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Autore: fera_JD    23/09/2016    1 recensioni
Questa è la storia di una vita, che si intreccia con le vite di altri, crea legami e li spezza, cambia e influenza il mondo che la circonda come esso influenza lei. è una vita come tante altre, ma allo stesso tempo non lo è.
Dalla storia:"E per questo ti ritieni mia amica?"
"Non proprio per questo ma sì, ti ritengo un amico. O devo ritenere queste una amicizia unilaterale?" chiese lei con un cipiglio malizioso.
"No be... insomma... io..." balbettò lui in evidente imbarazzo. Di certo non era abituato a dichiarazioni di quel genere, be di nessun genere. Barbara nel vederlo così in difficoltà scoppiò a ridere, non riusciva neanche a guardarla negli occhi.
"Va bene così Smilzo! Non devi dire niente, ho capito." gli disse lei con un sorriso incoraggiante e Severus si arrischiò a incrociare il suo sguardo e all'improvviso l'ansia scemò via.>
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Oh Sinnerman
where you gonna run to?
So I run to the lord, please hide me lord
Don't you see me prayin'?
Don't you see me down here prayin'?

23 febbraio 1978 14.30 PM
Barbara era uscita da scuola neanche un quarto d’ora prima e già si trovava appostata sul tetto della casa di fronte alla villetta di Dungwort. Si sentiva Spiderman in quel momento, così accucciata su un muro a scrutare il proprio obbiettivo.
“Dovrei trovarmi un nome da supereroina!” pensò Barb con un sorriso.
La casa del vecchio era rimasta uguale alla visione di due notti prima, non aveva nulla di decadente, era ancora la bella casa tinteggiata di fresco. Quello che aveva visto non era stato un sogno eppure, quando il giorno prima Barb aveva chiesto al fratellino minore Nick se avesse notato dei cambiamenti nell’abitazione di Dungwort  lui gli aveva risposto che era sempre la solita brutta casa.
Barb non capiva come fosse possibile che solo lei potesse vedere quella visione, quale fosse la vera realtà non riusciva a capirlo: la casa decadente o la casa “magica” che vedeva ora lei?
 Forse centrava qualcosa il fatto che adesso era un licantropo, ma allo stesso tempo si chiedeva cosa potesse centrare la sua nuova condizione di mannara con l’avere allucinazioni su case e gente strana.
Barbara non era una stupida, sapeva che c’era qualcosa in più in quel mondo da quando era stata morsa, le sue ricerche a riguardo parlavano chiaro. In Inghilterra e forse non solo, esisteva altro oltre alla realtà di tutti i giorni che lei aveva sempre vissuto, una specie di realtà nascosta alla maggior parte della gente. Una realtà che la ragazza pensava di farne parte ormai e forse anche il vecchio Dungwort.
Barbara scese dal tetto con un balzo -se lo avesse fatto prima del morso si sarebbe spaccata entrambe le gambe- e si diresse circospetta verso la casa circo navigandola per passare dal retro. Non provenivano suoni dall’interno e nemmeno usando l’udito da lupo Barbara riusciva a captare rumori; forse il vecchio era uscito o si stava facendo un pisolino. Rassicurata la ragazza scavalcò la staccionata in fretta per attaccarsi alla parete della casa prima di essere vista dalle finestre: i film d’azione insegnano.
Barb si mosse con circospezione cercando di fare il meno rumore possibile, finchè non arrivò ad una finestra lasciata aperta, posta proprio sopra alla sua testa. Per la via non c’era nessuno e la casa del vecchio era alla fine della strada perciò da quel lato dell’abitazione c’erano solo alberi a fare da testimoni al reato che stava per compiere. Dopo un’ultima occhiata in giro la ragazza si fece coraggio e con un piccolo salto si issò sul davanzale entrando finalmente nella casa. Barb si trovava in quello che doveva essere il salotto, era accogliente pulito e dal mobilio antico di un legno rosso che dava all’ambiente un aspetto raffinato e allo stesso tempo un po’ rustico. Era carino, ma certamente non potevano mancare gli oggetti strani: sul tavolino c’erano dei bizzarri marchingegni e boccette colorate di varia forma e consistenza. Da una di queste veniva fuori pure del fumo violaceo e sinceramente la ragazza non voleva sapere cosa fosse.
La libreria poi era imponente ma i volumi oltre a sembrar provenire dal secolo scorso avevano dei titoli piuttosto bizzarri: “Mille erbe per distillati perfetti” o “Ogni specie di Goblin europei” c’era anche uno che diceva “Banchetti in un minuto: questa si che è magia.”
In tutta la casa poi permeava uno strano odore dolciastro, lo aveva sentito anche quella notte ma tra tutte le bizzarrie di quella sera non ci aveva fatto poi così tanto caso.
Stava curiosando ancora tra la libreria che sentì distintamente dei passi dietro di lei che correvano veloci nella stanza adiacente. Fece appena in tempo a girarsi che il vecchio Dungwort comparve sulla porta armato di quel bastoncino di legno. Barb non fece in tempo a dire una parola che il vecchio pronunciando qualche parola strana che sembrava latino fece comparire un fascio di luce rossa dalla punta del bastoncino che volò dritto verso la ragazza. Se Barbara non avesse avuto i riflessi migliorati l’avrebbe colpita in pieno.
La ragazza si abbassò precipitosamente prima che l’incantesimo la colpisse andando invece a distruggere parte della libreria. Barb guardò il buco dove prima c’erano i libri spaventata, quei bastoncini non emettevano solo lucine allora.
Dungwort  comunque non si arrese e lanciò un altro di quei fiotti distruttivi che la ragazza riuscì a schivare, usando il divano come scudo.
“Merda!” esclamò la ragazza dandosi della stupida per aver avuto la pessima idea di entrare lì dentro. Ma non ebbe tempo di rammaricarsi perché il suo scudo era appena stato magicamente spostato lasciandola allo scoperto e per evitare la nuova serie di incantesimi si ritrovò  a correre per il resto della casa, rincorsa da fiotti di luce che facevano saltare per aria il raffinato mobilio del signor Dungwort.
“Signor Dungwort per favore…wua!!”
Cercare di calmare il vecchio sembrava un’impresa impossibile, era totalmente fuori di sé e continuava ad urlare delle ingiurie –piuttosto singolari per la verità- verso Barbara, l’aveva chiamata anche deatheaters (mangia morte).
“che diavolo di insulto era quello?” si chiedeva la ragazza.
I due continuarono così per una buona mezz’ora finchè al vecchio Dungwort cominciò a venire il fiatone, anche se Barb non era messa molto meglio, ma la differenza di età era dalla parte della giovane.
Dungwort era piegato con le mani sulle ginocchia sulla porta della cucina dove la ragazza si era nascosta dietro al tavolo ribaltato. Visto che c’era un attimo di calma Barb si arrischiò a guardare oltre il bordo del tavolo, il signor Dungwort sembrava troppo stremato per lanciare altri di quei “cosi” luminosi, -Barb non si arrischiava a chiamarli ancora incantesimi prima di averne la reale conferma, così provò a rischiare.
Prendendo un panno bianco caduto prima durante la lotta, la ragazza sporse il braccio oltre il suo nascondiglio sventolando lo straccio come una bandiera.
“Ehm signor Dungwort che ne dice di una tregua?” chiese sperando vivamente che il vecchio non decida di troncarle la mano seduta stante.
“Che cosa vuoi?” chiese gracchiante lui con ancora il fiato corto.
“Solo parlare… senza che lei mi attacchi, ovviamente. Ci sta?” chiese di nuovo Barb incrociando le dita.
Passarono alcuni secondi di silenzio in cui alla ragazza vennero i sudori freddi, non aveva voglia di un altro scontro. Se il vecchio avesse rifiutato, avrebbe rotto la prima finestra e si sarebbe lasciata per sempre quella casa alle spalle! Per fortuna, questo non successe.
“Va bene. Vieni fuori.” Rispose alla fine il vecchio e Barb ringraziò il cielo, alzandosi con le mani sopra la testa in segno di resa.
Dungwort aveva ancora il bastoncino in mano e lo puntava minaccioso verso la ragazza con espressione torva. “Se provi a fare qualche scherzo ti giuro che …”
“Non farò niente. Prometto.” Si intromise Barb facendo qualche passo in avanti, mentre il vecchio la scrutava da capo a piedi sospettoso.
“Chi sei? Chi ti manda?” chiese perentorio.
Barbara un po’ stranita rispose “Non mi manda nessuno, mi chiamo Barbara Martin abito due isolati più in su, signor Dungwort.”
“Impossibile, la famiglia Martin è totalmente muggle (babbana ) e nessun muggle può entrare qui dentro!”
“Ehi!” esclamò Barb mettendo le mani sui fianchi irritata “Senta, la mia famiglia ne ha presi di insulti e anche meritati a volte è vero, ma questa è nuova! Cos’è questo muggle?!”
“Cosa?” stavolta era toccato a lui rimanere stranito ma si riprese in fretta risaldando la presa sul bastoncino. “Se non sei un muggle che cosa sei?”
Barb a quella domanda sussultò, non aveva mai detto a nessuno della sua nuova natura e non era molto interessata a farlo ora. “Sono… una ragazza normale. Totalmente normale.”
Era suonato falsissimo, lo sapeva anche lei e ovviamente nemmeno Dungwort se la bevve.
“Nessuna ragazza normale riuscirebbe a schivare tutti quegli incantesimi a quella velocità. Quindi ripeterò la domanda: che cosa sei tu?”
Barb vagliò le varie opzioni: scappare? Impossibile finchè la teneva sotto tiro in quel modo. Cambiare discorso? Equamente impossibile, il vecchio era caparbio e mentire era inutile ormai. C’era solo la verità.
Barb sospirò sconsolata “Ok, ehm… non so se per gente come lei questo potrebbe essere normale o meno ma cerchi di non allarmarsi va bene?” chiese con un sorriso tirato.
Dungwort alzò un sopracciglio cespuglioso  in risposta guardandola ancora più stranito.
“Ok” esalò Barbara e prendendo un profondo respiro disse tutto di un fiato “Sono un lupo mannaro.”
Di colpo la ragazza indietreggiò di un passo aspettandosi una serie di incantesimi che però non arrivarono, il signor Dungwort era rimasto solo immobile a fissarla senza cambiare minimamente posizione, forse non le aveva creduto.
“è vero le dico” continuò Barb “è successo ormai più di tre mesi fa! Un’enorme lupo dagli occhi rossi mi ha attaccato e mi ha morso!” tirando su la manica del giaccone mostrando la cicatrice “E un mese dopo mi sono ritrovata a correre con zanne e artigli alla luce della luna piena. Ma non sono pericolosa! Mi so controllare, ogni istinto animalesco lo controllo davvero! Certo ora mi piace molto di più la bistecca al sangue ma è il minimo no? E poi è forte essere un licantropo, non ho mai corso così veloce e ho una forza strepitosa! Per non parlare dei sensi ipersviluppati! È una forza!! E…”
“Per Rowena, avevi davvero bisogno di parlarne.” Disse il signor Dungwort riponendo il bastoncino in una tasca di quella lunga tunica che indossava.
“Oh si, non immagini quanto!” rispose Barb che si sentiva all’improvviso molto più leggera.
“Si ora mi ricordo di te, signorina Barbara. Sei stata l’unica bambina che è riuscita a scavalcare la recinzione del mio giardino.” Disse Dungwort con un cipiglio falsamente severo.
Barb si grattò la testa imbarazzata “Oh..ehm se lo ricorda eh eh …”
“E a quanto pare non hai perso il vizio.” Disse lui rialzando una sedia caduta nello scontro e sedendosi stancamente per far riposare le vecchie gambe.
“Ecco, sì mi dispiace di essere entrata di nascosto ma è solo che l’altra notte sono passata di qui e ho visto che la casa, il giardino tutto era diverso e…”
“Si quello è per via di un incantesimo Confundus che tiene lontano i muggle.” La interruppe lui.
“E i muggle sono…”
“Coloro che non possiedono la magia. Perciò quando sei diventata… un licantropo, l’incantesimo non funzionava più su di te.”
“Quindi lei è un mago o qualcosa del genere?” chiese Barb con un sorriso entusiasta.
Dungwort sorrise benevolo davanti a quel luccichio curioso che vedeva negli occhi della giovane. “Si sono un mago, signorina Martin.”
“Barbara.” Disse senza pensare la ragazza.
“Cosa?” chiese il vecchio mago.
Barb si strinse nelle spalle “Nulla solo preferisco essere chiamata per nome.”
“Ci sono sempre quei problemi in famiglia?” chiese Dungwort “Se posso.”
La ragazza annuì scrollando le spalle. “Sì, ma nulla che non si possa gestire. Comunque non è per quello che non mi piace essere chiamata per cognome, è solo che lo trovo… non mio. Tutto qui.”
“Capisco, allora per essere equi puoi chiamarmi Bernard.” Disse il mago sorridendo e facendo sorridere a sua volta la ragazza.
“Ehm allora Bernard… se non è chiedere troppo non è che potrebbe spiegarmi come funziona?”
“Come funziona?”
“Sì, il mondo nascosto, cioè quello dove possono esistere maghi, licantropi e sinceramente sono curiosa di sapere cosa esiste oltre a noi!” esclamò entusiasta.
“Come funziona il nostro mondo? È una bella domanda Barbara.” Disse sospirando Bernard facendo comparire una bottiglia di liquore dal nulla. “Al momento mia cara funziona piuttosto male.”
“Uhm perché?”
“Sai perché prima ti ho attaccato? Perché pensavo fossi una Deatheaters travestita. Sono criminali” disse Dungwort anticipando la domanda della giovane a sentire quello strano nome “Maghi che perseguono un credo del sangue puro, cioè tutti coloro che non discendono da una famiglia di maghi sono considerati impuri e quindi dovrebbero essere sterminati o comunque sottomessi, o almeno secondo loro.” Disse lui prendendo un sorso del liquore ambrato che teneva in mano.
“Ugh, suona molto nazista.” Commentò Barb disgustata.
“C’è una guerra in corso nel mondo magico, tra gli Auror, i detentori dell’ordine della nostra comunità e i Deatheaters che fanno a capo ad un mago oscuro e davvero molto potente.”
“E chi è?” chiese Barb raddrizzando il tavolo di legno massiccio senza grande sforzo, prima di sederci sopra.
“Oh noi non pronunciamo il suo nome. Non è una buona cosa.”
“Perché ci è legato, non so qualche magia, per cui potrebbe essere pericoloso?” chiese Barb.
“Non mi sorprenderebbe se fosse così, ma è più per timore credo.”
Barb corrugò la fronte “Ma non è peggio fare così? Mistificare questo tizio fino a provare paura a solo pronunciare il suo nome non è controproducente se tentate di combatterlo?”
Il vecchio ridacchiò “Sì, forse hai ragione mia cara. Ma comunque immagino che avrai altre domande sul nostro mondo.”
“Un’infinità Bernard!” rispose allegra la ragazza.
“Va bene. Ma prima è il caso che ti dica una cosa. È una regola per tutti noi che viviamo nel “mondo nascosto” come lo chiami tu, ed è lo Statuto di Segretezza che ci impone di non far scoprire ai muggle della nostra esistenza. Se ciò avvenisse, soprattutto in questo periodo, le conseguenze sarebbero disastrose.” Disse Dungwort severo guardando Barb dritto negli occhi. “Hai capito?”
“Capito, terrò la bocca chiusa.” Rispose la ragazza a cuor leggero. Non aveva comunque nessuna intenzione di parlare della sua condizione con qualcuno, per nessuna ragione.
“Bene e in più… c’è un’altra cosa che mi sento in debito di dirti. I licantropi, non sono visti molto di buon occhio dalla comunità magica, mi sembrava giusto che tu lo sappia.” Disse il vecchio con rammarico.
Barbara era sorpresa e anche un po’ rattristata, ma non si fece buttare giù. “Perché?”
Dungwort sospirò prendendo un altro sorso “Il motivo è perché siete visti come creature pericolose e be’ anche contagiose.”
“Non siamo mica una malattia!” esclamò Barb risentita.
“Per certi versi sì, potete trasmettere la licantropia con un morso.” Disse Bernard e Barbara non potè evitarsi di toccarsi il braccio sinistro. Non le piaceva essere considerata contagiosa come una specie di virus, anche perché stava nascendo in lei il piacere e quasi l’orgoglio di essere un lupo mannaro e non le erano mai piaciuti i pregiudizi.
“Ma comunque” disse il mago strappando Barb ai suoi cupi pensieri “immagino avrai altre domande e immagino anche che per me questa  sarà una lunga giornata.” concluse lui versandosi un altro bicchiere.
Barb sorrise al vecchio mago. Era davvero una brava persona, si dispiaceva per come da bambina lo avesse preso in giro così tanto solo perché era diverso. Ora sapeva cosa significava essere diversi dagli altri. Era una cosa che spaventava, ma allo stesso tempo era anche esaltante.
Barbara sapeva che da quel giorno, quell’esatto giorno e non quello in cui era stata trasformata ma quello, la sua vita sarebbe totalmente e completamente cambiata.
Era entrata nel mondo nascosto, e non ci sarebbe mai più uscita.
“Ovvio!” esclamò la ragazza “ Ma non è che me ne daresti un goccio prima?” chiese  ghignante indicando la bottiglia.
“Scordatelo ragazzina.”

Note dell'autrice
​E finalmente arriva un po' d'azione e Barbara capisce un po' di più come è fatto il "mondo nascosto" o meglio il mondo magico! Grazie a tutti quelli che seguono e leggono la storia grazie davvero!
​Nel capitolo di domani arriveranno anche qualche personaggio che già conosciamo, chi sarà mai?!
​vi lascio qui sotto l'Url di una nuova illustrazione che ho fatto su Barb, spero vi piaccia.
https://www.facebook.com/454171808109877/photos/a.454764438050614.1073741828.454171808109877/519076564952734/?type=3&theater
​A domani!!
 
  
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