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Autore: Il mio piccolo mondo    26/09/2016    0 recensioni
"Un giorno vale l'altro quando i giorni sono tutti uguali,quando sei schiavo della quotidianità e disprezzi con disgusto quei scontati miseri giorni". A volte l'essere umano smarrisce la strada,non riesce più a cogliere il senso delle piccole cose,della vita; respira,il suo cuore pulsa e il sangue circola in tutto il corpo, eppure lentamente si sta spegnedo,abbandonandosi ad una vita apatica,precipitando nell'oblio. Ormai diventato un vagante nell'oscurità , non sa nemmeno più chi sia. E questa è anche la storia di Anna, una ragazza senza nome.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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NOTE DELL'AUTORE: salve a tutti questo è il terzo capitolo che pubblico e non ho mai avuto una recensione, quindi non so se questa storia vi stia piacendo o no. Vi chiedo la cortesia di lasciare una recensione, ovviamente anche critiche, per sapere dove sbaglio e perfezionarmi. Grazie a tutti.

 

Un tuffo nel passato – conosciamo Marianna.

 

“La vita non ha regole, sono gli uomini che le creano e sono gli stessi uomini che le infrangono.
In Natura non c'è il bene o il male , ma l'uomo con la storia,con le sue azioni, ha dato vita a entrambi,bene e male, e per questo ha dovuto imporre delle regole , per amministrare l'equilibrio che era stato spezzato.

L'uomo è nato libero in un mondo libero,eppure, in un modo o in un altro ,è morto tra mille catene, schiavo, come solo un uomo poteva essere schiavo.

Un lupo che riduce a brandelli con morsi voraci un vitellino indifeso non è cattivo e solo un lupo che è nato lupo e si comporta da lupo,questa è la sua natura. Qual è la natura dell'uomo?Come si dovrebbe comportare un uomo? L'uomo vive cambiando faccia, ha mille maschere per mille situazioni,non ha una natura , perché crede di esser quel che vorrebbe essere e adatta la sua esistenza a questa falsa convinzione.

Io vorrei essere libera,giusta,umana ma non posso essere niente di tutto ciò, perché io non so chi sono,non conosco la mia natura e sono dispersa in questo mondo. Sono un lupo fatto a brandelli da un vitellino”. Anna gettò la penna e nascose il quadernino nero in fondo al cassetto.

 

Intanto la signora Marianna era tornata a casa, si tolse il cappotto beige ,sfilò i tacchi e si adagiò comodamente nel divano,cercando qualche istante di pace, solo un istante che,però, venne interrotto dalle domande persistenti di Anna.

“Mamma, sei andata a pagare le tasse per la scuola?non è possibile,te l'avevo detto tre volte che scadeva lo scorso giovedì e oggi non l'hai ancora pagato.” Marianna aprì lentamente gli occhi come se avesse paura di continuare la giornata, esasperata da un orologio ostinatamente fermo sul cinque e che non aveva nessuna intenzione di corrompere il tempo mettendo fine a questo lunedì interminabile. Non sentendo ancora nessuna risposta, Anna continuò.

“So già come andrà a finire, non potrò iscrivermi ai corsi serali di matematica, non riuscirò a recuperare quell'aborto di compito che ho fatto e mi toccherà studiare tutta l'estate e ..” venne interrotta dalla parole premurose della madre. “Tesoro,non ho avuto tempo,perdonami, ti giuro che domani pago tutto.. non ti preoccupare, tu , tesoro come stai ? Cosa hai fatto oggi? Ti sei stancata ? Se hai fame , guarda in frigo cosa ti ho comprato, dei panini deliziosi, li ho presi solo per te,non dirlo però a tuo padre che sono i suoi preferiti ah ah …” ma la risposta fu molto netta “Domani.” e se ne andò in camera sua.

Quella bolla di pace era scoppiata ed era inutile riprovare a creare quell'atmosfera.

Allora signora Marianna decise di dirigersi in cucina per lavare i piatti e proprio quando stava passando nel corridoio si fermò davanti al mobiletto di legno . Che bella fotografia, nel giorno del matrimonio Marianna era stupenda, i riccioli biondi dorati le scendevano lungo il viso,lo incorniciavano rendendolo ancora più docile,le guance erano rosse come due arance, rosse come non sono mai state in tutta la sua vita,forse a causa della troppa gioia da sostenere in un'unica volta e il vestito era un patrimonio familiare che era stato cucito e poi indossato per la prima volta dalla sua bis nonna, ma nessuna era mai stata così meravigliosa quanto Marianna con quel lungo abito bianco ,così datato con tutti quei merletti e pizzo. In quella foto è stretta stretta tra le braccia del suo sposo,il signor Maurizio, che la guarda con passione, con la consapevolezza di avere al suo fianco la sua Donna,la donna che ama e che amerà per sempre, testuali parole che aveva lui stesso pronunciato al brindisi e che fino alla fine dei loro giorni,vi posso dire che sono state parole veritiere.
Nonostante il lieto fine ,Marianna non aveva avuto una vita facile, e la sua sofferenza l'aveva logorata dentro ,lasciandole una cicatrice indelebile.

Marianna era la sesta di sette figli e dopo averne cresciuti tre, la madre si era dimenticata di amare gli altri, figuratevi lei che era la sesta. Fin da bambina si scorgeva il suo lato sensibile, emotivo ed era così ingenuamente buona che gli altri bambini maliziosamente se ne approfittavano .
Quanto piangeva Marianna bambina nella notte di Natale, nessun regalo c'era per lei, eppure si era comportata bene, ma la mamma le rispondeva “Non abbastanza..”. Quanto piangeva, quando arrivava il suo compleanno e non c'era mai una festa,mai una candelina da soffiare, mai un Tanti auguri cantato, ma la mamma le rispondeva “Ogni giorno è il compleanno di qualcuno,non possiamo mica festeggiarli tutti”. Marianna piangeva tante volte e tante volte la mamma le rispondeva “La devi smettere di piagnucolare , mi fai venire mal di testa e mi costringi a lasciarti in camera al buio e senza cena”.
Marianna era sola, la mamma non la coccolava mai ,neanche una carezza, il padre era morto quando lei aveva solo nove mesi e l'unica foto che era rimasta di lui era quella con la mamma e Paolo , il fratello maggiore. Nonostante fosse una famiglia numerosa,Marianna era sola, infatti tutti i figli raggiunta una certa età scappavano e andavano il più lontano possibile da quella casa, non tornavano più, dimenticando tutto e tutti.

La povera Marianna quindi era cresciuta solo con la sorella Maria (la quinta) e il fratellino Carlo.

Con la sorella i rapporti sono stati sempre ostili, infatti Maria era cresciuta fredda,acida,egoista, mai il suo volto rivelava un'emozione ,era una sorta di scudo che aveva rafforzato con gli anni e la povera Marianna così sensibile non poteva comprendere gli atteggiamenti bruschi della sorella. Quindi tutto l'amore che Marianna poteva dare lo riversava al fratellino Carlo , l'unico legame familiare che era riuscita a creare. Lo aiutava nei compiti, giocava con lui,gli comprava i regali di compleanno e di natale, gli leggeva le storie prima di addormentarsi e quando era triste e piangeva lo riempiva di biscotti e carezze. Insomma tutto quella che Marianna avrebbe voluto dalla madre, lei lo dava a Carlo. E anche quando Marianna ebbe l'età giusta per andarsene, rimase lì con lui.

Purtroppo le sventure di Marianna non erano ancora finite .

Carlo all'età di sedici anni si ammalò gravemente ,la madre non volle spendere tutti quei soldi per le medicine e Marianna lavorò il triplo per pagare i migliori medici, ma Carlo dopo una notte travagliata morì lo stesso.

Dopo la morte del fratello, fu un periodo molto buio per lei e una volta pensò persino al suicidio ma le mancava il coraggio. L'unico legame della sua vita svanì per sempre e precipitò nell'oblio più totale. Non mangiava, non dormiva, non parlava con nessuno.

 

Dopo due anni ,quasi compiuti i ventitré , ebbe la sua prima storia d'amore con Vincenzo.

Lui era un bel ragazzo,affascinante,figlio di una famiglia benestante e lavorava presso gli uffici del padre che era uno dei più rinomati avvocati della regione.
Era un uomo ricco che si poteva permettere di viziare la sua Donna in ogni modo e lei che dalla vita non aveva mai avuto niente ne rimase quasi imbambolata, non tanto per il valore dei regali ma perché lei di regali non aveva mai visto neanche l'ombra.
Il primo periodo fu bellissimo, tenerezze sdolcinate da innamorati,una luna di miele che sembrava non finire mai, ma poi finì eccome.

Il lato viziato e arrogante di Vincenzo uscì allo scoperto e la tanto amata Marianna, più che una giovane fidanzatina sembrava essere diventata la schiava di un'altra casa.

“Devi pulire meglio il pavimento, è uno schifo non fa a camminarci.”

“Non sai cucinare, questo pollo fa schifo.”

“Non sei bella come le altre, non sai scopare”

“C'è qualcosa in cui non fai schifo?”.

Non l'aveva mai picchiata, ma quelle parole valevano come tante botte e le sembrava che il passato la stesse riseguendo e sentiva ancora gli echi di quella casa e della madre.

Un giorno dopo aver visto Vincenzo e un'altra nudi tra le lenzuola, prese la valigia con tutta la sua roba e se ne andò senza mai voltarsi, e non importava quanto lui stesse gridando dalle scale “Marianna io ti amo, ti giuro che non lo faccio più, tu sei unica ..” ormai lei era già andata via.

Quel giorno giurò a se stessa di rimanere da sola e di amarsi da sola che tanto là fuori nessuno le avrebbe mai dato un po' di amore e così fece fino ai ventisette anni.

Stava piovendo intensamente,sembrava che gli dei volessero punire gli uomini una volta per tutte, e Marianna in macchina non riusciva a capire dove stesse andando finché andò a scontrarsi con un'altra macchina.
Era Maurizio.
All'apparenza un giovanotto semplice dalle buone maniere e subito rimase colpito dal suo sguardo così docile e sincero.

Maurizio ebbe subito un colpo di fulmine per la bella Marianna e con un po' di spavalderia le chiese un appuntamento come risarcimento per la macchina distrutta e Marianna un po' vincolata dal suo giuramento alla fine davanti a quello sguardo non riuscì a dire di no e si diede un'ultima speranza che come sappiamo si rivelò la grande gioia della sua vita.

Maurizio l'amava follemente,percepiva il suo dolore e l'amava ancora di più ,la stringeva forte accoccolati nel letto per la paura che qualcosa gliela potesse portare via .

Marianna ,per la prima volta, in tutta la sua vita ,riempì quel vuoto interiore,si sentiva amata,rispettata, si sentiva una Donna che aveva preso in possesso la sua vita.

Maurizio aspettò un mese prima che piovesse e finalmente quando furono fulmini e saette, portò Marianna in macchina nel posto in cui era accaduto l'incidente e le disse:

“Io ringrazio Dio con tutto il mio cuore per averti fatto schiantare contro la mia macchina , perché io ora non riesco ad immaginare una vita senza di te , io non posso stare senza di te e per questo in questa macchina,in questo luogo,sotto questa pioggia ti voglio chiedere , tu Marianna vuoi essere la mia Donna per il resto della vita?”.In quel momento non ci furono dubbi per Marianna, ogni paura o timore,ogni mancanza e dolore subiti sparirono e quanto pianse quel giorno sotto quella pioggia ma di gioia e l'unica cosa che riuscì a dire fu “Sì Maurizio perché io ti amerò sempre e per sempre”.

 

Guardare quella foto nel mobiletto di legno fu come un flashback ,rivide tutta la sua vita in cinque secondi e la sensazione fu strana, si ricordò quanto lei fosse fortunata e quanto amasse la sua famiglia e non sapeva perché ,proprio quel giorno, si era fermata a guardare la foto, quella foto era sempre stata lì, eppure quel giorno, era come se l'avesse cercata inconsciamente.

Lei era libera di amare e di essere amata, lei era Marianna.

 

 

 

   
 
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