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Autore: Melissa Miley Renga    27/09/2016    4 recensioni
Ciao a tutti eccomi qui a scrivere come promesso la storia che doveva essere per il contest del semaforo rosso... Sperando sia di vostro gradimento ecco a voi parte della trama.
"Un giovane negoziante di antiquariato, sposato, con due bambini, si sente soffocare nel suo matrimonio. Ma questo non lo porta a tradire, cerca in qualche modo di lottare per il suo matrimonio. Ma quando incontra Kagome i suoi piani sembrano vacillare, la voglia che ha di lei sembra prendere il sopravvento; invece riesce ancora una volta a non lasciarsi andare, a frenare l’impulso di stringere a sé la ragazza, perdendosi nel tradimento. Kagome dal canto suo, ha una storia appena conclusasi alle sue spalle. E un tradimento che ancora le brucia sulla pelle e le pesa sul cuore tanto da arrivare a non credere più all'amore e non volersi più innamorare di nessuno, vive solo per se stessa. Ma quando incrocia il bell' Inuyasha Taisho, anche se ne resta ammaliata e affascinata, fa l’impossibile per non cedere alla tentazione. Lei non vuole essere l’altra."
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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Love around the corner

CAPITOLO 1

 

Quella mattina Kagome aveva appuntamento per le 9:00 per un colloquio di lavoro, visto che era stata licenziata dal bar dove lavorava come cameriera proprio qualche settimana fa, per via della crisi che non si potevano permettere di dare la paga a tutti; per questo dovettero licenziare almeno cinque dipendenti per essere così in regola e lei si era ritrovata senza lavoro, ma con un affitto da pagare che condivideva con la sua migliore amica Sango Hirai anche lei lavorava nel bar, ma era stata una delle fortunate a non essere stata licenziata.

Si vestì in un tutta calma e con un vestito primaverile (visto che si avvicinava l’estate) non troppo scollato e nemmeno troppo corto, dei sandali senza tacco ed una borsa azzurra a tracolla. Raccolse i suoi lunghi capelli corvini in una coda alta e nonostante fosse in anticipo decise comunque di uscire.

Era una di quelle giornate né troppo fredde né troppo calde in cui il sole di prima mattina riscaldava quel poco da non essere troppo caldo. La città caotica come Tokyo era già sveglia con il suo solito via vai di gente che andava e veniva e di macchine che sfrecciavano veloci sulle strada.

Si diresse a piedi al locale stabilito ed appena arrivò (in anticipo di un quarto d’ora) si sedette in un tavolino di fuori attendendo davanti ad una tazza di caffè fumante.

Qualche minuto più tardi la raggiunse con grazia una donna dai lunghi capelli neri come la pece con dei jeans aderenti una camicetta bianca che aderiva perfettamente al suo corpo e delle scarpe con il tacco vertiginoso. Si piazzò davanti al suo tavolo e le sorrise.

“Salve per caso lei è Kagome Higurashi?”

“Sì.. sono io”

Si presentò impacciata Kagome, mentre si sentiva tremendamente a disagio per la bellezza angelica della donna.

“ Oh, bene! Molto lieta!”Disse la donna porgendole la mano che la ragazza strinse a sua volta “Io sono Kikyo,Kikyo Taisho. Spero di non averti fatta attendere tanto signorina Higurashi. ”

L’altra sorrise cordialmente e scosse la testa. “Non si preoccupi; non è molto che sono qui.”

 Kikyo si sedette di fronte al suo interlocutore ordinò anche lei un caffè e poi rivolse tutta l’attenzione alla ragazza. Era in cerca di una babysitter a tempo pieno immediatamente perché non sapeva come avrebbe fatto a tenere i suoi bambini per via del suo lavoro come psicologa e anche perché in  gran parte della giornata anche suo marito non c’era quasi mai. La fine della scuola poi era vicina e quindi a momenti neppure la mattina non sapevano dove mandarli. Certo potevano fare affidamento sulla cognata di suo marito Rin, ma con il fatto che a breve si sarebbe sposata, doveva organizzare tutto il ricevimento, non le sembrava veramente il caso di stare a disturbare lei. Quindi aveva bisogno di una ragazza giovane dinamica e di bell’aspetto e Kagome sembrava proprio al caso suo: aveva lavorato in passato con i bambini e recentemente aveva perso il lavoro come cameriera, cosa chiedere di più?

Riuscirono ad instaurare un rapporto amichevole durante il colloquio e piano piano il disagio di Kagome svanì. Poi dopo un po’ Kikyo si accorse di essere in ritardo per il lavoro così dovette salutare Kagome e si diedero appuntamento per domani sera che sarebbe venuta a conoscere i bambini che tra due settimane avrebbe badato. Le diede il suo indirizzo e si scambiarono i numeri di telefono (in caso ce ne fosse bisogno) poi dopo aver pagato il suo caffè lasciò la ragazza da sola.

Kagome era al settimo cielo di essere stata assunta e non vedeva l’ora di conoscere le due pesti che avrebbe accudito. In quella soleggiata mattina aveva finalmente trovato lavoro e la sua nuova datrice sembrava essere una donna in gamba e molto formale. Decise di non tornare subito a casa perché Sango avrebbe finito il turno nel primo pomeriggio così decise di fare una passeggiata nei viali in fiore. 
Quando ormai stava camminando da più di un'ora sentì il bisogno di riposarsi, ma in vista non c'erano panchine solo alcuni gradini in una via all' angolo della strada. Decise quindi di sedersi, anche perché le scarpe nuove di zecca le stavano iniziando a far male. Pochi istanti dopo si rese conto che non si era seduta all'ingresso di un'abitazione, bensì di un negozio di antiquariato, ‘Taisho Antiques’. La vetrina emanava un'aurea misteriosa. Maschere di ogni genere e colore erano disposte in un ordine impreciso, candele di un colore rosso magenta erano disposte su candelabri di ogni misura, spade di ogni epoca erano distribuite su mobili di ciliegio e una magnifica collana di perle con sfumature ametista faceva capolino da un cassetto. Kagome era meravigliata, un posto tanto bello come poteva esserle sfuggito? In fondo era già diverso tempo che viveva nei paraggi e conosceva Tokyo quasi come le sue tasche. Proprio in quel momento sentì il tintinnio dello schiaccia pensieri all'ingresso del negozio e si alzò di soprassalto imbarazzata cercando di sistemare le pieghe del vestito che si erano alzato.

“Mi scusi non volevo….”

Le parole le morirono  in gola non appena alzò lo sguardo specchiandosi in due occhi dal colore insolito del miele. Davanti a lei un uomo alto attraente dai capelli lunghi argentati la stava guardando sconcertato e perplesso.

“Pensava fosse una panchina per caso…? Sta bloccando il passaggio stando qui davanti!”

Kagome si ricompose appena udì le parole dell’uomo. Abbassò lo sguardo onde evitare di essere di nuovo distratta da quei bellissimi occhi.

“Ehm… mi dispiace. Non credevo fosse un negozio inizialmente, l’ho notato poco dopo…”

Lui la continuò ad osservare con aria un po’confusa e lei in quel silenzio imbarazzante, tenendo sempre lo sguardo rivolto verso le sue scarpe, si sentì a disagio.

Poi si accorse di non essersi nemmeno spostata di un millimetro da dov’era e di stare ostruendo ancora il passaggio dell’entrata del negozio. Fece un passo indietro rischiando di inciampare su primo scalino sempre sotto lo sguardo del giovane.

“Forse è meglio che mi sposto, mi scuso ancora…”

Fece una risatina di circostanza e si girò versò la strada per tornarsene a casa cercando di passare inosservata dal bell’uomo e di chiudere lì la cosa.

Successe tutto di fretta: dal rumore dell’auto che sfrecciavano non sentì l’ ‘ attenta ’ che aveva pronunciato lo stesso ragazzo di prima, un braccio l’attirò versò di sé ritrovandosi tra due braccia possenti che la strinsero impedendole di trovarsi sotto una macchina veloce che non avrebbe avuto il tempo di fermarsi.

“Tutto bene?”

Lei ancora scossa annuì senza distogliere lo sguardo da quelle gemme dorate che ora erano così vicine a lei. Si soffermò un po’ troppo a guardare i lineamenti del viso  di quel ragazzo dalla carnagione chiara e dalle labbra così sensuali che veniva voglia di baciare, ma soprattutto si sentì avvolta da quel suo profumo maschile delicato, seducente ed inebriante che le mandò in tilt il cervello. Solo dopo qualche istante riuscì  a ritornare ad avere la facoltà di parlare.

“L-a… ringrazio” Balbettò “S-to bene.”

Sentì un senso di vuoto quando lui una volta che si fu assicurato che stesse bene la lasciò andare. Ci fu un attimo di silenzio tra i due fatto solo di sguardi e poi fu lui a rompere quell’attimo che ad entrambi parve un’eternità.

“Si figuri… devo andare, riesce a tornare a casa o ha bisogno che l’accompagno?”

“Oh no no, grazie. Ce la faccio benissimo da sola.”

Disse lei sforzandosi di sorridere, ma più che sorriso sembrava una smorfia. Avrebbe voluto prolungare quel momento ancora un po’ anche se non se non capiva il motivo si sentiva attratta da quell’uomo come una calamita.

Lui fece un cenno con la mano di saluto e prese la direzione opposta di dove sarebbe andata lei e lei cercò in tutti i modi di tornare a casa senza pensare a quel misterioso  giovane dai lunghi capelli color della luna che le aveva salvato la vita, ma le fu impossibile non farlo.  

 

 

 

Kikyo tornò come al solito tardi  quella sera a casa da lavoro stanca e trovò il marito seduto nella sua solita poltrona a bere del brandy. Appoggiò le chiavi nel suo solito mobiletto e la borsa (che usava durante il giorno) nell’attaccapanni.

“Ciao tesoro.” Disse la donna avvicinandosi al marito, gli diede un bacio sulla guancia.

“Sei tornata tardi anche stasera.”Affermò invece lui in modo atono. “I bambini sono già a letto.”

“Mi dispiace. Ho incontrato traffico e non sono riuscita ad arrivare prima.”Rispose lei amareggiata perché sapeva che ultimamente era poco presente nella vita dei bambini e nella vita del marito, ma non poteva farci nulla perché aveva sempre da fare con i pazienti in un ufficio e spesso si dilungavano oltre l’orario previsto soprattutto il suo paziente Naraku Harada che ultimamente chiedeva più visite del previsto, a volte credeva che lo facesse apposta solo per vedere lei, ma poi capiva durante le sue sedute che alla fine era solo a livello professionale e quindi poteva stare tranquilla.

“ Ho delle notizie importanti da darti, Inuyasha. E sono certa che sarai entusiasta quanto me.”

Inuyasha si alzò in piedi e superò sua moglie andando nel tavolino dei liquori a lato della sala. Si versò dell’altro brandy e ne riempì un altro bicchiere per Kikyo.

“E che notizie belle sarebbero, sentiamo.”

La donna raggiunse il compagno e prese tra le mani il bicchiere di brandy ed euforica annunciò. “Ho trovato una babysitter per i nostri bambini” Bevve un sorso di brandy.

Inuyasha rimase impassibile. Non riusciva a capire l’entusiasmo della moglie. Era la decima volta che assumevano una babysitter solo perché tutte le altre o trattavano male i bambini (così diceva lei), o erano troppo anziane, insomma avevano sempre qualcosa che a Kikyo non andava mai bene. Per lui una babysitter valeva l’altra, bastava che amasse i bambini ed il gioco era fatto.

“ Sai che novità!” Esclamò “ Una settimana fa hai detto lo stesso e nemmeno otto giorni è durata!”  

“Questa volta è diverso!”Continuò l’altra, mentre Inuyasha beveva il suo liquore. “Lei è quella giusta per noi, è giovane dinamica ed adora i bambini.”

“Pff, anche l’ultima che hai assunto aveva queste qualità!”

“Fidati Inuyasha è quella giusta. Domani verrà qui verso cena se ci sei, te la presento anche così potrai vederla con i tuoi occhi se è in gamba o meno.”

Fece una smorfia. “Vedrò se riesco ad esserci, ma con il lavoro faccio fatica.”

“Se ci sei mi fa veramente piacere”.

Sorrise al marito che appoggiò il bicchiere ormai vuoto nel mobiletto.

“Vado a dormire.” Annunciò “Ci penseremo domani.”

E senza dire altro lasciò la stanza per dirigersi in camera.

Pensava che bere quel liquore l’avrebbe aiutato ad alleviare la tensione della giornata, di solito funzionava ed invece ora si ritrovava più teso di una corda di violino, ma soprattutto pensava che così facendo si sarebbe tolto dalla testa quei begli occhi marroni da cerbiatta che l’avevano incantato da subito fuori dal suo negozio, ed invece ogni volta che chiudeva gli occhi li vedeva davanti a sé con quell’aria da innocente, vedeva quel viso d’angelo, quel corpo così piccolo ma così perfetto al tempo stesso che aveva tenuto tra le braccia per qualche istante e che aveva fatto una fatica enorme a lasciarlo andare, e poi sentiva quel dolce profumo di vaniglia che ormai gli entrato dentro e non riusciva a dimenticarlo, eppure lui odiava la vaniglia, ma quell’odore lo intrigava gli era entrato talmente in testa che lo sentiva in ogni angolo della stanza. Era proprio quell’odore che l’aveva sedotto fin da subito ovvero da quando l’aveva vista seduta sui gradini. Ma doveva dimenticare, doveva dimenticare di aver provato certe sensazioni con un’altra donna che non fosse sua moglie per il bene della famiglia, doveva farlo.

Si addormentò sperando che una bella dormita avrebbe potuto cancellare almeno in parte i suoi pensieri perversi per quella ragazza incontrata per caso, ma purtroppo così non fu incontrandola addirittura nei suoi sogni.

*ANGOLO AUTRICE*

Ciao a Tutti!! Eccomi qui con il primo capitolo della storia grazie al mio monologo interiore sono riuscita a pubblicarlo xD. Come vedete si inizia a capire un po' come andranno le cose... spero che sono riuscita a trasmettere l'attrazione già in atto tra Kagome ed Inuyasha e come vedete l'ha trovato proprio dietro l' angolo ahahah xD come dal titolo :P vabbè a parte questo, mi ritengo soddisfatta di questo capitolo e sono già in elaborazione per il secondo  che per ora non so quanto ci metterò a pubblicarlo.... ma spero arriverà presto!
Concludo ringraziando a chi ha recensito la trama e ringrazio la mia carissima amica che mi sostiene quotidianamente anche a distanza di chilometri.

Alla prossima, Mels.

  
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