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Autore: hotaru    06/05/2009    7 recensioni
Da un'idea di Steffa (che ringrazio moltissimo per avermi permesso di aprire una "filiale" della sua serie), una raccolta di one-shot dedicate ai vari personaggi nel giorno del loro compleanno... tanti auguri!
Capitolo primo: Sono grande?
Capitolo secondo: Malumori
Capitolo terzo: Jam Session
Capitolo quarto: In treno
Capitolo quinto: Il tempo di una regina
Capitolo sesto: Pesche
Capitolo settimo: Streghe e dintorni
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prima di tutto…

Tsukino_chan_91: sono felice che il compleanno di Hana ti sia piaciuto così tanto, e che tu abbia apprezzato anche alcuni dettagli come il potere della discendente di Hazuki e il micino fantasma… pensavo sarebbero passati inosservati, ma mi fa piacere che qualcuno li abbia notati!

BAbyDany94: mah… vediamo cosa ne pensi del compleanno di Momoko…

Hatori: sono davvero contenta di averti fatto apprezzare Hana, soprattutto perché è un personaggio che a cui ho imparato io stessa a voler bene. Non so mai cosa aspettarmi dalle tue recensioni, ogni volta che pubblico mi chiedo: “Chissà cosa ne penserà Hatori”. Spero di aver fatto un buon lavoro...

kikkyxx14: contenta che ti sia piaciuta! Che ne pensi di questa?

AikoSenoo: tranquilla, commenta quando vuoi! ^^ Piuttosto, sono contenta che i miei compleanni di piacciano… che ne pensi di quello di Momoko?

ale03: grazie mille per i complimenti (arrossisco!). Spero tanto ti piaccia anche questo compleanno!

 

 

 

Dedicato a tutti coloro che sono nati sotto il segno del Toro in un giorno di piena primavera, in particolare a S.S., che ormai è romana d’adozione

 

 

Momoko si svegliò quella mattina con in corpo un’immensa voglia di mettersi al lavoro.

Aveva già trovato su varie riviste di cucina le ricette di cui aveva bisogno, ma ovviamente una vera pasticcera avrebbe preparato tutto il giorno stesso, in modo che ogni cosa risultasse fresca e fragrante.

Andò in cucina e tirò fuori la grande cassetta di pesche che si era procurata con la madre. Ne prese una e la annusò a fondo, quasi chiedendole che cosa avrebbe voluto diventare. In fondo non trovava che il mestiere del pasticcere fosse molto lontano da quello dello scrittore: entrambi plasmavano qualcosa che già si trovava in natura, riuscendo in qualche modo a sublimare gli animi.

Si era sempre identificata molto in quel frutto dolce e profumato che portava nel nome (*): morbido e malleabile, estremamente versatile. Come era lei, forse, a cavallo tra quei Paesi separati dall’oceano: Giappone e Stati Uniti.

Quando aveva dovuto lasciare l’America aveva pensato che in fondo, se con una pesca si possono preparare creme e gelati, torte e macedonie, allora anche lei poteva riuscire ad essere più americana o giapponese a seconda delle necessità.

Sembrava una fantasia da bambina, ma in qualche modo quel pensiero era riuscito a darle coraggio.

Non resistette, e morse il frutto succoso che ancora teneva in mano.

-         Ma come, tesoro? Non dovevi preparare un sacco di dolci per stasera? Se te le mangi, non ne resterà più nemmeno una! – scherzò la madre entrando in cucina.

Momoko non rispose subito, ma sorrise con la bocca piacevolmente piena e le labbra già appiccicose.

-         Non preoccuparti – disse dopo un po’ – È solo che sono così belle che non ho resistito. Inoltre se devo preparare dei dolci devo assicurarmi che siano buone!

-         Giusto – annuì la madre, dirigendosi nella stanza a fianco mentre Momoko si metteva al lavoro.

La ragazzina era talmente concentrata nel proprio operato da accorgersi solo dopo un po’ di una serie di click click che si udivano bene nel silenzio.

Alzò la testa, sorpresa, ed esclamò:

-         Ma mamma! Cosa…

-         Scusami, tesoro – rispose la donna, abbassando sorridendo la macchina fotografica – È solo che non ho resistito. Adoro fotografare le persone mentre fanno qualcosa che adorano. È come cogliere la loro stessa essenza.

-         La loro… essenza? – ripeté Momoko.

La madre annuì.

-         Esatto. Non mi servono foto in cui la gente stia in posa o faccia finta di sorridere. Certo, ce ne sono di molto belle, ma quelle che cerco io sono proprio quelle più spontanee e naturali.

-         Quindi dovremmo fare una foto a te mentre fotografi – ponderò la ragazzina, sorridendo.

-         Sì, forse – rispose la madre – Ma ora basta perdere tempo: ti serve una mano? Non posso lasciare che passi il tuo compleanno a lavorare!

-         Va bene così, grazie – rifiutò Momoko – A me piace stare qui, tra il forno e le pentole. Mi sento a mio agio. Non potrei passare un compleanno migliore.

 

-         Oh, che meraviglia! – esclamarono all’unisono Doremì e Aiko quella sera, nel vedere tutte le prelibatezze preparate dall’amica – Chissà che bontà!

-         Dovete aspettare di assaggiare, prima di dirlo – fece Momoko mentre sistemava gli ultimi piatti.

-         Comunque hanno un aspetto magnifico – commentò Onpu.

-         Già, una presentazione degna dei migliori chef – concordò Hazuki.

-         Già, è fantastico! – esclamò Hana.

-         Non dite così, mi fate arrossire! – si schermì la pasticcera.

-         Beh, comunque ti dobbiamo ringraziare – disse Doremì prendendole le mani – Tu hai trascorso il tuo compleanno a sgobbare e noi ci godremo tutta questa meraviglia. Sei incredibile! Tanti auguri!

Un coro di altri “auguri”, “buon compleanno” fece eco alla dichiarazione di Doremì. Momoko sorrise, felice che il suo essere pesca le permettesse di mescolarsi così anche ad altri tipi di frutta, così diversi da lei. Doremì era una grande e dolce fragola; Hazuki una mandorla delicata ma forte; Aiko simile ai mirtilli scuri e selvatici; Onpu identica alle more, aspre e scorbutiche prima del tempo, ma dolci e perfette quando è trascorso il giusto periodo; Hana un ananas vivace e sprizzante allegria.

-         Ma che cosa aspettiamo? – esclamò per l’appunto quest’ultima – Queste leccornie aspettano soltanto noi!

-         Prego – le invitò Momoko – Allora… ci sono pesche al forno, con lo zabaione, ripiene agli amaretti, meringate, una macedonia col gelato… e infine la torta.

Le amiche erano rimaste a bocca aperta di fronte a tale, ampia scelta.

-         Non fate complimenti! – esclamò ancora una volta la festeggiata, mentre le altre si avvicinavano quasi con reverenza al tavolo imbandito.

Quando poi iniziarono ad assaggiare, e sui loro volti si dipinse un sorriso deliziato, Momoko pensò che un pasticcere viveva forse solo ed esclusivamente per quei momenti: per l’istante in cui qualcuno sorride solo grazie a ciò che ha appena messo in bocca.

Sì, davvero un compleanno coi fiocchi. E per l’anno successivo, cos’avrebbe preparato?

       

 

(*) “Momo” in giapponese significa “pesca”.

 

 

Mi è venuta l’acquolina in bocca, a scrivere questo capitolo. Ha fatto lo stesso effetto anche a voi?

 

Arrivederci al 30 luglio, con il compleanno di Doremì Harukaze!

 

   
 
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