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Autore: fera_JD    25/09/2016    1 recensioni
Questa è la storia di una vita, che si intreccia con le vite di altri, crea legami e li spezza, cambia e influenza il mondo che la circonda come esso influenza lei. è una vita come tante altre, ma allo stesso tempo non lo è.
Dalla storia:"E per questo ti ritieni mia amica?"
"Non proprio per questo ma sì, ti ritengo un amico. O devo ritenere queste una amicizia unilaterale?" chiese lei con un cipiglio malizioso.
"No be... insomma... io..." balbettò lui in evidente imbarazzo. Di certo non era abituato a dichiarazioni di quel genere, be di nessun genere. Barbara nel vederlo così in difficoltà scoppiò a ridere, non riusciva neanche a guardarla negli occhi.
"Va bene così Smilzo! Non devi dire niente, ho capito." gli disse lei con un sorriso incoraggiante e Severus si arrischiò a incrociare il suo sguardo e all'improvviso l'ansia scemò via.>
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Oh Sinnerman
So I ran to the devil, he was waitin'
I ran to the devil, he was waitin'
Ran to the devil, he was waitin'
All on that day
 
8 luglio 1979 8.30 AM
Barbara quella mattina si era svegliata con il sorriso e con il ricordo della sera precedente ancora vivido nella sua mente. Era stata un’esperienza incredibile, combattere contro dei maghi, trovare un altro licantropo, aiutare quello smilzo. Era davvero un tipo strano ora che ci pensava; anche nell’aspetto così nero sia per il vestiario che per i capelli e anche gli occhi lo erano, due pozzi di nera pece. Il contrasto con la pelle pallida era ancora più evidente in quel modo, chissà forse era una specie di mago-vampiro.
Barb si ritrovò a ridacchiare al pensiero, facendo mugugnare nel sonno la sua sorellina che dormiva nel letto sotto di lei. La mannara si sporse leggermente oltre il bordo del letto a castello per vedere la piccola Amy raggomitolata nelle coperte come in un bozzolo che le nascondeva anche la testa, solo un ciuffo dei suoi lunghi capelli ramati scappava dal nodo delle coperte.
Barbara dovette reprimere una risata per evitare di svegliarla. La ragazza si sdraiò di nuovo supina sul letto completamente sfatto per la notte agitata che aveva appena passato. Il dolore alla spalla se ne era andato ma le ci era voluto parecchio per rigenerarsi, per non parlare del casino che aveva fatto in bagno quella notte quando era tornata! La vasca era completamente sporca di sangue, sembrava che ci avesse ammazzato qualcuno lì dentro. Per fortuna i suoi fratelli minori erano già nel mondo dei sogni a quell’ora e i suoi genitori come suo fratello Josh, più grande di lei  di tre anni, erano fuori a fare chissà cosa.
La fortuna di avere una famiglia poco presente, se così si poteva dire.
A quel pensiero la ragazza non potè evitare di adombrarsi un po’ e capì che il sonno ormai non sarebbe ritornato. Barb sospirò guardando il poster dei suoi beneamati  Aerosmith attaccato sul soffitto a neanche un metro di distanza e scoccando un bacio a Steven Tyler, il cantante della band, scese dal letto con un balzo silenzioso. Altro che lupo mannaro, era un gatto pensò la ragazza con un ghigno.
Vestendosi in fretta e nel più completo silenzio scese al piano inferiore della casa trovando il salotto disordinato e ricolmo dell’odore del fumo, e quello non era solo puzza di tabacco. I suoi genitori erano lì, nella posizione in cui Barb li vedeva più spesso, suo padre Bob morto sul divano sfondato, in canottiera e mutande mentre sbava sul cuscino e sua madre Charlyn abbandonata sulla poltrona di pelle che ancora abbracciava la bottiglia di uno scadente Jack Daniels.
Quella stanza puzzava da morire e la visione non era da meno e Barbara preferì non vedere oltre. Afferrando una felpa leggera uscì di casa sbattendo volontariamente la porta, prima di allontanarsi a grandi falcate da quello squallore.
Respirando l’aria fresca di quel mattino d’estate, sentì la rabbia scemare volendo distrarsi il più possibile per evitare di pensare alla sua famiglia. La mente tornò di nuovo alla sera precedente e un leggero sorriso tornò ad adornare le labbra della ragazza, quel mondo nascosto cominciava a piacerle davvero. C’era sempre qualcosa di nuovo da scoprire, ogni volta che andava a trovare Bernard, lui aveva un nuovo racconto o informazione sul suo mondo da raccontarle.
Il mondo nascosto era quasi diventato il suo rifugio dai problemi che erano troppo insormontabili per essere aggiustati. Poteva combattere quattro maghi contemporaneamente, ma fare da babysitter ai suoi genitori era un compito che la faceva impazzire, tanto che ormai ci aveva rinunciato.
Barb scosse la testa con forza, scacciando il pensiero. Non ci voleva pensare.
Quando arrivò nei pressi della casa di Bernard senza che se ne accorgesse non si stupì più di tanto, il vecchio mago era diventato una specie di mentore per lei, sempre pronto a darle consigli e ad ascoltarla. Era davvero felice di averlo conosciuto.
La ragazza fece qualche passo verso la villetta di Dungwort con il sorriso sperando di trovarlo sveglio, voleva raccontargli degli eventi della sera prima. Chissà cosa avrebbe detto? Probabilmente le avrebbe dato della sconsiderata per essersi messa in pericolo in quel modo. Barb rise da sola al pensiero, a volte il vecchio si comportava proprio come un nonno.
Avvicinandosi la ragazza acuì l’udito cercando la presenza dell’uomo augurandosi di non sentire il suo russare ma invece sentì due voci sconosciute oltre a quella di Bernard.
“Dungwort, ma sei impazzito?!” stava esclamando una voce da uomo dal tono baritonale “Fraternizzare con un licantropo?! Con  i tempi che corrono?!!”
Barb si bloccò sul posto con gli occhi sbarrati a neanche pochi metri dalla recinzione del giardino. Stavano parlando di lei, non c’era dubbi.
“è una ragazza del quartiere Richard non ci sono pericoli.” Disse la voce di Bernard  in sua difesa.
“Dicevano così anche i Gould prima di essere sbranati da quella banda di assassini!!” continuò la voce di prima.
“Richard ha ragione.” Disse un’altra voce, anche questa maschile “Sono pericolosi e si dice che tanti di quella razza siano dalla Sua parte! Come fai a sapere che questa mannara non lo sia?”
Barb strinse i pugni affondando la testa nelle spalle, si sentiva accusata da quelle voci che nemmeno la conoscevano. Come si permettevano ad ingiuriarla in quel modo se non l’aveva mai neanche vista una volta, la insultavano solo conoscendo la sua natura, solo per quello che era diventata era considerata una specie di criminale. La ragazza sentì montare la rabbia ma cercò di quietarsi, sicuramente Bernard avrebbe spiegato loro la verità. Ormai si conoscevano da mesi, erano amici, la ragazza era sicura che non l’avrebbe tradita.
“Sì, forse avete ragione.” Disse la flebile voce del suo presunto amico “Sono stato sconsiderato a farla entrare in casa…”
Barbara non poteva credere alle sue orecchie. Gli occhi le si spalancarono mentre guardava allibita verso quella casa magica che era stata teatro di tante conversazioni amichevoli e a risate che di sincere ora avevano ben poco.
La vista le si appannò di un velo di lacrime non versate.
Perché si chiedeva, perché la stava tradendo?
Perché anche lui l’aveva abbandonata?
“Decisamente Bernard” stava dicendo la seconda voce maschile “Oltre al fatto che hai corso un grosso rischio! Poteva morderti!”
Barbara strinse i pugni rabbiosa, ecco che tornava alla ribalta il tema del contagio! Non era una bestia che pensava solo a dilaniare il prossimo, peggio di uno zombie!
“Esatto mio caro!” esclamò la voce da baritono di Richard “E poi davvero che compagnia poteva mai darti un lupo mannaro!? Sono degli animali!!” rise lui con una risata di scherno che le fece ricordare di quei quattro giovani maghi della sera scorsa.
Barb non ci vide più, il sangue nelle vene pompava come un ossesso e il lupo reclamava vendetta.
Con un potente balzo la ragazza sfondò la finestra del soggiorno nella sua forma ferina ruggendo verso i tre maghi rimasti totalmente di stucco. Ma fu solo un momento e subito dopo i due ospiti di Dungwort estrassero le bacchette cominciando ad attaccare la ragazza, ma lei fu più veloce di loro, forte per il combattimento magico della notte  scorsa che l’aveva allenata. In pochi minuti Barbara riuscì a strappare di mano le bacchette ai suoi avversari che rimasero inermi alla sua furia. Bernard era rimasto in disparte, totalmente stupefatto per fare qualsiasi cosa, non si aspettava l’arrivo della ragazza come non si aspettava di certo un suo attacco.
I due maghi intanto tentavano di arretrare stando il più possibile lontani da Barbara che li guardava infuriata come non mai.
“Volevate l’animale?!” esclamò nella sua voce roca tipica della mezza trasformazione in cui era “Bene, eccovelo servito!!” urlò lei ruggendo e scagliandosi contro i due. Non voleva fare loro del male, non veramente, ma la rabbia era troppa e non controllava bene la sua forza così quando afferrò i due uomini li fece volare per la stanza più e più volte, distruggendo il raffinato mobilio di legno rosso che ora le ricordava solo il rosso della furia. La ragazza avrebbe continuato la sua opera di distruzione se la voce di Bernard non accorse ad arrestare la sua rabbia devastante.
“Barbara fermati!!” urlò il vecchio mago quasi disperato.
La ragazza lo ascoltò anche se tremava ancora di rabbia ma cercò di ritrarre le zanne.
“Fermarmi dici?” chiese lei con tono adirato “E di fare cosa? Di essere me stessa?! Non sono altro che un animale vero?!” urlò verso l’uomo che aveva identificato come Richard e che ora sedeva tumefatto tra i libri distrutti di Bernard ai piedi degli scaffali. “Oh no che dico, sono una fottuta spia dei Deatheaters ovviamente!” continuò la ragazza questa volta guardando l’altro uomo che non ebbe il coraggio di mantenere il suo sguardo.
Bernard tentò di calmarla : “Barb, noi non volevamo…”
“Che cosa? Darmi del cane, della contagiosa, del mostro?!!” esclamò di nuovo lei con gli occhi lucidi. Era stanca, decisamente stanca di tutto. Aveva creduto che il mondo nascosto avrebbe potuto essere un luogo dove poteva essere sé stessa senza avere problemi, ma come il suo mondo normale non faceva altro che farla sentire in trappola.
“Sai che ti dico Bernard? Che voi, che tanto odiate i Deatheaters e condannate il loro credo di superiorità non siate poi così diversi. Certo non ve la prendete con altri maghi, ma non fate altro che puntare il dito su qualunque altra creatura che vi si pari davanti!!” finì urlando la ragazza con il fiato corto. “Siete solo un altro branco di arroganti e pieno di pregiudizi!!!”
Bernard non riuscì più a guardarla in viso e non sapeva cosa dire a quella valanga di parole che sapeva che dicevano la verità. Un teso e cupo silenzio scese nella casa, nessuno sembrava voler muovere un muscolo rimasti così impietriti davanti all’ira e alla sofferenza di quella ragazza licantropa che aveva riversato su di loro come un fiume in piena.
Alla fine Barbara stufa di quel silenzio di parole non dette, diede le spalle ai maghi andando verso la finestra in frantumi in un moto di rabbia. Subito dopo saltò giù dalla finestra dicendo “Andate tutti a farvi fottere!!”
La ragazza corse via con ormai le lacrime a bagnarle il viso, dovute alla rabbia per le parole dei maghi, per il comportamento dei suoi genitori, per ciò che era diventata, per la mancanza di una figura che potesse confortarla, per un futuro che non vedeva davanti a sé.
La vita sembrava aver chiesto troppo alle sue magre spalle di giovane sedicenne.
 
Note dell’autrice
Allora ringrazio ancora tutti quelli che leggono e seguono la storia davvero grazie!!
Qui sotto vi lascio il link di una nuova illustrazione legata al capitolo precedente che ieri non sono riuscita a finire in tempo! Ops…
https://www.facebook.com/454171808109877/photos/a.454764438050614.1073741828.454171808109877/519835201543537/?type=3&theater
A domani!!
  
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