per il nascondiglio, diretto verso una stanza piuttosto lontana.
<< Di questo potremo parlare con calma, ma prima devo prendere delle precauzioni. >>
Durante il tragitto la mente di Robin non poté far altro che pensare a Stella, a tutti i bei ricordi passati insieme, e a tutti i sogni che ha fatto su di lei.
Ormai non aveva che questo su di lei, ricordi e sogni.
Arrivati la stanza si rilevò piuttosto angusta, arredata in modo spartano: c’erano solamente due sedie, appoggiate contro pareti opposte. Una era rinforzata in ferro e fissata al terreno.
Ovviamente era quella riservata a Robin.
<< Siediti >> ordinò Slado con tono severo, lanciandolo sulla sedia.
Il ragazzo meraviglia era ancora perso nei luoghi recessi della sua mente e non si accorse di quando Slado tirò fuori dalla cintura delle manette e gliele strinse ai polsi, né di ciò che disse dopo: << Spero non ti dispiaccia, ma so che hai preso il vizio di perdere facilmente la pazienza. >>
Sistemato il ragazzo, Slado si sedette sull’altra sedia.
Rimase a fissarlo a lungo e, quando sembrò essere tornato nel mondo dei vivi: << Adesso possiamo parlare. >>






Ed è finito il quarto capitolo.
La storia andrà avanti per ancora un bel po' di capitoli, spero che siate contenti.
Ora, se qualcuno volesse inviarmi un ritratto di questa nuova Stella mi farebbe un enorme favore, ma fate voi.
E sono proprio contento che questa storia venga letta da così tante persone, davvero!
Alla prossima.

   
 
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