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Autore: Temari    05/05/2009    3 recensioni
Precedentemente 'Pain' e in via di revisione.
- "Solo ora si rendevano veramente conto che c'era stato qualcosa prima della prigionia e mentre lo guardavano agitarsi, avevano iniziato a domadarsi cosa si nascondesse nel passato di Goku che fosse così angosciante e doloroso [...]" -
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio, Son Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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10/9/2011

Salve gente! =D
Completata la revisione del 3° capitolo!

Ja ne,
Temari


Pain of the Past




«Questa storia è iniziata già da tempo... Da 500 anni.
Da quando il bambino della Terra è venuto al mondo.» -
 
(Kanzeon Bosatsu,
Gensomaden Saiyuki)
 

Chapter 2



        Nessuno dei tre sapeva cosa pensare—cos'era stato quel rumore?
        I muscoli, addestrati da anni di allenamento e continui attacchi a sorpresa, scattarono, pronti all'azione: erano preparati a qualunque evenienza, anche alla peggiore... Però nemmeno loro potevano immaginare con esattezza cosa si sarebbero potuti trovare davanti. Di tutte le cose strane ed insolite che avevano affrontato nel loro viaggio - ed erano state parecchie - in una situazione del genere non sapevano come comportarsi.
        Lì si trattava di Goku.
        Loro quattro si conoscevano da più di tre anni (Sanzo e Goku da sei, addirittura) e tutti si erano ritrovati a fare un salto nel passato degli altri in qualche occasione.
        Certo, mai in modo dettagliato, ma certi fatti 'base' erano di dominio pubblico all'interno di quello strano gruppo di ragazzacci: Hakkai era nato umano ma era diventato un demone dopo aver massacrato mille di quegli stessi esseri, aveva perso la donna che amava ed il suo sorriso raramente si poteva considerare genuino; Gojyo aveva avuto una madre che l'aveva sempre odiato perché era il simbolo vivente di un tradimento, aveva assistito quando suo fratello aveva ucciso quella donna piena di rancore e faceva il cascamorto con tutte per cercare di trovare un po' di quell'affetto negatogli da bambino; mentre Sanzo era il più giovane monaco insignito del più alto titolo del Buddhismo, aveva perso la persona a cui teneva di più a causa dei demoni ed era, sotto molti punti di vista, un bonzo senza Dio.
        Quelle erano cose note a tutti.
        Di Goku invece si sapeva solo che aveva trascorso cinque secoli in una prigione isolata, che in tutto quel tempo non era invecchiato di un giorno, che quel diadema dorato doveva sempre restare dov'era... E che non ricordava assolutamente nulla di quello che aveva preceduto la caverna in cima al monte Gogyo.
        In segreto però, tutti e tre non avevano potuto evitare di chiedersi «Chissà come mai...» e la domanda era sempre rimasta in quell'angolo quasi dimenticato delle loro menti.
        Dimenticata, fino a tre giorni prima.
 
        (Non è forse vero? A volte è meglio che certe cose rimangano ignote...
        Purtroppo però, questo non è il vostro caso.)
 
-x-
 
 
        La luce bianca era notevolmente diminuita, così ora potevano vedere di nuovo e rendersi conto che non si trovavano più nella scialba camera di una locanda anonima... No, quel posto non aveva nulla di scialbo. Quello che li circondava era un paesaggio a dir poco paradisiaco, elegante e splendente, con una luce che sembrava perennemente fissa sul primo pomeriggio. Un palazzo si stagliava a poca distanza, di fronte ai tre, di un candore abbacinante, con tetti, colonne ed infissi di un rosso scuro quasi lucido.
        Solo poche persone occupavano gli sfarzosi corridoi all'aperto. Tutti camminavano con passo veloce, secco, come se stessero scappando da qualcosa.
        «Dove siamo? Che succede...?» Si chiedevano ma nessuno li vedeva, nessuno li sentiva: erano come fantasmi.
        «Guardate!» Esclamò Gojyo, indicando un enorme portone.
        Gli altri due si voltarono in quella direzione. 
Le poche persone nelle vicinanze della porta dorata si scansarono, mentre un uomo, o meglio un Dio (con capelli scuri raccolti in uno chignon, un kimono verde scuro ed un chakra tondo in fronte), attraversava di fretta la soglia accompagnato da altri tre Dei vestiti da guardie. Al centro del 'corteo', un bambino vestito rozzamente con una maglia nera senza maniche e dei pantaloni grigi, con capelli color cioccolato ed un diadema dorato in fronte... Sanzo, Hakkai e Gojyo non riuscirono a trattenere un suono di sorpresa.
        Avrebbero riconosciuto quel bambino ovunque.
        Goku.
        Il gruppetto di Dei si diresse verso un'ala del palazzo sulla destra, dove una porta instoriata da ghirigori in metalli preziosi si stava aprendo grazie ad una forza invisibile; i tre del Gruppo di Sanzo decisero di seguirli.
        «Dove pensano di portare la stupida scimmia?!» Ringhiò il monaco biondo, lo sguardo irato.
 
        Quello che videro non appena misero piede oltre l'ingresso li lasciò a bocca aperta: quella lì davanti a loro era nientemeno che Kanzeon Bosatsu.
        «Ma che—» Commentò Gojyo, incredulo.
        «Il Mondo Celeste?!» Continuò Hakkai, altrettanto attonito. Ora con Goku c'era solamente l'uomo dal kimono verde, inginocchiato davanti alla Dea della Misericordia. Il ragazzino aveva una catena legata al collo e se ne stava seduto a gambe incrociate sul pavimento ricoperto dal sontuoso tappeto rosso, una smorfia di disappunto che gli distorceva il volto mentre si divincolava per liberarsi dalla presa del Dio.
        «Kannon-sama,» Disse rispettosamente il suddetto Dio, "sono qui per lasciare in custodia a voi questo animale proveniente dal Mondo Terrestre, come ordinatomi.»
        «Ehi, tu! Io ti ho seguito solo perché avevi promesso di darmi del cibo! Lasciami andare...!!» Esclamò il giovane demone, che però fu ignorato dalla maggioranza delle persone riunite nella sala: Goku non era altro che una scocciatura per quelle divinità.
        Kanzeon invece sembrava piuttosto interessata ed il suo sguardo non si era staccato dal bambino nemmeno per un attimo. «Va bene, lo terrò qui io. Ma non sono certo il tipo da prendermi cura di un moccioso, quindi... Se ne occuperà mio nipote Konzen.» 
      I tre invisibili spettatori infine spostarono la loro attenzione altrove, a quel nome. Alla destra di Kanzeon, un uomo dai lunghi capelli biondi, un chakra scarlatto al centro della fronte ed occhi viola. vestito con una tunica, dei pantaloni e dei sandali in tinta avorio, all'improvviso si voltò verso la donna con uno sguardo adirato ben noto a Sanzo, Hakkai e Gojyo. 
«Cos'è questa storia, vecchiaccia?!» Sbottò Konzen«Ti sembrano decisioni da prendere da sola?! Non ho intenzione di prendermi a carico un animale!»
        «... Come ti permetti di parlarmi con quel tono, ragazzino?» Rispose irritata la Dea, «Così ho deciso, e così sarà. Dovresti sapere che è inutile discutere con me.»
        Sotto gli occhi dei tre ospiti non invitati, Goku (passato inosservato durante il battibecco) si avvicinò a Konzen come trasfigurato e, completamente ignaro della rabbia repressa del Dio biondo, afferrò con la mano una ciocca di capelli, sorridendo alla sua espressione stupita. «Che belli...! Sembri il Sole!!» Disse.
        Poi, inavvertitamente, tirò la ciocca bionda, staccandola di netto e facendo scoppiare il Dio nonostante le sue ripetute scuse. «Guarda cos'hai fatto, razza di stupida scimmia!!»
        A quelle parole Sanzo represse a fatica il desiderio di avvicinarsi a quel Konzen e riempirlo di insulti: solo lui aveva il diritto di chiamare Goku in quel modo! Chi si credeva di essere quel tipo, per picchiare la stupida scimmia?!
        Era completamente dimentico del fatto che quel Dio lì davanti a lui - e a Gojyo e Hakkai - altri non era che la forma originale in cui la sua anima aveva albergato per innumerevoli anni.
        Gojyo, dal canto suo, non poté dire di essere irritato dall'uso dell'appellativo tanto noto: lui stesso aveva iniziato ad usarlo solo dopo aver sentito Sanzo (benché il ragazzino sembrasse veramente una scimmia ed il nomignolo venisse naturale). Non di meno, era strano sentirlo in quel luogo, in quel tempo.
        Mentre gli altri due erano impegnati ad osservare Konzen maltrattare Goku, Hakkai stava prestando attenzione a Kanzeon. L'ermafrodita stava a sua volta guardando suo nipote e il suo nuovo 'animaletto domestico' con grande interesse—la donna pareva divertirsi, Hakkai aveva il sospetto che essa provasse un perverso senso di soddisfazione nel vedere il Dio biondo arrabbiato ed attivo. La Dea aveva sepre fatto così anche con Sanzo, le poche volte che l'avevano vista durante il loro viaggio, e ora il demone aveva capito il motivo.
 
-x-

 
        (È tempo che vediate le origini di tutto.
        Un tempo in cui il potere era ancora integro e libero da vincoli.)
 
        Improvvisamente i tre vennero inghiottiti da una fortissima luce bianca, per la seconda volta, e quando scomparve, si accorsero di aver cambiato luogo.
        Al contrario di prima, ora i membri del gruppo di Sanzo si trovavano fra le montagne, nel Mondo Terrestre.
        Faceva piuttosto freddo lì - si trovavano molto a nord, benché loro non se ne rendessero conto - ed il vento soffiava, facendo muovere le rade nuvole nel cielo sopra le loro teste, tanto scuro da poter essere quasi nero. Le stelle erano poche e sparse, l'unica luce era quella della Luna.
        Una Luna piena. Quel luccichio opalescente era il solo ad illuminare la notte, ma non per molto.
        In quello stesso istante Sanzo, Hakkai e Gojyo vennero attirati da un fioco chiarore. Sotto i loro occhi, il picco della montagna vicina prese ad illuminarsi e con la luce - pulsante e cresciente - la terra ai loro piedi iniziò a tremare, a scuotersi ed uno strano suono riecheggiò, quasi fosse un canto, aumentando di volume in sincrono con quel chiarore pulsante ed il potere crescente che avvolgeva quella che sembrava una roccia dal colore non ben definito, ricoperta di sigilli.
        Sanzo, staccando gli occhi dalla luce, notò una strana iscrizione incisa nella montagna, subito al di sotto della roccia luminescente, e una cordicella simile a quelle che delineavano un luogo (od oggetto) sacro.
        Il monaco scosse impercettibilmente la testa, incredulo... Eppure la vibrazione che sentiva gli era ben familiare.  «Non può essere...» Disse, attirando l'attenzione degli altri che però continuarono a fissare la luce, che cresceva sempre di più—e con essa, il suono, la canzone.
        «Sanzo?» Chiese Hakkai, per una volta senza parole. Gojyo non disse nulla, si limitava ad ascoltare. Sanzo sapeva bene qual era la domanda che Hakkai voleva chiedergli, ma non era sicuro di voler dare voce ai suoi pensieri; sentiva un disperato bisogno di tenere per sé quell'informazione, come se fosse una confidenza fra lui e Goku.
        Solo tra loro due.
        Un segreto da non rivelare. E così non lo fece. «Aspettate e vedrete da voi.» Mormorò invece, e gli altri due non obbiettarono.
        Sentivano che il momento era vicino: il 'canto' aveva raggiunto un tono altissimo per celebrare l'imminente evento e così anche la luce, talmente forte da impedire la vista.
        Il potere - enorme - che prima pulsava attorno alla roccia, ora aveva preso a concentrarsi in un punto per poi penetrare all'interno. I tre spettatori respiravano a malapena... Pian piano, la roccia iniziò a creparsi (e qualche sigillo bruciò), poi il rumore secco che indicava la rottura definitiva riecheggiò tutt'intorno.
        Il bagliore regredì, mentre la voce della Terra ancora echeggiava evanescente. Infine, i tre poterono vedere che qualcosa - qualcuno - era all'interno della pietra.
        I respiri si mozzarono e gli occhi si spalancano nello stesso momento—tutti loro poterono vedere un bambino, all'apparenza di otto anni, sollevare lentamente lo sguardo verso la Luna che splendeva alta sopra di lui.
        Il suo viso rifletteva stupore, contemplazione, innocenza... I suoi occhi dorati bruciavano per il potere contenuto in quel corpo minuto: un potere tale, mai visto prima, che il mondo intero rispettava e temeva. La Natura stessa riconosceva quel piccolo essere come il suo maestro, come la sua guida. Il vento accarezzò quel corpo delicato e scattante, rassicurandolo come il tocco di una madre. 
        «... Goku...» Fu Sanzo a parlare, ma lo fece senza nemmeno rendersi conto d'aver aperto bocca e nessuno degli altri due si sentì di dire nulla in più.
 
        (Né umano, né demone, né Dio... Ma un eretico, un essere nato dalla forza stessa della Terra.)
 
        La luce bianca tornò allora a farsi vedere, ma i tre erano fin troppo meravigliati da ciò che avevano visto per chiedersi qualsiasi cosa.

 
«Senti, Hazel, tu conosci il Seiten Taisei...?» -
 
(Ukoku Sanzo,
Saiyuki Reload)

 
   
 
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