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Autore: Sha D Dragneel99    27/09/2016    1 recensioni
L'Inghilterra non era proprio il posto adatto a lei.
Quella era stata la sola opportunità che si era presentata davanti agli occhi di Maia, la giovane ragazza diciassettenne costretta a trasferirsi nei pressi della capitale inglese dopo la morte del padre.
Per lei era giunto il momento di cambiare vita, di lasciarsi alle spalle il passato, e perchè no, di iniziare a pensare al futuro.
Ma prima dovrà fare i conti con la realtà dei fatti.
Un ragazzino di sangue nobile, un maggiordomo in nero e una banda di servitori combina guai riusciranno a colmare quel vuoto lasciato dalla morte del padre?
E se non fosse stato un incidente, ma un omicidio? Maia dovrà fare i conti con la dura verità e imparare a sue spese che la vita non risparmia le sofferenze a nessuno.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

I giorni passavano veloci, nella Residenza Phanthomive.
Maia era riuscita ad ambientarsi benissimo, anche grazie all'aiuto di Sebastian e della servitù, con cui passava la maggior parte del tempo.
Quel pomeriggio, la ragazza venne incaricata di riordinare lo studio del padrone di casa, che a detta di Sebastian, aveva proprio bisogno di una ripulita.
Per un attimo le venne da chiedersi come mai il maggiordomo avesse affidato quel tipo d'incarico a lei, visto che di solito non le era mai stato chiesto di pulire le stanze del padrone, ma decise comunque di non farci caso.
Magari, e specifichiamo "magari", era una dimostrazione del fatto che stesse iniziando a fidarsi di lei, nonostante in quei giorni di disastri ne avesse combinati abbastanza.
Così, con la speranza di quel pensiero in mente, la ragazza si diresse verso la porta dello studio di Ciel, bussando un paio di volte.
-Avanti-.
Sentendo il permesso di entrare, aprì piano la porta, e abbassò la testa in segno di rispetto quando si ritrovò davanti il giovane Conte Phantomhive, seduto come sempre alla scrivania e intento a ... costruire una piramide con le carte?...
-Buon pomeriggio, signorino-, disse, sorridendo gentilmente.
-Ciao-, rispose lui senza alzare lo sguardo dalla piramide di carte che stava cercando di far stare in bilico sulla superficie liscia della scrivania.
-Ehm ... ecco perdoni il disturbo, ma dovrei pulire il suo studio...-.
-Si, fai pure-, disse il ragazzo con un gesto vago della mano, per poi tornare a sistemare le carte.
Maia si richiuse piano la porta alle spalle, e iniziò le pulizie, cercando di non far rumore per distrarre il Conte impegnato nelle sue "faccende".
Dopo qualche minuto constatò personalmente che le parole di Sebastian erano vere, cioè che quello studio era davvero conciato da far schifo, e li una mezz'oretta non sarebbe bastata per ripulire gli strati di polvere che si erano accumulati sui mobili e negli angoli.
"Mhh accidenti ce ne sarà di lavoro da fare", pensò la ragazza rimboccandosi le maniche, per poi prendere uno straccio e chinarsi a terra per occuparsi innanzitutto di eliminare la polvere sotto ai mobili.
Nel frattempo, il giovane Conte, dopo aver finito la sua opera, si appoggiò allo schienale della poltrona, sbuffando annoiato, e lo sguardo gli cadde sulla figura della ragazza impegnata nelle pulizie, adesso chinata a terra, in una posizione che avrebbe tentato la maggior parte degli uomini.
Ma il ragazzino non riuscì lo stesso a restare indifferente davanti alla vista dei fianchi sottili e ben proporzionati della ragazza, che adesso si muovevano sinuosamente mentre lei si era messa in ginocchio per pulire i mobili un po' più alti.
In quel momento, Ciel maledì l'odiosa abitudine della ragazza di girare con dei pantaloncini pericolosamente corti e una semplice maglietta smanicata.
Sì, perchè lei si era categoricamente rifiutata di indossare degli abiti tipici del posto, ma aveva preferito mantenere uno stile a suo avviso "più semplice e quotidiano".
Arrossì leggermente, il giovane Conte Phantomhive, ma distolse subito lo sguardo, onde evitare di fare figuraccie. Il che non sarebbe stato affatto nobile da parte sua.
-Uff...-.
Dopo un po' la ragazza si tirò in piedi, con un sospiro affaticato, e con una mano si tirò indietro un ciuffo di capelli che le ricopriva gli occhi.
Stava per rimettersi al lavoro e finire ciò che le mancava, quando la voce del Conte la colse alla sprovvista.
-Puoi finire qui, va bene-.
-Come?-, domandò lei senza capire.
-Hai capito-, ripetè lui annoiato. -Hai fatto abbastanza, adesso prenditi pure una pausa, dirò a Sebastian di occuparsi lui del resto-.
La ragazza aggrottò un po' le sopracciglia, perplessa.
-Non c'è ne bisogno, signorino, Sebastian ha affidato a me l'incarico e in quanto servitrice della dimora, è mio dovere occuparmene-.
Ciel la guardò leggermente sopreso. Doveva ammettere che aveva fatto progressi da quando era arrivata, persino il suo atteggiamento era cambiato, in meglio certo. Però non si era comunque dimenticato del loro primo incontro...
-Mh ... mi ha detto che tutti i giorni fai visita alle stalle-, riprese il Conte guardandola mentre appoggiava il viso alla mano. -E' vero?-.
-Sì-, rispose lei un po' imbarazzata. -Chiedo scusa... il fatto è che i vostri cavalli sono davvero stupendi...-.
-Non ci sono problemi, puoi andarci quando vuoi, basta che ti ricordi di richiudere le porte-, disse il ragazzino sbadigliando.
-Si, signorino-.
-Comunque ... -, riprese lui disinteressato. -Da quello che ho sentito non sai cavalcare-.
-E-eh? No infatti ... -.
"Ma perchè Sebastian ha spifferato tutto al signorino??"
-Se vuoi ti faccio insegnare-, aggiunse il giovane Conte, e a quelle parole, gli occhi della ragazza si illuminarono.
-Davvero lo fareb--.
Poi si bloccò, e riprese a ragionare, abbassando un po' la testa in segno di scusa.
-Chiedo perdono, signorino ... ma sono solo una servitrice, non penso di meritarmi simili attenzioni-.
-Mh? Io sono il proprietario della residenza e i cavalli sono miei, quindi decido io se posso fartelo fare o meno-, rispose Ciel, strappando un'espressione sopresa alla ragazza. -E poi ... -, aggiunse il Conte guardando altrove. -Ultimamente stai facendo un buon lavoro ... il resto della servitù ha detto che non ti prendi mai una pausa e pensi sempre al lavoro, quindi ... mh ...credo che un po' di svago ti faccia bene-.
Maia guardò il ragazzino davanti a lei, e non potè fare a meno di scorgere un lieve, quasi invisibile rossore sulle sue guancie, e sorrise felice, per la prima volta da quando lo aveva incontrato.
-Grazie, Ciel!-, esclamò, senza pensarci, per poi portarsi una mano sulla bocca. -C-cioè ehm ... l-la ringrazio, signorino...-.
-Di nulla-, rispose lui, sbrigativo, per poi tornare ad occuparsi della sua piramide di carte per nascondere un po' l'imbarazzo.
Maia sorrise, e riprese le pulizie più felice che mai, non sapendo se ringraziare o meno Sebastian per aver divagato quelle notizie a sua insaputa.
   
 
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