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Autore: Chiaroscura69    26/09/2016    1 recensioni
Mistero, segreti, passione, coraggio... questo mix è racchiuso nella giovane dolce e insicura protagonista di questa storia che forse alla fine troverà la forza di comprendere quale oscuro intrigo si nasconde nel suo passato e in che modo poter salvare il proprio futuro. Ma la domanda più importante è: di chi ci si può fidare?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 Arrivai a scuola decisamente in anticipo e mi diressi come una furia alla ricerca di Jack. Lo vidi esattamente dove quella volta andai a sbattere contro di lui qualche tempo prima. Stava sempre là?! Mi resi conto dal filo dei miei pensieri che la nostra non sarebbe stata affatto una conversazione diplomatica ma decisi che in fondo non aveva alcuna importanza. L'avrei fatto parlare. Questa volta gli andai a sbattere sopra volontariamente. Lui si girò di scatto con un lampo di sorpresa negli occhi. ''Oh scusami Jack, non l'ho proprio fatto apposta'' mi scusai esagerando i toni per fargli capir che non ero affatto dispiaciuta. ''Non posso credere ai miei occhi! Ma questa è Jacquèline la codarda?'' mi provocò. ''Ok senti non ho tempo per queste cose. Noi due dobbiamo parlare.'' ''Ti ascolto'' fece lui con aria divertita. ''Cosa diavolo hai da sorridere me lo spieghi?!'' mi inviperii per un attimo. Ancora una volta sopresi un lampo di sbigottimento nei suoi occhi ma lui parve ben intento a nasconderlo. ''Rido della tua imprevedibilità mia dolce isterica Jacky'' rispose con una punta di nervoso nella voce. Beh almeno ora il nervoso lo avevamo in due. ''Dobbiamo parlare, ma non qui.'' sussurrai guardandomi intorno con aria eloquente. ''Guarda che io non ho paura di loro e non vedo perchè dovremmo nasconderci. Oltretutto io non spreco il mio tempo con te al di fuori dell'orario scolastico'' TEMPO. Nel momento stesso in cui pronunciò quella parola sentii il mio cuore dibattersi senza una ragione. La mia mano iniziò a formicolare pericolosamente così la misi in tasca. ''Ti prego è urgente...Io ho paura'' ammisi e sentii gli occhi velarsi di lacrime mentre lo guardavo implorante. Un attimo dopo mi vergognai di me stessa così non attesi neanche una sua risposta e me ne andai a capo chino per nascondere il volto. Per fortuna o per sfortuna la campanella trillò in quel momento così dovemmo entrare. Dopo aver varcato la soglia dell'aula mi impegnai per cercare Màtias e Mary ma stranamente non si erano presentati a scuola. Mi sedetti nel banco vicino alla finestra e misi ,come già avevo fatto in passato, la sedia il più possibile lontana dal posto di Jack. Appena lo vidi entrare abbassai lo sguardo fino a terra e mi raggomitolai su me stessa. Tuttavia non mi sfuggì il suo sguardo totalmente perso nel vuoto, che non gli avevo mai visto. ''Temporin, all'interrogazione''sibilò la Cooper che probabilmente aveva captato il mio umore tendente al suicidio quel giorno. Imprecai silenziosamente e mi chiesi per quale ragione la sfortuna non venisse mai a trovarmi una volta sola. Non avevo mai capito che gusto ci trovassero alcuni professori a farti perdere qualunque buona stima avessi di te stessa, chiamandoti alle interrogazioni quando è palese che emani onde radioattive per il tuo umor nero. E' chiaro che non andrai mai bene. Comunque non potevo certo prendere un due e non presentarmi, così strinsi i denti e mi alzai, imprecando silenziosamente. ''Temporin ci parli dell'ultima lezione'' Deglutii rumorosamente. ''Perchè proprio l'ultima prof? Insomma ci sono un sacco di capitoli..''tentai. Nell'ultima lezione non avevo seguito nulla perchè ero troppo preoccupata per Paul. ''Decido io che cosa chiedere Temporin! Inoltre durante l'ultima lezione ho notato con piacere la sua bava scintillare nel banco quindi ho capito che deve averla appassionata particolarmente!'' mi prese in giro. I miei compagni scoppiarono in una risata di scherno. Tutti, eccetto Jack. Lui mi osservava incuriosito, come per vedere la mia reazione. Avvampai. Una serie di risposte iniziarono a vorticarmi nella testa. ''Allora Temporin non vuole dirmi nulla? Guardi che il tempo sta per finire!'' incalzò. Il TEMPO. Ancora lui. Iniziai a sentire la mano formicolare sempre più forte e a tremare. Guardai i miei compagni che ridacchiavano osservandomi e non capii più nulla. Presi una penna dal banco e gliela piantai nella mano sinistra. Tutti iniziarono ad urlare ed io fuggii in bagno in lacrime. Rimasi in bagno per due ore, poi decisi di prendermi le mie responsabilità. Non riuscivo nemmeno a credere di aver potuto compiere un gesto del genere. Appena varcai la soglia dell'aula mi accorsi con grande sbigottimento che non c'era nessuno, eccetto Jack. ''Ok-disse, per una volta serio-, dobbiamo parlare''.
   
 
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