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Autore: _ Arya _    28/09/2016    5 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Fun, laughter, feelings and consciousness









KILLIAN POV

Fortunatamente, il lunedì mattina era iniziato alla grande. C'erano ben 7 gradi, davvero tanti per il periodo, e un sole che una volta tanto non era nascosto tra le nuvole. Emma il giorno prima mi aveva mandato un sms per confermare l'uscita ed io le avevo risposto brevemente. Dopo le cazzate che le avevo scritto il sabato sera da ubriaco, avevo preferito non assillarla troppo: era già tanto che non avesse cambiato idea sull'uscire insieme. Rileggendo i messaggi, però, avevo tirato un sospiro di sollievo quando mi ero reso conto che l'avesse presa sul ridere... e aveva proprio ragione!
-Voglio vedere cos'ha di speciale questa ragazza tanto da tirarti su prima di mezzogiorno il lunedì mattina...- commentò Liam divertito, mentre percorrevamo Park Lane, diretti vero l'ingresso principale del parco.
-Se continui a prendermi in giro ti rispedisco a casa- lo minacciai, ma solo perché non sapevo cosa rispondere. Non aveva tutti i torti: il lunedì era il giorno di chiusura del bar, e mi piaceva rimanere a dormire fino a tardi. Non che lavorassi sempre di mattina, ma avere tutto il giorno per riposare e magari leggere un libro, era tutta un'altra storia.
-Dai Killian, non è da te e lo sai anche tu!- intervenne Robin, a sostegno di mio fratello.
-Certo che siete noiosi. È una bella ragazza e sono riuscito a divertirmi con lei anche senza portarmela a letto... converrete che vale la pena mantenere i rapporti.
-Certo, certo... se vuoi solo esserle amico...
Alzai gli occhi al cielo con una risata, era chiaro che nessuno di noi tre ci credesse. Anche se a dirla tutta, non sapevo cosa volessi esattamente da lei. Non era il genere di ragazze che frequentavo di solito ed ero piuttosto certo che non avrebbe mai accettato del sesso occasionale. Ad ogni modo, il segreto era non pensarci e vivere al minuto, quindi chiusi la mente e continuai a camminare. Mancavano 10 minuti alle 11 e mezza, tanto per cambiare ero in anticipo e dato che sarebbe arrivata in metro, ci appostammo accanto all'uscita.
-Ma una cosa... la sua amica è carina?- fece Robin, sorprendendomi. Non mi era sembrato molto incline a voler conoscere donne, ultimamente. Da quando aveva rotto con la sua fidanzata storica con cui era stato insieme 10 anni, Marian, sembrava aver perso ogni interesse.
-Dai, non guardarmi così. È solo una semplice domanda.
-Sì, anche Regina è assolutamente da urlo. Ma forse sei troppo un bravo ragazzo per lei.
-Non ho mica detto che... ah, lascia perdere!
Io e Liam ridemmo sotto i baffi, Robin era davvero un così bravo ragazzo che a volte mi faceva tenerezza. Anche per questo mi piaceva, però: se con Graham, August e Arthur potevo andare a bere e divertirmi fino all'alba, con lui potevo avere discorsi seri e soprattutto personali.
-Ehi, sono loro per caso?
-Oh... sì!- esclamai, notando immediatamente la bionda nella sua solita giacca rossa salire l'ultimo gradino, con un tenero bimbo tra le braccia. L'altra, invece, portava il passeggino che lasciò andare a terra una volta in cima.
-Ah, già, non ve l'ho detto. Emma ha un figlio...- spiegai ai due e, prima che avessero tempo di riempirmi di domande, mi affrettai a raggiungere le ragazze.
-Ciao!
-Oh, Killian!- esclamò la più giovane, voltandosi con un sorriso. Se possibile, alla luce del giorno era ancora più incantevole del solito. Sotto la giacca indossava un leggero maglioncino bianco, un paio di jeans e degli stivaletti neri con un po' di tacco. In viso aveva solo un po' di mascara e del lucidalabbra, ed era perfetta così.
Ci guardammo negli occhi, indecisi se baciarci sulle guance o meno, ma a salvare la situazione – più o meno – intervenne Regina.
-Allora cucciolo innamorato, ci presenti i tuoi amici sì o no?
-Regina!- protestò la giovane, ma io risposi con una risata e le porsi la mano: dopotutto, neanche noi ci eravamo ancora presentati a dovere. Lei la strinse ed intanto Emma sistemò il suo assonnato figlioletto nel passeggino.
-Beh, lui è mio fratello Liam e lui è Robin, il poveretto che lavora con me!
Liam strinse la mano alla mora per primo, poi fu il turno di Robin. Emma, intanto, mi lanciò uno sguardo d'intesa: quella stretta di mano si stava rivelando decisamente lunga.
-Piacere, Emma- fece poi, quando i due si decisero a staccarsi -Mi dispiace ti tocchi subire questo qua tutti i giorni...
-Pensa a me che devo sorbirmelo a casa!- protestò Liam, afferrandole la mano anche lui -Finalmente ti conosco, mio fratello non fa che parlare di te!
Gli altri, lui compreso, risero, mentre Emma arrossì. Io invece mi limitai a lanciargli un'occhiataccia, per ricordargli che se avessero fatto i coglioni se la sarebbero vista con me. Non volevo che mettessero in imbarazzo la giovane.
-Piuttosto presentaci questo bel giovanotto!- intervenni, chinandomi sul al passeggino; -Ciao ometto, io sono Killian! Tu come ti chiami?
-Henny!- esclamò, afferrandomi un dito con curiosità. Ci giocò un po' muovendomelo avanti e indietro, poi mi lasciò andare e si stese indietro per coprire la testa con una manina. Era timido come la mamma, davvero un amore! Aveva i capelli scuri e gli occhi di un misto tra il marrone e il verde, ma i lineamenti del viso erano decisamente quelli di Emma. Un bimbo bellissimo, e io non ero tra i più grandi amanti dei bambini.
-Fa un po' il prezioso perché ce l'ha con me... stamattina voleva i pancake ma io mi sono alzata tardi e non c'era tempo...- spiegò la bionda, guardandolo e scuotendo il capo.
-Pakkek!- gridò battendo le manine ed inevitabilmente scoppiammo tutti in una risata. Un po' mi era dispiaciuto non aver tentato di invitare solo lei, ma avevo già cambiato idea. Ero certo che ci saremmo divertiti un sacco!
Era presto per mangiare, quindi decidemmo di entrare e passeggiare tra le bancarelle. Io costrinsi la giovane a lasciarmi spingere il passeggino e quando capì che per me non sarebbe stato un disturbo, accettò. Sì, volevo fare il galantuomo, ma non mi dispiaceva davvero: se volevo essere amico, o qualsiasi altra cosa, di Emma, dovevo fare amicizia anche col piccolo Henry.
Camminando ci immergemmo in uno strano gioco di sguardi: quando sentivo i suoi occhi puntati su di me mi voltavo a guardarla, ma lei arrossiva e faceva finta di niente. Era davvero dolce.
Tuttavia l'avevo inquadrata, più o meno. Dopo giorni passati a chiedermi chi fosse veramente, ero giunto alla conclusione che il suo lato tenero prevalesse su quello glaciale, solo che non voleva lasciarlo trasparire. Era forte, senza dubbio, ma indossava anche un'armatura per proteggersi. Forse aveva sofferto in passato, forse qualcuno le aveva fatto del male... di certo col padre di Henry non doveva essere rimasta in buoni rapporti, non l'aveva mai citato. Avevo deciso di non fare supposizioni, comunque: prima o poi l'avrei chiesto direttamente a lei o avrei semplicemente aspettato che decidesse di parlarmene da sola.
-Ma guardateli... non sembrano una tenera famigliola?- commentò a un certo punto Regina, che camminava dietro di noi insieme agli altri. Sia io che la bionda ci fermammo, per scambiarci un'occhiata prima di voltarci verso quelli scemi che se la ridevano.
-Dai, non ve la prendete, scherzavo!- esclamò quindi alzando le mani in segno di resa.
-Non ti prendo a schiaffi solo perché stiamo intralciando il traffico!- replicò l'altra acida, spostandosi verso una bancarella per far spazio alle persone di passaggio. La seguimmo a ruota, per poi fermarci a curiosare tra gli oggetti esposti.
C'erano un sacco di accessori, sia da uomo che da donna, ma la mia attenzione cadde su una catenina con un ciondolo circolare ed un cigno inciso all'interno. Era argentato con una parte laccata in nero, e molto grazioso: pensai subito che al collo di Emma sarebbe stato d'incanto.
-Prendo questo- decisi infine, indicando l'oggetto alla ragazza dietro al banco e porgendole 20 dollari. Lei li afferrò ringraziandomi e preparò un pacchettino per poi porgermelo.
Emma era distratta, quindi decisi che gliel'avrei dato più tardi con calma. Solo Regina sembrò accorgersi del mio regalo, ma sorprendentemente si limitò a sorridere e darmi una pacca sulla spalla. Ovviamente doveva aver capito che fosse per Emma e non mi dispiaceva che approvasse, o che almeno non mi rifiutasse come possibile partner per la sua amica.
-Andiamo?- intervenne Emma -Lì c'è il banco dei dolci e Henry ovviamente l'ha già adocchiato...
-Solo Henry?- scherzai, guadagnandomi un'occhiata torva ma divertita. Poi, senza pensarci, con una mano spinsi il passeggino verso lo stand dei dolci, e col braccio opposto le cinsi le spalle. Quella vicinanza da cui non si sottrasse, purtroppo, terminò quasi subito, quando suo figlio per si alzò in piedi eccitato e fummo costretti a trattenerlo perché non si cadesse.
-Henry, fermo! Ti prendo quello che vuoi, però seduto!
-Dai tu tienilo... offro io! A entrambi.
-Ma no, non devi...
-Infatti no, però voglio. Allora... cosa prendete?
-E va bene! Grazie...- si arrese con un sorriso, per poi studiare le leccornie a cui probabilmente non avrei rinunciato neanch'io. Ancor prima che lei e il piccolo decidessero, riempii una busta di caramelle di vario genere e un'altra con delle paste colorate dall'aspetto decisamente appetitoso.
-Per Henry un po' di praline al cioccolato e cocco e i marshmellow... va bene?
-Certo! E tu?
-Mi giudichi se prendo lo zucchero filato?
-Assolutamente no! Lo prendo anch'io, anche se ci sporcheremo un casino...
-Pazienza, ho le salviette!
Quando ci allontanammo pieni di buste e con gli zuccheri filati in mano, furono gli altri tre a giudicarci. Regina si offrì di occuparsi di Henry, per lasciare che noi “bambini” – come ci definì – mangiassimo con calma. Alla fine non avevo resistito e avevo preso anche i popcorn al caramello e al cioccolato: in qualche modo avremmo mangiato tutto, dopotutto eravamo in 5.
Passeggiare facendo slalom tra la gente chiacchierando in allegria del più e del meno fu molto piacevole e io e Robin promettemmo a Regina di fare un salto alla sua boutique per comprare qualcosa da indossare per le serate eleganti al locale. Adesso mi era chiaro come mai il suo costume di Carnevale fosse così bello... l'aveva fatto lei! Lo stesso valeva per il trench beige che indossava ora: aveva indubbiamente un gran talento.
Così come me, anche gli altri uomini rimasero sorpresi nell'apprendere di cosa si occupasse Emma – oltre che aiutare Regina al negozio. Spiegò che da poco la sua mentore aveva iniziato ad affidarle compiti individuali e, nonostante si trattasse più che altro di seguire le persone e scattare fotografie, si divertiva molto. Sembrava un mestiere davvero interessante, ma ero curioso di sapere perché avesse scelto questo, piuttosto che cercare di entrare, magari, in polizia. E in tutto ciò riusciva anche ad essere un'ottima madre e prendersi cura del suo bambino: quella piccola donna era una forza della natura e a me piaceva ogni secondo di più.

 

***


Essendo una bellissima giornata le panchine erano tutte occupate, e l'idea di Liam di portare due teli si era rivelata geniale. Come postazione scegliemmo un tratto di prato soleggiato a pochi metri dal lago, per poter godere di quel raro calore degli ultimi di Febbraio. Io, Emma ed Henry occupammo un telo, gli altri tre il secondo, ma tutti eravamo intenti a tirare fuori le vaschette col pranzo cercando di non rovesciarne il contenuto. Avevamo comprato degli enormi panini ripieni di qualsiasi cosa e delle patatine fritte, mentre per Henry avevamo preso purè di patate e un hamburger di carne morbido che Emma era intenta a fare a pezzetti.
-Swan, può farti comodo una mano?
-Sì, così tu resti senza...- borbottò ironica, ed io scoppiai a ridere. Non aveva tutti i torti, me l'ero proprio andata a cercare una risposta del genere.
-Non ti ho offeso, vero?- aggiunse poi preoccupata, alzando lo sguardo.
-Certo che no, tesoro. Lasciami tenere Henry però, non puoi fare due milioni di cose insieme... vieni qui, piccoletto?
Il bambino non se lo fece neanche ripetere due volte e, sfuggendo alla presa della madre, mi raggiunse allegro. Io non resistetti e lo presi in braccio, per poi alzarmi e fare l'aeroplanino come la mia, di madre, mi aveva abituato quando ero piccolo. A pensarci bene avrei dovuto chiamarla, tra l'altro, era da un po' che non la sentivo.
Il piccolo rise felice e mi venne spontaneo stringerlo in un abbraccio e stampargli un bacio sulla guancia morbida e paffuta. Quel contatto mi provocò un'ondata di calore mai provata prima, mi fece sentire così bene che mi sembrò che tutti i problemi del mondo fossero spariti.
Solo quando abbassai lo sguardo notai che tutti mi stavano guardando sorpresi... sorridenti e sorpresi. Soprattutto Emma, rimasta a bocca aperta.
-Beh? Mi piacciono i bambini... e io piaccio a loro.- borbottai, incapace di ricompormi completamente dato che il piccolo mi si era stretto al collo.
-Da quando, fratellino?
-Sta zitto.- lo fulminai, per poi tornare cautamente seduto. Tuttavia aveva ragione, non avevo mai avuto un gran feeling coi bambini, questa era la prima volta. Forse perché Henry non era uno di quei fagottini piagnucolosi: era dolce e allegro e, evidentemente, io gli piacevo.
-Grazie, Killian.
-Per così poco?- sorrisi, cercando di non apparire imbarazzato -Se vuoi mangiare, a lui penso io...
-No, no, tranquillo. Tu mangia, faccio io. Voi uomini col cibo siete più impazienti...- scherzò, allungando le braccia per riprendere suo figlio. Ridendo lo lasciai andare, e quello si affrettò ad accomodarsi tra le gambe della mamma per immergere subito le dita tra i pezzetti di hamburger.
Nel frattempo Emma si tolse la giacca, rivelandola maglia leggere dalle le maniche svolazzanti che tirò su prima di addentare una delle sue patatine, dopo averla immersa nella maionese. Com'era possibile che una ragazza potesse essere così bella anche mentre mangiava? O forse ero io che stavo completamente impazzendo a causa di una 18enne.
-Non fissarmi così... mi sono sporcata?- domandò la giovane alzando lo sguardo su di me, leggermente rossa in viso.
-No. No, no, no, no, scusa mi ero... distratto.- farfugliai, afferrando subito il mio panino e, inevitabilmente, un cetriolino mi finì sui pantaloni. Ero peggio del bambino di meno di due anni che aveva tra le braccia, e probabilmente fu soprattutto per questo che rise di gusto.
A lei risultò semplice riuscire a mangiare senza sporcarsi e allo stesso tempo controllare Henry e pulirlo ogni tanto col bavaglino. Ne avevo conosciute di ragazze madre, anche se non ci ero mai uscito, ma mai una così matura, capace e responsabile. Mi piaceva questa sua indipendenza: nonostante vivesse coi suoi genitori, aveva l'aria di una che sapeva cavarsela da sola.
-Ehi Jones, posso farti una domanda?- intervenne Regina, distogliendomi dai miei pensieri.
-Spara.
-In realtà riporto la richiesta di un mio amico, mi ero scordata... è il tipo che era con noi alla festa sai, è un fotografo. Vorrebbe facessi da modello maschile per la mia collezione estiva e siccome io non avrei nulla in contrario...
Non seppi dire se tossimmo prima io o Emma, ma per poco non sputai il mio boccone di carne. Guardai la mora in attesa che scoppiasse a ridere, ma rimase più che seria.
-Ha una cotta per te.- si giustificò con una scrollata di spalle.
-Sono lusingato, ma... sa che a me piacciono le donne, vero? Anche se una cosa a tre potrebbe anche andarmi bene...- nel dirlo mi voltai verso Emma, e la sua reazione non mi deluse. Se avesse aperto di più la bocca, la mandibola le sarebbe quasi sicuramente scivolata a terra. Sorrisi quindi compiaciuto, e tornai a volgere lo sguardo verso Regina.
-Lo sa, tranquillo. Ma posso proporgli la cosa a tre. Che ne dici, allora? Non sei obbligato.
-Non so... non ho mai fatto il modello.
-Oh, avanti, fai il timido?- mi punzecchiò Robin, per poi ridacchiare con mio fratello.
-Nemmeno Emma l'aveva mai fatto, eppure è stata fantastica!
-Emma ha fatto la modella?!- esclamai, e questa volta, fortunatamente, non avevo nulla in bocca. Avrei pagato oro per vedere delle foto in cui Emma posava in abiti eleganti.
-Placa gli ormoni, era per la collezione invernale. Però era molto bella, potrei mostrarti le foto...
-Regina!- protestò la bionda, ed ebbi l'impressione che se non avesse avuto suo figlio tra le gambe sarebbe saltata addosso all'amica per riempirla di schiaffi. E chi l'avrebbe mai detto? Coperta o scoperta, la dolce piccola Emma si era lasciata fotografare per un catalogo di moda. Proprio in quel momento, mi venne un'idea.
-Va bene, lo faccio. Ma solo se Emma fa la modella femminile.
Mi voltai verso la diretta interessata con un sorriso a 32 denti, ma riuscii a capire se volesse darmi un pugno, scoppiarmi a ridere in faccia, oppure entrambe le cose.
-Puoi scordartelo.- disse solamente, con una nota d'acidità.
-Avanti, non vuoi aiutare il tuo amico a provare a rimorchiarmi? Sei gelosa?- la punzecchiai, pizzicandole leggermente la guancia.
-Non mi fanno effetto i tuoi giochetti da quattro soldi.
-Dai, Emma! In realtà avrei voluto proportelo anch'io!- intervenne Regina in mio soccorso, mentre gli altri due assistevano allo spettacolo.
-No Regina, mi spiace.- ripeté Emma convinta, incrociando le braccia al petto.
-Hai le gambe storte? Hai i peli? Guarda che basta una ceretta, dolcezza...
-Smettila.
-Mamma fottoo!- gridò d'un tratto Henry, battendo le manine e lasciando basita Emma. Io invece scoppiai a ridere di gusto e gli stampai un bacio in fronte.
-Bravo il mio ometto! Dillo alla mamma, è bella e verrà bene in foto!
-Bela mamma!- ripeté quindi voltandosi verso di lei e nonostante sapessi che non avesse idea di cosa stessimo parlando, fu una scena molto comica. Perfino il suo stesso figlio era dalla mia parte! Dal canto mio, quella era di certo una proposta che non mi sarei aspettato, ma perché no? Non ci vedevo nulla di male e probabilmente avrei anche finito per divertirmi.
-Se mi lasciate tutti in pace ci penserò, ok? Sul serio.
-Ok! Basta che me lo fai sapere entro un mese, le foto le facciamo i primi di Aprile.
La ragazza annuì sospirando, non mancando di fulminarmi quando sorrisi vittorioso. Un mese... un mese era un lungo periodo di tempo, dopo Milah non avevo mai frequentato ragazze per così tanto ma, stranamente, la cosa non mi mise a disagio. Era come se dessi per scontato che tra un mese io e lei saremmo ancora stati amici... oppure qualcosa di più.

 

***


-Dorme come un angioletto, eh?
-Già...- sorrise la ragazza, affacciandosi per osservare suo figlio addormentato nel passeggino. Dopo pranzo avevamo giocato con lui, che sembrava non si stancasse mai di correre, e gli avevamo fatto vedere come dar da mangiare agli scoiattoli. Ne avevamo incontrati ben 3 e Regina ci aveva lasciato usare ciò che era rimasto del suo panino. Emma aveva anche tentato di dar da mangiare ad un cigno e nonostante io l'avessi avvertita, si era fatta mordere. Non avevo neanche avuto il tempo di chiederle se si fosse fatta male, che Henry aveva urlato “No bua mamma!” ed era corso dietro il cigno: la scena era stata comica quanto dolce e adorabile. Per fortuna, però, ero riuscito a fermarlo prima che facesse un tuffo nel lago.
A fine passeggiata eravamo tornati agli stand a rifornirci anche per cena, in modo da non dover cucinare. Io, Emma e i ragazzi ci eravamo buttati sulla cucina tedesca aggiungendo anche qualche bottiglia di birra, mentre Regina aveva fatto scelte più salutari. Quelle due ragazze erano diverse in tutto, praticamente, eppure la sintonia tra loro era evidente.
Mezz'oretta fa avevamo deciso che fosse ora di andare, dato che iniziava a far freschetto. Robin si era offerto di accompagnare a casa Regina, mentre Liam aveva avuto il buon senso di inventarsi una scusa per lasciarmi solo con Emma. Inizialmente, la giovane aveva cercato di convincermi che non ce ne fosse bisogno, ma alla fine le avevo fatto capire che per me non fosse un disturbo.
-Comunque, Swan, mangi parecchio per essere una ragazza...
-Beh? Ho un buon metabolismo- replicò, fingendosi offesa -E poi smaltirò domani mattina quando vado a correre.
-Vai a correre la mattina? Anche tu?
-Perché, anche tu?- fece sorpresa, fermandosi per un istante a guardarmi -Non mi sembri uno che si sveglia presto per andare a correre...- aggiunse poi per punzecchiarmi, al che risposi con una risata.
-Infatti vado verso le 9, a parte d'estate che corro di sera... sarà per questo che non ti ho mai incontrata.
-Oh, ora capisco. Sì, è probabile, io vado verso le 6 e mezza... non tutti i giorni ovviamente. Anche a me piace dormire, però mi rilassa correre al parco quando è tranquillo...
-Sì, hai ragione- ammisi, infilando le mani in tasca e riflessi lo sguardo direttamente nel suo -Però avere un po' di compagnia non mi dispiacerebbe, sai.
-A me piace correre da sol... oh! Oh, volevi dire...- balbettò, arrossendo all'istante. Quando era imbarazzata era incredibilmente dolce e irresistibile, e le avrei dato un bacio se non fossi certo che avrebbe ricambiato con un pugno.
-Tranquilla tesoro, non ti costringo mica...- le feci l'occhiolino, vedendola in difficoltà.
-No, no, lo so. No... cioè, sì. Per me... andrebbe bene. Non... non mi dispiacerebbe, ecco. Se vuoi...
-Sul serio?
-Sì...- sorrise, morendosi un labbro che le avrei volentieri morso anch'io -Però non alle 9, magari.
-Ok... facciamo una via di mezzo? 7 e mezza? O devi portare Henry a scuola?
-No... non mi piacciono gli asili nidi. Quando lavoriamo tutti ho una babysitter, una studentessa. È molto brava e poco cara.
-Oh! Capisco, fai bene... di questi tempi non si sa mai. Meglio così.
-Già... ok, dai, allora te la abbono e facciamo per le 8! Va bene?
-Perfetto, Swan! Io vado di Martedì, Giovedì e Venerdì per via dei turni... e domenica sera.
-Io mi regolo in base al lavoro ma... intanto va bene. Col buio non vado, però.
-Se vuoi provare, con me sei al sicuro! In fondo hai tempo fino a domenica per decidere.
-Ok, ok, vediamo!- rise, dandomi per la prima volta una pacca sulla spalla. Avevo notato che non fosse una persona molto fisica, quando parlava con gli altri non si avvicinava troppo e non li toccava, quindi, per il momento decisi di considerarlo un buon traguardo. Quell'uscita di gruppo si era rivelata una buonissima idea, Emma si era lasciata andare più del solito e l'imbarazzo iniziale era sparito. Era un peccato che fossimo quasi a casa sua; se non fosse stata con suo figlio, forse avrei osato di più e le avrei proposto di andare a prendere un tè o un caffè. Ormai però avevamo svoltato l'angolo e comunque non le avrei mai chiesto di andare in giro col piccolo che doveva sicuramente essere messo a letto.
-Beh, eccoci qua...- borbottai un po' dispiaciuto, una volta davanti al portone.
-Già. Io... io ti offrirei un caffè ma mio padre è a casa probabilmente e...
-Oh, no, figurati, capisco... non ti preoccupare. Mi sono divertito molto, comunque.
-Anch'io- fece, tornando a sorridere -Quindi... grazie ancora per l'invito. E per tutta la roba che mi hai comprato, la prossima volta offro io!
Ci sarebbe stata una prossima volta, quindi. Stavolta decisi di non blaterare battute idiote per non farla irritare e fu in quel momento che ricordai del pensierino che le avevo fatto.
-Aspetta! Non andare ancora, ho una cosa per te...- borbottai, frugando nelle tasche fino a che non trovai il pacchettino rosa scuro. Glielo porsi e lei lo afferrò sorpresa, rigirandoselo tra le dita.
-Devi guardarci dentro...- scherzai, e quella mi fulminò divertita.
-Non lo sapevo, guarda. Comunque non... non dovevi prendermi niente. Hai già fatto tanto, mi hai offerto dolci, pranzo... tutto...
Io scrollai le spalle facendole semplicemente cenno di aprirlo, e stavolta mi diede retta. Osservai ogni minimo dettaglio del suo sguardo, prima inquisitorio e poi meravigliato. Studiò attentamente il ciondolo, tastandone delicatamente la superficie liscia col pollice, poi si voltò verso di me.
-Grazie. È... è bellissimo.
-Ti piace? Lo so che non è un gioiello o... insomma, chissà cosa, ma ho pensato...
-No, è perfetto.- mi blocco, aprendo il viso in un bellissimo sorriso. Poi, a sorpresa, si avvicinò e si alzò sulle punte dei piedi, per darmi un tenero bacio sulla guancia. Fu un gesto timido, sembrò quasi intimorita, ma fu il bacio più dolce che avessi mai ricevuto da una ragazza.
-Grazie.
-Non c'è di che, tesoro. Vuoi che te lo metta?
-Oh, no... quando metto a letto Henry penso di farmi una doccia, si rovinerebbe... ma lo porterò, mi piace tantissimo. Mi dispiace non averti preso niente.
-Swan- la fermai divertito, prendendole una mano; a quel contatto improvvisò la sentii irrigidirsi, come più volte aveva fatto quando ci eravamo sfiorati. Tuttavia fu diverso dal solito e ci mise un attimo a rilassarsi ed alzare lo sguardo. Io dovetti fare ricorso a tutta la mia forza di volontà per non gettarmi sulle sue labbra, perché a quella distanza quasi inesistente, era un tormento. Gli occhi grandi, le ciglia folte, le labbra che respiravano all'altezza del mio collo, solleticandolo.
-Lascia ce ti faccia la corte senza sentirti in dovere di ricambiare... ok?
-Co... cosa...- balbettò, avvampando e allontanandosi di qualche centimetro. Io sorrisi.
-Non far finta di non averlo capito, avanti. Ma non ti preoccupare, io non ho alcuna fretta...
-O... ok. Cioé... dio, non so cosa risponderti Killian, io non... tu non...
-Tranquilla, non devi rispondere proprio nulla. Allora, domani mattina alle 8?
-Cosa? Ah, sì. Sì...- fece, dopo un respiro profondo -Ci vediamo all'entrata vicino alla fermata di Queensway? Così è comodo per entrambi.
-Ok, direi che è perfetto. Non farò tardi, promesso!
-Bene, perché non ho intenzione di aspettarti un'ora! Ti mollo lì se non arrivi in tempo- esclamò, di nuovo rilassata.
-Ci sarò, vedrai. Ciao Emma, a domani... e dai un bacio a Henry da parte mia!
-Certo, lo farò. A domani!
Mi sorrise un'ultima volta dopo aver aperto il cancello, poi spinse la carrozzina e sparì, mentre il vento soffiava tra la sua folta chioma dorata.
Sembrava incredibile, quasi inverosimile, eppure Emma Swan mi stava facendo perdere sempre più il lume della ragione. Era come se dopo anni, in me si fosse risvegliato qualcosa. Come se il mio cuore avesse di nuovo imparato a battere.








 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Come promesso, la giornata al parco è arrivata in fretta. Non è stato un appuntamento, più un'uscita tra amici, ma si sono divertiti tutti. Regina e Robin hanno avuto modo di legare un po', mentre Killian ed Emma si sono avvicinati ancora di più... hanno mangiato, chiacchierato, e lui ha fatto amicizia con Henry. Pur non essendo un grande fan dei bambini, il piccolo gli è piaciuto subito e il "colpo di fulmine" sembra essere stato reciproco :) Diciamo che questi "piccoli" dettagli, spingono Emma a provare emozioni sempre più forti... E gli altri concordano sul fatto che sembrano già una famiglia, mentre Regina li shippa e vuole che siano i suoi modelli per la nuova collezione xD Se la cosa andrà in porto, si vedrà tra un bel po', prima ci sono altre cose.
Alla fine un breve momento da soli l'hanno avuto, ed è stato molto utile. Hanno praticamente programmato di vedersi abbastanza spesso per andare a correre insieme... e Killian le ha dato il regalo. Piccolo, ma molto apprezzato... tanto che Emma non ha resistito e gli ha stampato un bacino, senza farsi tanti problemi. E' ancora poco, certo... ma lui ha capito che da parte sua è davvero tantissimo, anche se non sa il motivo. E per finire questo capitolo tutto dal punto di vista di lui... non potevo non farlo giungere almeno ad una mezza consapevolezza. Emma gli fa battere il cuore come non succedeva da tanto. In più, ha più o meno messo in chiaro le cose con lei... che col silenzio, gli ha fatto capire che qualche speranza, forse, c'è.
Sabato posterò On Adventure With The Pirate, mentre martedì o mercoledì prossimo di nuovo questa, cerco di alternare il più possibile :) Grazie davvero tanto a tutti quelli che stanno leggendo, seguendo e recensendo, spero la storia continui a piacervi.
E ora... la puntata? Ho amato tutto, si prospetta una grande stagione... per i CS sono abbastanza positiva, nonostante i sogni di Emma. Quello di morire penso sia più una sua paura, e credo che il destino dei salvatori dipenda dalla loro psicologia... Vedremo come affronterà le cose! Interessante anche tutto il resto e non vedo l'ora di conoscere i nuovi personaggi!
Un abbraccio, buonanotte :*
   
 
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